quattordicesima edizione, 9>16 + 21>23 maggio ++ 3 giugno 2004, mosaico & miraggio
Decontestualizzare il concerto. A Bologna la 14ª edizione del Festival Angelica.Attenzione ai luoghi in relazione ai programmi. In chiesa le improvvisazioni all’organo di Palestine.
Diversità, relazione, unità: sono le idee che da sempre fanno l’identità di Angelica, eppure mai come quest’anno il cartellone è stato disegnato con la volontà di trovare una sintesi tra diversità e unità, di pensare la “diversità come elemento di unità”, come sottolinea Massimo Simonini, direttore artistico della manifestazione. Ecco allora che la chiave risolutiva diventa la possibilità di dimostrare le relazioni tra differenti realtà, di individuare le caratteristiche di ogni idioma, per scoprirvi le possibilità di un contatto. Mosaico & Miraggio, sottotitolo di questa edizione, intende dunque collegare l’affermazione della diversità alla speranza di una possibile (e auspicabile) ricomposizione dei tracciati. Simonini insiste molto su quella che ormai, alla quattordicesima edizione, si può chiamare la tradizione di Angelica: “Il desiderio di comunicare con differenti realtà, di creare relazioni, passa attraverso la necessità di non nascondere le contraddizioni. Angelica ha agito in questo senso puntando sulla decontestualizzazione, non per provocare, ma per evidenziare le relazioni”. Il contesto, quindi, inteso come elemento che influenza e trasforma la lettura del fatto musicale. […] “Quest’anno Angelica va in chiesa – ricorda ad esempio Simonini – proprio la prima sera, il 9 maggio, con un’improvvisazione all’organo di Charlemagne Palestine. Potrebbe sembrare una cosa irrispettosa, ma non è così, basti pensare alle improvvisazioni che anche Messiaen faceva in chiesa. Io credo anzi che, proprio perché improvviserà, Palestine potrà sfruttare l’energia del luogo e del momento. Possiamo dire che questo concerto è il simbolo della frequentazione dei luoghi da parte di Angelica”. […] La speranza, in apertura, è quella di poter ascoltare nel pomeriggio del 9 maggio Alda Merini, purtroppo attualmente in gravi condizioni di salute: “L’abbiamo chiamata per il suono che sa trarre dalle sue parole” spiega Simonini. (Andrea Ravagnan, Il Giornale della musica, maggio 2004)
Tutti i suoni di Angelica. La manifestazione si propone di rappresentare ogni forma di ricerca musicale che si muova in ambiti non convenzionali, e che usi con libertà i molteplici materiali offerti dalle diverse tradizioni musicali.
Di spazi per i suoni di ricerca l’Italia in fondo ne possiede pochi. Ma il valore comunicativo e simbolico raggiunto da Angelica ha sicuramente pochi eguali. Se non altro nello sforzo continuo di rendere la musica d’avanguardia un fatto assolutamente non elitario, nel tentativo di schiudere nuove aree di fruizioni ad ascolti non semplici, ma di grande fascino e significato. Angelica ha aperto forzieri, come quelli dei teatri classici e lirici, che parevano chiusi all’inventio della sperimentazione. Si è proposta al grande pubblico, offrendo non solo concerti ma anche conferenze, e incontri con gli artisti. Non si è limitata ad ospitare, ma è divenuta soggetto propositivo, commissionando opere direttamente ai musicisti. L’edizione 2004 guarda alle contaminazioni, superando la visione nazionale per suggerire l’idea di un orizzonte liquido e sfuggente, dove ogni proposta trova una sua validità. (Bologna spettacolo, maggio 2004)
International Angelica Italy
Adventurous-looking festival (WIRE, maggio 2004)
Et aussi… .
