trentaduesimo anno, 7 + 17>18 + 20>21 + 25>26 + 29>30 maggio – 1 + 3>4 giugno – 2022, m a n c a m e n t i
Musica: a Bologna torna AngelicA, il festival della ricerca
AngelicA è fatto come sempre da musiche diverse che però parlano tutte assieme: ecco dunque le nuove sonorità della musica brasiliana di Amaro Freitas per il suo primo piano solo in Italia (17/5); la prima apparizione italiana il 18 del Seabrook Trio, formato da Brandon Seabrook, Cooper-Moore e Gerald Cleaver; Ernst Reijseger insieme all’Orchestra Creativa dell’Emilia-Romagna per un progetto in collaborazione con il festival L’Atro Suono (20/5); le molteplici possibilità espressive di un ensemble di otto trombe dell’ensemble The Monochrome Project, fondato dal trombettista olandese Marco Blaauw (21/5); una serata dedicata ai suoni della Norvegia con Ingfrid Breie Nyhus e Benedicte Maurseth (25/5); il duo di elettronica Matmos, protagonista di un’altra residenza di tre giorni per due concerti in esafonia che avvolgeranno il pubblico (29/5). Senza dimenticare l’atteso ritorno il 3 giugno di Anthony Braxton, che si esibirà in prima assoluta in un quartetto per sassofoni, il Piccolo Coro Angelico (il 30) e i dischi, arrivati a 50, legati al Festival.
(Ansa.it/Emilia-Romagna, 2 maggio 2022)
‘AngelicA’, musica e ricerca Da Suzanne Ciani a Braxton
La sua storia è stata di recente raccontata nel documentario con Laurie Anderson, Sisters with Transistor, dedicato alla storia delle donne che hanno sviluppato il rapporto tra suono e tecnologia. Suzanne Ciani, 75 anni, italoamericana, creatrice di macchine digitali per fare musica, prima donna a scrivere una colonna sonora per un film di Hollywood, è la vera protagonista il 26 maggio dell’edizione 2022 di AngelicA, il Festival Internazionale che si svolge da sabato al 4 giugno al Centro di ricerca musicale Teatro San Leonardo (via San Vitale 63). Un programma che porta sulla scena il suono indefinito che attraversa i linguaggi contemporanei, tra visioni tecnologiche e attenzione per il dissolversi dei confini.
(Pierfrancesco Pacoda, Il Resto del Carlino – Bologna, 3 maggio 2022)
In viaggio con AngelicA alle frontiere del suono
Quello di AngelicA è uno scrigno che torna a riaprirsi con i suoi tesori dopo la lunga pausa. Creato nel 1991 da Mario Zanzani e diretto dall’instancabile Massimo Simonini, il festival dal 7 maggio al 4 giugno ospiterà concerti per un cartellone improntato alla diversità ed alla curiosità, con un ampio ventaglio di nomi di primo piano.
(Gianni Gherardi, La Repubblica – Bologna, 3 maggio 2022)
Christian Wolff + Joey Baron + Robyn Schulkowsky + Angelica orchestrA
AngelicA è sempre coerente a se stessa. Da un lato va a curiosare in ogni manifestazione della musica più trasversale dell’attualità, dall’altro non rinuncia a rivisitare con orgoglio la propria storia, ripresentando protagonisti già accolti con successo in tempi passati.
È questo il caso del concerto inaugurale della trentaduesima edizione del Festival Internazionale di Musica, che ha puntato i riflettori su Christian Wolff, compositore franco-statunitense ottantottenne già presente ad AngelicA nel 2013. Le sette composizioni in programma hanno coperto cinquantotto anni della sua attività, iniziata quando nei primissimi anni Cinquanta, giovanissimo, faceva parte della New York School al fianco di John Cage, Morton Feldman e Earl Brown. Ognuno dei lavori presentati, frutto di una decantazione che concentra in una sintesi unica lo sviluppo dell’idea ispiratrice, dipinge un paesaggio intimo ed evocativo, un momento autobiografico indagato con rigore e tranquillo distacco al tempo stesso. […] Questo appuntamento monografico ha aperto la programmazione cangiante di un festival che si protrarrà fino al 7 giugno, presentando anche gruppi e protagonisti appartenenti ad un’area creativa di derivazione jazzistica, tra cui il solo di Amaro Freitas, il trio di Brandon Seabrook, l’Orchestra Creativa dell’Emilia-Romagna con Ernst Reijseger, l’Anthony Braxton Saxophone Quartet.
