decima edizione, 5>13 maggio + 5>6 luglio 2000, zorro
Senza tetto nè legge. I dieci anni di AngelicA. Torna la rassegna bolognese che ha dato voce e dimora agli ambiti non convenzionali della ricerca musicale pagando spesso la diversità con la stabilità
Dieci anni fa quando a Bologna nacque AngelicA le cui intenzioni secondo quel che dice Massimo Simonini, suo direttore artistico, mirano “a coniugare il piacere alla ricerca in musica”. […] Soprattutto a questi interstizi s’è interessata AngelicA, ovvero alle forme di quella ricerca musicale che si muove in ambiti non convezionali, usando con libertà i molteplci materiali offerti dalle diverse tradizioni musicali. […] la vita di AngelicA si è evoluta in maniera faticosa: alla ricchezza e varietà delle sue idee non ha mai corrisposto nè un sufficiente appoggio istituzionale, nè un decisivo concorso di pubblico. Indizio chiaro degli stenti è la sua continua peregrinazione: dalla Galleria d’arte moderna al Testoni, dal Teatro di Leo al Link, con approcci al Comunale, che finora ha risposto con supponenza e sottotono. […] Quest’instabilità di AngelicA è un aspetto particolare del fastidio, se non dell’ostilità, riservata in Italia alle forme eterodosse dell’espressione artistica. Lo spirito di massa, che attribuisce priorità assoluta ai numeri della partecipazione, all’audience, ha invaso anche il territorio della musica producendo insieme e una politica delle barricate e una dei cedimenti in senso volgare se non plebeo. Invece per apprezzare nell’insieme quella di AngelicA è necessario essersi lasciata alle spalle la nozione tradizionale di musica, ovvero utilizzare in maniera naturale il modo di pensarla che si collega al nome di John Cage. Ne sono testimoni le due voci esquimesi che inaugurarono la rassegna nel 1991: il mondo sonoro di Mary Iqaluk e Nellie Echaluk non aveva nessuna elaborazione letteraria, ma nasceva da suoni che parvero colti dalla natura del Canada ghiacciato, in un gioco pieno di regole, ma non conosciute dal pubblico. […] AngelicA si proponeva di dare voce a un mondo musicale che a Bologna e in Italia non ha luogo. […] Il pensiero musicale di AngelicA preferiva cercare la vitalità di un’espressione immersa nel caos contemporaneo, partecipe del malessere dei caratteri forti. Dato che il territorio della musica è soprattutto d’antiquariato o, se volete, eventualmente non più che di modernariato, questa è la ragione per cui “angelicando” si incontrano per lo più comportamenti artistici deterritorializzanti, nelle intenzioni o nell’atto creativo stesso o quantomeno nella fruizione. La rassegna sa di nascere dal gran tronco spezzato del sogno della musica di essere linguaggio sensato dalla quaresima al carnevale. Si sa che la musica ha imparato che le regole si consumano presto e che attenervisi produce dottoralità, non cultura. […] Ciò conferma il carattere fluttuante dell’insieme musicale della proposta di AngelicA, in qualche modo la più distante dall’ideologia diffusa negli States, dove ancora gli strumenti ad arco sono segno d’eleganza, ma anche la più prossima Manhattan, per deterritorializzazione metropolitana.
