dodicesima edizione, 13>18 maggio 2002, galleria san francesco
Va in scena il laboratorio dei suoni. Domani a Bologna inizia Angelica: note e performance con interpreti di tutto il mondo
[…] è il festival di una ‘altra’ Bologna che però tiene parecchio al rapporto con le istituzioni. Il festival di un laboratorio possibile, un luogo di dialoghi. Lavora e lavora sulle varie facce del reale, edizione dopo edizione, Angelica quest’anno si amplifica in luoghi e contesti. Il contenitore è questa ‘opera mobile’, l’idea è quella insomma di un agire collettivo, di un dipanarsi ‘delle’ performance al plurale’. C’è una centralità del gesto: quanto vi sia, di musica, nel teatro, e quanto del teatro sia della musica. Occorre andare, insomma, esserci, vedere, ascoltare. E’ il regno del live: e in effetti, come la musica di Sciarrino, quando ascolti le cose di Angelica in cd ti chiedi cosa stai facendo (se non sei lì, nell’hic e nunc, tanto vale fingere che Angelica non esista). (Robero Verti, il Resto del Carlino, 12 maggio 2002)
A Bologna apre Angelica
Un’opera talmente lunga da essere suddivisa in sei serate? Siamo andati a chiedere lumi a Massimo Simonini, che di quest’opera mobile è l’ideatore concettuale. Parte da lontano: “Angelica ha sempre affrontato i problemi della forma in musica, ora affronteremo invece i problemi di quella che è la ‘forma di un festival”. (Helmut Failoni, il manifesto – Alias, 11 maggio 2002)
Opera mobile ad Angelica. L’avanguardia sbarca al Tpo
Dimenticatevi i tradizionali concerti in cui si entra, ci si siede, si ascolta e si applaude. Con Angelica questo non succede. Perchè con Galleria San Francesco, opera mobile, cambia profondamente la ‘forma’ di fruire […] […] cambierà forma ogni sera, con concerti che contengono altri concerti, accogliendo finestre e quadri di interventi musicali. (Sabrina Camonchia, Il DOMANI di Bologna, 10 aprile 2002)
Di nuovo… Angelica
“Puntuale, con la sua dodicesima edizione, torna il festival internazionale di musica, Angelica, manifestazione in continua evoluzione e trasformazione, che mantiene comunque intatto il livello degli spettacoli che propone. (Clarice Carassi, movida, 3 maggio 2002)
Angelica cambia volto va inscena l’opera mobile. Le nuove provocazioni del festival bolognese
(Franco Fabbri, la Repubblica – Musica, 9 maggio 2002)
Angelica. Arriva l’Opera mobile, luci e figure in musica
Galleria San Francesco è il titolo dell’Opera mobile che Angelica ospiterà […] […] .e al cui internosi potranno ascoltare musicisti ‘consapevoli e inconsapevoli’. Ideata dal violoncellista americano Tristan Honsinger e da Massimo Simonini, con i testi di Ermanno Cavazzoni, scrittore che ispirò a Fellini ‘La voce della luna’, l’Opera è un insieme di quadri, situazioni, figure, costumi, immagini e luci: ci sarà un ricco cast di musicisti fissi (i consapevoli) a cui, di sera in sera, si aggiungeranno gli invitati al festival (gli inconsapevoli), che faranno il loro concerto che sarà una sorta di intrusione o ‘finestra’ di interventi all’interno di un’opera che è mobile perchè non ha schemi fissi o tradizionali. E che per di più cambia anche l’approccio di fruizione per il pubblico, in cui spazio e tempo giocano un ruolo di disorientamento. (Gianni Gherardi, la Repubblica, 10 maggio 2002)
L’Opera Mobile. Galleria San Francesco, tutta un’altra musica
E’ definito festival “fluido e in movimento” Angelica. (Gianni Gherardi, la Repubblica, 12 maggio 2002)
La musica è mobile. Da domani a sabato un’edizione insolita di Angelica
(Luciana Cavina, il Resto del Carlino, 12 maggio 2002)
Che ci fa un tricheco balbuziente a Bologna? L’ “Angelica” rassegna vi porta nel futuro della musica
