AngelicA
undicesima edizione – antichi astronauti
Bologna
15>20 maggio 2001
>—> quaderno di AngelicA 11 – 2001
Il ritorno di Ringo
Cosa fa Ringo,
appena arriva? Sbaraglia il campo, i cattivi treman tutti. Soprattutto gli umani non udenti. Felice ritorno al volto umano di Angelica, alla sua dimensione intima e familiare, ai suoni aspri e inaspettati, alla figure ricorrenti dell’incerto panorama della ricerca musicale, dopo i fasti celebrativi, le altisonanze.
Dentro le mura sporche del Link riprendiamo la strada.
Dopo l’ingenuità e diverse cantonate. Più realismo e più efficacia. Almeno capire qual è la nostra posizione e dove far breccia per nuove avventure.
Mario Zanzani
Ancora agreste
(Tra) antico e/o elettronico, non moderno, in un’area senza tempo, cerca, ancora una volta di collocarsi Angelica. Antichi Astronauti è la ‘combinazione’ di questa undicesima edizione: una visione.
L’ ‘esplorazione’ fa parte delle ricerca naturale di ogni musicista, nel ricercare il ‘suo’ suono (quel ‘se stesso’ mobile, essenza in movimento), e riguarda l’estensione del suono e le nuove possibili ‘identità’ dello strumento.
Il musicista che riesce a far parlare il suo strumento, un linguaggio che non conosceva. Gli strumento sono stati inventati anche ricercando il suono, cercando un suono, ed ‘estendendo’ le possibilità di altri strumenti più antichi.
Una chitarra elettrica, si potrebbe dire che è già uno strumento antico, se poi incontriamo un contrabbasso non è così difficile vederlo preistorico. Gli esseri umani, ormai, hanno quasi paura ad incontrarlo, anche se quei morbidi, larghi, pizzicati sono ancora caldi per loro: è un caldo antico, ha il sapore anche del legno. Ricordate il legno? È indimenticabile.
Evoluzione, apparente, della scienza; scarsa conoscenza della saggezza antica o interpretazione ‘tecnica’ di documenti antichi che dovrebbero essere ‘sentiti’.
(La fantasia di ieri diventa scienza di domani).
La ‘distruzione’ che si opera nei confronti di ciò che è ‘antico’ sembra una reazione al modo in cui è stata tramandata la tradizione.
Sentire o sapere? Sembra che non ci sia sapere senza sentire, quando l’inverso è invece possibile. Conoscere per consumare? Questo sembra che accada, questo sembra il messaggio.
Uno ‘stato statico’ avvolge tutti, difficile è il movimento. Un elefante elegante osserva perplesso ciò che succede, stupendosi di esistere. E’ ingombrante l’elefante, come il contrabbasso, e l’uomo sembra non abbia più spazio, vuole sentirsi più leggero ma è l’elefante che è leggero.
Un pianoforte partecipa al racconto della storia, nel non accettare ‘quella’ storia, ne racconta un’altra, trovando il suo spazio e condividendo lo spazio con personal computer e rifiuti del moderno.
L’attenzione di Angelica è rivolta anche a questo, non per strategia, per necessità, per imparare a sentire; per cercare di portare naturalezza, errore, movimento in una sorta di apparente perfezione impura, in quel pulito che fa paura. Tra ‘errore’ e ‘perfezione’, tra abbandono e tensione, c’è un altro stato; cercando di non consumare, ma di ascoltare, partecipare, allora di sente.
La ‘discomusic d’avanguardia’ (?), definizione futuribile, di Dienstag aus Licht di Karlheinz Stockhausen, meravigliosa e ‘pericolosa’, con una, oserei dire, ‘buona negatività’ wagneriana dovrebbe farci riflettere come altre musiche sul nostro stato. È una forma che vuole essere libera da convenzioni; si svolge nel futuro; non ricordo il nome della discoteca dove risuonava. Chi le avrà sentite queste musiche? Forse Verdi? Anacronismo imperfetto. In un mondo differente, se non opposto, a quello di Stockhausen, c’è l’energia pura e semplice, fragile e potente, negativa e positiva, antica e etnica di Tristan Honsinger; rappresenta un mondo in estinzione (?). Tristan Honsinger che accosterei, per un attimo, alle ‘fughe swing’ di Franco Donatoni.
Perché in estinzione? Ciclicità, e quindi ritorno, o scomparsa?
Tempo interiore e altro tempo. Armonia e collisione.
Potrebbe essere piacevole se creassimo le condizioni per.
Pieni di Poesia.
