AngelicA 2
seconda edizione – per ogni malattia c’è una melodia
Bologna
27 maggio>4 giugno 1992
>—> quaderno di AngelicA 2 – 1992
Per ogni malattia c’è una melodia
Angelica agita una situazione stagnante: molto difficile per i musicisti e molto cristallizzata nelle diverse tipologie di pubblico. La musica di Angelica non si basa sull’evento, che comunque non è escluso, ma sulla possibilità di rompere il meccanismo dell’ascolto legato all’autoidentificazione nel genere e nel luogo. Il modo di concepire la musica, come molteplicità di soluzioni ed esistenze, costituisce il cuore del suo lavoro oggi. Un festival è sempre qualcosa di provvisorio: Angelica non definisce la situazione musicale attuale, individua alcuni percorsi di ricerca o propone cose molto più “semplici” che ci sono da sempre e di cui non ci accorgiamo. Se provassimo a volare su questa edizione di Angelica, ogni giorno del Festival potrebbe trasformarsi in un Campo, visto dall’alto. Vedremmo molti Campi, ognuno seminato in modo diverso, con un colore diverso, con diverse geometrie che creano misteriose simmetrie, molto contrastanti tra loro, ma in accordo. Il contrasto è una componente fondamentale di Angelica, serve anche a spiegare e mostrare, quegli elementi che in questo tempo sono motivo di discordanza, di lontananza, di poca comunicazione. Tante coltivazioni per una raccolta memorabile. Per ogni malattia c’è una melodia (Farmacia Poetica di Anna Homler).
Editoriale
La considerazione di cui godono in Italia certe forme e modi di ascolto musicale è ancora scarsa. Ci si muove nel disinteresse dei privati, nel “sospetto” delle istituzioni, in assenza di un pubblico riconoscibile.
Pensiamo con Angelica di agitare una situazione stagnante: molto difficile per i musicisti e molto cristallizzata nelle diverse tipologie di pubblico.
La musica di Angelica non si basa sull’evento, sempre in qualche modo legato al divismo, presente in ogni genere di musica; ma sulla possibilità di rompere il meccanismo dell’ascolto legato all’autoidentificazione nel genere e nel luogo. Il modo di concepire la musica, come molteplicità di soluzioni ed esistenze, costituisce il cuore del nostro lavoro.
Un festival è sempre qualcosa di provvisorio: Angelica non definisce la situazione musicale attuale, individua alcuni percorsi di ricerca o propone cose molto più “semplici” che ci sono da sempre e di cui non ci accorgiamo. Per esempio i giochi vocali Inuit o dei popoli della steppa non sono forse ancora presenti nella ricerca contemporanea sulla vocalità? O la vicinanza dell'”odiato liscio” con la musica klezmer e balcanica non ci fa riflettere?
Quest’anno Angelica è presentato dall’Associazione Pierrot Lunaire e dal Centro Interfacoltà di Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna, con il sostegno di alcune istituzioni e di pochi audaci privati. Iniziamo una collaborazione col Teatro Comunale di Bologna che speriamo possa aprire nuove strade.
Della passata edizione del festival abbiamo compilato un compact disc che ne testimonia la composizione e la qualità.
Mario Zanzani
Vorrei volare
Se provassimo a volare su Angelica, ogni giorno del Festival potrebbe trasformarsi in un Campo visto dall’alto.
Vedremmo vari Campi, ognuno seminato in modo diverso, con un colore diverso, con diverse geometrie che creano strane simmetrie, molto contrastanti tra loro, ma in accordo.In Campo musicale vedremmo progetti molto differenti: per l’accostamento di quegli strumenti, la particolarità delle strutture musicali e per l’originalità di quei compositori, ogni progetto avrà un suono che potremmo definire unico (s ono-u).
Sarà molto probabile incontrare un bosco (l’improvvisazione, altra componente di Angelica), anche all’interno di un Campo (la composizione). E anche un Campo all’interno di un bosco.
