mercoledì 19 e giovedì 20 dicembre 2018 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo
UNA BALLATA PER BOLOGNA
incontro, laboratorio e concerto con Giovanna Marini
…due giorni per assorbire concetti del linguaggio musicale della tradizione orale, proporre un modo di cantare alcuni canti contadini detti “modi” – perché non sono “canzoni” e nella tradizione orale è il poeta che canta usando uno dei tanti suoi “modi” tradizionali – e per ascoltare le mie due ultime ballate, scritte nel 2018… Giovanna Marini
> mercoledì 19 dicembre – dalle ore 17 alle 21
e giovedì 20 dicembre – dalle ore 17 alle 19
laboratorio con Giovanna Marini
iscrizioni aperte da settembre 2018
> giovedì 20 dicembre ore 20.30
concerto con
Giovanna Marini voce, chitarra acustica
e le voci dei partecipanti al laboratorio
coordinamento Gloria Giovannini, Giovanna Giovannini
a cura di Giovanna Marini
informazioni e iscrizioni:
t 340.5941213
info@aaa-angelica.com
Biglietti concerto
12€ – ridotto7€
ridotto 7€ per studenti dell’Università di Bologna e del Conservatorio G. B. Martini Bologna
Ballata per Bologna
Devo dirvi che a un certo momento si sente il bisogno di tirare le somme di un’attività di 58 anni e mettere qualche punto fermo e riconoscere che a chi ha dato si deve dare.
Ora mi rendo conto, dopo una bella telefonata di cui a volte si ha bisogno per decidere se andare avanti o no, che il Festival AngelicA mi ha dato molto, ci ha dato molto, perché eravamo in quattro e tutte e quattro, andando a cantare a Bologna e dintorni sotto l’egida intelligente e stimolante dei due creatori del Festival, Massimo Simonini e Mario Zanzani, ci siamo divertite, sentite, capite, eccitate dal successo ed è così che la vita procede, grazie agli incontri.
Quindi, dietro i vari stimoli che mi arrivavano, son riuscita a continuare a scrivere, pensare musica, inventare parole e suoni, vivere nel mondo del suono organizzato che è anche un magnifico rifugio per i tempi bui.
Ora perché tenere questo mondo così bello e misterioso solo per me?
Volentieri vengo a Bologna, al San Leonardo, altro luogo che mi parla di suoni, di teatro e di persone belle come la luce, piene di poesia e di voglia di dare e fare arte, come il grande, indimenticabile Leo De Bernardinis che nel suo San Leonardo viveva circondato dai suoi fantasmi buoni e sempre molto significanti.
Mi pare proprio fosse nel 2014, o giù di lì, che eseguimmo con le sorelle Giovannini e il loro Coro Arcanto uno dei due ultimi lavori fatti insieme: Te Deum per un amico, e cioè per Giuseppe Bertolucci, magnifico amico di tutta una vita.
Mi sento onorata di venire come piccola appendice alla splendida mole di eventi del teatro (eventi e teatri che oggi purtroppo stentano a vivere) e passare due giorni con chi ha voglia di respirare un po’ di suono e musica con me.
Una ballata per Bologna attingerà da tanti canti e musiche che mi accompagnano…
Giovanna Marini (18 agosto 2018)
Il canto popolare
Vi vorrei dire che il canto popolare serve per una cosa, per imparare meglio la musica. Quando ho incontrato il canto popolare venivo da un mondo solamente musicale. Erano anni che facevo solo musica al conservatorio: studi approfonditi sulla musica. Quando ho ascoltato un canto contadino ho sentito che mi mancava completamente tutta una fascia di sapere musicale. Mi son detta: “Ma dove son stata fino adesso, ma possibile che nessuno mi abbia mai insegnato tutto questo?”. Quando voi sentite un timbro come quello di Bruno Fontanella in “Pellegrin che vien da Roma” e dite “Questo non ha studiato canto lirico”, allora da dove gli viene questa voce? Ad imitazione di qualche cantante che ha sentito? O gli viene dalla sua famiglia? È una cosa genetica, tutte le voci sono genetiche. C’è chi nasce con la voce già impostata, con un “imposto” diverso da quello lirico, perché quello lirico si propone di superare la fossa dell’orchestra e arrivare a grandi volumi.
Fontanella, quando l’ho sentito la prima volta insieme a Delio Chittò a Spoleto nel ’64, aveva una voce che tagliava l’aria. L’atmosfera sonora che ci circonda, che è sempre piena di fruscii, movimenti, la tagliava e andava al bersaglio. E mi son detta, “Come mi piace questa voce!”. Poi sono andata a sentire dei canti popolari. E sempre dicevo “Ma che hanno queste voci? Ma è possibile? Ciò che si canta sono quattro note, messe in fila, niente di interessante. Eppure è il colore di queste voci che mi smuove dentro, mi dà un’emozione che non ho mai provato”. Allora ho cominciato a pormi queste domande e per rispondere ho imparato un sacco di cose. A questo serve la musica: a dare risposte. La musica è astrazione e noi abbiamo tutto un mondo fatto di astrazioni dentro di noi, che non sappiamo esprimere, ma con la musica questo esce fuori.