Spazio alla fantasia. Provate a immaginare un tricheco balbuziente, che entra in un bagno turco, aggiungetevi un incontro bizzarro fra una puzza e un profumo, una discussione tra un monte e un vulcano, un’inspeigabile incidente di un autobus pieno di scimmie, un bar pieno di orologi a pendolo, due corvi che interrogano un albatro. Il tutto sullo sfondo di una storia d’amore, triste e scontata come tante altre, e di una natura tutta metafisica. Visioni psichedeliche e lisergiche? Non proprio. Sono tre storie, firmate dallo scrittore Ermanno Cavazzoni, dalle quali parte e si irradia la nuova opera di Tristan Honsinger – compositore,violoncellista ed esploratore del teatro musicale – “Galleria San Francesco”, alla quale sono dedicate tutte e sei le serate del Festival Angleica. Durate infinite e wagneriane di un’opera contemporanea? La questione è un pò più complessa. L’opera è si il cuore del festival, ma ospita al suo interno anche molti concerti, che con la partitura e il libretto hanno soltanto un legame latente. La “Galleria” è cioè “abitata” ogni sera da nuovi ospiti, provenienti dai più disparati ambiti sonori. Potrebbero sembrare frasi fatte, trite e ritrite, ma qui davvero – è il caso di dirlo – si spazia dall’avanguardia più radicale al free-jazz, al rock sperimentale. Tutti quanti, da una parte l’ensemble di trenta musicisti e attori presenti ogni giorno sul palco e dall’altra gli ospiti esterni, concorrono allo sviluppo dell’opera, che cambia e si trasforma in maniera imprevedibile nel corso delle serate. Solo alla fine del Festival si capirà realmente cos’è “Galleria San Francesco”. L’apporto di energie creative così diverse fra loro darà vita a un’opera “collettiva”, con un pò di John Cage e un pò di Living Theatre, ma anche e soprattutto con tanta originalità. “L’idea che sta alla base di tutto il lavoro – racconta il direttore artistico Massimo Simonini – è molto democratica, ma anche molto rischiosa: una serata potrebbe anche rivelarsi catastrofica e quella successiva meravigliosa. In questo modo il Festival stesso si mette in gioco”. Coraggiosi come sempre, quelli di Angelica, che negli anni (questa è la dodicesima edizione) hanno abituato il pubblico a programmazioni mai scontate e sempre stimolanti per l’orecchio inquieto che è in noi. (Helmut Failoni, l’Unità, 15 maggio 2002)
Jazz Angelico
(la Repubblica – la Repubblica delle Donne, 14 maggio 2002)
Angelica Festival. Il pianista Mengelberg sarà cantante per una sera
(G. G., la Repubblica, 17 maggio 2002)
Bologna, una città quasi Angelica. Un’idea anarchica. Successo della rassegna bolognese, che si è svolta nella sede del Teatro Polivalente Occupato
La forma di Angelica è quella dell’autonomia del giudizio. Non viene programmata con previsioni circa il gradimento, ma avendo lavorato a creare un pubblico che ne accettasse quella libertà d’arbitrio che la genera, facendo incontrare organizzatori che sarebbero improponibili al sistema delle mediazioni e artisti che seguono i propri daimon, per quel che ne sappiamo, incorruttibilmente, conseguentemente le idee di governo e di consumo non vi hanno luogo. Quest’anno Angleica dipanava il filo di un’idea anarchica di teatro musicale […] Una storia misteriosofica alla fine della quale non si troverà nulla di diverso da quello che si stava cercando, una di quelle storie che nascono dal sapere le risposte, ma non le domande […] Per il pubblico, ma anche per gli interpreti, ogni sera era una novità. (Giampiero Cane, il manifesto, 30 maggio 2002)
Il San Francesco di Angelica
(Il Giornale della Musica, maggio 2002)
Note in Movimento
Abbandonate la classica nozione di concerto. Per assistere alla dodicesima edizione dell’Angelica Festival occorre liberarsi da qualsiasi abitudine e pregiudizio. (Carnet, maggio 2002)
