
foto di Massimo Golfieri
venerdì 5 aprile 2019 – ore 20.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo
Coro Arcanto
TE DEUM PER UN AMICO
dedicato a Giuseppe Bertolucci
per tre voci, coro femminile e coro misto
Coro Arcanto
con la partecipazione di Coro Stella e San Giorgio in Coro
Le Carmelitane
Gloria Giovannini, Nadia Giogoli, Anna Mele, Maryfé Singy: soprani
Francesca Bruni, Cristina Cipriani, Simonetta Gamberini, Cinzia Russillo: contralti
Blanche – Silvia Salfi soprano
Le due Priore – Marisa Anconelli mezzosoprano
Constance – Marta Abatematteo soprano
Il Popolo
Vania Cappi, Lucia Cutti, Valdimara Durì, Nadia Giogoli, Elisabetta Miranda,
Chiara Passini, Sonia Piccinini, Maria Grazia Sivieri: soprani
Lidia Atti, Paola Benni, Micaela Cecchetto, Claudia Ferrari, Patrizia Giovannini,
Rita Paradisi, Carmen Pedullà, Garina Piscitello, Milli Rubbi: contralti
Renzo Arsani, Anto’ Cecchetto, Giuseppe Gasparre, Fabio Santachiara
Lorenzo Tedeschi, Fabrizio Vianale: tenori
Luca Benenati, Valerio Bertozzi, Giorgio Franceschi, Nicolò Masi,
Federico Marabini, Luca Mazzamurro: bassi
I Rivoltosi
Coro Stella e San Giorgio in Coro
I Bambini
Giulia Bugugnoli, Greta Bünger Gadale, Amalia Giuditta Cantaluppi, Olga Cau,
Bianca Moruzzi, Lucia Motta, Pietro Nicotera, Romeo Celeste Simonini, Elisa Zerbo
Giovanna Giovannini direzione
Gloria Giovannini, Marta Abatematteo: preparazione del coro
Silvia Tarozzi direzione Coro dei bambini e dei Rivoltosi
testi e musiche di Giovanna Marini
partitura corale di Giovanna Marini e Giovanna Giovannini
musiche commissionate da AngelicA nel 2015
il 4 e 5 aprile si svolgono le sessioni di registrazione per la realizzazione del disco di Giovanna Marini & Coro Arcanto che si concluderanno con questo concerto
Biglietti
7€ – ridotto 5€, 2€
ridotto 5€ per studenti dell’Università di Bologna
ridotto 2€ per studenti del Conservatorio G. B. Martini Bologna
Il sodalizio di AngelicA con Giovanna Marini è iniziato fin dalla prima edizione (1991), con un concerto del Quartetto Vocale. Con il festival è poi cominciata un’importante storia di collaborazioni con il Coro Arcanto sotto la direzione di Giovanna Giovannini, che ha fruttato tra l’altro i nuovi arrangiamenti per il coro di Oresteiade/Troiane/I Turcs tal Frioul (giugno 2004), e commissioni di prime assolute come Dentro e fuori al Pentagramma (maggio 2005), Le ceneri di Gramsci (novembre 2005, 30° anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini), Sono Pasolini (ottobre 2015, per il 40° anniversario dalla scomparsa), e Te Deum Per un Amico (dicembre 2015), dedicato al regista Giuseppe Bertolucci, che assieme a Luisa Grosso aveva curato la messa in scena de Le ceneri di Gramsci all’Arena del Sole dieci anni prima.
Il concerto su Le ceneri di Gramsci, registrato in occasione della replica di Udine del 6 novembre, è stato poi pubblicato su cd con libro allegato nel 2006 (Ed. Block Nota/i dischi di angelica); il 4 e 5 aprile si svolgeranno le sessioni di registrazione per la realizzazione di un nuovo cd di Giovanna Marini & Coro Arcanto, con la partecipazione di Coro Stella e Coro San Giorgio, che si concluderanno con il concerto del 5 aprile su Te Deum Per un Amico.
Nel 2015, Giovanna Marini scrisse queste note per presentare la genealogia del progetto:
“Parlando con Giuseppe Bertolucci spesso ci tornavano alla mente alcune parole del testo di Bernanos “Dialogue des Carmélites”, “Dialogo delle Carmelitane”. Ci colpiva il giustissimo riferimento antropologico e sociale di Bernanos sul microcosmo del convento in cui già era viva la lotta sociale, riflesso della vita tumultuosa del mondo esterno travolto nella Rivoluzione Francese sul nascere. Constance, la monaca di estrazione proletaria o contadina, immediatamente puntava contro Blanche, la nobile, accusandola di quella paura che Blanche in effetti provava e che l’aveva spinta a trovare rifugio nelle mura del convento. Alla morte della superiora, la prima, l’anziana intelligente e critica ma solidale per censo con Blanche entrambe di famiglia nobile, le suore decidono di nominare una nuova superiora di famiglia contadina ammettendo esplicitamente che era ora di camminare con i tempi in via di mutazioni.
