quindicesima edizione, 8>15 maggio 2005, arresto & domicilio
Frammenti di ricerca sonora
“Arresto & domicilio” è il titolo della nuova edizione di «Angelica», il festival di musica contemporanea che, arrivato ai tre lustri, sente la necessità di fermarsi un attimo e tornare all’antico. Lo dicono i suoi mentori, Mario Zanzani e Massimo Simonini, davanti a un cartellone più ristretto nel tempo di quello del 2004: vuol essere però un trampolino di lancio per nuovi progetti di “Angelica” durante l’intero anno. “Angelica 2005” presenta tredici prime esecuzioni assolute e quattro prime italiane, con progetti speciali pensati espressamente per questa edizione.
(Gianni Gherardi, La Repubblica, 4 maggio 2005)
Guglielmi: “Sogno la Cité de la Musique come a Parigi”
“Vorrei creare a Bologna una Cité de la Musique sul modello di quella parigina, dove realizzare una sorta di punto di coordinamento tra le principali realtà di produzione musicale della città, come il Teatro Comunale, Bologna Festival, Musica Insieme, e il Festival Angelica”. È questa la nuova idea di Angelo Guglielmi, assessore alla cultura in Comune, annunciata ieri nel corso della presentazione della nuova edizione di Angelica Festival.
(Marina Amaduzzi, La Repubblica, 4 maggio 2005)
Esperimenti “tradizionali”
“arresto e domicilio”, questo con le minuscole come piaceva a E. E. Cummings, poeta di culto è il titolo dell’edizione numero quindici di Angelica Festival. Angelica è un luogo di sperimentazione fin dalle sue origini. Presentandolo alla stampa, il suo direttore Mario Zanzani e il direttore artistico Massimo Simonini hanno insistito però su una novità, segno di svolta: l’edizione piuttosto “tradizionale” di quest’anno – tradizionale poiché legata alle consuetudini di questo spazio della musica nuova – è da considerarsi come un punto e a capo, un giro di boa per ripartire probabilmente con nuovi assetti dal prossimo anno. Quel che Angelica trova arduo poter continuare è l’interazione stretta tra artisti di range internazionale e musicisti italiani e in buona parte radicati in Emilia: in altre parole, la logica del grande evento paga per tutti, e il colpo grosso dello scorso anno, con Karlheinz Stockhausen in esclusiva a Bologna, Modena e Reggio Emilia, ha indicato vie possibili, certo dispendiose in termini economici, ma organizzativamente interessanti.
(Roberto Verti, Il Resto del Carlino, 4 maggio 2005)
Guglielmi: “Vorrei una città della musica”
Ha un sogno l’assessore Anglelo Guglielmi, per Bologna: quello di dare vita ad una “Cité de la Musique” sul modello parigino. Lo comunica in occasione della presentazione della XV edizione del festival internazionale di musica Angelica. “Quello della Cité de la Musique è un obiettivo che perseguo con passione: quest’anno cercheremo di fare i primi passi per raggiungere quello che è uno dei traguardi più ambiziosi di questo assessorato”.
(Chiara Affronte, L’Unità, 4 maggio 2005)
Che sogno la musica unita. Guglielmi guarda a Parigi
Il modello della Cité piace anche a Mario Zanzani di Angelica, ma con qualche aggiustamento. Per lui, fermo restando il bisogno di coordinamento tra enti, “nella Cité ci sono troppi generi: a Bologna ci vuole sì uno spazio con auditorium, spazi collaterali per le prove e una biblioteca, ma ci vuole anche una nuova istituzione musicale che si curi delle musiche del nostro tempo”.
(Irene Bisi, Il Domani, 4 maggio 2005)
Tutte le musiche di Angelica
L’edizione, annuncia dal titolo qualcosa sulla sua natura: arresto & domicilio dice infatti l’intenzione di consolidarsi, rinunciando a qualcosa del suo peregrinare tra le follie della musica d’oggi.
(Giampiero Cane, Il Manifesto, 8 maggio 2005)
Angelica e il Cobra
Si apre stasera il festival Angelica con la prima italiana di Cobra.
