tredicesima edizione, 13>18 maggio 2003, abissale & aderente
Nel nome di Angelica. La musica del Novecento, un evento raro nella scena italiana. Una voce fuori dal coro. Il festival di musica contemporanea è uno dei pochi appuntamenti che si misura con la creatività e la ricerca. A Bologna e a Modena, un omaggio a Karlheinz Stockhausen
Angelica, evento eccezionale che dovrebbe invece essere regola della vita della musica, torna malgrado tutto a gettare la sua luce, pur se d’intensità modesta, nella notte della bassa routine bolognese. È l’unica prospettiva emiliana sulla creatività attuale nell’arte del sonoro nel tempo, ed una delle pochissime nazionali. Collocata un po’ nel capoluogo, un po’ a Modena, presenta il suo programma da martedì a domenica, e realizza un evento nel suo stesso essere evento con due giornate modenesi, mercoledì e giovedì al Comunale, con la musica di Karlheinz Stockhausen. […] Echi di Nuova Consonanza, del festival di Venezia, di Controindicazioni si aggiungono a quelli della Scala in un rinvio a tempi migliori per la musica, quando qualcosa ancora si muoveva davanti e tra i segni della tappezzeria sonora delle istituzioni e già ci sembrava poco, troppo poco. A Bologna, inoltre, un po’ in controsenso con la quantità di repertorio che viene programmata nelle altre città maggiori, persino la classica tradizionale è in crisi di pubblico di fronte a un Comunale che ha ceduto l’iniziativa a Musica Insieme e Bologna Festival, coi contenuti spettacolari di una programmazione che è determinata esclusivamente dal pubblico residuo dei «passatofili» della piccola borghesia musicale cittadina, cui mai una iniziativa organica ha cercato di affiancare quello più giovane, capace di sentire vibrare in sé qualcosa e di rispondere, anche magari solo con vaga intelligenza, al risuonare di costrutti musicali di Kurtag, Ligeti, Adams o di Bang on a Can. Angelica ha insistito per anni per integrare la propria attività col Comunale, ma è sempre stata trattata, come sgradevolmente si dice, a pesci in faccia. Senza orchestra, si sa, quel che può essere fatto è un programma di solisti e piccoli ensemble. Quel poco di musica d’oggi che si riesce ad ascoltare dal vivo si limita a ciò. Anche Stefano Scodanibbio, con la rassegna maceratese di Nuova Musica che sopravvive tra mille stenti non può dare altro che quel che le sue amicizie di grande contrabbassista riescono ad ottenere tra i colleghi. […] In ciò sta il successo che anno dopo anno accompagna Angelica o la rassegna maceratese, pur nelle difficoltà che incontra sempre in sanremolandia la musica che chieda all’ascoltatore un po’ d’impegno e competenze che non si esauriscano nel ballo del quaqua. L’inizio del secolo scorso è stato segnato da una divaricazione piuttosto forte nel corpo della produzione musicale: da un lato si è voluta una musica facile, capace di flirtare con le nuove forme della musica popolare, ormai largamente commerciabile per mezzo dei nuovi strumenti di diffusione, radio e dischi; dall’altro si affermava nel campo colto una tendenza intellettuale che, forte del fatto che all’intrattenimento poteva bastare la musica appunto nata per esso, elaborava concezioni di scrittura sempre più difficili e sempre più indifferenti alla risposta del pubblico più vasto. Se poniamo attenzione però a musiche come quelle di Satie o di Weill, così come alla maggior quantità della musica minimalista e ripetitiva, vediamo come non tutti i musicisti colti abbiano scelto, però, questa seconda strada. Angelica punta maggiormente sulla potenzialità di combinazioni di strumentisti e della loro collaborazione nell’improvvisazione. Anche quando estranei alla pronuncia jazzistica, da questa musica hanno assunto la