AngelicA 3
terza edizione – vedo nudo
Bologna
13>18 maggio 1993
>—> quaderno di AngelicA 3 – 1993
Vedo nudo
La terza edizione di Angelica è interamente dedicata all’improvvisazione. Il programma quindi è particolarmente composto, non solo per mostrare quella varietà musicale necessaria, ma per aiutare chi ascolta ad inoltrarsi meglio in questa creativa pratica. L’improvvisazione era presente, naturalmente, anche nelle passate edizioni ma non in maniera così esclusiva. Improvvisazione è un concetto molto ambiguo e ricco ormai di molte stratificazioni di significato in relazione alle diverse pratiche che si sono succedute nel tempo: strutturata, free, spontanea, solistica, in combinazioni varie, d’insieme; proveniente anche dalle diverse storie dei musicisti coinvolti, quindi dal diverso suono, dalla diversa tradizione (jazz, rock, ecc…). Un’opportunità per mostrare qualcosa, che forse fa un pò ‘paura’, in modo che invece inviti il pubblico alla scoperta, alla sorpresa, e possibilmente non diventi ‘mai pesante’, in un certo senso mantenga una leggerezza. Una pratica che offre la possibilità di vedere anche un’intimità, spesso condizionata dalla partitura che a volte nasconde l’essenza più vera. Apriamo così un lavoro sulle forme dell’espressione musicale che avrà un seguito nella prossima edizione, quando affronteremo il tema della ‘composizione’.
* * *
Abbiamo chiesto ad alcuni degli ospiti di scrivere cosa intendono per improvvisazione.
> L’improvvisazione è un metodo così come la composizione è un altro metodo. Il primo, nella nostra parte del mondo, non è migliore del secondo. Non è come si usava dire: l’improvvisazione è un esperimento, che può avere successo o può fallire. Anche la composizione può avere successo o può fallire, come ci capita spesso di sentire. C’è chi dice che l’improvvisazione è più spontanea: ma non è sempre così. Io seguo le mia routine per anni (c’è gente che ogni mattina a colazione mangia un uovo e ogni mattina gli piace come se fosse una novità). L’improvvisazione ha a che fare con la monotonia: non sempre c’è qualcosa di nuovo. E i musicisti che vogliono suonare qualcosa di nuovo ogni giorno, lavorano piuttosto con le idee. Ma quando vado a un concerto non voglio tornare a casa semplicemente con le idee di qualcuno, voglio sperimentare la musica. Questa è la ragione per cui i concetti spesso non sono sufficienti. I compositori hanno la possibilità di buttare via la loro composizione dopo averci lavorato per un anno. Gli improvvisatori lavorano con quello che c’è quella notte. Certo, questo spesso è più immediato. La difficoltà sta proprio in questa immediatezza: difficilmente le cose sono a posto, non c’è tempo per pensarle, non si possono leggere. Però c’è il caso: si può arrivare al limite. E questo limite – non solo questo – avvicina la musica a quello che è: la vita.
Amo l’improvvisazione.
Peter Kowald
> Improvvisazione = Comunicazione.
Wolter Wierbos
> L’improvvisazione è composizione spontanea.
Lawrence D. “Butch” Morris
> Torno sempre alla libera improvvisazione. Quando lavoro con musicisti qualificati, molto più qualificati di me, mi stupisco nel vedere che si fanno prendere dal panico se si chiede loro di improvvisare liberamente. Per me è quasi sempre un piacere; non mi avvicino mai così tanto alla musica di altri o ad altri generi (ed ho suonato moltissimi generi musicali, credetemi). Oggi, la libera improvvisazione per me è una musica in continua evoluzione, la più eccitante che abbia avuto origine in Europa. Da, oh, un paio di secoli?
Steve Beresford
> Così come non ci si può svegliare senza essersi mai addormentati, non si può comporre se non si ha mai improvvisato. Gli organismi monocellulari hanno il minimo di ambizione di improvvisare e sono quindi i maestri più prolifici. Più in alto si sale nella scala evolutiva, più le aspirazioni ingombrano i pioli. Quindi l’ambizione di improvvisare è il desiderio di tornare a nuotare. Quando ciò che sappiamo del nostro strumento opera a dispetto della nostra amnesia, allora l’improvvisazione può cominciare a ripagare i nostri rischi.
Tom Cora
> (…) Mi piace semplicemente esprimere me stesso, suono completamente per me stesso o per i miei avversari, o, ehm, i miei colleghi musicisti, quando sono sul palcoscenico. Faccio le cose più strane, cose che nessun altro fa, ma altro non sono che un’esplorazione del suono.
