sedicesimo anno – m o m e n t o m a g g i o
Succede invece il contrario, quella dei tagli è anche una strategia comunicativa, mentre riduce le risorse per il sistema scopre fondi da usare discrezionalmente. Sembra una legge: è invece una pessima abitudine della politica.
In generale, tutti apprezzano la cultura e ne riconoscono il valore.
Tuttavia, di fronte a difficoltà di bilancio la cultura è la prima a rimetterci e viene messa in secondo piano: l’economia è da rilanciare, il settore sociale da difendere, la cultura è da tagliare. Questo è lo schema, lo schema italiano almeno.
Per lo spettacolo (le arti performative: danza, musica, prosa, arti visive) è ancora peggio in quanto se la cultura viene ritenuta di utilità indiretta, serve sempre per qualcos’altro, lo spettacolo è manifestamente inutile, una sovrastruttura piacevole ma improduttiva.
Dal punto di vista della conoscenza che si produce non c’è differenza alcuna fra servizi della cultura e dello spettacolo e gli altri servizi per la città, i cittadini o le merci. E tuttavia, il lavoro artistico non è mai pensato nelle strutture di formazione che lo rendono possibile. Gran parte delle istituzioni culturali pubbliche per esempio portano all’eccesso queste tendenze e si occupano quasi esclusivamente di beni culturali, cioè di lavoro artistico svolto in altre epoche e non di produzione artistica corrente.
Non sono che poche considerazioni, ma efficaci, sul fatto che non è per niente facile fare qualcosa di grande rilievo dalle nostre parti, e che non è per niente facile portare un festival fuori della sua nicchia naturale quando tutto congiura perché vi rimanga.
La definizione attuale è: Angelica 16, sedicesimo anno, Momento Maggio.
Quindi non più ‘edizioni’ ma ‘anni’, e diversi ‘momenti’ che si svolgono nel corso dell’anno.
Definizione forse anche più incisiva: ricorda da quando esisti.
Forse sono ‘sfumature’ poco leggibili per un certo pubblico, o per chi non conosce il percorso di Angelica, ma sono importanti e riguardano una transizione ancora in corso.
Le possibilità espressive di una realtà come Angelica si estendono, nel tempo, considerando quello che ci viene ‘offerto’ momento per momento.
Cos’è un Festival Internazionale di Musica?
Un Festival ‘ricerca’, mostra soluzioni e contraddizioni, offre risposte ma pone anche domande, ospita nello stesso momento (non un concerto a settimana, ma una settimana di concerti) più eventi e musicisti, cercando di dire qualcosa sullo stato della musica e dei musicisti; rispecchia anche una dimensione sociale e, se possibile, la influenza; diventa un momento di contatto importante per tutti quelli interessati, dove anche la fruizione, il contesto, assumono ruoli importanti; lo stesso spettatore dovrebbe poter entrare a un concerto e uscirne piacevolmente ‘divertito’ e ‘soffrire’, o chiedersi molte cose, a quello successivo, non come regola ma perchè questa è la musica, la vita che si svolge, e forse, anni dopo, lo stesso spettatore potrebbe ribaltare il suo parere su quello che ha visto, perchè anche questo succede. Offrire un’esperienza nella quale immergersi, non come momento di consumo ma di riflessione, nel senso più ampio del termine che comprende anche la ‘leggerezza’ che può dare un concerto. Cercando di mantenere un equilibrio tra questi aspetti, tra diversità, nel ‘rispetto’ del fruitore; e cercando di essere ‘attraenti’ anche per il pubblico che si sposta solo in occasioni di eventi più popolari. Questi e altri elementi concorrono a formare un Festival, e la sua progettazione richiede molte risorse e una forte ‘partecipazione’ da parte delle Istituzioni.
Gli ‘eventi’ parlano, orientano, e sembra che uno dei ruoli chiave di Angelica sia stato quello di mettere in comunicazione la ‘diversità’, di stimolarne l’incontro; trovare sinergie che anche oggi diventano prioritarie rispetto a una formula di Festival, che appare riducente se non si trovano le risorse necessarie.
Diventa più importante pensare uno ‘spazio’.
L’esperienza di Angelica viene come diluita e concentrata al tempo stesso, in momenti, cercando di portare in ogni diverso momento ciò che la caratterizza, distingue.
