mercoledì 30 gennaio 2019 – ore 20.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo
Fritz Hauser | Sergio Armaroli
STRUCTURING THE SILENCE
PostPercussionMusic
Fritz Hauser batteria, percussioni
Sergio Armaroli vibrafono
a cura di Walter Rovere
Biglietti
7€ – ridotto 5€, 2€
ridotto 5€ per studenti dell’Università di Bologna
ridotto 2€ per studenti del Conservatorio G. B. Martini Bologna
Da un’idea di un “teatro della percussione” come percussion duet: una ricerca sonora attraverso l’improvvisazione ed una scrittura minima, all’interno di una architettura del vuoto e del silenzio, come un paesaggio sonoro quale luogo di ascolto ecologico. L’esecuzione è intesa come “scultura vivente” in un processo costante di dialogo: percussion conversation.
Sergio Armaroli
Il silenzio è stato un elemento essenziale nel mio modo di suonare le percussioni sin dall’inizio. Sviluppare suoni dal silenzio, dissolverli nel silenzio, interrompere un crescendo di piatti per far esplodere il silenzio nello spazio. Questi sono stati alcuni elementi che ho usato molto, e che uso ancora. Poi ho incontrato John Cage, che scrisse un pezzo per me. Uno dei suoi number pieces – One 4 -, un brano che, in base a come si affrontano gli elementi dati e le regole di esecuzione, può farti finire in un silenzio molto più di grande di quello a cui ero abituato. Un silenzio che ti costringe ad ascoltare, un silenzio che ti fa pensare. Un silenzio che può spaventarti, ma anche un silenzio che ti dà pace e speranza…
Sergio Armaroli è un percussionista/compositore che ha dedicato più di una riflessione al silenzio. Ha fatto una ricerca approfondita sulle tecniche di composizione e sull’improvvisazione dei concetti. Ha esplorato tutti i modi possibili per affrontare il silenzio e ha inserito queste riflessioni nei concetti che hanno informato STRUCTURING THE SILENCE. Suonare con lui e creare silenzio assieme a lui è stato sia un piacere che una sfida: il Silenzio è un oceano infinito, e il suono è il vascello per navigarlo…
Fritz Hauser
Sostiene Hauser: “Il silenzio è un oceano senza fine; il suono è il vascello per navigarlo”. Due metafore che aprono abissi di senso sui quali l’ascolto di questo magnifico lavoro, spartito in due dischi, invita ad affacciarsi. Con Armaroli, che è il compositore della parte più concettualmente hard del progetto – il lavoro eponimo che occupa tutto il primo disco -, Hauser collabora alla riesumazione dei suoni sepolti o dispersi nel silenzio e alla loro ricomposizione in un continuum che figura come il compimento di un processo, di un percorso di graduale ritorno alla musica da una situazione in cui essa si dà solo come silenzio strutturato. Ovvero una condizione che postula la valorizzazione del silenzio come funzione essenziale del suono. Strutturarlo, il silenzio, ossia dargli una forma, è quindi possibile solo attraverso il suono, a sua volta pensato come unicamente finalizzato a questo scopo, e attraverso il convitato di pietra, il tempo, per rimodulare il concetto di pausa. Quanto di più paradossalmente e allo stesso tempo più intrinsecamente musicale? L’ascolto, comunque, viene introdotto in un mondo nel quale prodigi di tersezza, di trasparenza, di perspicuità dei costrutti potranno distoglierlo da considerazioni meta musicali.
Giuseppe Dalla Bona, Musica Jazz – febbraio 2018
Sergio Armaroli
La poetica di Sergio Armaroli abbraccia molteplici ambiti espressivi alla costante ricerca di una unità dell’esperienza. Si dichiara pittore, percussionista concreto, poeta frammentario e artista sonoro, oltre a fondare il proprio operare all’interno del “linguaggio del jazz” e dell’improvvisazione come “estensione del concetto di arte”.
Ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e al Conservatorio G. Verdi di Milano e si è perfezionato all’Accademia della Fondazione Toscanini di Parma e presso l’Accademia del Teatro Alla Scala di Milano. Ha suonato in diverse orchestre classiche, si è perfezionato sulla marimba e ha seguito corsi di batteria tenuti da Joey Baron, Han Bennink, Trilok Gurtu e Dom Um Romao.