L’assenza del tempo è anche quello stato che sembra più in armonia con i singoli ‘tempi’, stati, di ogni essere vivente che qui, in questa assenza, ha la possibilità di incontrarsi, anche spaesato, speriamo piacevolmente, ma non legato a tutte quelle convenzioni che non ci permettono di arrivare più in profondità o più semplicemente di essere, per incontrare se stessi; ‘quel’ senso di tempo ti distoglie continuamente da questa ricerca, che è anche vivere. Convenzione quella di tempo che dovrebbe far comprendere la differenza di spazio e stato, non mortificare l’ambiente, sempre più in cerca di vita, di energia che è invece addormentata, spenta.
Strumenti storici, inventati, giocattoli, si incontrano ed alterneranno, insieme a un’elettronica che cerca di librarsi da una forma che la costringe.
Un’aria senza tempo che sembra sempre più difficile vivere, dove invenzione, semplicità, ingenuità, cercano la musica.
Giradischi, pianoforti stanchi, contrabbassi in fuga in cerca d’identità, chitarre come campane, elettrodomestici trasformati trovano un nuovo modo di essere usati.
Oggetti decontestualizzati.
Un’edizione elettronica e austera, e non ancora antica.
La musica, l’arte (?), al di là del piacere, è, o meglio dovrebbe essere una rappresentazione della verità, qualunque essa sia, e poi, insieme, di naturalezza.
Assenza di gravità: galleggiano nell’aria fragili e gassosi questi esseri sospesi, chi sono? Vivono una sorta di isolamento acustico: sentono, parlano poco, sembrano sordi in relazione alla realtà ma rispondono ricettivi.
Arte e chimica si possiedono.
Disegno d destino (piacevolmente) si confondono.
(“Le nuvole passano e la pioggia compie la propria opera, e tutti i singoli esseri fluiscono nelle loro forme”).
Pensieri, PERSI, dal mare, della mente. Riflessioni ingenue, alla ricerca di.
E’ un’illusione.
…ancora agreste mi diceva Daniele. Oggi Silvia è senza voce.
Massimo Simonini
martedì 15 maggio 2001 – ore 21.30 – Link (Sala Bianca)
> Joan La Barbara mezzo soprano (Stati Uniti) *
musiche di Morton Feldman: Three Voices, for Joan La Barbara (1982), frammenti di testo da Wind di Frank O’Hara, dedicato a Morton Feldman; Only (1947) testo di Rainer Maria Rilke
> Shelley Hirsch voce States(Stati Uniti) *
mercoledì 16 maggio 2001 – ore 21.30 – Link (Sala Bianca)
> Dorothea Schurch + Ernst Thoma course in different directions (Svizzera) *
Dorothea Schurch voce; Ernst Thoma the blue wheel instant composing machine
> Massimo Simonini + Fabrizio ‘Abi’ Rota paesi piatti & pianeti possibili (Italia) #
Massimo Simonini giradischi, cd, nastri; Fabrizio ‘Abi’ Rota campionamento dal vivo
> Kaffe Matthews + Andy Moor matter (Olanda, Inghilterra) *
Andy Moor chitarra elettrica; Kaffe Matthews live converting
giovedì 17 maggio 2001 – ore 21.30 – Link (Sala Bianca)
> Peter Cusack Green Parrot, Broken Glass (Inghilterra) *
Peter Cusack bouzouki, chitarra, live controlled environmental recordings
> Domenico Sciajno Objectable (Italia)
Domenico Sciajno oggetti, metabass, computer; Barbara Sansone video, computer
> Pierre Bastien & Mecanium (Francia)
Pierre Bastien tromba, sanza, inanga, meccano
venerdì 18 maggio 2001 – ore 21.30 – Link (Sala Bianca)
> Alvin Curran tastiere, campionatore Toto Angelica (Stati Uniti) #
a new work made from selected samples of the whole recorded history of Angelica
> Shelley Hirsch + Anthony Coleman A Tribute to Tributes (Stati Uniti) #
Shelley Hirsch voce; Anthony Coleman pianoforte, organo, campionatore
sabato 19 maggio 2001 – ore 21.30 – Link (Sala Bianca)
> Margaret Leng Tan The Art of The Toy Piano (Singapore) *
Margaret Leng Tan pianoforte giocattolo, pianoforte, strumenti giocattolo, teiera, voce
