ottava edizione, 11>17 maggio 1998, mamma acustica
Angelica: il cielo sopra Bologna
Degli angeli, è ormai noto, non bisogna domandare se siano di sesso maschile o femminile. Dei musicisti angelici, non è, altrettanto, lecito domandarsi di che “genere” musicale siano. Essi “sono”, anzi, in un paese come il nostro per lo più “aleggiano” senza fissa dimora, spostandosi in maniera imprevedibile secondo logiche ineffabili per la ratio mercantil-massmediatica comune seguendo i dettami per l’amore della musica libera. Solo in qualche periodo del’anno, in luoghi molto particolari, si ricrea quello speciale concorso di fattori, non riproducibili in laboratorio, che può indurre il musicista angelico a riunirsi in gruppo e manifestarsi. Si narra, del resto, che ogni musicista, anche dopo la caduta e la perdita delle ali (l’ingresso nel mondo dello spettacolo), conservi un legame spirituale con il proprio sè angelico-custode. Perfino i cantanti di piano bar , nel loro purgatorio musicale quotidiano pare che siano vegliati a distanza, e, all’occasione soccorsi spiritualmente da queste angeliche essenze. In periodi di particolare impoverimento inventivo e lassitudine creativa, le presenze angeliche si riuniscono soccorrevoli laddove ce n’è più bisogno e spontaneamente si manifestano con regolarità, nella speranza di mantenere desta, nei propri simili decaduti, l’aspirazione a un mondo musicale migliore. Se la leggenda non sbaglia, ecco dunque spiegato perchè il festival internazionale “Angelica” si tiene ormai da quasi otto anni a questa parte, proprio a Bologna, Italy […] Secondo le profezie, è ormai imminente il periodo in cui l’evento eccezzionale dovrebbe, anche quest’anno, ripetersi: tra l’11 e il 17 maggio, per l’esattezza. I luoghi destinati al rito sono molteplici, e variano dal Teatro Comunle (il tempio profanato dai commerci dei mercanti), al Teatro Testoni (luogo oligo-musicale dal PH praticamente neutro) alle sale del Link (oasi di santità, avanposto credibile della lotta per la salvaguardia del Rigo musicale angelico. Venendo al poco che è consentito svelare sugli angelici stessi prima che il Tempo idoneo sia ufficialmente giunto, innanzitutto una premessa: “la musica che si suonerà nessuno lo sa” (ndr: testuale dalle note di presentazione del concerto conclusivo del 17 maggio al link, ensemble “?”). Seconda premessa le presenze angeliche chiamate a raccolta quest’anno sono legate in maniera particolare all’Italia ed a sonorità acustiche piuttosto che elettriche o elettroniche. Dopo l’Angelica “rumorosa” dello scorso anno […] (Camilla Missio, IL BO ‘mixer’, 7 maggio ’98)
Il festival bolognese “altro”. Acusticamente Angelica. Scorribande nell’avanguardia
Un ritorno all’utero, questo di “Mamma Acustica”. L’ottava edizione di Angelica Festival fa un pò come Wagner: dopo avere esagerato (Tristano), si sterza al diatonico, col do maggiore dei Maestri cantori. Nella fattispecie mentre nel 1997 Angelica aveva fatto vetrina di ladri di suono (campionamenti e plunderphonics, tra Canada e Giappone), ora si va all’acustico, con molti italiani […] C’è quindi popular music e c’è come spiegano ad Angelica, ” certa musica contemporanea, almeno quella ‘liberata da se stessa’ “. Cameristi che eseguono partiture accanto a ‘improvvisatori da camera’: ” decontestualizzare è sempre un desiderio forte “, si precisa. Angelica Festival è un luogo d’avanguardia e di interconnessioni […] Angelica Festival è anche un forum, un luogo d’incontro di competenze, di parole sulla musica. (Roberto Verti, Il Giornale della Musica, maggio ’98)
Sviolinate in giardino. Angelica
L’arpa, la viola e l’arte del giardinaggio sono i protagonisti della seconda serata al festival di musica di ricerca in corso a Bologna. (il Resto del Carlino, 12 maggio ’98)
