giovedì 14 dicembre 2023 – ore 19.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo
JOHN CAGE> ALVIN CURRAN
Take the Cage Train – Boletus Edulis – musica pendolare di Lino Greco (Italia 2023, 100’)
prima assoluta
con Alvin Curran, Tristan Honsinger, Joan La Barbara, Philip Corner, Antonio Borghini, Alberto Capelli, Eugenio Colombo, Marco Dalpane, Edoardo Marraffa, Lullo Mosso, Fabrizio Puglisi, Enrico Sartori, Beppe Scardino, Vincenzo Vasi, Luca Venitucci, Banda Roncati, Banda Giuseppe Verdi di Riola, Banda Giuseppe Verdi di Porretta Terme, Corpo Bandistico Gaggese, Banda Bignardi, Coro Arcanto
con la partecipazione del Gruppo vocale Calicante, Coro “i Biasanòt”, Traversidanza, Classe quinta-A della Scuola Elementare Romagnoli di Bologna, degli alpini, e centinaia di musicisti e comparse sul treno e nelle stazioni e luoghi percorsi dal treno, …
e con Tito Gotti, Oderso Rubini, Massimo Simonini, …
una produzione di AngelicA, realizzato con il contributo di Viralissima, il festival musicale digitale ideato dall’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna e realizzato in collaborazione con Ater Fondazione e LepidaTV
introduzione – incontro con Alvin Curran, Lino Greco, Oderso Rubini, Massimo Simonini
anniversari multipli!
Take the Cage Train
1978 > 2008 – 30 anni de Il Treno di John Cage
1978 – Il Treno di John Cage – Alla ricerca del silenzio perduto – tre escursioni per treno preparato
2008 – Boletus Edulis – musica pendolare di Alvin Curran
2023 – 45 anni de Il Treno di John Cage, 15 anni de Il Treno di Alvin Curran
in occasione del compleanno – 85 anni il 13 dicembre 2023 – di Alvin Curran e dei 14 anni di VOCI DALL’ALDILÀ – un “viaggio nella memoria”
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Il Treno di John Cage, un “concerto per treno preparato” sulle tratte Bologna- Porretta/Ravenna/Rimini del ’78, è rimasto nella memoria non solo come uno tra i progetti musicali più importanti mai organizzati in Italia, ma dell’intera carriera del compositore. Nel 2008 il festival AngelicA ha commissionato al compositore americano Alvin Curran, che era stato studente e amico di Cage, un’“impresa impossibile”: un omaggio-reinvenzione dell’evento per il suo trentennale – due performance itineranti di sette ore e mezza per treno e le stazioni di sei città, che videro incrociarsi centinaia di musicisti, composizioni originali e brani di repertorio, improvvisazioni soliste e collettive, bande municipali di paese e tre cori, il tutto immerso tra le voci, il “rumore” e il caos (non) organizzato di una gita in treno e di una festa di paese. Il documentario di Lino Greco Take the Cage Train presenta video, fotografie e testimonianze dirette di protagonisti di entrambi gli eventi, e viene presentato in prima assoluta per l’85esimo compleanno di Alvin Curran.
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a cura di Walter Rovere
ExtraVoci nell’ambito di VOCI DALL’ALDILÀ XIV
(quattordicesimo anno – seconda parte – 10 e 24 novembre + 14 dicembre 2023) e delle attività della Scuola di Musica Angelica
Biglietti
5€
Prevendite
www.boxerticket.it
Luogo
Centro di Ricerca Musicale
Teatro San Leonardo
Via San Vitale 63
Bologna
TAKE THE CAGE TRAIN
Nel 1978 John Cage era una figura discussa ma già leggendaria, che aveva rivoluzionato più volte le concezioni e le modalità del fare musica nel corso dei decenni precedenti; ma il Treno di John Cage è rimasto nella memoria non solo come uno tra i progetti musicali più importanti mai organizzati in Italia, ma dell’intera carriera del compositore.
L’evento nacque da un’idea di Tito Gotti, allora direttore di una rassegna denominata “Feste Musicali a Bologna”.
Cage nel ’67 aveva organizzato il suo primo Musicircus, che definì come “nient’altro che l’invito a un numero qualsiasi di musicisti a eseguire contemporaneamente qualsiasi cosa in qualsiasi modo lo desiderino nello stesso spazio.”
Gotti scrisse a Cage nel marzo ’77, spiegando che il concept delle feste Musicali era di “creare un rapporto tra manifestazione musicale, comunità e territorio”, e gli propose l’idea di un “Circo Musicale” per treno sulle tratte tra Bologna, Porretta, Ravenna e Rimini.