(Il Resto del Carlino, 8 maggio 2005)
Musica fuori dalle regole
Il rifiuto della convenzionalità è l’elemento comune delle esperienze musicali chiamate a raccolta per la quindicesima edizione di Angelica Festival.
Bologna, Modena, Reggio Emilia 7>10 ottobre 2005
Concerti contemporanei anno secondo, Heiner Goebbels, concerti e visioni
L’architetto del ritmo
Scivolano via le definizioni, si smaterializzano, quando si prova ad ingabbiare la musica di Heiner Goebbels in un unico genere. Essa è tanti generi insieme. Non sincretismo, però, nemmeno unione o sovrapposizione: Heiner Goebbels i generi li srotola per intero, li mette uno accanto all’altro, dando loro la medesima importanza, quasi a voler dimostrare che non dovrebbe esserci nessuna scala gerarchica in musica.
(Helmut Failoni, Il Manifesto – Alias, 24 settembre 2005)
Ritratto musicale di un visionario
Furono proprio Mario Zanzani e Massimo Simonini di Angelica a portare nel ’95 Heiner Goebbels al teatro Comunale di Bologna. Quest’anno Goebbels torna dunque, con un programma a 360 gradi, costruito insieme ad Angelica, che diventa un vero e proprio ritratto del compositore tedesco, che per lungo tempo ha collaborato con il drammaturgo Heiner Müller e che tiene sempre lì, nello sfondo del suo immaginario creativo, la figura di Hans Heisler.
(Helmut Failoni, La Repubblica, 24 settembre 2005)
Heiner Goebbels, musica come barricate
Gli racconto di dieci anni fa, alla prima italiana della suite principale Surrogate Cities per il Festival Angelica di Bologna, quando un musicista inglese molto radical sbottò con una battuta piena di veleno e di invidia: “What a nazi music!”. Goebbels scuote la testa: “C’è sempre qualcuno che quando abbandoni un genere o un formato per un altro che egli non condivide ti considera un traditore. È una reazione di intolleranza, e l’intolleranza nel confronto del diverso è molto diffusa anche in musica”.
(Giordano Montecchi, L’Unità, 28 settembre 2005)
Visioni internazionali
Coinvolge i Teatri Comunali di Bologna, Modena e la Cavallerizza di Reggio questo Festival internazionale di musica contemporanea che dedica quattro giornate ai “concerti e visioni” del compositore tedesco Heiner Goebbels.
(La Repubblica – Viaggi, 6 ottobre 2005)
Tris d’autunno
Il must di Concerti Contemporanei – secondo anno è indagare sul contemporaneo.
(Enrico Battisti, Bologna spettacolo, ottobre 2005)
Emiliano Goebbels
L’autunno italiano si è aperto nel segno di Heiner Goebbels.
Nelle parole di Massimo Simonini, direttore artistico di Angelica che aveva pionieristicamente ospitato Goebbels a Bologna nel 1995, “i quattro appuntamenti daranno modo di conoscere i pezzi che hanno composto il compositore, al quale verrà chiesto, in un certo senso, di mettere a nudo il proprio lavoro”.
(Andrea Ravagnan, Il Giornale della Musica, ottobre 2005)
“Poe, Eisler, il rock, i miti, tutto mi serve per creare musica”
Per dirla con un po’ di poesia: finalmente arrivò il giorno di Heiner Goebbels, uno dei più grandi, dei più curiosi e dei più “spugnosi” compositori dell’oggi, aperto a qualsiasi esperienza sonora, interessato creativamente al dialogo fra musica e tutte le altre forme d’arte, ad assimilare, metabolizzare, reinventare la letteratura mitologica di Heiner Müller, quella notturna e perversa di Poe, le musiche etniche panafricane, i graffi del rock più colto, le citazioni di Eisler e Shostakovich, il teatro d’avanguardia tedesco e la politica sinistrorsa. Goebbels è ora il protagonista incontrastato della scena italiana.
(Helmut Failoni, La Repubblica, 7 ottobre 2005)
Etnica e contemporanea la miscela di Heiner Goebbels
È tempo di contemporaneo in regione.