pratica della responsabilità dei coautori. Negli anni il pubblico è stato ben felice di ascoltarne le performance, così come sempre più numeroso ha accolto Nuova Musica a Macerata o Controindicazioni a Roma. Il guaio è che i grandi numeri di queste audience sono numeri piccoli di fronte a quelli mossi da coppie quali Abbado-Beethoven, ma anche i grandi numeri di queste non sono nulla di fronte a quelli di un concerto di Vasco Rossi. Se la logica dell’adesione popolare dovesse imporsi a tutto, per le filarmoniche sarebbe una tragedia e il rinnovamento della proposta artistica diverrebbe esclusiva dei divi, sicché il futuro sarebbe condannato alla ripetizione e all’immobilità. (Giampiero Cane, il Manifesto, 10 maggio 2003)
Maggio 2003: Angelica: Bologna / Modena
Angelica torna nel 2003 alla tradizionale dimensione concertistica, dopo un’edizione “sperimentale” anche nella forma. L’anno scorso tutto il festival era infatti incentrato sull’Opera Mobile del violoncellista Tristan Honsinger e su vari eventi collaterali che ad essa s’intrecciavano. L’edizione presente, itinerante tra Modena (al Teatro Comunale) e Bologna (al Teatro San Leonardo) presenta una serie di concerti che vivono ognuno di vita propria, in larghissima maggioranza connotati dal massiccio impiego della strumentazione elettronica, utilizzata per l’elaborazione in tempo reale del suono acustico oppure, più raramente come fonte sonora originaria. […] Una conclusione di Festival non urlata né nostalgica, dunque, anzi neppure una “conclusione”: piuttosto la presa di coscienza del suono in cui viviamo, che dovrebbe proseguire ben oltre lo spazio di una sera: un invito ad aprirsi ai suoni della vita e a lasciarcene ogni giorno sorprendere, siano quelli dell’ambulanza che passa davanti alla sala del concerto, il vociare del popolo festivaliero, la notte bolognese. Abissale e aderente, recitava il titolo del festival: queste dovrebbero essere sempre le caratteristiche di una rassegna autenticamente “sperimentale”, che sia in grado di addentrarsi nelle profondità sotterranee di un mondo musicale sempre più molteplice e complesso, di creare percorsi di formazione all’ascolto – eventualmente con cicli monografici o monotematici in cui musica colta ed extra-colta possano convivere e dialogare (uno degli aspetti più apprezzabili di questa edizione) – evitando le pretese troppo “didattiche” e, soprattutto, le sterili sirene del radical-chic. Angelica è avviata sulla buona strada: non resta che continuare il cammino. (Ermes Rosina, All About Jazz, giugno 2003)
Ospite illustre, Karlheinz Stockhausen. Se il violino sfida l’elettronica
Era forse destino, quindi, che L’altro Suono incontrasse il festival Angelica di Bologna, che da anni si muove lungo percorsi musicali di confine: l’evento Stockhausen, infatti, si realizza proprio in trait d’union con “Angelica”. (Stefano Marchetti, Il Resto del Carlino, 21 dicembre 2003)
All’avanguardia. Lungo la via Emilia due festival esplorano la musica nella maniera più ampia e libera possibile. E, tra lo swing degli anni Trenta e le tradizioni popolari, si incontrano nell’opera di Stockhausen
Due festival si incontrano sulla via Emilia, e si incrociano per due serate in nome di Karlheinz Stockhausen:L’altro Suono di Modena e Angelica di Bologna. […] un festival coraggioso e testardo come Angelica (Bologna, 13-18 maggio), può dedicarsi da tredici anni, con anima e corpo, all’esplorazione sonora delle aree più radicali, delle sinergie più impensabili. Il direttore artistico definisce in modo surreale questa nuova edizione: “acustica-acquatica-elettrica-elettronica, irruzioni-meditazioni-proiezioni-improvvisazioni-diffusioni-composizioni-esperienze soniche. Sapore di silenzio. Spazializzazione. Gesti lirici. Fili di luce”. (Helmut Failoni, Diario, 25 aprile 2003)