Mosaïc & mirage: l’international Musica Festival se déroule à Bologne et Modène avec des créations mondiales (Mouvement, maggio-giugno 2004)
Mosaici sonori
Dieci spettacoli in prima assoluta. È solo una delle pregiate “tessere” di Angelica Festival, grande mosaico dedicato alla musica d’oggi. (Silvia Gavino, Gulliver, maggio 2004)
Musica: Festival Angelica; voce, solo piano ed elettronico.
Eventi legati alla voce e alla dimensione del solo pianistico ed elettronico, per occasioni che riflettono sulla forma in relazione agli spazi (chiesa e teatro): è la filosofia del cartellone di “Angelica”. (AWES News monitor, 5 maggio 2004)
I lampi elettrici di “Angelica”: note indiane e live giapponesi.
Parte tutto dalla voce, con le letture poetiche di Alda Merini, per passare poi a pianisti solisti e a musicisti elettronici. Lo sguardo è sempre rivolto al cielo, ed è attraversato da un misticismo che pervade l’intero festival. (Bologna & Bologna, 6 maggio 2004)
Angelica, la musica esce dai musei. Al via il festival internazionale dei suoni contemporanei: concerti a Bologna e Modena. Contaminazioni tra le note sacre e l’elettronica con artisti provenienti da India, Brasile e Giappone.
Non solo “museificazione” della musica sotto le Due Torri, ma anche attenzione alla sua vitalità. È con questa metafora che l’assessore provinciale alla cultura Marco Macciantelli descrive il senso di “Angelica festival”, appuntamento con la “musica di oggi” giunto alla quattordicesima edizione. Spazio alla musica da fare e da eseguire, piuttosto che da riporre nelle teche di prestigiosi palazzi. […] “Mosaico & miraggio” è il sottotitolo di Angelica, lo storico festival internazionale di musica, […] per definire un cartellone che “ha sempre più l’ambizione di coprire ogni campo della musica contemporanea”, come afferma Mario Zanzani, direttore responsabile del festival. […] “Diversità quale elemento di unità”, come ama sottolineare Massimo Simonini, direttore artistico. È uno sguardo indubbiamente internazionale quello di “Angelica”, che raggiunge l’obiettivo attraverso un grande sforzo, tipico di chi riesce a costruire cartelloni “importanti” con risorse molto ridotte. Abilità, questa, con cui l’intero Paese deve sempre più fare i conti, vista l’insufficiente attenzione istituzionale alla cultura, tanto più se contemporanea. Se l’Italia subisce una condizione di arretratezza rispetto al resto d’Europa, “Angelica” tenta di andare in controtendenza, dimostrandosi capace di intraprendere una “politica estera della musica”, come suggerisce Macciantelli, a partire da un ambito locale. (Chiara Affronte, L’Unità-Bologna Emilia Romagna, 5 maggio 2004)
Un mese di musica Angelica dall’organo al coro a cappella. Dal 9 maggio al 3 giugno tornano le proposte dell’originale festival curato da Simonini e Zanzani.
Angelica va in chiesa. Potrebbe essere il sottotitolo della quattordicesima edizione di questo festival anomalo, fuori dal coro, fuori dagli schemi, una rassegna out, sulla quale nessuno avrebbe scommesso anni fa, ma che ora si è imposta in assoluto come uno degli appuntamenti più importanti della nuova musica, di quella che ci piace chiamare la musica dell’oggi. E non solo a livello italiano, visto che la caratteristica di “Angelica” è proprio quella dell’apertura verso l’esterno, con uno sguardo sonoro macroscopico, che va oltre i confini nazionali. […] Il titolo ufficiale di questa edizione è “Mosaico & miraggio” per raccontarvi qualcosa dei concerti. Dove è il filo rosso? È un filo rosso-paradosso, che gioca tutte le sue carte sulla diversità. “La diversità come elemento di unità”, sottolineano gli organizzatori, Massimo Simonini e Mario Zanzani. Diversità che si manifesta in varie forme. (Helmut Failoni, La Repubblica, 5 maggio 2004)
Suoni senza confini. Frammenti di “Angelica”. Un incrocio di esperienze multietniche nel nome di un’idea del ‘contemporaneo’ in note, che non sono quelle accademiche.