Angelica
Di festival di Angelica ce ne sono stati dodici da quel lontano 1991, quando la neonata rassegna si proponeva come l’nuica in Italia in grado di cogliere quella complessità poliformica […] Da allora un bel pò di nomi si sono alternati sui vari palchi bolognesi. […] L’innegabile senso naif che si sprigiona da esperienze come quelle di “Galleria San Francesco” compensa l’immediatezza nella fruizione di un’opera impressa di spontaneismo. Poche sovrastrutture, sia in fase di costruzione, che in fase di assimilamento, danno il senso di uno spettacolo che antepone la fantasia a tutto il resto, con il rischio di tessere una trama senza rete. Si intromettono ogni sera musicisti di diversa estrazione interrompendo il delirio scenografico dell’opera mobile […] . Caratteristiche che ci auguriamo possano continuare a far parte di un festival che si muove in aree che riescono ancora a offrire gemme preziose e a dar rifugio a specie rare in via di estinzione. (Michele Coralli, Blow Up, luglio 2002)
Intervista. Misha Mengelberg. Entra in scena come un intruso, si aggira nell’area in cui viene eseguita l’opera mobile di Tristan Honsinger, Galleria San Francesco, messa in scena durante l’ultima edizione di “Angelica”, uno dei rari festival italiani dedicati alle musiche eterodosse, tra sperimentazioni e avanguardie. Poi ha inizio la sua incredibile esibizione, candidamente surreale. Stiamo parlando di Misha Mengelberg…
DOMANDA: Ieri per me è stata una sorpresa vederti eseguire una performance come quella all’interno dell’opera di Honsinger. La cosa più straniante è stata sentirti cantare in quel modo quasi infantile, a tratti stonato. La mia domanda un pò provocatoria è: dove hai imparato a cantare? RISPOSTA: Non ho mai imparato a cantare, ma qualche volta lo faccio. In questo caso ho seguito l’idea di Massimo Simonini di mettere in scena una performance cantata. Nel contesto dell’opera mi sono detto che il canto sarebbe stato una parte importante della rappresentazione. (Michele Coralli, Strumenti Musicali, luglio-agosto 2002)
Intervista. Peter Brotzmann
Non capita spesso di incontrare Brotzmann dalle nostre parti […] […] Il nostro appuntamento è avvenuto in occasione dell’ultima edizione di Angelica. DOMANDA: Prima di tutto che impressione hai avuto di questo festival Angelica. E’ la prima volta che vieni qui? RISPOSTA: Si è la prima volta che partecipo ad Angelica. Sono già stato a Bologna, credo vent’anni fa con la Globe Unity Orchestra, se ricordo bene. Ho avuto un’ottima impressione della performance di Tristan Honsinger. Penso che abbia fatto un buon lavoro: la cooperazione che è riuscito a creare tra i diversi musicisti che partecipano al progetto funziona molto bene. DOMANDA: Cosa avete in programma per il concerto di stasera? RISPOSTA: L’ensemble dell’opera inizia la sua esibizione, dopo un pò di tempo io e Hamid (Drake) ci uniamo per poi proseguire da soli. La cosa migliore è che né Tristan, né Massimo Simonini ci hanno dato delle indicazioni restrittive, ma assoluto spazio e libertà per fare la nostra esibizione […] (Michele Coralli, Jukebox all’idrogeno, luglio 2002)
Bologna trova spazi nella “Galleria” multimediale
Lo spontaneo transitare da un quadro all’altro, la verve profusa dai giovani artisti, la mutevole distribuzione spaziale, la carica surreale del tutto, a volte parodistica, hanno reso lo spettacolo coinvolgente, anche se un pò frammentario e ripetitivo per chi ha assistito a tutte le repliche. (Libero Farnè, Musica Jazz, agosto 2002)
Galleria San Frncesco
Galleria San Frncesco è l’opera attorno alla quale ruota l’edizione della rassegan “Angelica”. Per uno dei festival più interessanti d’Italia […] (Flavio Massarutto, agosto 2002)