Tornato in Italia nel dicembre ’77, per il celebre e contestatissimo concerto Empty Words al Teatro Lirico di Milano, e per fare con Gotti un viaggio-sopralluogo sul Bologna-Porretta, Cage definì il progetto nei dettagli, battezzandolo “Il treno di John Cage – Alla ricerca del silenzio perduto. 3 escursioni su un treno preparato, variazioni su un tema di Tito Gotti, di John Cage con l’assistenza di Juan Hidalgo e di Walter Marchetti“.
Lo spiegò così a un inviato della Cramps:
“È molto semplice: di solito noi abbiamo le sale da concerto fatte apposta per tenere la musica lontana, libera dalle influenze di tutte le altre musiche che ci sono fuori. Nel circo musicale invece di isolare la musica, cerchiamo di portare al pubblico quanta più musica possibile tutta insieme, in ogni espressione perché anche i suoni della vita quotidiana sono musica, compresi quelli dei treni.”
“Ogni partecipante si confronterà con un prodotto artistico non finito, complesso; come passeggiare in un bosco: ci sono tante cose da guardare, e ciascuno può avere un ruolo diverso ed una propria esperienza personale. Nel mio caso, ognuno sarà in grado di scegliere e cambiare il proprio ruolo semplicemente spostandosi.“
Il programma si svolse il 26, 27 e 28 giugno 1978, e prevedeva “interventi strumentali, vocali, gestuali e visivi” di artisti, performer e musicisti (tra essi Demetrio Stratos, Marcello Panni, Gianfranco Baruchello, Esther Ferrer, ecc), che si distribuivano, come solisti o ensemble, nei vagoni tra i viaggiatori e che “una volta lì suonavano di tanto in tanto qualche pezzo che conoscevano a memoria”.
Ogni carrozza era dotata di altoparlanti collegati a microfoni che captavano i rumori all’esterno (le ruote sui binari ecc) e quelli al suo interno (scricchiolii, cigolii ecc.). Ad ogni fermata, due diversi set di altoparlanti posti esternamente sul tetto di ogni carrozza riversavano verso le banchine delle stazioni i suoni provenienti da una serie di cassette, che erano state preparate da Hidalgo e Marchetti negli studi della Harpo’s Bazaar (poi Italian Records) assieme a Oderso Rubini; un set di nastri conteneva suoni ambientali registrati alla Stazione di Bologna; l’altro, registrazioni tipiche delle località in cui sostava il treno, contenenti i rumori e i suoni, “musicali” e non, della vita quotidiana delle persone che le abitavano (esempi dei campioni montati erano “Dialoghi tra zoccoli, pescatore e bicicletta“, “Colpi di martello e spruzzi di vapore“…).
In un vagone a metà treno, un certo numero di registratori a cassette era disponibile per il pubblico, che veniva informato della sua libertà di avviare, fermare e cambiare le cassette durante le soste-happening.
Ad accogliere il convoglio in ogni stazione, c’erano “tanti improvvisatori, singoli musicisti o gruppi rappresentativi della vita dei luoghi e della sua cultura, quanti se ne trovino disposti a suonare simultaneamente”. Alla ripartenza del treno, chi voleva, poteva poi salirci per continuare a suonare, cantare o danzare.
Fu un evento colossale e visionario, che lo stesso Cage giudicava irripetibile altrove: “Non sarà facile trovare altri paesi europei preparati a questo tipo di operazione culturale, e non per un fatto di rotaie, ma di disponibilità alla fantasia della gente“.
Ma che – Cage aveva intuito giusto! – solo a Bologna infatti si riuscì a ripetere, nel 2008 grazie ad AngelicA, che ne commissionò un omaggio-reinvenzione ad Alvin Curran. Un musicista che era stato studente, collaboratore e amico di Cage, e che seguì percorsi personali anche diversissimi da quelli del suo mentore: ma non nuovo al coinvolgimento di volontari (adulti e bambini) e di musicisti di differenti abilità per la creazione di esperienze social-musicali (come per le “Sound Pool” di Musica Elettronica Viva, che attorno al ’68 invitavano il pubblico a “portare i propri suoni da gettare nella Fonte Sonora”), così come da sempre interessato a esperimenti di “orchestrazione dello spazio” che mettano i suoni in relazione diretta con gli ambienti circostanti (dalle pendici dell’Etna alle cave di tufo di Matera, alla sua serie di “Riti Marittimi”, passati dal coinvolgere 50 musicisti in barca a remi nel laghetto di Villa Borghese a Roma, a concerti per suoni naturali, musicisti e le sirene da nebbia di decine di navi nei porti europei e lungo le sponde del Danubio).