Maggio è sempre stato il momento ‘tradizionale’ per 15 anni di Angelica e del suo Festival, e attualmente guarda alla scena musicale ‘creativa’ locale (Bologna) e italiana (mai trascurata in tutti questi anni dove Angelica ne ha stimolato in tutti i modi l’attività), qui in contatto con il resto del mondo.
Musicisti che appartengono a un Italia invisibile e che, malgrado le difficoltà, perseverano cercando di proseguire la loro strada ‘verso la musica’; rappresentano un mondo ancora da scoprire e una ‘risorsa’ per i luoghi nei quali vivono se solo le ‘Istituzioni’ si accorgessero della loro esistenza più volte proclamata da Angelica con richiesta anche di spazi per fare musica; spazi necessari che amplificherebbero la personalità della città, dando luogo a una risonanza nel mondo della musica che si pratica oggi e offrendo molte opportunità di lavoro, oltre alla didattica che si potrebbe svolgere per la formazione di una concezione musicale diversa più legata alla contemporaneità.
In tempi di crisi delle Istituzioni musicali, e di grande necessità di ristrutturazione, certe scelte porterebbero solo soluzioni, aria nuova, e un senso di speranza spesso deluso.
Ma non serve molto parlare, meglio è fare, anche quando si aspettano risposte a riguardo; anticipare e proporre comunque, perchè arriva a compimento ciò che deve essere se le energie dedicate sono ben ‘proiettate’.
Questo richiede, chiede, il tempo.
Continua con la stagione 2006 la co-produzione tra l’Altro Suono e Angelica: Cantus Circæus è un progetto speciale che mette in comunicazione ‘forze locali’ e ospiti internazionali, incrociando diverse influenze musicali secondo la tradizione di Angelica e l’Altro Suono. Una commissione a Eyvind Kang, per comporre nuova musica, espressamente per questo evento e per una formazione inedita, con testi dal carattere alchemico-filosofico scelti dal compositore. Una nuova composizione che giunge a maturazione dopo diversi lavori, documentati anche su disco, già realizzati da Eyvind Kang con Angelica. Una musica che rispecchia l’evoluzione del compositore, che porta dal suo passato un ‘tesoro’ ancora nascosto: uno spirito, un carattere, dedito e ispirato. Un progetto che si potrebbe prendere come esempio (anche per altre istituzioni musicali) di una sintesi speciale tra diversi elementi: concerto che si tiene in un teatro d’opera (Teatro Comunale di Modena), con i relativi problemi di affluenza di pubblico che riguardano certi spazi; musiche commissionate da due ‘istituzioni’ (Angelica e Teatro Comunale di Modena) a un compositore ‘poco conosciuto’ dal ‘grande pubblico’, che per la prima volta scrive per questo organico; i musicisti sono quasi tutti italiani (Coro da Camera di Bologna, Ottoni del Teatro di Modena); tra i solisti, conosciuto ormai in ogni ambito musicale, Mike Patton insieme a Jessika Kenney, Alberto Capelli, Walter Zanetti; il direttore ‘d’orchestra’ Aldo Sisillo, anche direttore del Teatro Comunale di Modena, si espone in prima persona e aumenta la curiosità per l’evento nei confronti anche del pubblico più classico del teatro; la musica diventerà un disco, che registriamo durante le prove e il concerto, e uscirà per l’etichetta Ipecac di Mike Patton grazie alla collaborazione tra realtà che operano in Italia (Angelica e l’Altro Suono) e ‘influenzano’ la produzione internazionale; ancora altri elementi concorrono a dare a questa produzione particolarità. Sembra forse una costruzione ‘prefabbricata’ nei minimi dettagli ma non è così, il tutto nasce ‘naturalmente’ da relazioni umane, vecchie e nuove conoscenze, necessità di costruire qualcosa di nuovo e rompere meccanismi esistenti mostrando strade creative e formule utili, e sopratutto tanto tanto lavoro. Un progetto che mostra soluzioni vive e più che mai necessarie in questo tempo di crisi di molti teatri d’opera. Scopriamo che musica sarà.