Han Bennink
> L’improvvisazione è l’arte di perdersi.
Catherine Jauniaux
* * *
Editoriale
La terza edizione di Angelica è interamente dedicata all’improvvisazione o, come altrimenti si può dire, alla composizione istantanea. E’ un programma molto compatto, rigoroso, che testimonia di diversi percorsi di ricerca. L’improvvisazione era presente, naturalmente, anche nelle passate edizioni ma non in maniera così esclusiva. Improvvisazione è un concetto molto ambiguo e ricco ormai di molte stratificazioni di significato in relazione alle diverse pratiche che si sono succedute nel tempo: con l’edizione di quest’anno cerchiamo di porre la questione sul versante che ci pare più innovativo.
Apriamo così un lavoro sulle forme dell’espressione musicale che avrà un seguito nella prossima edizione, quando affronteremo il tema della composizione, o della musica scritta.
Dai materiali registrati nel corso di Angelica 92 abbiamo estratto un’antologia sonora su compact disc, che è composta come una lunga suite, un solo brano di settanta minuti dove i musicisti si alternano in un’ideale collettivo.
Mario Zanzani
Vedo nudo!
Nel film Reinette et Mirabelle di Eric Rohmer, una delle due protagoniste, parlando all’amica della propria casa in campagna o meglio del suo giardino completamente incurato, lo descrive con amore spiegando che non le piacerebbe un giardino senza vegetazione spontanea. Io la penso allo stesso modo. Nel mio giardino, però, cercherei di fare ordine in mezzo alla vegetazione spontanea, forse aggiungendo dell’altro…
In cucina i funghi crescono perpetui, sono inaffidabili.
Improbabi(/e)le: hjfggtfeytyi,uyyieretob, ttoiAcilegnA
Essendo l’improvvisazione il tema del festival, abbiamo pensato molte varietà di situazioni; inoltre cercheremo di rappresentare le varie forme che la caratterizzano.
I musicisti che abbiamo invitato hanno la caratteristica che attraverso la loro musica e teatralità possono arrivare allo spettatore, non importa se fanno cose ‘incomprensibili’ (questo per un orecchio poco allenato), sono molto comunicativi, ironici ma anche seri e rigorosi. Questa ‘scelta’ deriva dal fatto che, specialmente nell’improvvisazione, lo spettatore si è spesso ritrovato a seguire concerti faticosi, come nei casi in cui l’improvvisazione si tramuta in ‘cialtroneria’, dove tutto diventa scontato e ha poco a che fare con il nostro concetto di improvvisazione, dove la sorpresa è un elemento quasi fondamentale. Improvvisazione intesa non in senso jazzistico; in molti jazz club italiani ci si allena come in palestra per un incontro di ‘box’ che non avviene mai; non ci si ‘libera’, nessuno si spoglia di quello che ha addosso; invece che diventare un momento di liberazione per il musicista e per il pubblico si trasforma in una ginnastica tecnica, anche utile, che però sarebbe meglio fare per conto proprio.
L’improvvisazione, non solo in ambito musicale, può portare alla scoperta di elementi importanti per l’innovazione. Tortelloni tradizionali della mamma conditi con olio extra vergine di oliva, olio piccante dello stesso tipo, tamari, germe di grano: questa ricetta (ottima, visto anche il successo che ha avuto fra gli amici) nasce da un’improvvisazione culinaria. Per fare un esempio più attinente, Hans Reichel manipolando un semplice pezzo di legno (uno fra i tanti oggetti di cui si avvale durante le sue improvvisazioni) è arrivato poi a progettare il “daxophone”.
La curiosità di Angelica è quella di andare a scoprire come i diversi musicisti invitati riempiano di senso una pratica così poco codificabile (non parliamo di improvvisazione ‘appesa’ a un genere musicale). Scoprire insieme al musicista la musica che sta creando.