Festival Angelica: ai Notai il dibattito, al Link il concerto
“Quell’omologazione culturale che vent’anni di fascismo non ottennero da noi, la civiltà del benessere l’ha ottenuta in nemmeno cinque anni, siamo tutti morti e non ce ne siamo accorti “. Parte da questa frase di Pasolini l’intervento clou della giornata di oggi del festival di Angelica, che ha per protagonista Giovanna Marini. (p.n., la Repubblica, 16 maggio ’98)
Festival / Da “Angelica” un invito al dialogo tra teatri d’opera e musica creativa. Anche il pianoforte si mangia la coda
Angelica numero otto […] ha fatto un viaggio, una scommessa, un azzardo. Ad Angelica gli azzardi sono consueti: da anni ci si va per trovare quello che altrove non si trova. Ciò che non necessariamente significa trovare illuminazioni; anche chi disegna il cartellone di questo festival, probabilmente, di tanto in tanto si meraviglia, ha ripensamenti. Di certo però Angelica non soffre di quella malattia da terza età che affligge tanta parte della musica italiana. Quella sindrome cui qualcuno dovrà trovare un nome, poichè ha gravità e caratteristiche epidemiche: fa si che la gran parte dei teatri d’opera italiani sia uscita da tempo dall’orizzonte di un qualsiasi rapporto col presente, fa si che le società concertistiche vivono in simbiosi con lo sponsor trasformato in un cerbero difensore del già noto […] C’è in giro sentore di crisi. Ma la sensazione è che tra le vie della musica italiana si aggirino non solo sacche di disoccupazione (per mancanza di spazi e modi di produzione, più che di pubblico potenziale) ma anche sacche di intelligenza repressa. Il convegno che sabato cifrava il segno di questa Angelica ’98 – ovvero il tentativo di porre a dialogo teatri d’opera e cori delle mondine, artisti improvvisativi e compositori d’accademia – ha mostrato proprio questa realtà: nella quale, aiutati dai difetti di una legge sulla musica che fa acqua da tutte le parti, non trova voce, clamorosamente, l’unico segmento della musica italiana che usa la testa e le volontà ideali più che i denari. Ma, come si è detto sabato, nell’agone entri solo se esisti, e se non hai denari non esisti. Il gatto si morde la coda, e Angelica ’98, di quel gatto, ha mostrato con grande precisione i percorsi. (Roberto Verti, il Resto del Carlino, 19 maggio ’98)
Angelica confusa e un pò inadeguata
Finisce con una pessima figura del teatro Comunale l’ottava edizione di “Angelica”, una delle rassegne più curiose, tanto nella concezione, quanto nelle produzioni, tra quante se ne fanno in Italia. Nel conecrto conclusivo, con musiche di Mencherini, Andriessen, Donatoni, Garau, Grandi, Bignardi, Magnanensi, la musica di quest’ultimo non viene esguita […] Che una pagina sia cancellata per l’inadeguatezza di uno strumentista è uno scandalo sul quale il Comunale non avrebbe sorvolato probabilmente, nel caso si fosse trattato di una propria produzione, ma che abbiamo la sensazione giunga invece opportuno dal momento che crea delle difficoltà con Angelica, festival col quale il teatro sembra collaborare “obtorto collo”. […] E’ un piccolo festivalAngelica, un “calimero” delle rassegne musicali, ma ha un’originalità e una vitalità tutte sue, che hanno costruito un piccolo mito della rassegna, che le hanno procurato un pubblico, modesto, ma affezzionato, puntuale e non solo cittadino. (Giampiero Cane, 23 maggio ’98)
11-17 maggio, teatro Testoni, Link, teatro Comunale: “Angelica ’98”
La composizione e l’improvvisazione, la musica “colta” e quella popolare hanno pari diritto di cittadinanza ad Angelica, festival internazionale senza confini di sorta giunto all’ottava edizione. La parola d’ordine di quest’anno era “mamma acustica” […] (Libero Farnè, Musica Jazz, luglio ’98)