Michel Doneda e Fabrizio ‘Abi’ Rota provengono da storie lontane e nella musica si ritrovano vicini: una relazione dove il suono diventa un veicolo, una scoperta delle possibilità espressive, attraverso di esso per un attimo, un tempo, non sappiamo più chi siamo (sono io? è lui?), che cosa facciamo, e ci perdiamo piacevolmente per ritrovarci in luoghi dove non pensavamo di poter andare, arrivare; sembrano formule, fatte di alchimia, di filtri magici, ma è molto semplice basta essere nello spazio: Michel Doneda e Fabrizio ‘Abi’ Rota ri-guardano il suono e osservano cosa diventa.
Domenico Caliri negli anni si è distinto in progetti molto caratterizzati che rappresentavano una visione chiara, un’idea precisa; non è nuovo ad Angelica, lo Specchio Ensemble è un suo riflesso: un collettivo di musicisti domiciliati a Bologna, unico in Italia, cha ha fatto storia e che non è stato abbastanza considerato. Questa volta lo Specchio è stato portato in Camera a dire quello che esprime oggi: nuove generazioni di preziosi musicisti in cerca di spazio, nuove e ritrovate composizioni scritte per l’occasione per un promettente inedito organico, varietà di strumenti e possibilità di suono; una risorsa in tempi difficili per la musica e i musicisti. Camera Lirica è un’idea di luogo, di musica: Camera Caliri.
Anthony Braxton è una personalità che avevamo già cercato di invitare nel 2000, in occasione dei 10 anni di Angelica e di Bologna 2000 Città Europea della Cultura, per una serata ‘da camera’ che prevedeva: un solo di Anthony Braxton, un solo di Cecil Taylor, e un duo inedito Braxton + Taylor; era tutto pronto ma dei ‘problemi di economia’ sono intervenuti e il concerto non si è potuto fare (per Angelica l’economia è sempre stato un ostacolo rispetto alle idee e alla potenzialità espressiva e progettuale; un ostacolo da superare). Anthony Braxton e Richard Teitelbaum, un’amicizia lunga quasi 40 anni, portano la musica in una dimensione che non riguarda più il ‘jazz’ in senso stretto ma rimane aperta a nuove parole, a nuove frasi. Richard Teitelbaum usa un complesso sistema anche di campionamento e proviene, tra le altre cose, dallo storico “Musica Elettronica Viva”; possiede un modo di suonare non virtuoso ma sensibile, e stimola altri lati della personalità di Anthony Braxton, rispetto a quelli ‘più conosciuti’ e documentati in area ‘jazz’; Anthony Braxton sa urlare e essere lirico, propone storia e rivoluzione, ha esteso la sua musica in territori che riassumono il suo interesse per tutte le forme musicali; parla ai sensi. Un duo dal sapore di sintesi e sorpresa, di musica contemporanea istantanea.
Edoardo Marraffa è una voce significativa, ha esplorato profondamente il suo strumento, è diventato una presenza importante nel mondo della musica improvvisata ma anche in campi diversi; ‘rauco’ e ‘ricco’ (per sintetizzare un’idea di suono) alla ricerca di liricità, è vincolato a un ideale di improvvisazione cha da una parte lo limita, e dall’altra lo apre a nuovi incontri che lo stimolano a rivedere la sua idea di musica. Olaf Rupp è una corda tesa verso un mondo che rilegge la storia dell’improvvisazione e quello che le future generazioni hanno da dire in proposito; tra spigoli, punte, strappi, e un’idea di scultura, si cerca sempre ‘rotondità’. Si sono incontrati a Berlino, oggi succede a Bologna: ‘Bologna’ incontra ‘Berlino’.
Peter Brötzman è un’altra voce storica di questa ‘festa di fiati’; guida e orienta un trio con Marino Pliakas al basso elettrico e Michael Wertmüller alla batteria: una sezione ritmica travolgente accoglie i diversi segnali che giungono dall’aria, le differenti esperienze (Machine Gun, Die Like a Dog, Globe Unit Orchestra, William Parker Trio, Alboth!, steamboat switzerland) diventano motivo di scambio, di passaggio, di reciproco sostegno; un ambiente ‘rock’ cambia forma e le sue regole si frantumano, c’è spazio per modulare gli assoli come ci si sente; una batteria diventa un basso ossessivo, un basso risuona come un charleston, un sax diventa espressione della (propria) natura.