“Angelica a pezzi”. La definizione, che pare suggerire orizzonti di teatro di confine un po’ datato, tipo Orlando furioso riveduto e corretto alla luce del Gruppo ’63, la definizione, con tutt’altri scopi e intenzioni, l’ha data in apertura della conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2004 di questo “Festival internazionale di musica”, quale Angelica è da tredici anni, il suo direttore Mario Zanzani, responsabile organizzativo in parallelo alla direzione artistica di Massimo Simonini. Zanzani intende dire che, più ancora di quanto sia accaduto in altre occasioni, questa edizione di Angelica sarà un mosaico, una tavola d’unione appunto di tanti ‘pezzi’ di esperienze musicali, colte dall’ambito accademico e da quello improvvisativo, da quello italiano e da molte origini, geografiche e culturali, in onore a una idea del molteplice che Angelica onora dal primo dei suoi incontri. (Roberto Verti, Il Resto del Carlino, 5 maggio 2004)
Angelica, la musica dell’oggi
(Irene Bisi, Il Domani di Bologna, 5 maggio 2004)
Un giorno con “Angelica”, suoni dell’altro mondo
(Helmut Failoni, La Repubblica, 11 maggio 2004)
Angelica, lo sbarco della bossa nova
Angelica, la piccola rassegna per la quale solamente Bologna ha una voce nella vita musicale internazionale, prescindendo da show e business. (Giampiero Cane, Il Manifesto, 12 maggio 2004)
Tre belle voci giapponesi alla conquista di Angelica
(Gianni Gherardi, La Repubblica, 11 maggio 2004)
Su Angelica aleggia lo “Spiritus”
(Il Resto del Carlino, 13 maggio 2004)
Angelica festival. Dr. Ilaiyaraaja al Comunale di Modena. Suoni strabilianti per film-song indiane
Una prima assoluta che arriva da molto lontano, con Dr. Ilaiyaraaja, il re della film-song indiana. Questa la proposta allettante del festival di Angelica in collaborazione con la rassegna “L’altro Suono”. In bilico fra Oriente e Occidente, con uno stile più unico che raro, Dr. Ilaiyaraaja, dopo trenta anni di assenza dal palcoscenico (anche da quelli indiani). (Helmut Failoni, La Repubblica, 14 maggio 2004)
Angelica in cucina. Una rassegna di qualità e non di generi
Da San Martino, chiesa che per certi versi architetturali interni imita in piccolo l’impressionante volume di San Petronio, da quella a questa chiesa si è svolto l’arco di Angelica, edizione XIV (che non si legge Xiv, come è accaduto davanti a un notaio cittadino per una compravendita – e siamo nella “dotta”, o così detta). Articolata in 14 concerti, più qualche incontro con i musicisti e un paio di film, quale maggiore novità ha mostrato l’interesse dei promotori a chiamare alla collaborazione strutture musicali presenti nella città, ma anni luce lontane dall’attualità musicale, dalla creazione artistica di oggi (intendendo con questo termine, “oggi”, l’intero Novecento nella sua fuga dalle complesse, ma sicure forme della retorica tonale, da Bach a Puccini, tanto per dire due nomi di riferimento). Ed è così che Angelica ha ottenuto che la corale Euridice, della cui esistenza eravamo al corrente, ma senza averla mai ascoltata perché i suoi programmi non ci hanno mai attratto, è stata coinvolta nella esecuzione di musiche di Scelsi, di Penderecki e di Messiaen che non criticheremo negativamente per il loro risultare un po’ rigide e scolastiche, ma positivamente se avranno aperto almeno un po’ le curiosità degli interpreti stessi verso musiche di cui riteniamo non conoscessero proprio l’esistenza. Così la Cappella musicale di San Petronio ha affrontato, nel concerto conclusivo le musiche di Iinvejq de