(Giampiero Cane, Amadeus, maggio 2000)
Intrepida, irrequieta, assetata di conoscenza (sonora). Angelica è uno dei più importanti festival di musica sperimentale in Italia. E, ariostesca, si prepara a sedurre Bologna, capitale della cultura, con un programma che va in cerca dell’ibrido
Dopo tutta la musica , dopo tutto il rumore, dopo la bagarre e il chiasso di un millennio in bilico tra fine e inizio. Angelica 2000 approda al minimale. […] Angelica è l’embrione minimo di un sentiero invocato e non ancora imboccato, che nel momento in cui si sarà percorso si sarà easurito. […] Come l’eroina ariostesca, Angelica si avventura nella conoscenza con l’alchimia sensuale della contaminazione e della fiduciosa fede nell’amore, e il desiderio per la musica […] Madre feconda di musica. […] l’ “ibrido” proposto da Angelica 2000 è la strutturazione del conosciuto attraverso l’esplorazione di infinite combinazioni formali. (Ilaria Mancino, VOGUE, aprile 2000)
Angelica ricerca
Sono oramai dieci anni che Bologna propone un festival estremamente interessante, che si articola e trova terreno in quella labile fascia di confine tra musica rock e musica colta, contribuendo tra l’altro all’abbattimento dei generi, così comodi all’industria discografica, così lontani dalla realtà della musica. Nel cartellone dell’Angelica Festival, appunto, non si trovano solo nomi importanti a livello internazionale, ma anche giovani autori italiani […] (Il Sole 24 ORE, 23 aprile 2000)
A Bologna i suoni del 2000. Parte la decima edizione di Angelica
Per tutti gli appassionati della musica di ricerca, il festival Angelica di Bologna rappresenta da dieci anni un appuntamento imperdibile. (la Repubblica inserto Musica, 27 aprile 2000)
La curiosità. L’ex cinema riapre per Angelica. Il Manzoni si dà ai concerti
Il Manzoni torna ai concerti. Mentre è in corso una trattativa difficoltosa tra Cogei e Comune sul futuro dell’ex-cinema di via dè Monari, il Festival Internazionale di Musica ‘Angelica’, fa riaprire subito i portoni dell’ex cine-teatro. (cri. z., la Repubblica, 20 aprile 2000)
Continua l’anno d’oro di Bologna
[…] A Bologna […] .va posta in primo piano anche la decima edizione del prestigioso festival Angelica, una delle più accurate rassegne europee di musica d’avanguardia […] (Musica Jazz, aprile 2000)
L’acuto sentire. Angelica 2000: spazi per i suoni
Di spazi per i suoni di ricerca l’Italia non ne possiede in fondo pochi. Ma il valore comunicativo e simbolico raggiunto da Angelica, il festival bolognese, in nove edizioni ha sicuramente pochi eguali. Se non altro nello sfrozo continuo di rendere la musica d’avanguardia un fatto assolutamente non elitario, nel tentativo di schiudere nuove aree di fruizioni ad ascolti non semplici, ma di grande fascino e significato. Angelica ha aperto forzieri, come quelli dei teatri classici e lirici, che parevano chiusi all’inventio della sperimentazione. Si è proposta al grande pubblico, offrendo non solo concerti ma anche conferenze, e incontri con gli artisti. Non si è limitata ad ospitare, ma è divenuta soggetto propositivo, commissionando opere direttamente ai musicisti. Esplorando negli ultimi quattro anni le scene nazionali, ha tracciato una carta geografica estesa dall’Olanda al Giappone, legandosi allo stesso tempo in maniera dissolubile al tessuto urbano bolognese. L’edizione 2000 guarda alle contaminazioni, superando la visione nazionale per suggerire l’idea di un orizzonte liquido e sfuggente, dove ogni proposta trova la sua validità. […] Menù folto di appuntamenti, per i gourmet dell’avanguardia ma anche per chi si vuole avvicinare ad un panorama sonoro inedito, goduto nell’irripetibile cornice offerta da Angelica dall’incipiente estate bolognese. E a “quelli di Angelica” proprio non si finirà mai di essere grati. (Riccardo Ventrella, dada SCANNER web, maggio 2000)
I trasversali
In dieci anni di attività, Angelica, festival dedicato alla musica di ricerca, ha richiamato a Bologna migliaia di appassionati ed è diventato un punto di riferimento imprescindibile per quanti amano seguire percorsi musicali trasversali e diversi, che non trovano facile accesso ai canali di distribuzione tradizionali. […] Anche quest’anno vi saranno delle opere presentate in prima mondiale e realizzate appositamente per Angelica. Una prerogativa di Angelica è sempre stata infatti quella di non limitarsi a offrire la possibilità a questi artisti di presentare il loro repertorio più tradizionale, ma di commissionare loro dei nuovi lavori, stimolando la loro ferivida creatività e assumendosi così anche un ruolo attivo di promotore delle arti, in assenza di istituzioni capaci o interessate a farlo.(Guido Burgio, e Emilia Romagna, aprile 2000)