Lawrence D. ‘Butch’ Morris torna dopo la sua prima, memorabile, Conduction in italia: ad Angelica nel 1993; un workshop di tre giorni e concerto finale con un grande ‘insieme’ (una corrente creativa) di musicisti, qui riuniti per la prima volta, provenienti da diverse parti d’Italia (Palermo, Catania, Roma, Milano, Bologna, Aosta, …). Butch Morris presenta EMYOUESEYESEE.IT, uno ‘sciogli lingua’, un progetto preparato per Angelica, una miscela tra musica scritta, strutture e improvvisazione, diretto secondo il suo metodo di Conduction che prevede ‘segni’, ‘gesti’, ‘movimenti’: un vocabolario da lui inventato che ha girato il mondo (oggi sono circa 160 le Conduction che ha fatto con ensemble da tutti i paesi), che orienta la musica istantaneamente durante il concerto verso luoghi cercati e inaspettati; molto dipende dai musicisti che si ritrovano dentro una ‘nuova’ concezione del costruire musica: quello di ‘interpreti attivi’. Per Butch Morris è una missione.
Franco Fabbri conduce gli incontri & ascolti: incontra i musicisti, per noi che ascoltiamo: dimensione domestica, approfondimenti degli autori, ascolti inediti.
Tempi transitivi e rivoluzione Angelica.
Un’amica mi ha detto: “…ho ricevuto un messaggio (dal cielo): due rette parallele si incontrano, non è vero che non si incontrano mai….”. Ho risposto: “certo, dipende dal senso di orizzonte che abbiamo, che viviamo, che riusciamo a vivere……”
Angelica: il peso di una sfumatura.
lunedì 8 maggio 2006 – ore 21 – Teatro Comunale – MODENA °
> Eyvind Kang Cantus Circæus (Stati Uniti, Italia) #
Mike Patton voce; Jessika Kenney voce; Alberto Capelli chitarra elettrica e acustica; Walter Zanetti chitarra elettrica e acustica
Ensemble di Ottoni di Modena
Marzio Montali tromba; Marco Catelli tromba; Valentino Spaggiari trombone; Gianluigi Paganelli basso tuba
Coro da Camera di Bologna
soprani: Mila Ferri, Sonila Kaceli, Atsuko Koyama, Arianna Lanci, Soon So Kyoung
contralti: Olga Adamovich, Elisa Bonazzi, Alessandra Masini, Angela Troilo, Laura Vicinelli
tenori: Antonio Frezzetti, Sergio Giachini, Kei Nagakawa, Michele Napolitano, Luca Scelfo, Sergio Turra
bassi: Simone Astolfi, Marco Belluzzi, Marcus Köhler, Giacomo Serra, Enrico Volontieri
Aldo Sisillo direttore
Pier Paolo Scattolin preparazione/direzione del coro; Giovanna Giovannini assistente
testi di Giordano Bruno, John Scotus Erigena, Marbodo di Rennes, Pietro d’Abano
musiche di Eyvind Kang commissionate da Angelica / l’Altro Suono
giovedì 11 maggio 2006 – ore 21.30 – Teatro San Leonardo – BOLOGNA
> Michel Doneda + Fabrizio Rota (Francia, Italia) *
Michel Doneda sax soprano, sax sopranino; Fabrizio Rota campionatore
> Domenico Caliri CAMERA LIRICA (Italia) #
Enrico Sartori clarinetto, sax alto; Christian Thoma oboe, corno inglese; Piero Bittolo Bon sax alto, flauto;Francesco Bigoni sax tenore, clarinetto; Beppe Scardino sax baritono; Mirco Rubegni tromba, filicorno soprano; Federico Nalesso trombone; Pasquale Mirra vibrafono, xilofono; Fabio Costantini chitarra elettrica;Alfonso Santimone pianoforte, elettronica; Francesco Guerri violoncello; Andrea Filippig basso elettrico;Federico Scettri batteria
Domenico Caliri direzione, composizioni
venerdì 12 maggio 2006 – ore 21.30 – Teatro San Leonardo – BOLOGNA
> Anthony Braxton + Richard Teitelbaum (Stati Uniti) #
Anthony Braxton sax alto, sax soprano, sax sopranino
Richard Teitelbaum tastiere, sintetizzatore, campionatore
sabato 13 maggio 2006 – ore 21.30 – Teatro San Leonardo – BOLOGNA
> Olaf Rupp + Edoardo Marraffa (Germania, Italia) *
Olaf Rupp chitarra acustica
Edoardo Marraffa sax tenore, sax alto
> Peter Brötzmann + Marino Pliakas + Michael Wertmueller (Germania, Svizzera) * §
Peter Brötzmann sax tenore, clarinetto, tarogato