Ernestine, Abril Padilla, Davide Tidoni e di altri nel concerto conclusivo, affacciandosi alla creatività dell’ultima generazione di compositori. C’è qualcosa di rivoluzionario in tutto ciò, di fronte e in opposizione a quel che viene comunemente detto musica, ma che è scaduto a “genere”. In tutte le arti questo, il genere, non è altro che il prodotto di un mestiere da cui non traspaiono qualità creative, le quali, quando ci sono, sono contro il genere. Naturalmente non si può non trattare che da provocazione reazionaria il qualificativo di “genere” dato anche alla musica contemporanea, a una musica che, bella o brutta che sia nella singolarità delle opere in cui si manifesta, dovrà attendere ancora un po’ perché di questa genericità si possano dare i connotati. C’è stata una stagione, quella del ripetitivismo, che ha costruito edifici musicali, per lo più casette in verità, modulari, cioè tutte assai simili, se non proprio identiche, ma, ascoltando quest’ultimo concerto di Angelica, quello della generazione dei più giovani, non ne abbiamo sentito che l’eco lontana. (Giampiero Cane, il Manifesto, 9 giugno 2004)
Angelica
S’è chiuso Angelica, il festival di musica più “vero” offerto, da molto tempo, sulle scene bolognesi. “Vero” non per scarsa veridicità altrui, ma perché Angelica si espone, sperimenta, ci prova, butta lì ogni anno una semente sempre straordinaria per varietà, spesso per qualità. Sembra quasi temeraria, insomma, Angelica. Quest’anno il luogo eletto era il San Leonardo, uno spazio che il festival aveva occupato anni fa. Piccolo ma consono e sufficiente. (Roberto Verti, Il Resto del Carlino, 25 maggio 2004)
Bologna, Modena, Reggio Emilia 6>13 novembre 2004, Settimana Stockhausen,
giorni di ascolto e concerti con Karlheinz Stockhausen
Una settimana con Stockhausen sulle vette della musica del ‘900. Dal 6 al 13 novembre, su iniziativa di Angelica, incontri e concerti a Bologna, Modena e Reggio
Il Festival Angelica, valoroso ed eccentrico nel panorama dei festival musicali, eppur trattato assai male dalla politica culturale locale degli ultimissimi anni, è riuscito a riunire due teatri di tradizione, il Comunale di Modena e la Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, e un teatro d’opera, il Comunale di Bologna, nel comune progetto di celebrare Karlheinz Stockhausen, alla cui musica è dedicata un’intera “Settimana”. […] È un’idea nata due anni fa, quando Aldo Sisillo, direttore del Comunale di Modena di Modena, e Angelica ospitarono Stockhausen […] La settimana che lo vedrà protagonista a Bologna è stata descritta ieri da Massimo Simonini, direttore artistico di Angelica, come una settimana bianca […] Bianca perché bianco è il colore prediletto da Stockhausen e bianco è il colore della luce alla quale ha dedicato la più titanica delle sue imprese, Licht. (Brunella Torresin, La Repubblica, 26 ottobre 2004)
Sette giorni nel segno di Stockhausen. Sei concerti e tre incontri col pubblico dal 6 al 13 novembre.Presentata la settimana dedicata al musicista nata dalla cooperazione di Modena, Bologna Reggio
Non è soltanto un grande evento musicale quello che vedrà il ritorno in Italia di Karlheinz Stockhausen, il compositore che ha cambiato il corso della musica colta del secondo Novecento, ma si tratta di un successo della cooperazione su un progetto unico, realizzato da quattro importanti realtà della Regione Emilia Romagna: Angelica festival, Teatro Comunale di Bologna, Teatro Comunale di Modena, REC Festival d’Autunno di Reggio Emilia. (Marcello Maria Corvino, Gazzetta di Modena, 26 ottobre 2004)
