sabato 9 maggio 2015 – ore 17.30 – Museo della musica / Laboratorio 1 – BOLOGNA ^
> Charlemagne Palestine – conduce Franco Fabbri
^ con la partecipazione del Museo internazionale e Biblioteca della musica di Bologna
ingresso gratuito
domenica 10 maggio 2015 – ore 21.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo – BOLOGNA X //
> Zipangu Ensemble – Fabio Sperandio direttore – Charlemagne Palestine direttore
(Italia, Canada, Albania, Stati Uniti) prima assoluta
Cassandra Miller (Canada, 1976)
A Large House (2009, rev. 2015); per archi e percussioni
prima assoluta di questa versione
Charlemagne Palestine (Stati Uniti, 1947)
Strummmmminggg for Stringggggsss N Thingggggsss *
(1973/1974, vers. 2015); per archi e campane tubolari prima assoluta
Zipangu Ensemble:
Alessandro Bonetti violino; David Caramia violino; Fabio Cocchi violino;
Alessandro Di Marco violino; Silvia Mandolini violino; Elena Maury violino;
Paolo Mora violino; Giacomo Scarponi violino; Alessandra Talamo violino;
Stela Thaci violino; Laura Zagato violino;
Emanuela Bascetta viola; Nicola Calzolari viola; Caterina Caminati viola;
Corrado Carnevali viola; Stefano Zanolli viola;
Roberto Cima violoncello; Mattia Cipolli violoncello; Elena Zivas violoncello;
Giacomo Serra violoncello; Chiara Tenan violoncello;
Alessandro Giachi contrabbasso; Roberto Pallotti contrabbasso;
Gianandrea Pignoni contrabbasso; Fabio Quaranta contrabbasso;
Valentino Marrè percussioni; Andrea Scarpa percussioni
Fabio Sperandio direttore
Charlemagne Palestine direttore *
musiche di Cassandra Miller, Charlemagne Palestine
X con la collaborazione dell’Associazione Asanisimasa; con la partecipazione della Fondazione Teatro Comunale di Bologna
// con il sostegno del Conseil des Arts du Canada
Biglietti 8 €
La Biglietteria del Centro di Ricerca Musicale /Teatro San Leonardo apre 30 minuti prima dell’orario del concerto
* * *
A Large House (2009, versione rivista del 2015 – prima mondiale)
Quando decisi di intitolare questo pezzo “A Large House” (“una grande casa”), lo feci su due piedi, senza nessun motivo specifico, perché mi sembrava adatto. Con il senno di poi, il titolo in effetti è calzante: questo pezzo, più di qualsiasi altro, mi ha fatto sentire come un architetto. Stavo componendo qualcosa che somigliava a uno spazio vasto, aperto, ma forse con grandi pilastri a sorreggerlo. Il pezzo è fermo, non si muove, è ancorato in un luogo, e forse risuona persino come un edificio con un soffitto molto alto. L’ascoltatore è libero di interpretare altri possibili termini di paragone tra questo brano e una grande casa come preferisce. (Cassandra Miller, marzo 2015)
“…il direttore Peter Rundel ha condotto magistralmente la Janáček Philharmonic Orchestra in occasione della prima mondiale di ‘A Large House’ (2009) della compositrice canadese Cassandra Miller, un brano denso e ipnotico per orchestra di archi. Per oltre venti minuti la grande sala è stata invasa dal suono di oltre un centinaio di strumenti ad arco, che hanno dato vita a un’incredibile esperienza sonora. La sensazione era quella di stare su una barca scricchiolante che in qualche modo si dondolava su entrambi i lati contemporaneamente, creando onde che si compenetravano tra loro e dando vita a un vortice pulsante. Ho adorato il modo in cui la durata e l’arrangiamento di questa composizione mi hanno destabilizzato come ascoltatore: il mio udito è stato coinvolto in maniera così totale in questa esperienza che, quando il brano è terminato, l’acustica è cambiata così tanto che le mie orecchie hanno dovuto sbloccarsi e riabituarsi; mi sono sentito come se avessi subito un cambio d’altitudine.” – Andrew Choate, Facsimile, 2009
Cassandra Miller
“Bilanciando sensazioni complesse con un approccio diretto – non semplice –, e con l’aggiunta di un tocco di stravaganza e di insistenza a materiali sonori apparentemente elementari ma spesso bizzarramente trasformati, la musica di Miller risuona di suggestioni di esperienza, ed è questo a renderla così seducente e ricca per l’orecchio, il cuore, e i sensi… La sua musica non allontana lo sguardo da picchi drammatici, emozioni taglienti e spazi desolati. Ed è questo ad aggiungere un sapore dolceamaro alla sua musica, come l’asciuttezza di Samuel Beckett combinata con l’estro di Italo Calvino. ” Richard Simas, Musicworks 2012
Nata a Montreal, Cassandra Miler ha studiato privatamente con Michael Finnissy, e ha conseguito un Master of Music al Conservatorio Reale dell’Aia (con Richard Ayres e Yannis Kyriakides), e un Bachelor of Music presso l’Università di Victoria con Christopher Butterfield. Attualmente sta conseguendo un dottorato presso l’Università di Huddersfield con Bryn Harrison.