Il contrasto è una componente fondamentale di Angelica.
Un frammento sonoro di ogni Campo potrebbe trasformare il Festival in una raccolta di “effetti sonori”; non nel senso tradizionale del termine, come ‘effettistica’, ma come suoni unici, nuovi, inventati, risultati di strani incontri: strumenti musicali, musicisti.
“Non voglio fare degli effetti sonori, è esattamente il centro del mio lavoro”. Questa doppia affermazione di Fred Frith è interessante per spiegare la caratteristica di Angelica 1992. Due affermazioni di cui una nega l’altra, ma che insieme assumono un altro significato, quello della ricerca di una sonorità, molto importante per un progetto musicale.
In questo preciso momento non ricordo se stiamo volando, l’assenza del ricordo dello stato in cui siamo quando riflettiamo ci lascia sospesi. Non è facile ri/conoscere tutte le colture (e le culture) – eccoci di nuovo in volo – occorre fare qualche macro, atterrare e magari scoprire qualcosa di nuovo.
Massimo Simonini
mercoledì 27 maggio 1992 – ore 21.30 – Aula Absidale di Santa Lucia
> Popoli Dalpane Ensemble ospiti Gianni Gebbia, Roberto Rossi, Alterugo (Italia)
Marco Ferrari, clarinetto; Franco Visioli, clarinetto basso e sax soprano; Marco Bontempo, sax alto e tenore; Alessandro Bonetti, violino; Paola Garavaldi, violino e voce; Alessandro Urso viola; Paolo Grandi, violoncello e basso elettrico; Giancarlo Fabbri, voce; Massimo Simonini, dischi, CD, nastri e oggetti; Tiziano Popoli, pianoforte, tastiere e campionatori; Marco Dalpane, pianoforte, tastiere e campionatori; Roberto Monari, regia del suono
ospiti Gianni Gebbia sassofoni, Roberto Rossi batteria, Alterugo voce recitante
giovedì 28 maggio 1992 – ore 21.30 – Multisala
> Looping Home Orchestra ospite Fred Frith (Svezia/Gran Bretagna) #
Lars Hollmer, tastiere, fisarmonica, melodica, voce; Olle Sundin, tastiere, fisarmonica, basso; Hans Bruniusson, batteria, marimba midi, voce, radio; Coste Apetrea, chitarra, mandola, tastiere, voce; Lars Krantz, basso midi, mandola
ospite Fred Frith, chitarra, violino
venerdi 29 maggio 1992 – ore 21.00 Teatro Comunale
> Lindsay Cooper Concerto per sax sopranino e archi (Gran Bretagna)
Lindsay Cooper sax sopranino
Orchestra del Teatro Comunale di Bologna
Franco Sebastiani direttore (Italia)
musiche di Lindsay Cooper
> Stefano Scodanibbio Solo (Italia)
– Sei studi, Stefano Scodanibbio *
– Yuunohui ‘nahui, Julio Estrada *
– Strumentale, Stefano Scodanibbio *
Stefano Scodanibbio contrabbasso (Italia)
> Lindsay Cooper Canzoni per fagotto e orchestra (Gran Bretagna)
Lindsay Cooper fagotto
Orchestra del Teatro Comunale di Bologna
Franco Sebastiani direttore (Italia)
musiche di Lindsay Cooper
sabato 30 maggio 1992 – ore 21.30 – Aula Absidale di Santa Lucia
> Lindsay Cooper Solo fagotto, sax sopranino, elettronica #
intermezzi Gruppo Ocarinistico Budriese
> Lars Hollmer Solo fisarmonica, tastiere, melodica, voce #
intermezzi Gruppo Ocarinistico Budriese
> Gianni Gebbia Solo sax contralto, soprano, sopranino #
intermezzi Gruppo Ocarinistico Budriese
> Fred Frith Solo chitarra elettrica, oggetti, voce #