musiche di John Cage Suite for Toy Piano (1948); John Lennon/Paul McCartney Eleanor Rigby (arr. per pianoforte giocattolo di Toby Twining, 1996); Stephen Montague Mirabella (A Tarantella) (1995)° ; Jerome Kitzke The Animist Child (1994); Ludwig Van Beethoven Sonata in do diesis minore (“Chiaro di luna“) Op.27, n.2 (adagio sostenuto) (arr. di Margaret Leng Tan); Philip Glass Modern Love Waltz (1977; arr. di Margaret Leng Tan); Alvin Lucier Nothing is Real (Strawberry Fields Forever) (1990) Julia Wolfe East Broadway (1996)° ; Guy Klucevsek Sweet Chinoiserie: Not With My Chopsticks You Don’t, Silent as Swans, The Mark of a Hero (1996)° ; The Song of theBirds (canzone catalana; omaggio a Claude Debussy; arr. di Joaquin Nin; arr. per pianoforte giocattolo e pianoforte di Margaret Leng Tan); Toby Twining An American in Buenos Aires (2000)°
° scritte per Margaret Leng Tan
> Pascal Comelade Bel Canto Orchestra (Francia) #
reduction d’orchestre
Pascal Comelade pianoforti giocattolo, …; Didier Banon chitarra, …; Samy Surfer percussioni, …
musiche di autori vari, Pascal Comelade
domenica 20 maggio 2001 – ore 21.30 – Link (Sala Bianca)
> MIMEO Music In Movement Electronic Orchestra
The Hands of Caravaggio #
– Concerto for Piano + Electronic Orchestra
– Chiaroscuro
Kevin Drumm chitarra elettrica, elettronica (Stati Uniti); Phil Durrant violino, elettronica (Inghilterra); Cor Fuhler elettronica, organo, pianoforte (Olanda); Thomas Lehn sintetizzatore analogico (Germania); Kaffe Matthewscomputer (Inghilterra); Jerome Noetinger congegni elettroacustici (Francia); Gert-Jan Prins elettonica, radio, tv, percussioni (Olanda); Peter Rehberg computer (Austria); Fabrizio Rota sintetizzatore, computer (Italia); Keith Rowe chitarra elettrica, elettronica (Inghilterra); Marcus Schmickler computer, sintetizzatore (Germania); Domenico Sciajno oggetti metabass, computer (Italia); Massimo Simonini dischi, cd, nastri, radio (Italia); Rafael Toral chitarra elettrica, elettronica (Portogallo); Markus Wettstein ‘rifiuti’ di metalllo amplificati (Germania)
John Tilbury pianoforte (Inghilterra)
INCONTRI & ASCOLTI
mercoledì 16 maggio 2001- ore 17.30 – caffè lalinea
> Joan La Barbara
giovedì 17 maggio 2001 – ore 17.30 – caffè lalinea
> Shelley Hirsch
venerdì 18 maggio 2001 – ore 17.30 – caffè lalinea
> Pascal Comelade
sabato 19 maggio 2001 – ore 17.30 – caffè lalinea
> Keith Rowe, Kaffe Matthews, Marcus Schmickler
domenica 20 maggio 2001 – ore 17.30 – caffè lalinea
> Alvin Curran
conduce: Franco Fabbri
sabato 19 maggio 2001 – ore 15.00 – caffè lalinea
> Franco Fabbri
presentazione del libro Album Bianco-Diari musicali 1965-2000 (Arcana)
partecipano: Alvin Curran, Massimo Simonini, Mario Zanzani, …
INSTALLAZIONI:
da martedì 15 maggio a domenica 20 maggio 2001 – ore 15.30>20.30 – Palazzo Re Enzo
Pierre Bastien Meccano Orchestra (Francia) *
da martedì 15 maggio a domenica 20 maggio 2001 – ore 19.00>01.00 – Link
Jean-Pierre Gauthier Commodity and Commotion (Canada) #
ALTRI EVENTI
da giovedì 17 maggio a sabato 19 maggio 2001 – ore 16.00 e 24.00 – Palazzo Re Enzo
> Playground ensemble The Sonic Playground # (Italia, Germania)
Ulrich Krieger sax, clarinetto, deejeridoo; Stefano Zorzanello flauto, piccolo, sax soprano; Marc Stutz-Boukouya trombone; Johannes Platz viola, viola barocca; Pierangelo Galantino contrabbasso, basso elettrico; Walter Zanetti chitarra classica, elettrica; Marco Dalpane pianoforte, fisarmonica, tastiere, campionatore; Nicola Zonca live electronics, sound design; Michele Tadini live electronics, sound design
musiche di Alvin Curran, playground ensemble
(# = prima assoluta; * = prima italiana)
Luoghi
Link, via Fioravanti 14, Bologna
caffè lalinea, Piazza Re Enzo 1/4, Bologna
Palazzo Re Enzo, Piazza Re Enzo 1/i, Bologna
Partner
Associazione Culturale Pierrot Lunaire
CIMES
con il sostegno di
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Regione Emilia Romagna
Provincia di Bologna, Settore Cultura
Comune di Bologna, Settore Cultura
Ambasciata del Canada
SMP Sistemi Metodologie Progetti
Radio 3 Rai
in collaborazione con
Link Project
con il supporto di
Link Muzik
con l’aiuto di
Radio Città del Capo
Radio Città 103
Radio K Centrale
Zero 2 Edizioni
The return of Ringo
What does Ringo do as soon as he arrives? He clears the field and all the badmen tremble, especially those who cannot hear.