Musica. Bologna – Angelica Festival ‘000
Da dieci anni ogni mese di maggio, col risveglio della primavera esplodono a Bologna tutti i suoni del mondo […] (Kult, maggio 2000)
La dura vita di ‘Angelica’ festival colto e nomade
Alla decima edizione Angelica è giunta ad una straordinaria dimensione europea per livello artistico e progettualità, con un cartellone che non sfigurerebbe affatto in istituzioni come il Barbican di Londra o il Kulturforum di Berlino e che qui invece deve sottostare ad un “nomadismo” degli spazi che quest’anno vedrà utilizzare il Teatro Comunale, l’ex cinema Manzoni e il Link. “Angelica è in una situazione imbarazzante – ha detto Mario Zanzani, direttore del Festival, lanciando il suo grido di dolore – sia perchèil possimo anno non ci sarà più il contributo di Bologna 2000 e dovremo ridimensionarci, sia per la natura stessa di quello che stiamo facendo: copriamo un versante musicale che in Europa è anche delle istituzioni, come a Londra e Francoforte, qui invece agiamo da privati chiedendo ospitalità di volta in volta”. […] Matteo D’amico, al suo primo giorno da direttore artistico del Teatro Comunale, ha rassicurato: “Provengo dall’attività della composizione e ritengo giusto il coinvolgimento del teatro”. (Gianni Gherardi, la Repubblica, 3 maggio ‘000)
Provaci ancora, Frank. Da Riley a Zappa: torna l’alternativa Angelica
Angelica è il più bel nome che un festival di musica porti in Italia. Ha dieci anni è nato sperimentale, ed è rimasto tale: ci tiene alla propria sperimentalità. Si richiama, nel percorrere questi suoi dieci anni, a: 1-decontestualizzazione, 2-programmazione variegata e in continua mutazione (ed è un dramma per chi ne deve scrivere: i programmi di Angelica sono enciclopedie), 3-musica radicale in situazioni impensabili, 4-pervicace opera di produzione di commissione, 5-non convenzionalità. Come tra new e old economy, anche qui l’universo è cangiante: la old prende tratti dalla new, e la new si trasforma abbastanza rapidamente in qualcosa di old, deve darsi sostanza, bilanci artistici palpabili e non virtuali. E’ il problema di Angelica, ed è la bellezza diAngelica. Un festival che ricorda un pò Pannella: quatto quatto, rintanato sulle non convenzioni, ha in reltà visibilità da vendere. Perchè no? e per fortuna, l’edizione 2000 è monstre, c’è molto da non perdere.
(Roberto Verti, il Resto del Carlino, 3 maggio 2000)
Musica Angelica. A Bologna nove sere tutte da sentire
Chi è Angelica? Angelica è ancora una bambina, giusto oggi compie dieci anni. Eppure ne ha già combinate di tutti i colori. All’anagrafe della sua città, Bologna, la ragazzina è infatti registrata come “Festival Internazionale di Musica”. E siccome per il 2000 Bologna è fra le capitali europee della cultura, Angelica quest’anno ha più soldi e fa le cose più in grande. Fra i discorsi di presentazione, affiora qua e là qualche impennata d’orgoglio tipica di chi è dedito alla causa benemerita di spezzare la monotonia grigio-topo dell’establishment musicale; qualche considerazione ineccepibile, del tipo: perchè mai un festival del genere è opera di qualche Don Chisciotte pazzerellone, mentre altrove questa musica è componente stabile dell’offerta musicale pubblica […] Dicevamo prima nei discorsi di presentazione. C’è una frase che colpisce in particolare: “Angelica ha sempre cercato di coniugare il piacere con la ricerca in musica”. In realtà in dieci anni anche Angelica qualche volta ci ha fatto soffrire. Ma è inevitabile con ogni nouvelle cousine che si rispetti. (SE. S., l’Unità, 5 maggio 2000)
Bologna. La musica del futuro
Angelica è proiettata nel futuro […] (I VIAGGI di Repubblica, 5 maggio 2000)
“Angelica”, note per orecchie inquiete. S’inaugura oggi a Bologna la rassegna di musica visionaria, creativa e sperimentale
Quando, nel 1991, diedero coraggiosamente vita alla prima edizione di Angelica, forse nessuno avrebbe scommesso che nell’arco di pochi anni questo festival per orecchie curiose e inquiete sarebbe diventato uno dei più importanti per quanto riguarda la cosiddetta musica di ricerca, creativa, sperimentale. (Helmut Failoni, il manifesto, 5 maggio 2000)