Ha al suo attivo numerose incisioni discografiche prevalentemente per Dodicilune Records, in solo, duo (Tecrit, con Riccardo Sinigaglia, 2014; Structuring The Silence, con Fritz Hauser, 2017; Close (Your) Eyes Open Your Mind, con Walter Prati, 2018), con il proprio trio e quartetto (Axis, con Claudio Guida, Marcello Testa e Nicola Stranieri), e progetti ad hoc con varie formazioni; in particolare assieme al trombonista Giancarlo Schiaffini ha inciso “Micro and More Exercises” (2016), con composizioni di Wolff e Schiaffini, che ha ricevuto calorosi consensi di critica. Altrettanto ben accolti sono stati il progetto con Alvin Curran, Schiaffini e Carvalho Neto dedicato all’Alvin Curran Fakebook (2017, seguito dal Dvd dal vivo The Out off Session, Dodicilune 2018), l’incisione degli Exercises D’Improvisation di Luc Ferrari (Dodicilune 2018) con Schiaffini, Prati e Francesca Gemmo, ed il recente trio Trigonos, con Schiaffini e Andrea Centazzo.
Nel 2017 ha curato per la galleria Made4Art la mostra “Sylvano Bussotti Miniaturista”, e l’incisione in prima assoluta delle partiture della serie dei “Grandi Numeri” di Bussotti (ArsPublica, 2017).
Con Maurizio Ben Omar, Elio Marchesini e Andrea Dulbecco ha fondato l’Empty Words Percussion Ensemble con cui intende registrare l’intera opera di John Cage per percussioni (Da Vinci Classics | John Cage Vol.1). Con l’artista, musicista e poeta Steve Piccolo ha fondato a Milano lo spazio artistico ERRATUM.
www.erratum.it – www.sergioarmaroli.com
Fritz Hauser
Fritz Hauser ha studiato percussioni al conservatorio di Basilea. Dal 1972 all’80 ha fatto parte del gruppo Circus, una delle più celebri band del progressive rock svizzero, con i quali ha fatto tournée internazionali e registrato quattro album. Successivamente ha lavorato con il trio Blue Motion, ma anche con ensemble nel campo della musica antica e delle avanguardie.
Nel 1983 esordisce come solista con un doppio LP per la Hat Art, Solodrumming, cui seguono numerose altre incisioni per Hat Art, Unit, Creative Works, Celestial Harmonies, Shiin ecc.
Il suo album del 22132434141 (Sound Aspects 94) raccoglie composizioni scritte per lui da Bun-Ching Lam, Franz Koglmann, Joey Baron, John Cage, Pierre Favre e Pauline Oliveros, musicista che era già stata ospite del suo cd Zwei (88) e con la cui Deep Listening Band collabora suonando nei cd Troglodyte’s Delight, Tosca Salad e Deep Time.
Nel campo della musica improvvisata suona con Joe McPhee, Urs Leimgruber, Joëlle Léandre, Marilyn Crispell, Christy Doran, Lauren Newton, e lavora come interprete o compositore per solisti e gruppi quali Steven Schick, Keiko Abe, Synergy Percussion, Speak Percussion, Michael Askill, Bob Becker, Kroumata Percussion Ensemble, Rob Kloet, Sylwia Zytynska, Nexus, EnsembleXII, We Spoke: Percussion, Peter Conradin Zumthor.
Nel 2011 presenta presso la Kunsthaus di Zug (CH) la sua prima mostra e installazione sonora Klanghaus Zug in collaborazione con l’architetto Boa Baumann e la light designer Brigitte Dubach. Per l’inaugurazione della Fondazione Van Gogh di Arles nell’Aprile 2014, realizza Schraffur For Arles, uno dei suoi “disegni-sonori”, combinazione di arti visive e audio installazione. Tra i suoi altri progetti multimediali, la produzione di teatro-musica Die Hintertur (2017) con i percussionisti Rob Kloet e Peter Conradin Zumthor sotto la direzione di Tom Ryser. Nell’estate 2018 è stato Composer-in-residence al Festival di Lucerna per il quale ha organizzato e diretto Chortrommel, un programma comprendente nove prime mondiali per coro o doppio coro e trio di percussioni firmate da lui e altri otto compositori, che verrà replicato al Kaserne di Basilea lungo tre serate dal 22 al 24 febbraio 2019.
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