(Libero Farnè, www.giornaledellamusica.it, 12 maggio 2022)
Vertigini per sassofono e jazz, le magie siderali di Anthony Braxton
È difficile raccontare la musica. E allora come raccontare una musica difficile? Innanzitutto dicendo che è imprevedibile, come le cose preziose della vita. Poi facendo un esercizio di immaginazione, a fronte di quelli che da decenni (le vertigini di For Alto risalgono al 1971) compie Anthony Braxton. Protagonista, in un inedito quartetto di sassofoni, della trentaduesima edizione di Angelica Festival. In Maze di Shinya Tsukamoto il protagonista si trova imprigionato in un cunicolo dove ha appena lo spazio per respirare; poi trova una fuga. Sono forse esercizi di liberazione quelli che ascoltiamo al Teatro San Leonardo? Dalle gabbie dell’atteso, del rassicurante. Per spalancare ancora le porte al perturbante, per farci spettinare dal vento dell’indicibile. […] Nel 1977 la sonda Voyager partì verso l’ignoto profondo portando con sé il Golden Record, un catalogo dei suoni della civiltà umana: i pigmei dello Zaire, il gamelan di Java, Bach, Stravinsky, Louis Armstrong, Beethoven. Le esplorazioni del quartetto suonano come quel viaggio ancora in corso verso Altrove. La settimana prima, sempre qui, ci siamo esaltati con Matmos: come dice il direttore artistico Massimo Simonini è l’insieme dei concerti, la loro diversità ad amplificare la fragilità e la potenza delle musiche presentate. Lunga vita ad Angelica e all’Ulisse afroamericano, che ha di nuovo varcato le colonne d’Ercole.
(Nazim Comunale, il manifesto, 5 giugno 2022)
Anthony Braxton Saxophone Quartet ad AngelicA
«I’m a happy guy!», ha esclamato un raggiante e sudato Anthony Braxton alla fine dell’esibizione del suo quartetto di sassofoni, stringendo le mani di spettatori entusiasti che a lui e ai suoi valorosi colleghi avevano appena tributato un’ovazione da stadio. Il concerto, in prima assoluta, era il penultimo appuntamento (e certamente uno degli eventi di punta) del festival di AngelicA, giunto alla trentaduesima edizione.
Questo lavoro per quartetto di sassofoni costituisce un’ulteriore tappa dell’instancabile percorso di ricerca perseguito dal 77enne compositore di Chicago (per una felice coincidenza, nato il 4 giugno 1945) e l’ennesima riprova del suo lucido rigore e della sua straripante creatività. Nel suo Saxophone Quartet Braxton ha riunito tre solisti e compositori di assoluto rilievo, a lui legati da lunghe frequentazioni: James Fei (sax alto e sopranino), Ingrid Laubrock (sax tenore e soprano) e Chris Jonas (sax tenore e soprano). In questo contesto Braxton opera ai sax alto, soprano, sopranino e all’elettronica.
(Enzo Boddi, www.musicajazz.it, 6 giugno 2022)
AngelicA, immaginando si impara.
Si chiude un’edizione esaltante di AngelicA a Bologna, con Matmos, Anthony Braxton e ONCEIM
Trentaduesima edizione del festival Angelica a Bologna: un mese di musiche non euclidee, con nomi di primissimo piano come Ernst Reijseger, Anthony Braxton, Matmos, nuove leve come Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp, pioniere come Suzanne Ciani, ensemble di largo respiro come ONCEIM, e molto altro. Avremmo voluto vedere tutto, ci siamo accontentati di tre concerti. […] La musica di Matmos è un inno alla gioia, alla creatività nell’epoca del disastro, un prototipo di umanesimo per questi tempi post-umani: un audioblob geniale in cui tutto suona: un vinile dei Bread, rotto in mille pezzi davanti a noi, diventa una corda di un (im)possibile strumento africano. «La musica è tutto quello che si ascolta con l’intenzione di ascoltare musica» diceva Luciano Berio, e cosa sono questi strambi ed esatti prototipi creati a quattro (ma a volte anche molte, molte di più) mani da questi scienziati pazzi del suono se non una perfetta dimostrazione di questo assunto? «Simple is the key», dice Schmidt quando istruisce la platea quando si tratta di suonare alcuni shakers che sono stati lasciati sulle sedie per un pezzo dove i due scendono dal palco e con due casse bluetooth vagano per il teatro. «Arte povéra», ribadisce Daniel: sinfonie da una discarica, Merzbau elettroacustici, performance, teatro, umorismo; uno spettacolo divertente e imprevedibile, il lato più accogliente e pop dell’avanguardia. Nella seconda parte vengono diffusi due video (opera di Schmidt) in esafonia, con due tracce dall’ultimo lavoro, “Regards Uklony dla Boguslaw Schaffer: Anti-Antiphon (Absolute Decomposition)” e “Tonight, There Is Something Special About The Moon”: un’immersione nell’altrove.
(Nazim Comunale, www.giornaledellamusica.it, 10 giugno 2022)