Quell’estremista che ti fa vedere il suono
Lo scorso anno, AngelicA mise a segno un bel colpo portandolo a Bologna e a Modena. Quest’anno, con l’entrata di Rec, il festival di musica d’oggi di Reggio, l’Emilia apre un’altra porta ancora alla vecchia roccia che sconvolse il mondo coi suoi Canti della gioventù e altre partiture elettroniche negli anni in cui l’Europa si rimetteva a posto le ossa dopo la guerra. È un gran bel segnale, questa collaborazione su un progetto tanto ampio: sedici prime italiane su diciotto composizioni programmate, e una serie di incontri con l’autore, è roba da fare invidia a chiunque. Sarà il trionfo di un’idea dello Spazio in musica: come andare a ‘vedere’ la musica, se vi piace. (Roberto Verti, Il Resto del Carlino, 26 ottobre 2004)
Stockhausen. E sarà “Luce”
Ben più di un ciclo di concerti: per la Settimana Stockhausen, in programma dal 6 al 13 novembre, AngelicA Festival, il Teatro Comunale di Bologna, il Comunale di Modena e il Rec festival della fondazione I Teatri di Reggio Emilia si sono mobilitati per realizzare un evento culturale che attraversa le tre città coinvolte. […] “Il compositore stesso – anticipa Massimo Simonini di AngelicA Festival e coordinatore del progetto – parla di “nuova musica spaziale” per il suo rapporto con lo spazio e anche perché utilizza particolari impianti audio, con una spazializzazione del suono fino a otto canali, da evento pop”. (Luciana Cavina, Il Resto del Carlino, 26 ottobre 2004)
Stockhausen live
Probabilmente sono ancora impresse nella memoria di chi c’era, quelle due sere a Modena nel maggio del 2003, al termine delle quali un candido Karlheinz Stockhausen saliva ripetutamente sul palco a raccogliere gli applausi di un Teatro Comunale pienissimo. Era la tredicesima edizione di Angelica, e lo stesso Massimo Simonini, direttore artistico del festival, ricorda la piacevole collaborazione tra la manifestazione bolognese e il teatro di Modena. È passato un anno e mezzo: i giorni sono diventati otto, le città tre, i teatri cinque, le composizioni diciotto, di cui sedici mai sentite in Italia. Quante ragioni di eccezionalità si intrecciano in questo programma! Non è solo la presenza, viva e non a mo’ di feticcio, di un grande maestro a rendere così particolare questo appuntamento musicale; colpisce anche la capacità di collaborazione delle realtà teatrali dell’Emilia Romagna (Bologna, Modena, Reggio Emilia), a guardar bene così diverse tra loro, eppure in grado, in occasioni come questa, di intessere una rete di relazioni efficacissima. Ne deriva una settimana di musica nuova. (Andrea Ravagnan, Giornale della Musica, novembre 2004)
Settimana Stockhausen. Il grande compositore tedesco omaggia l’Emilia Romagna
“Con questo progetto vorremmo dare respiro alla musica contemporanea. Il programma è “polifonico”, mostra un’ampia varietà dal punto di vista strumentale e del suono” (Massimo Simonini, direttore artistico di AngelicA). L’occasione è più unica che rara, e dimostrerà una volta di più l’estrema freschezza di un artista dalla verveindomabile e quantomai eclettica. (Barnaba Ponchielli, ZER051, novembre 2004)
Settimana Stockhausen in Galleria Accursio. Prendono il via gli eventi dedicati al grande compositore contemporaneo
Il critico musicale Giampiero Cane introdurrà all’opera del compositore in un incontro dal titolo “Stockhausen il profeta. Il mondo si salva coi suoni”. (Sabrina Camonchia, Il Domani di Bologna, 4 novembre 2004)
Tra la via Emilia e Stockhausen
