VOCI DALL’ALDILÀ XII
…una rassegna di film,
un “viaggio nella memoria” su compositori scomparsi che continuano a rimanere tra noi…
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ExtraVoci | Omaggio a Joni Mitchell
dodicesimo anno
Bologna, 23 e 27 ottobre + 3 novembre 2019
un progetto di AngelicA / Centro di Ricerca Musicale
in collaborazione con il
Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna
a cura di Walter Rovere
Inaugurata nel 2004 e giunta alla sua dodicesima edizione, torna la rassegna Voci dall’Aldilà,
promossa da AngelicA | Centro di Ricerca Musicale in collaborazione con il Museo Internazionale
e Biblioteca della Musica di Bologna.
Questa edizione 2019, come sempre curata dal musicologo Walter Rovere, vedrà la proiezione di film dedicati a Jaco Pastorius e Rahsaan Roland Kirk, con un ExtraVoci dedicato a Joni Mitchell (in virtù dell’importante legame professionale con Pastorius – la cantautrice è ampiamente presente anche nel documentario su di lui – ma anche come straordinaria rappresentante della generazione di Woodstock, festival di cui ricorrono i 50 anni e del quale – pur non partecipandovi – scrisse la canzone-manifesto).
Per le proiezioni su Pastorius e Kirk, in prima italiana, i film sono stati tradotti e sottotitolati
appositamente per l’occasione.
Gli appuntamenti con le proiezioni si terranno mercoledì 23 ottobre (Jaco Pastorius) alle ore 20.30 presso il Centro di Ricerca Musicale | Teatro San Leonardo (Via San Vitale 63), poi domenica 27 ottobre (Joni Mitchell) e domenica 3 novembre (Rashaan Roland Kirk) alle ore 17 presso il Museo della Musica (Strada Maggiore, 34).
La rassegna prende il nome da un volume del 1968 di Konstantin Raudive, il più celebre studioso di emissioni audioelettromagnetiche di origine sconosciuta, analizzate e classificate dallo stesso Raudive come voci provenienti da persone scomparse. Analogamente ai processi psicologici inconsci di proiezione e condensazione, che tanta parte hanno nell’interpretazione delle cosiddette EVP (Electronic Voice Phenomena – fenomeni vocali elettronici),
Voci dall’Aldilà accosta ‘voci’ di compositori scomparsi provenienti da ambiti e metodologie musicali diverse; ‘visioni interiori’ che in maniera più o meno evidente, sopra o sotto la soglia della coscienza, continuano a
dialogare con il presente.
mercoledì 23 ottobre 2019 – ore 20.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo
JACO PASTORIUS
(1951- 1987)
Jaco the Film
di Mr. Paul Marchand e Stephen Kijak
(Stati Uniti 2014 – v.o. sott. it., 110′)
prima italiana
con Jaco Pastorius, Robert Trujillo, Flea, Wayne Shorter, Sting, Joni Mitchell, Herbie Hancock, Carlos Santana, Peter Erskine, Lenny White, Jonas Hellborg, Geddy Lee, Al Di Meola, Bootsy Collins
“Jaco al suo meglio definisce il significato della parola jazz“. – Pat Metheny
Ci sono pochi musicisti che abbiano cambiato radicalmente il loro strumento, e ancora meno quelli che siano riusciti a trascenderlo del tutto. Jaco Pastorius (1951-1987) è stato capace di entrambe le cose. Nell’arco del solo anno 1976, l’uscita del suo primo Lp come solista e le partecipazioni parallele a storici album di Weather Report, Pat Metheny e Joni Mitchell, ridefinirono istantaneamente, grazie al suo stile melodico personalissimo, il ruolo del basso nella musica di quegli anni. L’impatto che il suo suono ebbe, trasversale rispetto a barriere di pubblico e generi, si può evincere già scorrendo la lista dei musicisti che partecipano al documentario: sono Robert Trujillo dei Metallica (anche produttore), Flea dei Red Hot Chili Peppers, Bootsy Collins dei Parliament/Funkadelic, Geddy Lee dei Rush, e ancora Joni Mitchell, Wayne Shorter, Herbie Hancock, Peter Erskine, Carlos Santana, Sting, Lenny White, oltre ai familiari e agli amici più intimi, a raccontare la luminosa quanto breve parabola della musica, della vita, e in definitiva della fragilità di un grande talento artistico.