Marino Pliakas basso elettrico
Michael Wertmueller batteria
domenica 14 maggio 2006 – ore 21.30 – Teatro San Leonardo – BOLOGNA
> Lawrence D. ‘Butch’ Morris EMYOUESEYESEE.IT (Stati Uniti, Italia) #
Gianni Gebbia sax alto, sax sopranino; Edoardo Marraffa sax tenore, sax alto, sax soprano; Stefano Zorzanello sax soprano, flauto, ottavino; Patrick Novara oboe; Ramon Moro tromba; Erica Scherl violino;Alessandro Urso violino, viola; Francesco Guerri violoncello; Antonio Borghini contrabbasso; Elio Martuscello elettronica; Davide Tidoni elettronica, live sampling; Alessandro Bocci oggetti, microfoni a contatto, live sampling; Fabrizio ‘Abi’ Rota sintetizzatore, live sampling; Paolo Sorge chitarra eletrrica, elettronica; Manuele Giannini chitarra eletrrica, elettronica; Luigi ‘Lullo’ Mosso basso elettrico; Pasquale Mirravibrafono, percussioni; Cristiano Calcagnile batteria, percussioni; Fabrizio Spera batteria, percussioni
Lawrence D. ‘Butch’ Morris direzione
EMYOUESEYESEE.IT, ‘risultato’ del workshop diretto da Lawrence D. ‘Butch’ Morris
INCONTRI & ASCOLTI:
giovedì 5 maggio 2006 – ore 17 – Teatro Comunale – MODENA °
> Eyvind Kang
sabato 13 maggio 2006 – ore 12 – Museo della Musica – BOLOGNA ( )
> Anthony Braxton
domenica 14 maggio 2006 – ore 12 – Museo della Musica – BOLOGNA ( )
> Butch Morris
conduce: Franco Fabbri
(# = prima assoluta; * = prima italiana)
° AngelicA in co-produzione con Teatro Comunale di Modena – Festival L’Altro Suono
§ AngelicA con la collaborazione di Istituto Svizzero di Roma
( ) AngelicA con la partecipazione di Museo della Musica
Luoghi
Teatro Comunale di Modena Corso Canalgrande 85, Modena
Museo della Musica, Palazzo Sanguinetti Strada Maggiore 34, Bologna
Associazione Culturale Pierrot Lunaire
con il sostegno di
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Regione Emilia Romagna – Servizio Cultura
Provincia di Bologna – Assessorato alla Cultura
Invito in Provincia
Comune di Bologna – Settore Cultura
in collaborazione con
Istituto Svizzero di Roma
RAI Radio 3
con la partecipazione di
Museo della Musica
con l’aiuto di
Radio Città del Capo
Radio Città Fujiko
in co-produzione con
Teatro Comunale di Modena – Festival L’Altro Suono
The present definition is: Angelica 16, year 16th, Moment May.
Therefore, no more ‘editions’ but ‘years’ and different ‘moments’ carried out in the course of the year.
Perhaps a far more incisive definition: it remembers how long you exist.
Maybe these ‘undertones’ are not so readable for a certain kind of public, or for who does not know the path of Angelica, but they are important and they regard a transition still in course.
In the course of time, the possibilities of expression of a reality as Angelica get wider, considering what is ‘offered’ to us moment by moment.
What is an International Music Festival?
A Festival ‘searches’: it shows solutions and contradictions, it offers answers but it asks questions as well. At the same time it gives hospitality (not a concert to week, but a week of concerts) to more events and musicians, trying to say something about the state of the music and of the musicians. Moreover, it reflects also a social dimension and, if possible, it has an effect on this last. Festival becomes an important moment to meet for all those interested, where the fruition and the context assume a significant role.
Besides, the spectator should have an opportunity to go to a concert and, when he comes out, to be pleasantly ‘amused’ and to ‘suffer’, or to ask himself many questions while listening to the next performance, not as a rule, but only because this is music and life development: some years later the same spectator might overturn his opinion on what saw, because also this happens.