Anche se forte di questo curriculum, Curran si trovò comunque a passare dall’omaggio, minimale e poetico, che aveva dedicato al suo maestro pochi anni prima (Gardening with John, un’installazione consistente in una piccola capanna per gli attrezzi da giardino, all’interno della quale c’erano dei funghi secchi e si poteva ascoltare Erat Verbum John, un suo collage audio basato sulla risata di Cage, estratta dalle conversazioni radiofoniche tra Cage e Morton Feldman) a un evento su scala enorme: Boletus Edulis – Musica Pendolare, due performance itineranti di sette ore e mezza di durata, attraverso 120 chilometri e sei città.
“Un’impresa,” scrisse Curran nel programma, “un po’ come 200 anni fa ricevere l’incarico di riscrivere la 3a Sinfonia di Beethoven. Perciò chiaramente non riscriverò nulla, ma creerò un nuovo lavoro da zero – a modo mio – nella e sulla stessa linea che Cage delineò 30 anni fa.“
L’incipit, in luogo dell’orchestra di 23 strumenti che suonò Etcetera di Cage prima della partenza nel ’78, fu un flash mob nell’atrio della stazione da parte di “un gruppo di guerriglieri urbani dell’armonica a bocca“, i cui suoni avrebbero suggerito agli ignari passanti “l’invito a salire a bordo di un treno diretto verso una località intergalattica non meglio specificata.”
Da qui iniziava un viaggio esperienziale nel corso del quale si succedevano e/o si scontravano liberamente composizioni originali e brani di repertorio, improvvisazioni in solo o di gruppo, bande municipali di paese e tre cori (magico il loro incontro collettivo nella chiesa di Alvar Aalto a Vergato), il tutto immerso tra le voci, il “rumore” e il caos (non)organizzato di una gita in treno e di una festa di paese.
“Questa semplice corsa in treno, la cui destinazione è un piatto di risotto ai funghi porcini, non è un viaggio in treno, ma il sogno di alieni contemporanei che vogliono commemorare il mitico evento di Cage di 30 anni fa”, annunciava Alvin (indimenticabile fu a questo proposito la sosta in una stazione con gli Alpini a offrire appunto piatti di funghi, accompagnandoli coi loro canti; un cui verso diceva “sentivo i sassi a rotolar” – traducibile in inglese come, “I heard the Rolling Stones”!); “nel periodo pauroso ma pur sempre progressista della fine degli anni 70 in Italia, un’intera città, un’intera provincia e regione poterono organizzare un assurdo e meravigliosamente brillante concerto su un treno pendolare – un concerto per tutti e di tutti! Dove altro un simile evento populista-d’avanguardia avrebbe potuto aver luogo? Da nessuna parte… allora come oggi, il concerto sul treno Bologna – Porretta Terme è IL concerto per la fine dei tempi, la fine della migrazione urbana, la fine del lavoro, la fine della sofferenza e l’inizio di una nuova era di comprensione collettiva e di (armoniosa) azione sociale corretta spontaneamente.
In tempi come questi come si può essere così ottimisti, mi chiederete? Be’, PRENDETE IL TRENO DI CAGE e lo scoprirete…”
Tra i partecipanti sul treno e attorno alle stazioni, noti musicisti della scena bolognese e internazionale come Eugenio Colombo, Tristan Honsinger, Vincenzo Vasi, Edoardo Marraffa, Marco Dalpane; una “banda di strada” (Banda Roncati) e le Bande Municipali di Porretta, Riola, Gaggio Montano, Monzuno; i cori Arcanto, “i Biasanòt” e Calicante; e la compagnia Traversidanza di Silvia Traversi.
Ma il programma di Take the Cage Train non si esauriva con le performance itineranti del 31 maggio e 1 giugno; ogni sera proseguiva al Museo d’Arte Moderna di Bologna con il FontanaMIXensemble e la danzatrice Brittany Fridenstine, che eseguirono Seven-Two e Variations III di Cage; e due giorni prima, il 30 maggio si inaugurò sempre al Mambo una mostra di foto, video, documenti inediti e installazioni (di Carlo Capelli e Lelli&Masotti), e venne presentato il libro Alla ricerca del silenzio perduto (Baskerville) con fotografie, testi e 3 cd e un dvd sull’evento del ’78. Nel pomeriggio, si svolse Take the Little Cage Train, una performance di bambini della classe quinta-A della scuola Elementare Romagnoli di Bologna; e la sera, un eccezionale concerto per soli e trio di Philip Corner, Joan La Barbara e Alvin Curran.