Il fatto che Bologna negli ultimi anni sia stata, a parte rarissime eccezioni, sonnolenta dal punto di vista culturale, non è certo un fatto nuovo. Non può che far dunque piacere vedere ora che, grazie agli sforzi coraggiosi di Mario Zanzani e Massimo Simonini di Angelica Festival, un compositore, di quelli che hanno lasciato un segno profondo e indelebile nell’evoluzione sonora del secondo Novecento, come Karlheinz Stockhausen […] diventi l’ospite di una settimana itinerante (Bologna, Modena, Reggio Emilia) di concerti, ascolti guidati, conferenze e incontri pubblici con l’autore. (Helmut Failoni, Alias, 6 novembre 2004)
Rivoluzionario e mistico
Alle 18 al Comunale il compositore incontrerà il pubblico e parlerà della sua musica. Al Teatro Manzoni frammenti di Luce fragranze e suoni. (Helmut Failoni, La Repubblica, 6 novembre 2004)
Suoni antichi e nuovi nel segno di Stockhausen
Commistione di suoni antichi e nuovi, di soprani e sintetizzatori, di clarinetti ed elettronica. Sarà una settimana “anomala” la “Settimana Stockhausen” che inzia oggi a Bologna e termina il 13 a Reggio, dedicata ad un compositore “anomalo” come il grande Karlheinz Stockhausen. “Un evento unico e irripetibile” lo definisce Massimo Simonini, direttore artistico del festival Angelica e coordinatore di questa settimana di musica contemporanea. (Chiara Affronte, L’Unità-Bologna Emilia Romagna, 6 novembre 2004)
“Da Abbado una spinta a lavorare in rete”. Musica a Bologna: dopo il concerto-evento parlano il Comunale, Angelica e altri enti.
[…] afferma il Sovrintendente del Teatro Comunale Stefano Mazzonis: “Oggi abbiamo intrapreso una nuova strada rispetto al passato. Certo, si possono pensare anche altre iniziative, ascolti associati”, spiega il sovrintendente, che si sofferma però su un discorso regionale: “Fino ad ora hanno giocato i campanilismi. Del resto non c’è in Italia una regione così ricca di offerta come la nostra. È importante che le azioni siano coordinate. Ne è un esempio la settimana Stockhausen, che vede coinvolte quattro realtà (Angelica, Comunale di Bologna e Modena e I Teatri di Reggio). Le sinergie sono una necessità – prosegue Mazzonis – e l’arrivo di Abbado con l’Orchestra Mozart costituisce un fatto molto positivo, uno stimolo per tutti a fare meglio”. (Chiara Affronte, L’Unità-Bologna Emilia Romagna, 6 novembre 2004)
E l’intervallo è firmato Stockhausen
L’ultima ‘chicca’ è forse la più sfiziosa. […] come segnale d’intervallo, al Comunale non suonerà il solito campanello, ma un breve brano, che si intitola Licht-Ruf. Indovinate un po’ … Sì, anche questo l’ha composto Stockhausen. (Stefano Marchetti, Il Resto del Carlino, 7 novembre 2004)
“Io, Stockhausen, compongo per capire il senso del Creato”
Vedi alla voce Stockhausen e si apre il grande libro della musica contemporanea: poco amata dal pubblico, raramente eseguita, per farla ascoltare al Teatro Comunale di Bologna hanno addirittura pensato di inserirla fra le sinfonie di Beethoven, così non si scappa, avranno pensato. Poi accade l’imprevisto: un’associazione culturale bolognese, che di nome fa “Angelica” e ha sempre seguito con puntiglio musica di frontiera, chiama Karlheinz Stockhausen, organizzando una maratona in suo nome. (Chiara Sirk, L’Avvenire, 7 novembre 2004)
Tre giorni col mito: torna Stockhausen