Credo che ognuno di noi abbia il diritto di sapere quanto ci può dare la Musica Popolare detta meglio Musica di Tradizione Orale; è importante saper distinguere l’orale dallo scritto quando si parla di musica, oralmente con la voce si può sconfiggere lo scritto, nel senso che molti suoni sono inscrivibili, mancano i segni per indicarli, ma sono cantabili e anche cantabili con grande piacere.
Ne parleremo, e ne canteremo!
Giovanna Marini (18 agosto 2018)
Giovanna Marini
Nata a Roma in una famiglia di musicisti, Giovanna Marini si diploma in chitarra classica al Conservatorio di Santa Cecilia nel 1959 e si perfeziona con Andres Segovia. Di seguito suona per qualche anno il liuto con il “Concentus Antiqui” del Maestro Quaranta. All’inizio degli anni Sessanta incontra un gruppo di intellettuali fra cui Pier Paolo Pasolini, Italo Calvino, Roberto Leydi, Gianni Bosio e Diego Carpitella e scopre il canto sociale e la storia orale cantata. Nel 1964 il “Bella Ciao”, spettacolo di canto politico e sociale, dato a Spoleto con grande scandalo per il pubblico chic del festival, le dà la possibilità di cantare e raccogliere canti popolari in giro per l’Italia, nelle situazioni incandescenti degli anni Sessanta.
Partecipa allora al “Nuovo Canzoniere Italiano” cantando con i gruppi formati per l’occasione da cantautori politici come Ivan Della Mea, Gualtiero Bertelli, Paolo Pietrangeli, ma anche cantanti contadini come Giovanna Daffini (ne impara l’emissione vocale e il repertorio), il Gruppo di Piadena, i Pastori di Orgosolo con il poeta Peppino Marotto (da cui impara l’arte del racconto, dell’improvvisazione) e da tanti altri cantori e cantastorie a cui deve sempre molto. Con l’Istituto Ernesto De Martino, Giovanna Marini porta avanti la raccolta di canti di tradizione orale e il loro studio e trascrizione, inventando a questo scopo un sistema di notazione musicale. Questo suo lavoro di trascrizione e poi d’arrangiamento le permetterà in seguito di trasportare la memoria cantata sul palcoscenico.
Continuando la ricerca musicale e il suo impegno negli spettacoli e iniziative del “Nuovo Canzoniere” come per il “Ci ragiono e canto” di cui Dario Fo cura la regia, cresce il suo gusto del teatro, dell’affabulazione teatrale, dello stare in scena. E nel 1965 incomincia a comporre lunghe ballate che raccontano la sua esperienza e che interpreta sola in scena accompagnandosi con la chitarra, non avendo la possibilità di usare altre voci e altri strumenti: da “Vi parlo dell’America” nel 1965 a “L’eroe” nel 1974.
Nel 1974, con un gruppo di musicisti anch’essi provenienti da percorsi non tradizionali, fonda la Scuola Popolare di Testaccio a Roma. Qui trova finalmente musicisti con cui suonare: Giancarlo Schiaffini, Michele Iannaccone ed Eugenio Colombo, per i quali scrive – oltre che per cinque voci – “La grande madre impazzita” nel 1979. Da quel momento affronta la scrittura per strumenti e voci: “Il regalo dell’imperatore” nel 1983, opera per banda, coro, solisti e percussioni; il “Requiem” nel 1985 per due cori, contrabbassi, ottoni, fagotto, due archi solisti e voci liriche e l’oratorio “La déclaration des Droits de l’Homme” per il bicentenario della rivoluzione francese nel 1989.
Parallelamente al suo sviluppo di compositore, Giovanna Marini ha sempre continuato l’insegnamento dell’etnomusicologia applicata al canto di tradizione orale italiano presso la SPMT e dal 1991 al 2000 anche presso l’Università di Paris VIII – Saint Denis, oltre che in numerosi seminari in Italia e all’estero.
Nel 1976 crea il Quartetto Vocale, per il quale compone da allora le “Cantate” e con il quale si esibisce in concerti e tournées in Italia e all’estero: dalla Cantata “Correvano coi carri” alle recenti “Sibemolle” o “La Cantata del secolo Breve” presentata al Théâtre de Vidy nel 2001.
I concerti del Quartetto Vocale sono il compimento di tutte le esperienze musicali di Giovanna Marini: ricerca sui canti di tradizione orale, insegnamento, composizione strumentale e vocale, scrittura individuale e collettiva.