(Chiara Affronte, L’Unità, 7 ottobre 2005)
Con Goebbels sperimentiamo musica nuova
Il 2004 era stato l’anno di Stockhausen: stasera invece al Comunale è la volta di Heiner Goebbels, compositore, regista, musicista e autore di radiodrammi, apprezzato per l’originalità di uno stile e un linguaggio che spaziano tra rock, musica etnica e musica colta.
(Il Resto del Carlino, 8 ottobre 2005)
In viaggio con Goebbels
Dove si colloca, allora, la scrittura di Goebbels? In ambito accademico (forse), ma è priva di quell’accanimento a ‘dover essere’ accademica. Famelica e fagocitante, figlia delle eterogenee esperienze del suo autore, la scrittura di Goebbels è emblematica di una sensibilità postmoderna, se con questo termine intendiamo (anche) la compresenza e l’uso dei materiali più disparati, ai quali ha accesso oggi l’artista. È in quest’ottica che l’uso della tonalità non è uno scandalo o che la presenza di cantanti africani non è una rincorsa all’esotico. Sono invece fonti preziose, di cui Goebbels non vuole fare a meno.
(Andrea Ravagnan, Il Giornale della Musica, 12 ottobre 2005)
Heiner Goebbels, uno spirito geometrico
Si tratta di musiche molto diverse l’una dall’altra, quasi non ci fosse ancora uno stile d’autore per cui si possa facilmente riconoscere una qualche musica come sua. Questa è una conseguenza della poetica affatto disinvolta di quest’artista che, anche nel comporre la propria musica, ha una mentalità che l’avvicina molto al regista, soprattutto cinematografico, cioè tale che è capace di “girare” con presente la prospettiva del montaggio.
“Un’opera d’arte non ha da essere finita”, secondo Goebbels, come ha scritto Dagmar Birke. Ha più fascino e forza se riesce a ottenere che lo spettatore cerchi e trovi i propri punti di riferimento e d’appoggio, se, come insegnò Duchamp, è lui stesso a finirla, con la propria visione e interpretazione.
(Giampiero Cane, Il Manifesto, 13 ottobre 2005)
Se la modernità diverte
Grazie al compositore tedesco il pubblico ha potuto godere di una delle più alte pagine di musica contemporanea fra quelle proposte negli ultimi anni.
(Andrea Mastrangelo, Reporter, 14 ottobre 2005)
Bologna, 2 novembre 2005, Le ceneri di Gramsci
Pasolini
La “disperata vitalità” di Pier Paolo Pasolini si misura anche, a trent’anni dalla sua morte, sull’inesausto rivolgersi alla sua opera da parte degli artisti contemporanei, siano di teatro o artisti visivi, cineasti, letterati e poeti. Di Pasolini, che fu “per primo un poeta e come tale ha fatto cinema, letteratura, pittura” e teatro, come disse di lui Laura Betti, Giovanna Marini ha messo “in coro”, per il Coro Arcanto, su commissione del festival Angelica, il poemetto Le ceneri di Gramsci.
(Brunella Torresin, La Repubblica, 29 ottobre 2005)
Pier Paolo Pasolini il vero volto della trasgressione
Un trentennale fatto di incontri, proiezioni cinematografiche, inediti e un concerto di Giovanna Marini e il coro Arcanto sul testo di Le ceneri di Gramsci.
(Luciana Cavina, Il Resto del Carlino, 29 ottobre 2005)
“Disorientata da Pasolini”
“E vabbè, facciamolo, mi sono detta, ed è stata una vera sfida, perché mettere in musica un testo come quello delle Ceneri di Gramsci, un’opera difficilissima di cui credo di aver capito anche poco il contenuto, è stata davvero una scommessa”. Preoccupazione e adrenalina condivise con Giovanna Marini, la direttrice del coro Arcanto, con cui stasera la cantautrice entrerà in scena per la prima assoluta all’Arena del Sole. Il lavoro è stato commissionato dal festival Angelica, che entra nel cartellone delle celebrazioni dper il trentennale della morte di Pier Paolo Pasolini.