Da questo mi è nato il pensiero di come i tempi, i momenti storici, si assomiglino tutti, e pensare questo è comune, ormai siamo tutti prima sorpresi, poi stupiti di esserci sorpresi, per la ripetizione di situazioni storiche di cambiamento che provocano nella società continui scontri, anche molto violenti, mutazioni che fanno vittime innocenti in gran numero. E mi è venuta voglia di cantare questo: l’avvicendarsi di mutamenti, tempi, segmenti di vite umane, in situazioni che ormai dovremmo tutti conoscere o meglio riconoscere, ma per noi sempre nuove, terribili, e siamo incapaci di affrontarle con il giusto atteggiamento mentale, evitando eccessi, angosce, forse dovrei dire “Facendo ricorso a un po’ di buon senso”, ma questo è veramente troppo meschino rispetto all’importanza degli eventi.
E così parto con questo testo poi musicato con due o tre frasi delle suore, la morte della superiora, spaventata a morte di dover morire (scusate il divertimento lessicale) e soprattutto incredula di quello che le era sempre convenuto credere.
Seguono a questa morte, che equivale alla fine di un tempo storico, a un avvicendarsi di fatti, appunto mutazioni, e quindi esodi, popolazioni disperate, folle che lottano, il tutto in un crescendo di vecchio e nuovo ormai senza più data, visto che fa parte del gran calderone nel quale siamo costretti ad agitarci come se ci fossimo messi da soli in una situazione irresolvibile.
L’ottima direttrice di coro e musicista intelligente Giovanna Giovannini ha districato la matassa, e le numerose note musicali che le mandavo in un crescendo anch’io di voglia di spiegare senza poter spiegare, supplendo quindi con sentimenti, affetti, memorie ….
Vi ringrazio anticipatamente della pazienza come ringrazio il coro Arcanto e il Festival AngelicA, il coro che si è appassionato per puro affetto e mi ha seguito in questa misteriosa peregrinazione musicale, AngelicA ha il merito di incoraggiare l’invenzione musicale e spero di meritare questa sua attenzione.”
Giovanna Marini (2 luglio 2015)

foto di Massimo Golfieri
Giovanna Marini
Nata a Roma in una famiglia di musicisti, Giovanna Marini si diploma in chitarra classica al Conservatorio di Santa Cecilia nel 1959 e si perfeziona con Andres Segovia. Di seguito suona per qualche anno il liuto con il “Concentus Antiqui” del Maestro Quaranta. All’inizio degli anni Sessanta incontra un gruppo di intellettuali fra cui Pier Paolo Pasolini, Italo Calvino, Roberto Leydi, Gianni Bosio e Diego Carpitella e scopre il canto sociale e la storia orale cantata. Nel 1964 il suo “Bella Ciao”, spettacolo di canto politico e sociale presentato a Spoleto con grande scandalo per il pubblico chic del festival, le dà la possibilità di cantare e raccogliere canti popolari in giro per l’Italia, nelle situazioni incandescenti degli anni Sessanta.
Partecipa allora al “Nuovo Canzoniere Italiano” cantando con i gruppi formati per l’occasione da cantautori politici come Ivan Della Mea, Gualtiero Bertelli, Paolo Pietrangeli, ma anche cantanti contadini come Giovanna Daffini, il Gruppo di Piadena, i Pastori di Orgosolo con il poeta Peppino Marotto, e da tanti altri cantori e cantastorie da cui impara molto. Con l’Istituto Ernesto De Martino, Giovanna Marini porta avanti la raccolta di canti di tradizione orale e il loro studio e trascrizione, inventando a questo scopo un sistema di notazione musicale. Questo suo lavoro di trascrizione e poi d’arrangiamento le permetterà in seguito di trasportare la memoria cantata sul palcoscenico.
Lavorando a spettacoli e iniziative del “Nuovo Canzoniere” come il “Ci ragiono e canto” di cui Dario Fo cura la regia, cresce il suo gusto del teatro, dell’affabulazione teatrale, dello stare in scena. E nel 1965 incomincia a comporre ballate che raccontano la sua esperienza, e che interpreta sola in scena accompagnandosi con la chitarra, non avendo la possibilità di usare altre voci e altri strumenti: da “Vi parlo dell’America” nel 1965 a “L’eroe” nel 1974.