Massimo Simonini
giovedì 13 maggio 1993 – ore 21.00 – Teatro San Leonardo
> Riciclo delle Quinte ospite Wolter Wierbos (Italia / Olanda) #
Fabrizio Puglisi pianoforte; Guglielmo Pagnozzi sassofoni; Giorgio Fabbri Casadei chitarra elettrica; Massimo Semprini sassofoni; Gerard Antonio Coatti trombone; Vincenzo Vasi basso elettrico, vibrafono, voce; Lelio Giannetto contrabbasso; Stefano Zorzanello flauto, ottavino, fiati mutanti
ospite Wolter Wierbos trombone
> All Dax (ophone) Band (Germania) #
Jan Kazda daxophone; Harald Heller daxophone; Ingo Specht daxophone; Hans Reichel daxophone
venerdì 14 maggio 1993 – ore 21.00 – Teatro San Leonardo
> Dietmar Diesner Solo sassofoni (Germania) #
> Peter Kowald Solo contrabbasso (Germania) #
> Wolter Wierbos Solo trombone (Olanda) #
> Butch Morris Solo tromba (Stati Uniti) #
> Dietmar Diesner + Peter Kowald + Wolter Wierbos + Butch Morris Quartet #
sabato 15 maggio 1993 – ore 21.00 – Teatro San Leonardo
> Steve Beresford Solo pianoforte, elettronica (Gran Bretagna) #
> Hans Reichel Solo chitarra elettrica, daxophone (Germania) #
> Tom Cora Solo violoncello, elettronica (Stati Uniti) #
> Han Bennink Solo batteria (Olanda) #
> Steve Beresford + Hans Reichel + Tom Cora + Han Bennink Quartet #
domenica 16 maggio 1993 – ore 21.30 – Teatro San Leonardo
> Butch Morris Conduction 31 (Germania / Olanda / Gran Bretagna / Stati Uniti) #
Hans Reichel; Dietmar Diesner; Wolter Wierbos; Han Bennink; Steve Beresford; Peter Kowald; Tom Cora
Butch Morris direzione
lunedì 17 maggio 1993 – ore 21.00 – Teatro San Leonardo
> The Goose (Gran Bretagna / Scozia / Russia) #
Ken Hyder batteria, voce; Tim Hodgkinson sassofoni, elettronica
> Vibraslaps (Belgio / Giappone) #
Catherine Jauniaux voce; Ikue Mori percussioni elettroniche
> The Goose + Vibraslaps #
domenica 9, lunedì 10, martedì 11, lunedì 17 maggio 1993 – ore 10>13 e 15.30>18.30 – C.I.M.E.S.
> Workshop diretto da Butch Morris con Eva Kant ensemble
martedì 18 maggio 1993 – ore 21.30 – Teatro San Leonardo
> Butch Morris Conduction 32 (Italia /Stati Uniti) #
Eva Kant: Paolo Angeli chitarre, basso tuba; Olivia Bignardi clarinetto, sax alto; Daniela Cattivelli sax alto; Marco Dalpane tastiere; Ferdinando D’Andria violino, tromba; Silvia Fanti fisarmonica; Filomena Forleo pianoforte; Pierangelo Galantino violino, contrabbasso; Lelio Giannetto contrabbasso; Margareth Kammerer voce; Claudio Lanteri chitarra; Andrea Martignoni percussioni; Mario Martignoni Salvatore Panu trombone; Giorgio Simbola bombardino; Massimo Simonini dischi, C.D., nastri, live sampling; Pino Urso percussioni; Nicola Zonca marimba, vibrafono, woodblocks; Stefano Zorzanello flauto, sax soprano, piccolo batteria, percussioni;
Butch Morris direzione
INCONTRI & ASCOLTI:
venerdì 14 maggio 1993 – ore 12.00 – C.I.M.E.S.
> Butch Morris
sabato 15 maggio 1993 – ore 12.00 – C.I.M.E.S.
> Hans Reichel
conduce: Roberto Paci Dalò
(# = prima assoluta; * = prima italiana)
Luoghi
Teatro San Leonardo via San Vitale 63, Bologna
C.I.M.E.S. via Guerrazzi 20, Bologna
Partner
Associazione Culturale Pierrot Lunaire
CIMES – Centro Interfacoltà di Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna
con il sostegno di
COMUNE DI BOLOGNA – Assessorato Rapporti con l’Università per il Diritto allo Studio Universitario e Assessorato alla Cultura
CONSORZIO CITTA’ – UNIVERSITA’ di Bologna
REGIONE EMILIA ROMAGNA – Assessorato all’Urbanistica, Cultura e Beni Culturali
con l’aiuto di
S.M.P. – sistemi metodologie progetti
Buton Vecchia Romagna
con la collaborazione di
Ambasciata dei Paesi Bassi
Associazione Culturale Italia – Paesi Bassi – Fiandre
Consolato Generale della Repubblica Federale di Germania a Milano
Istituto di Cultura Germanica a Bologna
British Council
con la partecipazione di
Radio Città del Capo
Radio Città 103
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