Il compositore ritorna a Modena dopo il successo riscosso per il festival “L’altro suono” che lo aveva ospitato a marzo dell’anno scorso. “Su invito del direttore artistico di Angelica Festival Massimo Simonini – racconta Stockhausen – e del maestro Aldo Sisillo, direttore del Teatro Comunale di Modena, i miei lavori verranno riproposti ancora una volta in Italia, come è avvenuto nel 2003. Eseguiremo diciotto composizioni distribuite nelle città di Bologna, Modena e Reggio Emilia, presentando una serie di lavori originali, nuovi tipi di proiezioni musicali nello spazio e di performance dal vivo, interpretati da eccellenti solisti, tutti in prima italiana”. (Gazzetta di Modena, 8 novembre 2004)
Le pagine emotive di Karlheinz Stockhausen. Una settimana dedicata alla sua musica, promossa da Angelica con i teatri di Bologna, Modena e Reggio Emilia
Il grande controllo. La musica, sia elettronica o eseguita tramite strumentisti, passa sempre per la sua regìa sonora, essendosi assunto la responsabilità di non fornire solo partiture ma di pedinare la “vita” delle sue note. Karlheinz Stockhausen, della cui musica è in corso una settimana promossa dallo staff di Angelica con il coinvolgimento dei teatri di Bologna, Modena e Reggio Emilia. (Giampiero Cane, Il Manifesto, 9 novembre 2004)
Pubblico delle grandi occasioni l’altra sera al Manzoni per l’appuntamento con le composizioni di Karlheinz Stockhausen, nell’ambito della settimana a lui dedicata in regione
La figura carismatica di Karlheinz Stockhausen, approdata al Manzoni per sovrintendere di persona alla realizzazione delle proprie complesse creazioni, costituisce un evento artistico tale da richiamare diverse generazioni di appassionati e addetti ai lavori. L’altra sera di fronte a una variegata platea è iniziata la “Settimana Stockhausen” promossa da Angelica e dei teatri di Bologna, Modena e Reggio. […] Successo entusiastico con acclamazioni da stadio. (Adriano Cavicchi, Il Resto del Carlino, 9 novembre 2004)
Stockhausen: “Ascoltatemi a occhi chiusi”
“Nelle mie composizioni quello che conta è seguire la direzione e la velocità del suono nello spazio. Per questo lascio la sala buia durante l’ascolto. E prego tutti voi di chiudere gli occhi per concentrarvi meglio sulla direzione e la qualità del suono”. Il maestro è tornato. (Il Resto del Carlino, 9 novembre 2004)
Ecco due serate speciali. Col profumo di una Rosa mystica
(Il Resto del Carlino, 9 novembre 2004)
Sentire Ascoltare
[…] dal 6 al 13 novembre l’Emilia Romagna ha ospitato, sotto il marchio organizzatore di Angelica, le performances di un artista tutt’altro che vecchio e tutt’altro che seduto sugli allori. (Daniele Follero, Sentire Ascoltare – on line music magazine, 13 novembre 2004)
Stockhausen, l’elettronica da rockstar. Un compositore difficile? In Emilia un festival sul compositore richiama tanti giovani entusiasti
Questo tour italiano è nato dal donchisciottismo dell’Angelica Festival che per l’occasione è riuscito a coinvolgere tre istituzioni teatrali di prima grandezza. Già l’anno scorso, sempre per iniziativa di “Angelica”, Stockhausen dopo un’assenza che durava dal 1986, era venuto in Italia per un paio di concerti al Comunale di Modena che avevano registrato un imprevisto afflusso di pubblico giovanile. Questa volta la cosa si è ripetuta, più in grande, cosicché i concerti e gli incontri hanno raccolto un pubblico di circa tremila persone, nella stragrande maggioranza giovani. Proprio così: tremila giovani che affollano i teatri per assistere ad una serie di concerti di cosiddetta “musica contemporanea”; un'”onda anomala” che idealmente si abbina a quanto accaduto l’anno scorso a Venezia, in occasione della “Biennale Musica” diretta da Uri Caine. (Giordano Montecchi, L’Unità, 22 novembre 2004)