Offering an experience where immerse oneself: it is not a moment to consume, but to reflect in the wider sense, comprehending the eventual ‘lightness’ that a concert can transfer. Trying to maintain a balance between different features in the ‘respect’ of the listener. Trying to be ‘attractive’ also for the public who moves only for the most popular events: these and other elements concur to form a Festival. Its planning demands many resources and an effective ‘participation’ of the Institutions.
‘Events’ speak and orientate: it seems that one of the key role of Angelica has been to put ‘diversities’ into communication, to promote their encounter; to find synergies that also today are a priority respect a Festival formula that is reductive if the necessary resources were not to be found.
Most important becomes to think a ‘space’.
At the same time the Angelica experience is diluted and concentrated into moments, trying to maintain its true, distinctive, character, in every single moment.
For 15 years May has always been the ‘traditional’ moment for Angelica and its Festival. At present Angelica looks both at the local (Bologna) and at the Italian ‘creative’ musical scenery (all over these years it has never been neglected by Angelica, who has always encouraged its activity) which here is in touch with the rest of the world.
Musicians belonging to an invisible Italy, despite all difficulties, persevere on their way ‘towards music’. They represent a world still to discover and a human resource for the places where they live, if only the Institutions would perceive their existence.
Their existence has many times been proclaimed by Angelica, who asked for the necessary spaces where to play music and indispensable to amplify the personality of the town, giving resonance to it in the world where music is practiced today. Job opportunities would arise and didactics could be oriented to the formation of a different concept of music, closer to the contemporary.
In times of crisis of the musical Institutions, and of great necessity of restructure, certain choices only would bring to solutions, new air and a sense of hope so often disappointed.
Anyway it is useless to speak a lot, better is to make, even if answers are still to come; anticipations and proposals have to be carried on, because all that must be reaches fulfilment, if energies dedicated are well ‘projected’.
This requires and asks time.
Co-production between l’Altro Suono and Angelica carries on in season 2006: according to Angelica and l’Altro Suono tradition, Cantus Circæus is a special project that puts into communication ‘local forces’ and international guests, crossing over various musical influences. A new musical composition was commissioned to Eyvind Kang, expressly intended for this event and for a newborn formation. Eyvind Kang chose alchemic-philosophical lyrics for this piece of music, developed after several works realised and recorded in collaboration with Angelica. The composition mirrors the evolution of the composer, who carries from the past a still hidden ‘treasure’: a spirit, a character, devoted and inspired. This project could be taken as an example (also for others music institutions) of special synthesis of various elements: the concert will be taken in an opera house (Teatro Comunale di Modena) were all inconveniences relating to people confluence in similar spaces will take place. Two ‘institutions’ (Angelica and Teatro Comunale di Modena) commissioned the composition to a composer who is ‘almost unknown’ to the ‘large public’ and who writes for the first time for this ensemble. Most of musicians are Italian (Coro da Camera di Bologna, Ottoni del Teatro di Modena); among the solo players, Mike Patton, renowned by now in all music milieu, together with Jessika Kenney, Alberto Capelli, Walter Zanetti; the ‘orchestra’ director, Aldo Sisillo, is also the Teatro Comunale di Modena director: he shows off in first person, therefore increasing the curiosity for the event on the part of the most classical public of the theatre. Music will be recorded on disk during rehearsals and concert; it will be issued by Mike Patton label Ipecac, thanks to collaboration between two actual realities operating in Italy (Angelica and l’Altro Suono) and nevertheless ‘influencing’ international production. Many other elements concur to the peculiarity of this production. Perhaps it may seem a construction prefabricated in detail, but it is not like that: all is ‘naturally’ born from human relationships, from old and new acquaintances, and from the necessity to build something new, breaking off existing mechanisms to show creative courses and useful formula. Above all there is really a great deal of work. This project reveals actual, alive and necessary solutions, today more than ever, in these times of crisis for many opera houses. Let us discover the music here to come.
Michel Doneda and Fabrizio ‘Abi’ Rota come from distant stories and in music they find their proximity: a relationship where the sound becomes a vehicle, a discovery of the expressive possibilities. For an instant, for a time, through the sound, we do not know anymore who we are (am I? Is he?), what do we do and we pleasantly get lost in order to meet again in places we could not think to go, to reach. They seem like formula, made of alchemy, magic potions; instead it is very simple, you just need to be in the space: Michel Doneda and Fabrizio ‘Abi’ Rota re-gard the sound and observe what it gets to be.