Il film di Lino Greco, presentato in prima assoluta in occasione dell’85esimo compleanno di Curran, è riuscito a riassumere questo coacervo magmatico e spettacolare in 100 minuti di montaggio serrato, accostando ai video e alla documentazione fotografica del 2008 (tra i passeggeri ritratti si riconoscono anche Nanni Balestrini e Luigi Ontani) interviste contemporanee realizzate con Curran, Oderso, Simonini e con il Maestro Tito Gotti, ora 96enne.
Walter Rovere
Compositore, performer, creatore di installazioni sonore, scrittore, e insegnante, nato nel 1938 a Providence, Rhode Island, Alvin Curran ha studiato composizione con Ron Nelson, Elliott Carter e Mel Powell. A Roma ha fondato nel 1966 lo storico gruppo d’improvvisazione Musica Elettronica Viva con Richard Teitelbaum, Frederic Rzewski, Ivan Vandor e Alan Bryant, esistito in varie incarnazioni per 50 anni. Tra i suoi incontri più significativi dei primi anni a Roma vi fu quello con Giacinto Scelsi, che finanziò l’etichetta Ananda che produsse i suoi primi due album come solista, Canti e Vedute del Giardino Magnetico e Fiori Chiari Fiori Oscuri. Dal 1975 al 1980 ha insegnato improvvisazione vocale presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma, e dal 1991 è titolare della cattedra Milhaud di composizione al Mills College di Oakland, in California. La sua musica, dalle opere da camera alla radio-art, al teatro ambientale su grande scala alle performance soliste, abbraccia tutti i suoni, tutti gli spazi e tutte le persone. Ha composto opere per solo piano (incise da Ursula Oppens, Frederic Rzewski, Yvar Mikhashoff, Daan Wandewalle, Reinier van Houdt) ma anche per sassofoni (Electric Rags II per il ROVA), e per ensemble multipli, come per la sinfonia Crystal Psalms che unì in modo sincrono e simultaneo 300 musicisti europei trasmessi da sei emittenti radiofoniche di sei città europee e i Maritime Rites, un progetto risalente agli anni settanta che ha acquistato varie forme nel corso degli anni, da concerti in piccoli laghi cittadini, con musicisti distribuiti su barche a remi, a concerti per suoni naturali e sirene di navi ancorate nei porti di grandi città.
Ha suonato e inciso tra gli altri, con Steve Lacy, Maria Monti, Andrea Centazzo, Evan Parker, Domenico Sciajno, Cenk Ergün, Paolo Tofani, Sergio Armaroli, Giancarlo Schiaffini, Jon Rose, Massimo Pupillo, Urs Leimgruber, Fabrizio Spera.
Tra le sue opere recenti ci sono Toss And Find per la Trisha Brown Dance Company (2011); Maritime Rites New York per bande di ottoni su barche a remi (2012); The Book Of Beginnings per orchestra, orchestra giovanile, due pianoforti meccanici e app (2015); Missteps: About Five of Them (2020), per piccolo ensemble, commissione di Bang On a Can Allstars; Era Ora 1982–2018, installazione per Yamaha Disklavier sospeso e file digitale, Bristol, 2022; Achim Freyer Trifft Don Giovanni am Checkpoint Charlie, opera radiofonica per Deutschlandradio, 2022.
Al suo lavoro è stato dedicato il libro Alvin Curran: Live in Roma, a cura di Daniela Tortora (Die Schachtel, 2010), mentre The Alvin Curran Fakebook, un compendio illustrato di brani annotati, è stato pubblicato nel 2015.
Per AngelicA ha creato appositamente i progetti Toto Angelica (2001) concerto-ritratto della storia dei primi 10 anni del festival; Take the Cage Train – Boletus Edulis (2008), per il trentennale del Treno di John Cage; SMISTAMENTI GENERALI (2012), concerto per bande cittadine multiple e cori in Piazza Maggiore e Basilica di San Petronio, per il centenario della nascita di Cage; A banda larga, sinfonia di strada per banda, orchestra elettronica, musicisti ambulanti e gran-solista (2018). Sempre per AngelicA ha scritto due composizioni per orchestra: Symphony 1.1 (2012) e
Book Of Beginnings (2016 – estratto – versione scritta per AngelicA del 2018) entrambe eseguite dall’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Tonino Battista.
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