La sua intensa attività musicale l’ha portata anche a comporre per il cinema, per registi come Loy, Maselli, Pietrangeli, Ricci-Lucchi/Gianikian; e per il teatro, fra cui Le Troiane di Euripide, per la regia di Thierry Salmon (Premio Ubu 1988, coproduzione festival “Orestiadi di Gibellina”, Frauen Festival di Amburgo, Festival di Avignone, e Teatro di Napoli di Mario Martone); le due “Antigone”, per il regista tedesco Hans-Günter Heyme nel 1995 e per il francese Patrice Kerbrat nel 2000; I Turcs tal Frioul di Pier Paolo Pasolini, regia di De’ Capitani, prodotta del teatro dell’Elfo e della Biennale di Venezia (1996); L’Orestiade (1997) di Eschilo, diretta di Franz Marejnen al teatro Reale Fiammingo di Bruxelles; le musiche per il dramma di Buchner Woyzeck per la regìa di Gian Carlo Cobelli (2003); La ballata del carcere di Reading di Oscar Wilde, con l’attore Umberto Orsini (2006); La Fabbrica su testo di Ascanio Celestini per il Théatre de Vidy di Losanna (2008/9). Compone inoltre numerosi oratori, poemi sinfonici e opere fra cui: “Pour Pier Paolo” dodici liriche dalla “Meglio Gioventù” di Pasolini, per cinque strumenti e cinque voci (Festival d’Automne di Parigi 1985), “Concerto per Leopardi” per il bicentenario della nascita di Leopardi nel 1996 e “La Bague Magique” per la regia di Jean-Claude Berutti (all’Opera di Nancy e al Théâtre du Peuple di Bussang nel 1999).
Nel 2002 incide con Francesco De Gregori il disco Il Fischio del Vapore che ottiene un numero di vendite eccezionale vincendo il Disco di Platino. Successivamente incide, con produzione di De Gregori, Bongiorno e bonasera portato in tournée con il gruppo jazz “Animali marini”, e un terzo disco, Passioni, assieme al suo Quartetto Vocale.
Prosegue l’insegnamento alla Scuola Popolare di Musica di Testaccio, i viaggi collettivi di testimonianza nei luoghi in cui ha fatto ricerca, i concerti in Italia e all’estero.
La storia di Giovanna Marini con AngelicA inizia fin dalla prima edizione (1991) per la quale si esibisce con il Quartetto Vocale. Con il festival ha poi iniziato un’importante collaborazione con il Coro Arcanto sotto la direzione di Gloria Giovannini, che ha fruttato tra l’altro commissioni di prime assolute come Le ceneri di Gramsci (novembre 2005, 30° anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini), la coproduzione Sono Pasolini (ottobre 2015, per il 40° anniversario), e la prima assoluta di Te Deum per un amico (dicembre 2015), dedicato a Giuseppe Bertolucci.
Giovanna Giovannini
Direttrice di coro, pianista, cantante e insegnante di canto. Ha studiato pianoforte, oboe e composizione al Conservatorio G. B. Martini di Bologna. Si è diplomata in canto al Conservatorio C. Pollini di Padova.
Attualmente, oltre al Coro Arcanto che ha creato insieme alla sorella Gloria Giovannini, dirige altri cori composti da bambini e ragazzi (Piccolo Coro Angelico), studenti (Nativi Musicali Coro Interscolastico delle scuole superiori di Bologna e provincia), adulti e terza età (Coro Stella e San Giorgio in coro).
Amante della ricerca e della sperimentazione sia musicale che vocale, Giovanna Giovannini ha ideato “Il Canto mandalico e la musica solida”, un’innovativa modalità didattica che, avvalendosi del colore associato al suono, pone al centro il corpo-voce in relazione allo spazio circostante.
Fra le sue vocazioni c’è la capacità di aggregazione di persone e cori, com’è avvenuto per AngelicA con i progetti Take the Cage Train (2008) e Silenzio & Accordo – CENTOCAGE 2012 di Alvin Curran in cui ha diretto un coro di ben 300 cantori.
Sotto la sua direzione, il Coro Arcanto ha eseguito numerose altre prime assolute, tra cui Le ceneri di Gramsci (2005), Sono Pasolini (2015), e Te Deum per un amico (2015) di Giovanna Marini, Is time a Tomato? (2013) di Tristan Honsinger, Terra amara (2016) di John Duncan, e CHORUS AT THE CORNER – A Joyfull Noise di Philip Corner (2018).
Gloria Giovannini
Cantante e formatrice, diplomata in Canto Lirico al Conservatorio C. Pollini di Padova e al Corso di formazione professionale per Artisti del coro del Teatro Comunale di Bologna.
Docente di canto e appassionata di voce in tutte le sue forme, ama indagare le relazioni fra corpo, emozioni ed espressività vocale nell’arte e nella comunicazione.
Nella sua ventennale esperienza di vocal coach ha formato migliaia di persone: insegnanti, studenti, oratori, manager, attori e chiunque fosse interessato a riappropriarsi della sua vera voce. Fondatrice, insieme alla sorella Giovanna Giovannini, dell’Accademia di voce Arcanto (1995) e attuale presidente del Coro Arcanto e dell’omonima Associazione Culturale.
Presso il Centro di Ricerca Musicale – Teatro San Leonardo cura il coordinamento del Piccolo Coro Angelico e tiene lezioni individuali di canto e musica per bambini.
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