Nel ’74, con un gruppo di musicisti anch’essi provenienti da percorsi non tradizionali, fonda la Scuola Popolare di Testaccio a Roma. Qui trova finalmente musicisti con cui suonare: Giancarlo Schiaffini, Michele Iannaccone ed Eugenio Colombo, per i quali scrive – oltre che per cinque voci – “La grande madre impazzita” nel 1979. Da quel momento affronta la scrittura per strumenti e voci: “Il regalo dell’imperatore” nel 1983, per banda, coro, solisti e percussioni; il “Requiem” nel 1985 per due cori, contrabbassi, ottoni, fagotto, due archi solisti e voci liriche, e l’oratorio “La déclaration des Droits de l’Homme” per il bicentenario della rivoluzione francese nel 1989.
Nel 1976 crea il Quartetto Vocale, per il quale compone da allora le “Cantate” e con il quale si esibisce in concerti e tournées in Italia e all’estero.
La sua intensa attività musicale l’ha portata anche a comporre per il cinema, per registi come Loy, Maselli, Pietrangeli, Ricci-Lucchi/Gianikian; e per il teatro, fra cui Le Troiane di Euripide per la regia di Thierry Salmon (Premio Ubu 1988, coproduzione festival “Orestiadi di Gibellina”, Frauen Festival di Amburgo, Festival di Avignone, e Teatro di Napoli di Mario Martone); le due “Antigone”, per il regista tedesco Hans-Günter Heyme nel 1995 e per il francese Patrice Kerbrat nel 2000; I Turcs tal Frioul di Pasolini, regia di De’ Capitani, prodotta del teatro dell’Elfo e della Biennale di Venezia (1996); L’Orestiade (1997) di Eschilo, diretta di Franz Marejnen al teatro Reale Fiammingo di Bruxelles; le musiche per il dramma di Buchner Woyzeck per la regìa di Gian Carlo Cobelli (2003); La Fabbrica su testo di Ascanio Celestini per il Théatre de Vidy di Losanna (2008/9). Compone inoltre numerosi oratori, poemi sinfonici e opere.
Nel 2002 incide con Francesco De Gregori il disco Il Fischio del Vapore che diventa Disco di Platino. Con la produzione di De Gregori incide anche Bongiorno e bonasera, portato in tournée con il gruppo jazz “Animali marini”, e un terzo disco, Passioni, assieme al suo Quartetto Vocale.
La storia di Giovanna Marini con AngelicA inizia fin dalla prima edizione (1991) per la quale si esibisce con il Quartetto Vocale. Con il festival è poi cominciata un’importante storia di collaborazioni con il Coro Arcanto sotto la direzione di Giovanna Giovannini, che ha fruttato tra l’altro i nuovi arrangiamenti per il coro di Oresteiade/Troiane/I Turcs tal Frioul (giugno 2004), e commissioni di prime assolute come Dentro e fuori al Pentagramma (maggio 2005), Le ceneri di Gramsci (novembre 2005), Sono Pasolini (ottobre 2015), e Te Deum Per un Amico (dicembre 2015), dedicato al regista Giuseppe Bertolucci, che assieme a Luisa Grosso aveva curato la messa in scena de Le ceneri di Gramsci all’Arena del Sole dieci anni prima.

foto di Massimo Golfieri
Giovanna Giovannini
Direttrice di coro, pianista, cantante e insegnante di canto. Ha studiato pianoforte, oboe e composizione al Conservatorio G. B. Martini di Bologna. Si è diplomata in canto al Conservatorio C. Pollini di Padova. Attualmente, oltre al Coro Arcanto che ha creato insieme alla sorella Gloria Giovannini, dirige altri cori composti da bambini e ragazzi (Piccolo Coro Angelico), studenti (Nativi Musicali Coro Interscolastico delle scuole superiori di Bologna e provincia), adulti e terza età (Coro Stella e San Giorgio in coro).
Amante della ricerca e della sperimentazione sia musicale che vocale, Giovanna Giovannini ha ideato “Il Canto mandalico e la musica solida”, un’innovativa modalità didattica che, avvalendosi del colore associato al suono, pone al centro il corpo-voce in relazione allo spazio circostante.
Fra le sue vocazioni c’è la capacità di aggregazione di persone e cori, com’è avvenuto per AngelicA con i progetti Take the Cage Train (2008) e Silenzio & Accordo – CENTOCAGE 2012 di Alvin Curran in cui ha diretto un coro di ben 300 cantori.
Sotto la sua direzione, il Coro Arcanto ha eseguito numerose altre prime assolute, tra cui Le ceneri di Gramsci (2005), Sono Pasolini (2015), e Te Deum per un amico (2015) di Giovanna Marini, Is time a Tomato? (2013) di Tristan Honsinger, Terra amara (2016) di John Duncan, e CHORUS AT THE CORNER – A Joyfull Noise di Philip Corner (2018).
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