giovedì 22 novembre 2018 – ore 20.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo
Andrea Centazzo
CYCLES OF LIFE
antologica dei lavori multimediali
prima assoluta
Andrea Centazzo tastiere, percussioni, campionamenti, video immagini
musiche e video di Andrea Centazzo
Bologna Jazz Festival in coproduzione con AngelicA
con la partecipazione del Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna – Fondo e Archivio Centazzo
Biglietti
12€ – ridotto 10€
ridotto fino a 26 anni e soci Bologna Jazz Festival
Cycles of life è un concerto antologico che presenta il mio lavoro sulla multimedialità iniziato nel 1984 con la realizzazione del videofilm TIARE e delle successive video performances dove elaboravo in tempo reale su monitor le immagini degli strumenti che suonavo dal vivo.
Dopo uno iatus di più di 10 anni dove mi sono dedicato completamente alla composizione per orchestra, con l’avvento della nuova tecnologia dei computers finalmente alla fine degli anni 90 ho potuto presentare immagini e musica sincronizzati del vivo in totale autonomia creativa e tecnica.
Grazie all’uso di una tastiera digitale, due computers e suoni campionati, ho iniziato a creare vasti panorami sonori, impensabili fino a 15 anni prima.
In questo spettacolo uso inoltre una visualizzazione sintetica in tempo reale dei suoni campionati sovraimpressi alle immagini nella prima e ultima composizione del programma.
In effetti, più che di una riproposizione di lavori del passato, qui si dovrebbe parlare di un “re-make” totale delle vecchie composizioni: con la presentazione di due inediti, il concerto diventa quindi una “prima assoluta”.
IN THE BEGINNING (da Tides of Gravity e Einstein’s Cosmic Messengers)
Nel 2007 iniziavo la mia collaborazione con lo scienziato della NASA Michele Vallisneri e scrivevamo per LIGO il primo spettacolo sulle onde gravitazionali Einstein’s Cosmic Messengers. Tale spettacolo è stato poi rimodellato nella musica e nelle immagini con il titolo di Tides of Gravity, ora in alta definizione, nel 2016 come omaggio alla prima rilevazione delle onde gravitazionali, predette e studiate da Albert Einstein cento anni prima. Il Premio Nobel 2017 per la Fisica, Kip Thorne ha prodotto e presentato lo spettacolo che ha avuto molte repliche in USA, Europa e Israele.
Ho condensato in 15 minuti circa lo spettacolo originale partendo dalle immagini dello spazio e dalle ricerche delle agenzie spaziali con sonde e possibili astronavi fino ad arrivare alle cablature intricate dell’osservatorio LIGO e alle lezioni di Eistein sulla dilatazione di spazio e tempo per concludere con le visioni dei buchi neri che tutto assorbono nel loro ruotare perenne.
THE WAY WE WERE (prima assoluta)
L’idea di base qui è quella di documentare gli anni ormai remoti della mia carriera in un “divertissement” in cui duetto con me stesso negli anni 80 sullo schermo. La mia attività di percussionista mi ha portato a contatto con molteplici stili esecutivi e qui tento una messa in relazione delle varie epoche: dal rumorismo agli stilemi afroamericani, alle nuove dualità delle percussioni con campionamenti. Il finale è un fugace omaggio a quattro dei fondamentali compagni di avventura in questo lungo itinerario musicale.
ANCIENT RAIN (da Mandala e Sanctuary)
Il mio interesse per le musiche dell’Oriente nasce poco dopo l’inizio della mia carriera con la scoperta dell’affascinante instrumentario percussivo fatto di gongs, metallofoni e disparati oggetti sonori, al punto tale da divenire a metà anni 70 anche progettista di nuovi gongs per la UFIP. La composizione qui presentata condensa quindi gli spettacoli menzionati e presenta una parte consistente della mia odierna attività basata su performances in cui gli unici strumenti sono I gongs. I video che ho girato in Vietnam, Giappone e soprattutto Bali illustrano questo percorso con il richiamo costante alle immagini del Budda.
THE SKULL (da Eternal Traveler)
Eternal Traveler è stato concepito come spettacolo dedicato a Leonardo da Vinci. Questa parte in cui le immagini dei suoi disegni anatomici si fondono con il suono del battito cardiaco per una improvvisazione percussiva, aveva nello spettacolo originale una diversa impostazione e sviluppo. Questa versione è invece una anticipazione del nuovo solo multimediale The Seer che porterò in tour nel 2019, anno del ciquecentenario della morte del genio toscano.