Welcome back to the human aspect of Angelica, to its intimate and familiar side, to sharp, unexpected sounds, to the recurrent figures within the uncertain panorama of musical research, after the celebratory feats and exaggerations.
We’re setting off again within the dirty walls of the Link centre.
After our naivety and variuous blunders. With more realism and more efficacity. At least to undestand where we stand and where to open a breach towards new adventures.
Mario Zanzani
Ancora Agreste
(Amid) ancient and/or electronic, not modern, in a timeless zone, Angelica in once again searching for its place. Antichi Astronauti is the “combination” of the 11th edition: a vision.
“Exploration” has always been a part of the natural research of every musician, in each one’s search for his/her “own” sound (the mobile “self”, essence in movement), and has to do with the extension of sound and with the instrument’s new and possible “identities”. The musician who is able to have his/her instrument speak a language hitherto unknown. Instruments have been invented also through researching sound, through looking for a sound and “extending” the possibilities of other ancient instruments.
An electric guitar may already be considered an ancient instrument, not to mention meeting up with a contrabass which may be easily seen a prehistoric. Humans are almost afraid of meeting up with a contrabass, even if the ample and supple pizzicatos are still warm and soothing: it is an ancient warmth, it tastes of wood. Do you remember wood? It is unforgettable.
An apparent evolution of science; a scanty knowledge of ancient wisdom or a “technical” interpretation of old documents that should be “felt”.
(Yesterday’s imagination becomes tomorrow’s science”).
The destruction that is wrought of all that is “ancient” seems to be a reaction to how tradition has been handed down.
To feel or to know? It seems as if there can be no knowledge without feeling, while the opposite is quite possible. To know in order to consume? This is what seems to be happening, this in what the message seems to be.
A “static state” surrounds everyone, within which it is difficult to move.
An elegant elephant looks on puzzled as to what is going on, amazed that it exists. The elephant is cumbersome, as is the contrabass, and making no longer seems to have enough space, humans want to feel lighter but it is the elephant that is light.
A piano takes part in the telling of history, in not accepting “that” history, it tells another, finding its own space and sharing space with personal computers and modern waste.
Angelica turns its attention to these matters also, not to follow a strategy, but of necessity, in order to bring naturalness, error, movement in a sort of impure apparent perfection, in that frightening cleanliness. Between “error” and “perfection”, abandonment and tension, another state exists: trying not to consume but to listen, participate, then one can perceive, feel.
The avant-gard disco music (?), a conceivable definition of Karlheinz Stockhausen ‘s Dienstag aus Licht, both marvelous and “dangerous” joined to. I’ll venture to say, Wagnerian “good negativity” should lead us to reflect, as other musics do, on our state. This form seeks freedom from convention; it takes place in the future; I don’t remember the mane of the discotheque in which it resounded.
In a world different from, if not opposite of.
Who would have heard this music? Verdi perhaps? Imperfect anachronism. Stockhausen’s exists the pure and simple, fragile and strong, negative and positive, ethnic energy of Tristan Honsinger alongside Franco Donatoni’s “swing fugues”.
Why become extinct? Is it cyclical and therefore returning or gone forever?
Internal time and another time. Harmony and collision.
It could be pleasant if we were to create conditions for. Full of Poetry. The absence of time is also that seems to be in harmony with the individual “times”, states, of every living being who, in this absence, will mingle here, even if somewhat bewildered, hopefully pleasantly so, without being tied to those conventions that do not permit us to delve deeper or simply to be, in order to meet ourselves; “this” sense of time takes your attention away from this exploration, which is also living. Time, a convention which should help us understand the difference of space and state, without mortifying the environment, ever searching for life, for energy that is sleeping, gone out.
“Historical instruments”, made-up ones, toys, all meet and take turns, together with electronics that tries to free itself of its binding form.
A timeless aria which is always the more difficult to experience, wherein invention, simplicity, naiveté, are all searching for music.
Turntables, tired pianos, contrabasses escaping in fugues to search for their identity, guitars as bells, transformed kitchen appliances find another way of being used. Objects out of their context.
An electronic, austere edition, and once again ancient.
Music, art (?), beyond pleasure, is, or rather, should be, a representation of the truth, whatever that truth be, and then of naturalness.
Absence of gravity: these suspended beings floating fragile and gaseous upon air, who are they? They are experiencing a sort of acoustic isolation: they feel, don’t talk much, they may be deaf in relation to reality but are receptively responding.
Art and chemistry posses each other.
Design and destiny (pleasantly) blend.
(“The clouds pass and rain performs its task, and every being flows in its own form”)
Thoughts, LOST, from the sea, of the mind. Naïve reflections looking for.
It’s an illusion.
…ancora agreste Daniele was saying…Silvia’s without her voice, today.
Massimo Simonini
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