Come nasce questo progetto?
“Devo dire che incomincio a essere molto riconoscente agli organizzatori del festival Angelica perché sono quelli che mi forzano a lavorare, mi costringono sempre e mi mettono anche di cattivo umore. Mi telefonano persino quando mi sento poco bene. Mi propongono un lavoro di composizione assurdo. E io dico regolarmente di no ma poi Massimo è più duro del cemento, insiste e vince”.
(Benedetta Cucci, Il Resto del Carlino, 29 ottobre 2005)
Pasolini e Laura Betti “tornano” a Bologna
Dal 2 novembre, e poi per tutto il mese, sono in programma mostre, incontri e proiezioni e uno spettacolo con Giovanna Marini.
(QN, 29 ottobre ottobre 2005)
Così era il ragazzo di vita
All’Arena del Sole lo spettacolo in prima assoluta Le ceneri di Gramsci, tratto dall’omonimo poemetto di Pasolini, con Giovanna Marini e il Coro Arcanto, che porteranno sul palco 82 artisti.
(Alessandra Testa, Il Domani, 29 ottobre 2005)
Pier Paolo Pasolini: la strategia del linciaggio
Prima assoluta dell’oratorio a più voci Le ceneri di Gramsci di Giovanna Marini & Coro Arcanto.
(L’Unità, 2 novembre 2005)
È il giorno di Pasolini
Alle 21, all’Arena del Sole, il clou della giornata, con Giovanna Marini e il Coro Arcanto: prima assoluta de Le ceneri di Gramsci, oratorio a più voci dal canto di tradizione orale al madrigale d’autore su testo di Pasolini e musiche di Giovanna Marini con la direzione musicale di Giovanna Giovannini.
(Il Resto del Carlino, 2 novembre 2005)
“Ricordo Pier Paolo col coro di 80 voci dedicato a Gramsci”
“Una sfida, uno shock. Tant’è che quando ho risentito in questi giorni l’opera, non mmi pare neanche un mio lavoro”. Ha faticato molto Giovanna Marini a mettere in musica “Le ceneri di Gramsci” di Pier Paolo Pasolini, oratorio a più voci commissionatole da Festival Angelica. Sul palco il Coro Arcanto di 80 voci, diretto da Giovanna Giovannini, per quello che – dice l’autrice delle musiche – “ non è un coro classico, perché evade tutte le regole. È un contrappunto in forma di dialogo tra Pasolini e Pasolini, realizzato grazie a una forma di colori vocali molto diversi, che vanno dalla voce lirica di un basso a quella più popolare di altre cantanti”.
(Francesca Parisini, La Repubblica, 2 novembre 2005)
Bologna, Pescara e Pasolini
Bologna, dove Pasolini nacque (il 5 marzo 1922), ricorda il trentennale dell’omicidio con due mostre e la prima assoluta di Le ceneri di Gramsci di Giovanna Marini & Coro Arcanto (ore 21, Arena del Sole, organizza Angelica), oratorio a più voci su testo di P.P.P.
(Il Manifesto, 2 novembre 2005)
Memoria e testamento del profeta Pasolini
Un’altra artista, Giovanna Marini, anche lei presente ieri, è l’autrice di una pietra della memoria costruita invece sulle parole e le voci: i versi de Le ceneri di Gramsci, il poemetto composto da Pasolini nel 1954, le voci di un coro di 80 donne, il Coro Arcanto, che ieri sera hanno eseguito la “messa in coro” all’Arena del Sole.
(Brunella Torresin, La Repubblica, 3 novembre 2005)
Giovanna Marini e Pasolini fanno cantare le Ceneri di Gramsci
La cerca di Pasolini è approdata l’altra sera all’Arena del Sole, dove Giovanna Marini ha presentato in prima assoluta Le ceneri di Gramsci, un’ampia, quasi imponente composizione per coro misto su testo dell’omonimo poemetto di Pasolini: un’opera commissionatale da Angelica, il festival di musica contemporanea che non cessa di trasgredire i rituali propri della categoria.
(Giordano Montecchi, L’Unità, 6 novembre 2005)