EPHEMERAL MUSIC/EPHEMERAL PLANET (prima assoluta) La desertificazione del pianeta è cosa nota e la sua selvaggia industralizzazione altrettanto. Questa composizione parte dei deserti del Nevada e Arizona per poi esplorare una delle mie ossessioni: le strutture industriali. Vivendo in una città come Los Angeles dove I pozzi di petrolio e le raffinerie sono parte del paesaggio urbano, le riprese dei complessi industriali sono state fatte quasi dietro casa! Il crescendo finale presenta mille immagini non correlate che si rincorrono, rappresentazione della realtà contemporanea dove tutto si consuma bruciando in un fantasmagorico falò tecnologico.
Considerato “uno dei più influenti percussionisti degli ultimi 30 anni” (Modern Drummer 2006), Andrea Centazzo ha suonato nei più importanti festival e stagioni concertistiche in Europa, Asia e Stati Uniti come solista, direttore e in partnership con altri grandi artisti.
Da oltre vent’anni la sua ricerca si è concentrata sulla creazione di esperienze multimediali che combinano musica dal vivo con immagini video da lui girate e montate personalmente.
Cycles of Life è un concerto multimediale che offre al pubblico una panoramica di diversi aspetti della ricerca visiva e musicale di Centazzo attraverso gli anni: dalle prime composizioni jazz alle improvvisazioni free, dalla musica per gong ai nuovi suoni percussivi digitali ai video premiati in numerosi festival, la performance mette assieme i cicli della vita artistica del musicista fondendoli in un corpo unico. Il concerto include inoltre la sua più recente composizione Ephemeral Music (2018).
Armando Gentilucci su Andrea Centazzo.
Andrea Centazzo è figura assai singolare di musicista, sfuggente com’è alle rigide classificazioni che distinguono una volta per tutte interprete da autore, musicista «colto» da musicista jazz o «popolare», compositore di musica scritta da autore di musica improvvisata, artigiano da musicista-studioso, culturalmente consapevole.
Attraverso la manipolazione e la provocazione di uno strumentismo estenuantemente ricco (desunto da un orizzonte geografico e dunque storico amplissimo, ovviamente anche e soprattutto extraeuropeo), sviluppa la propria immaginazione in uno spazio «aperto» nel quale tenta una messa in relazione tra riferimenti musicali di provenienza disparata. Impresa certo ardua, esposta sempre, al rischio della misura, sul crinale ghiacciato della proprietà stilistica.
Ma Centazzo, spinto dall’impossibile curiosità del musicista non accademico (o anti-accademico) votato a tutto sperimentare, non punta tanto, come autore, a una sintesi tra gli stilemi e i morfemi sonori piu diversi: operazione, tra l’altro, che sarebbe povera di senso oltreché obbiettivamente impossibile.
Piuttosto vale per lui il criterio inteso a trovare nessi, relazioni, interferenze, sollecitazioni nel dissimile e nel plurimo: con risultati di totale onnivoricità che possono anche spiazzare quanti si adagiano su pacifici schemi.
Da tali premesse, arricchite poi anche da motivazioni culturali assai solide (suoi sono i numerosi libri sulla storia e le tecniche degli strumenti musicali, specialmente a percussione, scritti in un breve volgere di anni), era difficile non prevedere un incontro tra Centazzo e altre forme espressive quali arte visiva e video.
Uomo coltissimo, alla perenne ricerca di contatto con le più diverse esperienze artistiche, compositore originale, librettista lirico intenso e percussionista di iperbolica bravura tecnica, Centazzo ha però l’impertinenza di non adagiarsi in alvei prestabiliti, di non chiudersi in un qualche rassicurante Hortus Conclusus: che questa «libertà» possa non sempre giovargli, nel rapporto con i compartimenti stagni della cultura organizzata è un fatto innegabile. Ma è anche la sigla di un personaggio dai contenuti artistici sorprendenti e sempre innovativi.