Un angelico Stockhausen
Attrazione principale nella 13ª edizione del festival Angelica, in agenda dal 13 al 18 maggio, è il compositore tedesco Karlheinz Stockhausen. (Rumore, maggio 2003)
Apparirà Lui, Stockhausen
Ve la ricorderete, se non siete ragazzi, la Bologna del ’77. Quella creativa, quella di Radio Alice, quella che dieci anni dopo il Maggio ci riusciva, o almeno così parve, a portare l’immaginazione al potere. C’è qualche fil rougesotterraneo, qualcosa che gira nel ventre di questa città bouleversée, giunta nel volger d’un mattino al governo del centrodestra, e che forse resta vivo, lega tra loro eventi, episodi, frammenti di creatività che restano, oggi, gli unici testimoni di una originalità culturale. Nel senso che resta Angelica Festival, a Bologna, come segnale del non ovvio: e con esso, resta poco altro, restano soprattutto i suoi corollari, i suoi nuovi e antichi compagni di strada. Per il resto, siamo agli standard nazionali della buona musica, dello spettacolo di buon livello, quello che, siamo sinceri, potresti anche restare a casa e nulla nella tua vita cambierebbe. […] Angelica si dedica al tema 2003: “abissale e aderente”. Ecco, è qui, nelle pieghe dei materiali stampa di Angelica, nei motti, gli aforismi, le virate simboliche, i gesti verbali che accompagnano da sempre questo festival ormai adulto (è il numero 13, numero wagneriano), è anche in questa ricerca di suggestione che sembra sopravvivere, forse nella sua migliore identità, quel tanto di creatività bononiensis che ogni anno convince segmenti non infinitesimali di pubblico curioso a muoversi per Bologna. (Roberto Verti, Il Giornale della Musica, maggio 2003)
Angelica, o le musiche possibili
Un evento che esplora, con passionale attenzione, la trasformazione del rumore, le sue capacità di divenire persino canzone, musica concreta che si perde nell’ambiente. […] il cuore del festival quest’anno è femminile. (Pierfrancesco Pacoda, Kult-avanguardie creative, maggio 2003)
I tredici anni di “Angelica”
Nuova edizione del festival internazionale di musica, con una forte presenza femminile. Evento clou: due serate con di Karlheinz Stockhausen. (Irene Bisi, Il Domani di Bologna, 8 maggio 2003)
Fra corde che brillano verrà la luce di Stockhausen
Il compositore tedesco sarà a Modena, grazie a una collaborazione fra il Comunale di Modena e il festival “Angelica” di Bologna. (Stefano Marchetti, Il Resto del Carlino, 21 dicembre 2003)
Tutti i pionieri di Angelica, il festival della marginalità. E soprattutto state attenti alle signore. A Bologna e a Modena, torna la rassegna che va alle radici della musica moderna e delle sue avanguardie più visionarie
“Non ho paura di essere marginale. I margini sono fondamentali: in un libro sono loro che tengono insieme le pagine”. Prendiamo a prestito questa dichiarazione del regista Jean-Luc Godard per parlarvi di un festival, Angelica, marginale e fondamentale allo stesso tempo, che da dodici anni continua a rinnovarsi e proporre coraggiosamente musiche d’avanguardia, radicali e sperimentali (riconducibili tanto al jazz quanto al rock e all’accademia), troppo spesso sbrigativamente relegate negli angoli dell’intelligenza sonora. (Helmut Failoni, La Repubblica, 8 maggio 2003)
Arriva Stockhausen, Bologna gli chiude la porta. Il festival “Angelica” torna nei teatri. Il grande compositore tedesco al Comunale di Modena
