ventisettesimo anno, 4>7 + 11>12 + 19>21 + 23 + 26>27 + 30>31 maggio 2017, momento maggio
Festival di ricerca e di scoperta per eccellenza, AngelicA arriva all’edizione numero 27 […]. Il programma è ricco e – come ovvio, trattandosi di AngelicA – piuttosto vario, con l’apice (forse) nel concerto conclusivo, che accosterà un inedito di Sylvano Bussotti con alcune trascrizioni orchestrali di Roscoe Mitchell.
(Jacopo Tomatis, www.giornaledellamusica.it, 3 maggio 2017)
AngelicA, il festival che «varca i confini» per abbracciare le infinite possibilità della musica, da dieci anni è orfana di uno dei due creatori, Mario Zanzani. Per questo verrà ricordato in modo particolare in questa edizione, la 27esima […]. Un’edizione che per Massimo Simonini, suo direttore artistico e co-fondatore, è un «ritorno al volto umano».
(Paola Gabrielli, Corriere di Bologna, 4 maggio 2017)
Una persona con in mano un grappolo d’uva e al posto del viso un’agendina aperta su una pagina bianca e un ulivo. È l’immagine dell’edizione numero 27 di AngelicA, e ritrae Mario Zanzani, che creò quello che sarebbe diventato un grande festival con l’allora giovanissimo Massimo Simonini. È il decimo anno dalla scomparsa di Zanzani, ma la sua creatura va avanti.
(Gianni Gherardi, La Repubblica – Bologna, 4 maggio 2017)
Annette Peacock dieci anni dopo. La pianista, compositrice e cantante statunitense fu invitata nel 2007 da AngelicA per una residenza all’Arboreto di Mondaino e vari concerti che fruttarono anche un disco. Ora torna con un progetto più mirato, nato in collaborazione con il festival l’Altro Suono […].
(Gianni Gherardi, La Repubblica – Bologna, 23 maggio 2017)
Presentata semplicemente come una performance con Roger Turner e Roberto Dani, la serata che ha visto protagonista Annette Peacock sul palcoscenico del Teatro Pavarotti di Modena ha offerto un distillato di musica originale e affascinante. L’artista statunitense ha proposto un progetto inedito, in prima assoluta, pensato appositamente per AngelicA e l’Altro Suono, due Festival che dal 2003 collaborano artisticamente per la costruzione e coproduzione di progetti originali e internazionali.
(Alessandro Rigolli, www.giornaledellamusica.it, 25 maggio 2017)
Cristina Zavalloni fino a poco tempo fa aveva sempre declinato i (numerosi) inviti a insegnare. Ora qualcosa è cambiato. […] L’esito di un laboratorio sulla voce per cantanti professionisti […] che Zavalloni ha tenuto tra gennaio e aprile sarà reso pubblico in un concerto-saggio […] nell’ambito di AngelicA Festival.
(Paola Gabrielli, Corriere di Bologna, 27 maggio 2017)
Il sassofonista statunitense Roscoe Mitchell, guru del jazz contemporaneo, sarà protagonista a Bologna […] dei concerti finali del festival AngelicA.
(ANSA – Bologna, 29 maggio 2017)
Arriva a chiudere AngelicA una leggenda vivente della sperimentazione, Roscoe Mitchell, uno che partendo dal free jazz ha mandato all’aria tutte le etichette.
(Massimo Marino, Corriere di Bologna, 30 maggio 2017)
Il cartellone dell’edizione numero 27 di AngelicA chiude con una due giorni che ha per protagonista Roscoe Mitchell, sassofonista e compositore da situare tra le voci più autorevoli dell’avanguardia.
(Gianni Gherardi, La Repubblica – Bologna, 30 maggio 2017)
Può capitare di ascoltare di tutto ad AngelicA, l’ormai consolidato Festival Internazionale di Musica, anche se il ventisettesimo anno del suo tradizionale “Momento Maggio” ha proposto un programma che, se non proprio nostalgico, puntava per lo più su nomi attempati, protagonisti di edizioni del passato, quasi a tracciare un riepilogo delle propensioni che hanno caratterizzato la propria storia. Comunque il Teatro San Leonardo, in cui si è svolta la maggior parte dei concerti e dove negli ultimi anni ha trovato sede stabile il riconosciuto Centro di Ricerca Musicale, è diventato uno spazio estremamente accogliente, dal quale non si fugge appena terminato il concerto, ma dove ci si può attardare a fare quattro chiacchiere con amici vecchi e nuovi.
(Libero Farnè, www.musicajazz.it, 2 giugno 2017)
Se siamo abituati, nella musica che ancora chiamiamo jazz, a concepire la composizione come spunto e canovaccio per l’improvvisazione, in questi brani per orchestra i rapporti risultano invertiti, portando a risultati inediti e aprendo relazioni sin’ora poco esplorate tra ambiti d’azione apparentemente ben distinti: il suono registrato, l’improvvisazione, l’interpretazione. Grazie, AngelicA, per quest’opportunità.
(Leo Izzo, www.belviveremedia/amadeus, 3 giugno 2017)
L’obiettivo (centrato) del direttore artistico di Angelica è quello di offrire uno spazio alla sperimentazione, aprire parentesi inedite, in linea con la filosofia del Centro di Musica Sperimentale, ormai consolidatosi come realtà cittadina. […]A convincere, come nella migliore tradizione di Angelica, sono state le performance più che i nomi, in un programma privo di nomi “di spicco” e incentrato sulla vocalità: il graditissimo ritorno di Phil Minton, la voce multiforme di David Moss, le sonorità quasi concrete di quella di Audrey Chen, la versatilità di Robin Holocomb e di Veryan Weston, la classe di Cristina Zavalloni, hanno rappresentato il fulcro di esibizioni legate tra loro dall’idea di libertà creativa, tra rivisitazioni della tradizione classica (le affascinanti Goldberg Incantations, rilettura per piano e voce delle Variazioni bachiane con il duo Daan Vanderwalle-David Moss) e improvvisazione radicale (il duo Minton-Chen).
La sorpresa più bella è arrivata dalla Norvegia: il duo Skrap, tutto al femminile, in bilico tra elettronica d’avanguardia e club culture, sarà ricordato tra le cose migliori viste (e ascoltate) nel “momento maggio” da poco concluso e che, nel nome della contaminazione, ha visto alternarsi sul palco del San Leonardo realtà tanto diverse come i Tenores di Bitti e Bob Ostertag, tra vecchi e nuovi amici di Angelica.
Gran finale lasciato al talento di Roscoe Mitchell. Lo storico leader dell’Art Ensemble of Chicago, prima in duo con l’organista Francesco Filidei nella splendida cornice della Chiesa di Santa Maria dei Servi e, la sera dopo, in veste di compositore-esecutore delle “sue” Conversations for Orchestra, ha chiuso la ventisettesima edizione del festival davanti ad una platea mai così esigua nel numero. Che dire? Ancora una volta, ci dispiace per chi non c’era…
(Daniele Follero, www.rockerilla.com, 5 giugno 2017)