ventiseiesimo anno, 5>8 + 12 + 14>15 + 18 +20>22 + 24>28 maggio 2016 , momento maggio
Una definizione che addice da sempre alla musica proposta dal festival AngelicA […] è quella di “eterodossa”. La manifestazione […] non sta bene nelle categorie o nelle linee ufficiali del suono. […] programma composto da musicisti non allineati che danno comunque una grande importanza al concetto di classicità, shakerandolo però con creatività, intuizioni paradossali e la sempre tanto amata improvvisazione.
(Benedetta Cucci, Il Resto del Carlino, 3 maggio 2016)
Ventisei anni di sana avanguardia [..] In un quarto di secolo più un anno, il festival è diventato un punto di riferimento internazionale per la nuova musica, in cerca (forse) di una sua classicità, di una sua collocazione. Il contenitore AngelicA accoglie da sempre musiche che invitano il pubblico a mettersi in ascolto. Sono scelte spesso coraggiose, dove l’avanguardia in alcuni casi si spinge con forza sull’orlo del precipizio.
(Helmut Failoni, Corriere di Bologna, 3 maggio 2016)
È al chitarrista Fred Frith, classe 1949, con 40 anni di musica tra le dita e una curiosità che non apre volersi arrestare, che AngelicA Festival dedica un posto d’onore in questa ventiseiesima edizione. (Benedetta Cucci, QN – Emilia Romagna, 14 maggio 2016)
Due giorni fa Fred Frith ha conquistato il Conservatorio, finora abbastanza impermeabile alle musiche “altre”, con un workshop seguito da cinquanta studenti, con cui ha anche suonato. Nel tardo pomeriggio, in una Sala Bossi gremita, ha dato un saggio del proprio talento di chitarrista e compositore. Ora viene celebrato in una due giorni a Bologna e Modena.
(Gianni Gherardi, La Repubblica – Bologna, 14 maggio 2016)
Il rapporto tra Fred Frith e il festival internazionale di musica AngelicA è ormai consolidato da parecchi anni, una longeva collaborazione tra il chitarrista e compositore inglese e la rassegna bolognese scaturita quest’anno anche nell’omaggio tributato a quest’artista sul palcoscenico del teatro di Modena, in occasione di un concerto che abbiamo seguito l’altra sera, prodotto in collaborazione con il Festival l’Altro Suono. […] Una proposta musicale in cui la ricerca sulla materia sonora è parsa uno degli elementi centrali di questo progetto, un’indagine sul suono sviluppata nelle sue diversificate combinazioni timbrico-ritmiche, passando dal pianoforte preparato e dall’uso di oggetti diversi chiamati ora a percuotere ora a grattare le corte della chitarra, ai timbri di strumenti tradizionali, fino ad arrivare alla meccanica espressività di suoni campionati. Alla fine, questo concerto-tributo ci ha lasciato una traccia significativa del lavoro di un musicista impegnato in una ricerca continua che appare più vicina a una sorta di creativa curiosità che non a forme di speculazione applicata, ribadita (non senza un pizzico di sana ironia) anche in questa esperienza, salutata con appalusi convinti dal pubblico presente.
(Alessandro Rigolli, www.allaboutjazz.com, 19 maggio 2016)
Per il gran finale di AngelicA stasera […] si apriranno al pubblico del festival di musica contemporanea le porte della Basilica di Santa Maria dei Servi […]. È un programma ambizioso, quello di stasera, che coinvolge anche cinquanta strumentisti dell’Orchestra del Teatro Comunale. Una volta di più il festival si conferma come la più interessante manifestazione del genere sulla scena italiana e occupa un posto al sole tra quelle europee. […] L’Orchestra sarà diretta da Tonini Battista, con Pauline Oliveros alla fisarmonica digitale, e la voce della drammaturga e regista americana Ione. (Gianni Gherardi, La Repubblica – Bologna, 28 maggio 2016)
All’interno di un festival che programmaticamente non privilegia nessun genere musicale, ma che dà spazio ad autori delle più svariate provenienze e alle modalità più disparate del fare musica, è possibile imbattersi in alcune esperienze significative dell’improvvisazione assoluta. È quello che è capitato nell’edizione in corso, la ventiseiesima, di AngelicA “momento maggio” apertasi il 5 maggio con la prima italiana della sorprendente Ellen Fullman con il suo lungo strumento a corde, che attraversava tutta la sala del Teatro San Leonardo, per poi snodarsi tra protagonisti di spicco e produzioni originali fino al 28 maggio.
(Libero Farnè, www.allaboutjazz.com, 3 giugno 2016)
“Le finalità di Angelica sono programmaticamente volte a ignorare gli steccati che dividono la musica in tante famiglie; vogliamo considerare i fatti musicali come unici, propri, al di là della loro appartenenza a generi o stili”. Scriveva così il compianto Mario Zanzani, fondatore di Angelica insieme a Massimo Simonini, nel 1991, quando il Festival era solo un’intenzione programmatica, una speranza. Oggi, quelle parole sono ancora attuali, ma più forti. Forti di venticinque edizioni senza interruzione. Forti di un Centro di Ricerca (il Teatro San Leonardo, ormai dal 2011 laboratorio di sperimentazione per 365 giorni all’anno) e di un pubblico già adulto, che con il passare degli anni ha attraversato generazioni di audaci ascoltatori. Non cambiano, le finalità di Angelica. Semmai si ampliano, intensificando quell’idea di collaborazione, di scambio, che sta alla base di ogni singolo concerto. […] Gran finale con l’orchestra del Teatro Comunale alla basilica di Santa Maria dei Servi (la stessa location che ospitò qualche anno fa Terry Riley) con un programma incentrato sul minimalismo di Philip Corner e la libertà compositiva di Pauline Oliveros (presente tra i musicisti durante l’esecuzione delle sue Four Meditations for Orchestra). L’acustica riverberante della basilica dona una nuova veste ai suoni e si dimostra una location più che adeguata per una musica generalmente esclusa da certi luoghi. Il minimalismo entra in chiesa. Miracoli di Angelica.
(Daniele Follero, www.rockerilla.com, 6 giugno 2016)