domenica 27 ottobre 2019 – ore 17.00 – Museo Internazionale e Biblioteca della Musica
ExtraVoci
A Woman of Heart and Mind
di Susan Lacy
(Stati Uniti 2003 – v.o. sott. it., 120′)
con Joni Mitchell, David Crosby, Larry Klein, Wayne Shorter, Eric Andersen,
James Taylor, Herbie Hancock, Graham Nash
Attraversando con disinvoltura le barriere tra generi musicali, la carriera di Joni Mitchell è stata guidata da un’integrità artistica esemplare. Dalla giovanile Woodstock, portata al successo da Crosby Stills Nash & Young, fino alle collaborazioni con giganti del jazz come Wayne Shorter, Pat Metheny, Jaco Pastorius e Charles Mingus e ai lavori più recenti (nel 2007, un brano del suo ultimo album prima del ritiro dalle scene ha vinto un Grammy come “miglior performance strumentale”), la sua produzione è stata acclamata tra i risultati più alti della produzione musicale americana. A Woman of Heart and Mind documenta l’enorme successo critico e l’influenza su altri musicisti che Joni ha avuto contro ogni previsione (si contano Björk, Prince, Bob Dylan, Sufjan Stevens, Caetano Veloso e James Blake tra i tanti artisti che hanno ripreso le sue canzoni). Con oltre 40 estratti musicali d’archivio e interviste a suoi collaboratori tra cui David Crosby, James Taylor e Herbie Hancock, questo film racconta per la prima volta la storia straordinaria di una musicista e cantautrice che giustifica pienamente lo status iconico da lei raggiunto.
domenica 3 novembre 2019 – ore 17.00 – Museo Internazionale e Biblioteca della Musica
RAHSAAN ROLAND KIRK
(1935-1977)
The Case Of The Three Sided Dream
di Adam Kahan
(Stati Uniti 2016 – v.o. sott. it., 88′)
prima italiana
con Roland Kirk, Dorthaan Kirk, Steve Turre, Rory Kirk, Charles Mingus, Archie Shepp, Roy Haynes,
Rahn Burton, Michael Max Fleming, Sonelius Smith
“Emozionante, virtuosistico, innovativo e diverso da qualsiasi altra cosa.” – Ira Israel, Huffington Post
Apprezzato ma non pienamente compreso nella sua epoca, Rahsaan Roland Kirk (1935-1977) è stato molto più della spettacolare immagine di un musicista non vedente in grado di suonare tre fiati contemporaneamente.
Autentico uomo-orchestra, solista di grande inventiva e virtuoso della respirazione circolare, con la sua appassionata ricerca di nuove sonorità mediante strumenti modificati e autocostruiti ha anticipato il polistrumentalismo che sarebbe divenuto uno dei terreni privilegiati d’indagine del jazz d’avanguardia degli anni 70; mentre come compositore e arrangiatore ha precorso le attitudini postmoderne in musica, con una strabordante capacità di attingere stimoli da ogni momento della storia jazzistica (ma anche dal soul, dalla classica e dal pop) e di farli propri.
Solista al tenore per Charles Mingus nell’lp Oh Yeah e al flauto per Quincy Jones nell’epocale Soul Bossa Nova (che sarebbe divenuta uno dei brani-simbolo della Lounge Music), Kirk ha lasciato una traccia indelebile del suo suono in Ian Anderson dei Jethro Tull, oltre ad estendere la sua influenza su artisti di generazioni successive e dei generi più disparati che gli renderanno omaggio, dai free-jazz-punk inglesi Rip Rig & Panic a Eugene Chadbourne, da Ken Vandermark a Otomo Yoshihide.
Ricco di elettrizzanti filmati d’archivio di Kirk e della sua musica, di interviste intime e di ispirate sequenze animate, il film di Kahan è uno sguardo coinvolgente sull’uomo che non lasciò che nemmeno la paralisi parziale gli impedisse di perseguire ciò che chiamava “la religione dei sogni”.
Vincitore come “miglior documentario” al Pan African Film Festival 2015.
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