Un patchwork sonoro
Dopo aver indagato negli anni ’90 nei meandri più reconditi di quella sorta di “terra di nessuno” che sta tra il rock estremo e l’avanguardia, il jazz e la musica contemporanea, alla decima edizione il patchwork sonoro di Angelica arriva alla forma compiuta, con uno straordinario cartellone all’insegna di progetti originali, commissioni a compositori italiani e stranieri, esclusive. (Gianni Gherardi, Zero in Condotta, 5 maggio ‘000)
Melodie Angeliche. Singolare la locandina di Angelica
Inserita fra le manifestazioni di punta di Bologna 2000, questa nuova edizione del festival ha potuto godere di un finanziamento straordinario che gli ha permesso di coinvolgere alcuni degli artisti più rappresentativi della musica di ricerca contemporanea. (Piero Santi, ultime notizie, 5 maggio 2000)
Le tentazioni della melodia Angelica. Al decimo anno di vita, il laboratorio offre celebrità…
Non vi è dunque una classificazione di generi che vincoli il fruitore di musica ad un sistema di attese rigidamente definito, le fonti di ispirazioni che conducono sino all’orizzonte dei laboratori contemporanei sono le più variegate. […] Anche quest’anno gli ospiti del festival sono autori che hanno partecipato a importanti processi di innovazione, cercando di esaltare la forza dell’innovazione in musica. La circostanza di poterli vedere riuniti in un festival dedicato diviene dunque un’occasione imperdibile per preconizzare i possibili sviluppi di trame creative, offrendo uno sguardo alle situazioni che meglio indicano i percorsi attuali della musica. (il Resto del Carlino, 9 maggio 2000)
Dieci anni di ricerca
Il decimo compleanno è per forza un evento: a maggior ragione per un festival che nasce per definizione ‘sperimentale’. Angelica ‘000 ritorna a Bologna anche quest’anno per indicare le nuove strade che la musica potrebbe percorrere, senza preconcetti, senza preclusioni. (Fabio Alcini, SOPRATTUTTO, maggio 2000)
Il Blues è per sempre se lo suona un leone. La Monte Young questa sera ad Angelica: un fluviale concerto per sonorità insolite
(Fabrizio Festa, la Repubblica, 10 maggio 2000)
Angelica, il jazz totale del mito Cecil Taylor. Al Comunale anche ‘Coptic Light’
Un doppio concerto per altrettanti terreni espressivi della musica contemporanea è quello che Angelica presenta stasera al Taetro Comunale con due protagonisti di primo piano della scena americana: il piano solo di Cecil Taylor e “Coptic Light”, la composizione di Morton Feldman eseguita in prima italiana dall’orchestra del teatro diretta da Jurien Hempel, fomano il ricco e imperdibile menù […] (la Repubblica, 10 maggio 2000)
Cultura, botanica e musica
Il festival di musica contemporanea Angelica dà appuntamento al Teatro Manzoni […] (la Repubblica, 12 maggio 2000)
Metti una sera al piano. Cecil Taylor ad Angelica. Nella danza del vecchio guru il jazz ha perso il passo
(Giuseppe De Biasi, il Resto del Carlino, 12 maggio 2000)
Angelica, musica colta a confronto. Eccentrica la curiosa immagine ippica, logo del festival
Con il concerto di sabato scorso al Link di Bologna si è conclusa la prima parte dei festeggiamenti, per i dieci anni di “Angelica”, una ragazzina vispa e intelligente che ha preteso di ascoltare, per il suo compleanno, alcuni dei nomi migliori nel campo della ricerca musicale contemporanea. Non solo ha anche voluto che alcuni concerti avessero caratteristiche di eccezzionalità. (Piero Santi, ultime notizie, 17 maggio 2000)
Il ritmo interiore del mondo. Il pianista Cecil Taylor spiega le radici della sua musica, legate a culture lontane, fenomeni esoterici e naturali
Completamente diverso dalla sua musica, apparentemente impenetrabile, Cecil Taylor si è dimostrato particolarmente disponibile a discutere anche le interpretazioni più improbabili, come quella, assai curiosa che lo ha definito come un “Bartok alla rovescia”. Retino nero in testa, vistosa camicia di seta, collana, anelli e bracciali, il pianista che da quarant’anni persegue senza alcun tipo di compromesso un’idea di musica proiettata nel passato remoto e nel futuro, ha parlato per più di due ore nel corso dell’incontro con il pubblico all’interno del festival Angelica.