Armando Gentilucci (compositore, Milano 1987)
Andrea Centazzo
Nel corso di una carriera artistica che prosegue da più di 40 anni, il percussionista, compositore, librettista, direttore d’orchestra, artista multimediale, docente e saggista Andrea Centazzo si è esibito in oltre 1000 concerti e performance in Europa, Asia e Stati Uniti, oltre ad essere stato ospite in concerti radiofonici e trasmissioni televisive in tutto il globo. Centazzo è stato definito uno dei musicisti che “cambiano le regole del gioco” (Drum Magazine, 2013), per il fatto di essere tra i pionieri assoluti della pratica del solo improvvisativo di percussioni negli anni 70. Nel 1972 ha eseguito il suo primo concerto in solo, seguito nel corso degli anni da performance in tutto il mondo. Ha inciso oltre 200 tra Lp, cd e dvd, ed è l’autore di oltre 500 composizioni, pubblicate perlopiù dalla Warner Chappell (e che spaziano dall’opera, alla sinfonia, a composizioni per formazioni cameristiche o per solisti), oltre ad aver scritto due metodi per batteria e quattro volumi di musicologia.
È inoltre l’autore di tutti i libretti delle sue opere, e ha scritto saggi e articoli per alcune tra le maggiori riviste e quotidiani italiani. Ha diretto più di 20 videofilm sperimentali basati sulla sua musica per percussioni, presentati in festival e teatri di tutto il mondo.
Ha tenuto corsi in Percussioni, Musica, Arte, Film e Video in Università, Scuole superiori e Conservatori a livello internazionale – dall’Università di Bologna al Conservatorio di Stoccarda (Germania), dalla Scuole superiore di Setubal (Portogallo) alla Scuola d’Arte di Trieste.
Si è esibito come percussionista solista e come direttore delle proprie composizioni, guidando formazioni come la American Youth Symphonic Orchestra, la L.A. Contemporary Orchestra, la Mitteleuropa Orchestra, la ER Youth Symphonic Orchestra e molti altri ensemble.
Ha anche diretto e firmato la messa in scena delle sue opere e di lavori teatrali di altri autori. La sua opera TINA, dedicata a Tina Modotti, è stata accolta da grandi consensi in Italia (1996) come in California (1998), nella versione inglese del libretto curata dal poeta Paul Vangelisti. Nel 2002 ha composto Sacred Shadows, un’opera multimediale per Gamelan Balinese ed ensemble occidentale. Nel 2009 ha diretto il Concerto for Piano and Orchestra di John Cage con Stephen Drury solista al Williamsburg Center di New York, nell’ambito di una serata che comprendeva anche concerti di John Zorn e Philip Glass.
Per le sue esibizioni in solo, ha creato esperienze multimediali che combinano musica dal vivo e immagini video, e strumenti tradizionali con le più sofisticate tecnologie digitali.
I suoi progetti multimediali Mandala (2005, ispirato all’universo buddhista) e Eternal Traveler (2007 ispirato a Leonardo da Vinci), sono stati presentati sia negli Stati Uniti che in Europa. In anni più vicini (2008-2011) ha creato gli spettacoli multimediali Einstein’s Cosmic Messengers (con l’astrofisico Michele Vallisneri, inspirato alle Onde Gravitazionali prodotte al NASA-Caltech) e R-Evolution (ispirata alla vita e alle opere di Charles Darwin). Il suo progetto più recente, Tides of Gravity, che celebra la prima osservazione scientifica delle Onde Gravitazionali che erano state previste da Einstein, è stato prodotto e presentato dal premio Nobel per la fisica Kip Thorne, in occasione della sua prima al Caltech di Los Angeles.
Lungo la sua carriera Centazzo ha inciso e suonato con molti tra i principali improvvisatori e compositori degli ultimi 40 anni. Tra gli altri: John Zorn, Steve Lacy, Giorgio Gaslini, Sylvano Bussotti, Alvin Curran, Don Cherry, Lester Bowie, Evan Parker, Anthony Coleman, Derek Bailey, Tony Oxley, Paul Lytton, Paul Lovens, Pierre Favre, Vinnie Golia, Mark Dresser, Paolo Fresu, Enrico Rava, Dave Ballou, Gino Robair, Eugene Chadbourne, David Moss, Larry Ochs, Giancarlo Schiaffini, Henry Kaiser, Elliott Sharp, Fred Frith, Albert Mangelsdorff, Franz Koglmann, Theo Jörgensmann, Perry Robinson, Christoph Caskel, John Carter, Andrew Cyrille, Barry Altschul, Lol Coxhill.
Nel 2011 il Dipartimento delle Arti – sezione Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna ha istituito il Fondo e Archivio Andrea Centazzo, che raccoglie un’ampia documentazione dell’attività artistica del musicista, nonché oltre 500 volumi provenienti dalla sua biblioteca personale relativi a musica, cinema e arti plastiche.
www.andreacentazzo.com
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.