Pour Bruno
Omaggio a Bruno Maderna nel quarantesimo anniversario della scomparsa (1920-1973)
Bologna, 2>9 maggio 2013
§§ realizzato da Fondazione Teatro Comunale di Bologna, Archivio B. Maderna, DMS
dell’Università degli Studi “Alma Mater Studiorum”, Conservatorio di Musica “Giovan Battista
Martini” di Bologna, Fondazione Teatro Rossini di Lugo; in collaborazione con AngelicA, Centro Tempo Reale – Firenze, CEMAT
giovedì 2 maggio 2013 – dalle ore 9.30 alle 18 – Università UNIBO / Salone Marescotti – BOLOGNA §§
> Pour Bruno (1)
GIORNATA DI STUDI – Archivio B. Maderna direzione scientifica
ore 9.30 – 13
Bruno Maderna nella cultura italiana del dopoguerra
Rossana Dalmonte moderatore
relazioni di:
Paolo Soddu (Università di Torino)
Fra eredità totalitaria e società plurale: le basi della democrazia repubblicana
Niva Lorenzini (Università di Bologna)
“Agglutinati all’oggi”. Musica e poesia alla svolta degli anni Cinquanta
Massimo Martignoni (Nuova Accademia di Belle Arti di Milano)
Italy builds: architettura, design e arti figurative dalla ricostruzione al boom
economico
discussioni di Gian Mario Borio (Università di Pavia), Veniero Rizzardi (Università di Venezia)
ore 14.30 – 16
Il teatro di Maderna
Nicola Verzina moderatore
relazioni di:
Giorgio Pressburger
La mia collaborazione con Maderna
Veniero Rizzardi (Università di Venezia)
Il teatro radiofonico di Maderna
ore 16 – 18
Mario Baroni
Presentazione, ascolto e discussione di Hyperion IV di Bruno Maderna
Restauro del nastro a cura di Sergio Canazza
(Centro di Sonologia Computazionale dell’Università di Padova)
dibattito conclusivo
giovedì 2 maggio 2013 – ore 21 – Teatro Rossini – LUGO §§
venerdì 3 / sabato 4 maggio 2013 – dalle ore 18 – Teatro Comunale – BOLOGNA §§
> Pour Bruno (2, 3)
ore 18 – venerdì 3 maggio – Rotonda Gluck – BOLOGNA
Proiezione di documenti audiovisivi sulla vita e l’opera di Bruno Maderna
a cura dell’Archivio B. Maderna
presentazione di Gisella Belgeri
ore 21 – giovedì 2 maggio – Teatro Rossini – LUGO;
ore 20 – venerdì 3 maggio – Sala Bibiena – BOLOGNA;
ore 20 – sabato 4 maggio – Sala Bibiena – BOLOGNA
Bruno Maderna (Italia, 1920-1973)
Venetian Journal (1972); per tenore, orchestra e nastro magnetico;
testo di J. Boswell
Saverio Bambi tenore
Don Perlimplin (RAI, 1961); opera radiofonica da F. G. Lorca;
rappresentazione in forma di concerto
Marco Angius direttore; Gianni Marras mise en espace
con Patrizio Roversi (speaker); Devis Mariotti flauto (Don Perlimplin);
Syusy Blady (Marcolfa, due folletti); Sonia Bergamasco (Belisa, due folletti);
Quartetto di Sassofoni della Scuola di Fiesole (la suocera);
Marco Angius (direttore)
Orchestra del Teatro Comunale di Bologna
Marco Angius direttore
Francesco Giomi, Damiano Meacci: regia del suono, live electronics
musiche di Bruno Maderna
lunedì 6 maggio 2013 – ore 19 – Conservatorio “G. B. Martini” / Sala Respighi – BOLOGNA §§
> Pour Bruno (4)
DIMENSIONI MADERNA
presentazione di Lelio Camilleri
Bruno Maderna (Italia, 1920-1973)
Dimensioni n. 2 – Invenzione su una voce (1960);
musica elettronica e voce femminile su fonemi di H.G. Helms
Syntaxis (1957); musica elettronica
Continuo (1958); musica elettronica
Musica su due dimensioni (1957); per flauto e nastro magnetico
Annamaria Morini flauto; Marco Costa, Stefano Diso: regia del suono
musiche di Bruno Maderna
giovedì 9 maggio 2013 – ore 21 – Conservatorio “G. B. Martini” / Sala Bossi – BOLOGNA §§
> Pour Bruno (5)
Bruno Maderna (Italia, 1920-1973)
Cinque Danze (Franz Schubert/Bruno Maderna); per orchestra
Composizione N. 2 (1950); per orchestra
Luigi Sammarchi (Italia, 1962)
Sydereus…canto della lontananza – sonetto a Orfeo I XXIII (2011);
per flauto, oboe, clarinetto, fagotto, tromba, trombone, archi
Bruno Maderna (Italia, 1920-1973)