Un appuntamento attesissimo da tutti gli appassionati di musica colta contemporanea quello di “Angelica”, festival internazionale giunto alla tredicesima edizione, che torna quest’anno con un interessante cartellone. Ospite di punta il grande compositore tedesco Karlheinz Stockhausen che arriva al festival con quattro diverse composizioni, di cui una prima nazionale. Partiture per teatro che non verranno eseguite al Comunale di Bologna, ma sul palcoscenico di quello di Modena, istituzione di cui il festival quest’anno è diventato partner. Il Comunale di Bologna, quindi, si lascia scappare l’occasione di ospitare uno tra i più illustri compositori della scena mondiale del secondo dopoguerra e lo lascia andare sotto la Ghirlandina. Infatti, per questa edizione “Angelica” ha deciso di tornare in luoghi istituzionali dopo le esperienze di collaborazione con Link e Tpo. (Chiara Affronte, L’Unità-Bologna Emilia Romagna, 8 maggio 2003)
Torna Angelica. Nuova edizione 2003 per il famoso festival di musica contemporanea
(Bologna & Bologna, 8 maggio 2003)
Angelico Stockhausen
Suoni non convenzionali, musica sperimentale come scoperta di territori imprevisti, mix di generi. È questa la vocazione di “Angelica”. (Lara Crinò, La Repubblica delle Donne, 10 maggio 2003)
Angelica ha fatto 13. Torna la musica d’avanguardia fra Bologna e Modena. Dopo tante edizioni in spazi alternativi la rassegna approda in forma stabile al teatro San Leonardo
La prima novità è che “Angelica” torna a farsi sentire nelle sale da concerto più canoniche. (Benedetta Cucci, Il Resto del Carlino, 11 maggio 2003)
Musica elettronica da grande maestro. Per il festival Angelica, due serate eccezionali “in trasferta” con Karlheinz Stockhausen
Appuntamento straordinario questa sera e domani per il festival “Angelica”, in “trasferta” al Teatro Comunale di Modena, con la ricerca musicale di di Karlheinz Stockhausen. (Rossella Rivelli, Leggo, 14 maggio 2003)
Diabolico Stockhausen ad Angelica festival
In uno dei colloqui col pubblico (che contribuiscono a fare di Angelica da tredici anni un festival particolarissimo) Stock, Hausen & Walkman, un trio britannico di rumoristi elettronici, si spinsero a dire, non accorgendosi della contraddizione, che su un certo argomento Duchamp aveva detto “una parola definitiva”. Poi, in un’altra edizione, l’omaggio a Cornelius Cardew, compositore geniale e sfortunato (morì in miseria, travolto da un’auto), autore di un libello nel quale Stockhausen veniva definito “servo dell’imperialismo”. Se in queste o in altre occasioni i direttori di Angelica, Massimo Simonini e Mario Zanzani, avessero annunciato la partecipazione al festival di Karlheinz Stockhausen, il pubblico abituale avrebbe reagito con un muggito ironico di incredulità. Invece è accaduto, e il pubblico per due sere ha riempito il Teatro Comunale di Modena, ha seguito due ore di colloquio sommergendo il compositore di domande, lo ha applaudito festosamente. Non c’è nessuna contraddizione, qui: per far tornare in Italia uno dei massimi compositori dell’ultimo secolo ci voleva un festival fuori dagli schemi come Angelica, un teatro come il Comunale di Modena (che ha co-prodotto le serate, con la generosa partecipazione del Goethe-Institut di Milano), e la concretezza vitalistica del compositore, tutt’altro che subalterno alla logica delle grandi istituzioni. […] Di musica così, invece, ad Angelica se ne è sempre fatta, senza guardare per il sottile alle appartenenze di genere, con programmi che hanno allineato (sintetizzando) Louis Andriessen e Fred Frith, Heiner Goebbels e Giovanna Marini, Terry Riley e Salvatore Sciarrino, Cecil Taylor e Michel Waisvisz, La Monte Young e John Zorn. Quest’anno, nella sede principale di Bologna (avara, ultimamente, nel sostenere un festival diventato di importanza almeno europea). (Franco Fabbri, Il Sole-24 Ore, 18 maggio 2003)
Angelica torna nel 2003 alla tradizionale dimensione concertistica, dopo un’edizione “sperimentale” anche nella forma.