(Helmut Failoni e Fabrizio Puglisi, il manifesto, 27 maggio 2000)
Est + Ovest = Kang
Una delle maggiori soddisfazioni per chi frequenta i concerti è quella di entrare in una sala, conoscendo a grandi linee i musicisti ma non il progetto, ed uscirne pienamente appagato. E’ quasi come vincere una scommessa. Nell’ambito dell’importante manifestazione Angelica 2000, è stata presentata l’ultima opera di Eyvind Kang dal titolo Garland of Virginal Co-ordinates, in prima assoluta, essendo una commissione del festival stesso. […] Complimenti a tutti ed al lucido coraggio degli organizzatori di Angelica 2000. (Claudio ‘cas’ Casanova, musicboom webmagazine, giugno 2000)
Per Angelica Festival due concerti in esclusiva italiana
La presenza a Bologna dell’Ensemble Modern, per due concerti in esclusiva italiana il 5 e il 6 luglio nell’ambito della seconda parte di Angelica, è al momento l’avvenimento destinato a restare nella memoria della programmazione musicale di Bologna 2000, sia per il prestigio della formazione che per il programma proposto. Il teatro comunale ospiterà due concerti di straordinaria importanza […] (Luca Danesi, Zero in Condotta, 30 giugno 2000)
Angelica. Bologna 5-13 maggio
Seguo Angelica da 4-5 annima questa decima edizione (la più ambiziosa forse sul piano delle proposte) mi è sembrata tra le più stimolanti e dal mio punto di vista “importanti” (non capita facilmente di vedere coinvolti in una stessa rassegna Terry Riley e La Monte Young) di sempre. Se non sul piano strettamente musicale senz’altro su quello dell’ibridazione, confluenza e infine superamento di stili e categorie. E allora quest’anno ad Angelica c’era davvero movimento, flusso, esplorazioni, possibilità. (Gino dal Soler, Blow Up, giugno 2000)
Bologna. Quando la ricerca è Angelica
Angelica, festival internazionale dall’identità indefinita e cangiante, non ha mai inteso essere una rassegna di jazz. D’altra parte sta ai cultori del genere rintracciare e valutare le attuali evoluzioni, coraggiosamente frastagliate, del jazz, inteso non come linguaggio codificato ma come comportamento estetico aperto, pronto a interpretare la realtà, a confrontarsi con le più vitali espressioni del presente. Da questo punto di vista, la decima edizione di Angelica ha presentato parecchio jazz a Bologna […] (Libero Farnè, Musica Jazz, luglio 2000)
Just Dreams. La Monte Young e Marian Zazeela
Abbiamo incontrato il padre del minimalismo, insieme all’inseparabile Marian Zazeela, in occasione del festival di Angelica a Bologna, dove si è esibito con la Forever Bad Blues Band […] (Gino dal Soler, Blow Up, luglio 2000)
Mirko Sabatini. Alieni in azione
A proposito di ciò vorrei ringraziare Massimo Simonini, organizzatore e direttore artistico del festival, che, come sempre in questi ultimi anni ha dato la possibilità a noi musicisti bolognesi di presentare il proprio lavoro in contesti e cornici particolarmente adeguati. Se questo progetto è nato lo devo un pò anche a Massimo […] (Etero Genio, Blow Up, luglio 2000)
Zappa nel tempio. Stasera a Bologna L’Ensemble Modern
Con il tedesco Ensemble Modern e due suoi concerti inediti al Comunale si chiude il festival Angelica. […] La cosa più difficile è non farsi prendere dai superlativi. Che dire quando il complesso musicale più bravo al mondo (ho detto “più bravo”, non “uno dei più bravi”) sbarca nella vostra città dopo averlo ignorato per così tanti anni? […] Per una volta Bologna, paradigma genuino della provincia musicale più impigrita, si sveglia di soprassalto con l’Europa e il mondo che bussano e sembra vogliono buttare giù la porta. (Giordano Montecchi, il Resto del Carlino, 5 luglio 2000)
Musica per sole orecchie attente. Note del ‘900. Si è chiusa al Comunale di Bologna “AngelicA”, con musiche di Goebbels, Lachenmann, Nancarrow e Zappa