Amanda (Serenata VI) (1966 ); per orchestra
Fabrizio De Rossi Re
Spaventati dalla tempesta (1992); per orchestra
Orchestra del Teatro Comunale di Bologna
Elia Corazza direttore
musiche di Bruno Maderna, Luigi Sammarchi, Fabrizio De Rossi Re
* * *
È probabile che non tutti gli ascoltatori interessati alle musiche d’oggi sappiano chi era Bruno Maderna, che morì ancora giovane quarant’anni fa. Durante la sua vita era sempre stato sulla cresta dell’onda, oggi purtroppo lo è un po’ meno. È stato conosciuto pubblicamente fin dagli inizi della vita, anzi c’è da pensare che il suo esordio sulla scena musicale, quando aveva sei o sette anni e suonava nelle osterie del veneto con l’orchestrina del padre, abbia segnato il suo destino e la sua fantasia. Certo, da adulto, è stato soprattutto un musicista di frontiera, o d’avanguardia, come allora si diceva, ma nessuno dei suoi colleghi coltivò per tutta la vita, come lui seppe fare, il gusto per la musica del quotidiano: nessuno scrisse tanto jazz, tante canzoni, musiche da film, musiche per la radio, per il teatro, e pochi coltivarono con tanto gusto il piacere del far musica, di metter le mani nel suono. È fantastico vederlo in qualcuno dei numerosi documentari che lo ritraggono mentre dirige l’orchestra e insegna agli strumentisti (magari parlando in dialetto veneziano, quando può farlo) che suono debbano ottenere dai loro strumenti: glielo spiega con la voce, con le dita, con la faccia, con tutto il corpo. Non per niente negli ultimi vent’anni era diventato uno dei più famosi direttori d’orchestra del mondo.
La sua creatività musicale fu sempre divista fra due orientamenti in contrasto. Da un lato egli amò svisceratamente la sperimentazione: lavorando, insieme a Berio, alla RAI di Milano, inventò la musica elettronica italiana e per qualche anno immaginò che in quel contesto si sarebbero giocati i destini musicali del futuro. E non era poi tanto lontano dal vero. Con altri colleghi credette negli anni Cinquanta che la nuova musica dovesse buttare all’aria tutte le tradizioni che in Europa erano state faticosamente costruito negli ultimi quattro o cinque secoli. Sperimentare voleva dire cercare, anche con l’aiuto della fisica e della matematica, nuovi rapporti fra i suoni, e abituare l’orecchio ad accettarli. E infatti prima di varare una composizione scriveva pagine e pagine di schizzi cercando combinazioni sonore inedite. All’Archivio Maderna di Bologna se ne conservano più di 5000 fogli. D’altro canto però egli conservò sempre anche un’idea del tutto diversa: la musica che scriveva doveva raggiungere non solo la mente, ma anche le viscere dei suoi ascoltatori, non doveva essere solo nuova e sorprendente, ma anche commovente. In una delle versioni del suo Hyperion, si assiste allo scontro fra un poeta che vorrebbe parlare al cuore della gente, e una “macchina puttana” costruita scientificamente e capace di distruggere sistematicamente tutto ciò che incontra.
Questo era Maderna. E ci si potrà chiedere: ma allora che voleva? Tutto e il contrario di tutto? Così è infatti. Una delle sue dichiarazioni più note riguarda la coerenza. Egli la avversava con tutta la cordialità e l’umorismo di cui era capace: la considerava una delle insidie più pericolose per la vita dell’uomo, e soprattutto dell’uomo moderno. Il mondo cambiava ogni giorno. E cosa c’era di più bello che abbandonarsi a questi cambiamenti? Che sperimentare tutto lo sperimentabile? Questo era capire il mondo. Questo ci ha lasciato in eredità l’opera di Bruno Maderna. Le celebrazioni di quest’anno non sono affatto un rituale funebre. Possono ancora insegnare molte cose utili, perché Maderna aveva la vista lunga.
Mario Baroni
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