> Gruppo Ocarinistico Budriese (Italia)
Giulio Boccaletti 1a ocarina; Fabio Galliani 2a ocarina; Mario Corticelli 3a ocarina; Elisabetta Villani 4aocarina; Luca Billi 5a ocarina; Gianni Grossi 6a ocarina; Franco Passatempi 7a ocarina
> Lindsay Cooper, Lars Hollmer, Gianni Gebbia, Fred Frith Quartet #
domenica 31 maggio 1992 – ore 21.30 – Multisala
> Fred Frith – Que d’la gueule (Gran Bretagna/Francia) *
Edmond Hosdikian sax alto e tenore, beccaccio, seduzione; Claude Monteil sax soprano, canne; Christophe Costabel chitarra discreta; Laurent Luci chitarra venusiana; Richard Peter chitarra selvaggia; Frédéric Giuliani tastiera, specialità della casa, e i suoi vetri rotti; Kiwi sinth analogico, piano elettrico, baffi; Nadine Laporte sinth numerico, sorprese; Denis Cabacho bricolage, balafon, cucina; Didier Roth bricolage, radio, nastri, gola; Jean Christophe Ville bricolage, cibi, banjo a una corda; Farid Khenfouf basso perfezione; Ahmed Compaore batteria, accelerazione; Mathias Mopty batteria, decelerazione; Manu Gilot: sonorizzazione
Fred Frith: composizione, direzione
INCONTRI & ASCOLTI:
Medicine People, a cura di Roberto Paci Dalò
giovedì 28 maggio 1992 – ore 17.00 – Galleria Neon
> Lindsay Cooper
venerdì 29 maggio 1992 – ore 17.00 – Galleria Neon
> Fred Frith
sabato 30 maggio 1992 – ore 17.00 – Galleria Neon
> Stefano Scodanibbio
conduce Roberto Paci Dalò
WORKSHOP:
martedì 2, mercoledì 3, giovedì 4 giugno 1992 ore 10.00 / 12.00 – ore 15.00 / 18.00
Workshop diretto da Fred Frith
giovedì 4 giugno 1992 – ore 22.00 – Multisala
> Concerto Workshop diretto da Fred Frith #
Paolo Angeli chitarre, basso tuba; Olivia Bignardi clarinetto, sax alto; Daniela Cattivelli sax alto; Mario Corticelli tastiere, campionatori, pianoforte; Marco Dalpane tastiere, campionatori, pianoforte; Ferdinando D’Andria violino, tromba; Silvia Fanti fisarmonica; Filomena Forleo, Pierangelo Galantino violino, contrabbasso; Margareth Kammerer voce; Claudio Lanteri casiotone, chitarra; Andrea Martignoni percussioni; Mario Martignoni batteria, percussioni; Salvatore Panu pianoforte, trombone; Tiziano Popolicampionatori; Massimo Simonini dischi, cd, nastri, oggetti; Stefano Zorzanello flauto, sax soprano, piccolo pianoforte, voce;
Fred Frith direzione
(# = prima assoluta; * = prima italiana)
Luoghi
Aula Absidale di Santa Lucia via de’ Chiari 23, Bologna
Teatro Comunale Largo Respighi 1, Bologna
Multisala via dello scalo 23, Bologna
Galleria Neon via Avesella 4/A, Bologna
Partner
Associazione Culturale Pierrot Lunarie
CIMES – Centro Interfacoltà Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna
con il sostegno di
Comune di Bologna – Assessorato ai Rapporti con l’Univiersità
ACOSTUD Azienda per il Diritto allo Studio Universitario
Regione Emilia Romagna – Assessorato alla Cultura
S.M.P. sistemi metodologie progetti
con il patrocinio di
Ambasciata di Svezia
con la collaborazione di
Teatro Comunale di Bologna
British Council
con l’aiuto di
Buton Vecchia Romagna
con la partecipazione di
Gazzoni 1907
Cassa di Risparmio di Bologna
Radio Città del Capo
Punto Radio
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