L’anno scorso tutto il festival era infatti incentrato sull‘Opera Mobile del violoncellista Tristan Honsinger e su vari eventi collaterali che ad essa si intrecciavano. […] Una conclusione di festival non urlata né nostalgica, dunque, anzi neppure una “conclusione”; piuttosto la presa di coscienza del suono in cui viviamo, che dovrebbe proseguire ben oltre lo spazio di una sera: un invito ad aprirsi ai suoni della vita e a lasciarcene ogni giorno sorprendere, siano quelli dell’ambulanza che passa davanti alla sala del concerto, il vociare del popolo festivaliero, la notte bolognese. Abissale e aderente, recitava il titolo del festival: queste dovrebbero essere sempre le caratteristiche di una rassegna autenticamente “sperimentale”, che sia in grado di addentrarsi nelle profondità sotterranee di un mondo musicale sempre più molteplice e complesso, di creare percorsi di formazione all’ascolto – eventualmente con cicli monografici o monotematici in cui musica colta ed extra-colta possano convivere e dialogare (uno degli aspetti più apprezzabili di questa edizione) – evitando le pretese troppo “didattiche” e, soprattutto, le sterili sirene del radical-chic. Angelica è avviata sulla buona strada: non resta che continuare il cammino. (Ermes Rosina, All About Jazz, maggio 2003)
Karlheinz Stockhausen inaugura Angelica festival a Modena. La rassegna, arrivata alla sua tredicesima edizione, fa gli onori al suo ospite d’eccezione
Karlheinz Stockhausen in concerto è da considerarsi un evento più unico che raro. E l’eccezionalità dell’evento non tradisce le aspettative. (Luca Acquarelli, Flash Musica, 16 maggio 2003)
Stockhausen applaudito al Comunale di Modena. Fra gli spettatori anche il pianista Maurizio Pollini
Compunto e rigoroso al suo quadro di regìa, Karlheinz Stockhausen ha diretto ieri sera il primo dei suoi due concerti al Teatro Comunale di Modena […] Stockhausen è stato invitato in Italia dal festival L’altro Suono del Comunale di Modena, in collaborazione con il festival Angelica di Bologna, e ad applaudirlo ieri sera è arrivato l’amico Maurizio Pollini […] Teatro praticamente esaurito da un pubblico di tutte le età, fra cui molti giovani con abbigliamenti alternativi e qualche vip. (ANSA, 15 maggio 2003)
Le giornate italiane di Stockhausen. Pubblico folto e successo caloroso a Modena per i due concerti, comprendenti anche una prima italiana, dedicati al compositore tedesco.
Per felice cospirazione d’intelligenze “Angelica”, che ha sede a Bologna e qui è trattata a pesci in faccia dalle istituzioni musicali, ha trovato per due concerti di Stockhausen l’interesse del Comunale di Modena. […] Il teatro era gremito in ambo le serate e le composizioni di Stockhausen e i loro interpreti, là dove ce n’erano, sono stati applauditi con vero calore. (Giampiero Cane, Amadeus, luglio 2003 )
Angelica 13
La tredicesima edizione di Angelica (Festival Internazionale di Musica) segna un ritorno nelle sale dei teatri dopo qualche anno di proficuo vagabondaggio in altri luoghi come centri sociali ecc… . Mentre per una figura carismatica come Karlheinz Stockhausen, dopo varie trattative con il comune di Bologna, la scelta è infine caduta sul Teatro Comunale di Modena, in coproduzione col festival l’Altro Suono. “Abissale” e “aderente” titolava quest’anno la rassegna. Fin troppo facile immaginare l’idea di “abissale” nella musica-composizione-scrittura e nella “magniloquenza” di un personaggio chiave della musica contemporanea quale Stockhausen, che festeggia così i suoi 75 anni, e quella di “aderente” nei piccoli ensembles al femminile (perlopiù) che hanno popolato il Teatro San Leonardo. In realtà le cose non sono così semplici: abissale e aderente lo possiamo cogliere ovunque qua e là, e sono termini che si intersecano/interscambiano volentieri lungo le serate di Angelica 2003. “Un suono ti sfugge ed ecco che nasce. Un nuovo ordine si crea. Nasce dove non si muore”: queste le parole di Massimo Simonini, ideatore di Angelica. E con queste premesse possiamo cogliere i momenti alti, le vertigini e gli abissi, così come possiamo catturare i frammenti, gli attimi deboli e mancati, oppure sfuggenti, indefinibili, e persino invisibili. (Gino Dal Soler, Blow Up, giugno 2003)