Con due straordinari concerti al Comunale dedicati alle musiche Heiner Goebbels, Helmut Lachenmann, Conlon Nancarrow e Frack Zappa, AngelicA, la cui prima tranche si era svolta tra il 5 e il 13 maggio, ha chiuso giovedì scorso l’edizione del proprio decennale portando sulla scena del teatro bolognese l’Ensemble Modern che, per quanto suoni strano e singolare non era mai stato ospite della città. Con le musiche di quegli autori, e con uno dei massimi ensemble attuali, naturalmente il teatro è apparso affatto differente da com’è di consuetudine. Non c’erano le autorità, non le signore per bene, non il defilé, né gli uomini pinguino, ma quella gioventù vivace più attenta alla ragione artistica che non al rito, che il teatro dice di cercare da sempre, senza trovarla mai. […] .La prima tranche di AngelicA si era chiusa col “taglia e cuci” di tre dj nero-americani, gli X-ecutioners […] Considerando anche solo ciò, è stata un’edizione ricca di proposte e di soddisfazioni per un pubblico che si è rivelato non solo più consistente del solito, ma anche più costante. […] In parte lo stato della conoscenza musicale non è avanzatissimo nel nostro paese, in generale, ma ancor meno lo è a Bologna, dove, come detto, non aveva ma suonato l’Ensemble Modern, e dove Riley s’è visto, se non andiamo errati, sola una volta, con Scodanibbio, al Link. Come ha scritto Mario Zanzani, che divide con Massimo Simonini la direzione dell’impresa, “è imbarazzante sentirsi diversi semplicemente perchè ad AngelicA sono presenti musicisti e compositori che sono di casa nei programmi delle istituzioni di tutto il mondo occidentale”. Questo senso di eccezionalità non ha riguardato solo il concerto di Cecil Taylor, che qui ha diviso la sua serata con l’orchestra del Comunale chiamata all’esecuzione di Coptic Light di Morton Feldman. […] Anche se quello di AngelicA non è nell’insiemeun pubblico caratterizzato da un livello di competenza speciale, è capace tuttavia di mostrare un’attenzione assai curiosa per quel che gli risulta nuovo. (Giampiero Cane, il manifesto, 8 luglio 2000)
Angelica. Folgorante Zappa, Stravinskij del 2000
Due i concerti ascoltati nel Teatro Comunale. Era uno dei progetti di questa presente-assente Bologna 2000, che è un pò capitale di se stessa. Ma qui invece c’era intelligenza e sapere e qualità da tutte le parti, una felice trabordanza, un eccesso, per l’appunto, altamente “etico”. Una terapia. Offerta da “Angelica”, festival intelligente e acuto da sempre, ma che di tanto in tanto si fa scappare tentazioni ecumeniste, come è già capitato di rilevare. Perchè recupera ciò di cui potrebbe e dovrebbe felicemente fare a meno, cioè i lacerti e sconcerti del vecchiume neopostavanguardistico. Come gli è capitato di fare, in parte inserendo qui, alla fine della serata numero due, un pezzo di Lachenmann. Che ha grande mestiere. Ma che fatica fa fare a chi lo suona. E perchè gliela fa fare? Ti chiedi. Mah. (Roberto Verti, il Resto del Carlino, 8 luglio 2000)
Angelica Festival. Zappa estremo
Il genio di Frank Zappa non smette di stupire e affascinare nemmeno post mortem. Infatti a sette anni dalla sua scomparsa, L’Ensemble Modern – lo straordinario gruppo di francoforte, dedito alla musica contemporanea – ha presentato a Bologna nell’ambito di Angelica Festival, Greggary Peccary and Other Persuasions, musiche che Zappa aveva composto su Synclavier […] Uno spettacolo memorabile […] (Carmelo Di Gennaro, Il Sole 24 ORE, 9 luglio 2000)
Greggary Peccary
Sono passati quasi dieci anni da quando l’Ensemble Modern si decise a un incontro ravvicinato con Frank Zappa, riuscendo in quella che sembrava un’impresa disperata; convincere il Maestro che gli orchestrali non sono tutti lavativi e corporativi, che la contemporanea può non essere un nido di vipere e, most important, che la sua musica poteva essere eseguita puntigliosamente e bene, solo dedicandoci il talento e il tempo necessari. […] Ce ne siamo accorti una sera di luglio, all'”Angelica Festival” di Bologna, quando l’orchestra diretta non più da Peter Rundel ma da Peter Eotvos ha eseguito in prima e unica data italiana una serie di nuove partiture dall’archivio zappiano. […] Le scommesse con Zappa sono sempre esponenziali, rischi al quadrato, ma a Bologna è andata bene; nessuno si è rotto l’osso del collo e il pubblico ha apprezzato very very much […] Pubblico non molto numeroso (manca un ricambio generazionale fra gli appassionati) ma successo caldissimo, perfino esagerato, con ripetute chiamate al proscenio e bis bis bis […] (Riccardo Bertoncelli, Rockerilla, settembre 2000)
Bologna – Angelica Festival Internazionale di Musica
Quella che era nata come rassegna dedicata alla musica religiosa ha ormai allargato gli orizzonti. E oggi, alla decima edizione, propone una commistione di generi, con un occhio di riguardo alla sperimentazione. (DOVE, maggio 2000)