Over the years Domenico Caliri has distinguished himself with very characterised projects, representing a clear vision, a precise idea. He is not new to Angelica: Specchio Ensemble is a reflection of himself: unique in Italy, it is a collective of musicians housed in Bologna who made the history even though it has not been taken enough into consideration. This time the Specchio has been carried into the Camera in order to say what it has to express today: new generations of rare musicians in search for space; new and recovered compositions, written for the occasion of a new promising ensemble; a variety of instruments and sound choice; an actual resource for the hard times of music and musicians. Camera Lirica is an idea of a place, an idea of music: Camera Caliri.
Anthony Braxton is a personality we had already tried to invite in year 2000, in the occasion of 10 years of Angelica and of Bologna 2000 European City of Culture. A ‘chamber music’ evening was previewed, with an Anthony Braxton solo, a Cecil Taylor solo and a brand new duo Braxton + Taylor; everything was ready but ‘economic matters’ intervened and the concert could not take place (for Angelica budget has always been an obstacle in respect to ideas and to expressive and planning capacity; an obstacle to overcome).
Anthony Braxton and Richard Teitelbaum, a 40 years-long friendship: they carry the music away into a dimension which does not anymore strictly pertain to ‘jazz’, but remains opened to new words, to new phrases. Among other things, Richard Teitelbaum comes from historic “Musica Elettronica Viva”, and uses a complex sampling system. His way to make music is sensitive but not virtuous, and stimulates other sides of Anthony Braxton personality, respect to those ‘most acknowledged’ and documented in area ‘jazz’. Anthony Braxton knows how to scream and to be lyric, he features history and revolution, and extends his music to territories resuming his interest for all musical forms; he speaks to senses. A flavour of synthesis and surprise, of instantaneous contemporary music characterises the duo.
Edoardo Marraffa is a significant voice. He deeply explored his instrument, becoming a major personality in the world of musical improvisation and in various other fields. ‘Hoarse’ and ‘rich’ (just to synthesize the idea of a sound), he researches the lyric sound and is bound to an ideal of improvisation that on the one hand restricts him, but on the other hand opens to new encounters and stimulates to revise his idea of music. Olaf Rupp is a chord extended towards a world overreading the history of improvisation and all that the new generations have to say on this subject. ‘Roundness’ is always searched among corners, tips, tears, and an idea of sculpture. Yesterday they met in Berlin, today it happens in Bologna. ‘Bologna’ meets ‘Berlin’.
Peter Brötzman is another historic voice of this ‘party of the winds’. He guides and orientates a trio with Marino Pliakas bass guitar and Michael Wertmüller drums: an overwhelming rhythm section welcomes the various signals coming from the air; different experiences (Machine Gun, Die Like a Dog, Globe Unit Orchestra, William Parker Trio, Alboth!, steamboat switzerland) become motive of exchange, of passage, of reciprocal support. A ‘rock’ environment changes its features and breaks its rules. There is space enough to modulate the solo how do we feel; drums turn into obsessive bass, bass resonates like a Charleston, sax turns into the expression of its (actual) nature.
Lawrence D. ‘Butch’ Morris comes back to Italy after his first, memorable, Conduction: Angelica, 1993. A three-day workshop and final concert with a huge ‘ensemble’ (a creative stream) of musicians coming from different parts of Italy (Palermo, Catania, Roma, Milano, Bologna, Aosta …) and for the first time here assembled. Butch Morris presents EMYOUESEYESEE.IT, a ‘tongue twister’ project featured for Angelica: a blend of written music, structures and improvisation, directed according to his method of Conduction which predicts ‘signs’, ‘acts’, ‘movements’. He invented a dictionary which has turned around the world (today about 160 Conduction realised with ensembles coming from all the countries) and which still orientates music instantaneously towards researched and unexpected places during the concert; very much depends on musicians gathering into a ‘new’ conception of building up music, that of being ‘active interpreters’. For Butch Morris is a mission.
Franco Fabbri leads incontri & ascolti: he encounters musicians for us who listen: domestic dimension, deepening of the authors, unheard listenings.
Transitive times and revolution Angelica.
A girlfriend told me: “…I received a message (from heaven): two parallel lines encounter, it is not true that they never intersect….”. I answered: “certainly, it depends from the sense of horizon that we have, that we live, that we succeed to live ……”
Angelica: the weight of a touch.
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