Nel Nuovo Mondo (Canada), ha collaborato regolarmente con il Quatuor Bozzini, che ha presentato le sue composizioni in Inghilterra, Olanda, Belgio, Uruguay, e in tutto il Canada; e nel Vecchio Mondo (Regno Unito), sia Philip Thomas che l’Exaudi Vocal Ensemble hanno promosso ampiamente il suo lavoro.
Altre collaborazioni di nota includono quelle con Charles Curtis a San Diego; con l’Ensemble Kore e l’eccezionale mezzosoprano Marie-Annick Béliveau a Montreal; con I Musici de Montréal per la Canadian Broadcasting Corporation; con Continuum Musica Contemporanea (Toronto), tra gli altri. Le sue opere orchestrali sono state eseguite dall’Asko Ensemble ad Amsterdam, dalla Janáček Philharmonic ad Ostrava (CZ) sotto la direzione di Peter Rundel, e dalla Victoria and Vancouver Symphony Orchestras (Canada). La sua composizione Bel Canto, commissionata dall’Ensemble Kore, ha ricevuto nel 2011 il Premio Jules Léger Premio per la Nuova Musica da Camera, la più alta onorificenza Canadese per la composizione.
I suoi prossimi progetti includono un ampio ciclo di canzoni scritte per Apartment House, e una serie di soli scritti per i singoli componenti del Quatuor Bozzini.
Strummmmminggg for Stringggggsss N Thingggggsss
(1973/1974, vers. 2015) (prima assoluta)
Ho ideato la tecnica dello “”Strummmingsss”” a Nyc attorno al 1973,,,,dopo aver vissuto a Los Angeles per alcuni anni e aver partecipato, come dottorando e assistente, alle attività del California Institute of the Arts,,nei primi anni dalla sua fondazione,,,,,,là in una enorme stanza di blocchi di cemento, che sarebbe poi diventata un teatro modulare,,,trovai un pianoforte incredibile, che suonava come nessun altro piano avessi mai sentito,,,a quei tempi creavo sonorità su sintetizzatori Moog e Buchla e con tecniche della musique concrète ed ero convinto che i pianoforti e altri simili strumenti fossero superati come potenziali fonti per la creazione di suoni,,,, ma quel Bösendorfer Imperial cambiò la mia mente,il mio cuore e le mie orecchie,,,con la sua voluttuosi capacità di produrre ipertoni,,,,, iniziai a creare musica per questo strumento,,,,,,prima durante il mio periodo in California,,, suonavo infiniti arpeggi in evoluzione sul Bösendorfer,,chiamati Spectral Continuumss,,,,ma quando tornai a vivere a Nyc,,,gli arpeggi mi sembravano troppo soft e raffinati per la scena dell’East Coast di allora,,,allora iniziai a trasformare gli arpeggi suonando note alternative sempre più velocemente e più rudemente come una chitarra flamenca impazzita e iniziai a sviluppare infinite sonorità come quella, e da qualche parte trovai il termine strummingsz che poi rimase,,,,,,,,e poi conobbi una clavicembalista al Cal Arts, Elisabeth Freeman che adorava le mie sonorità e mi chiese di creare un pezzo per lei ,,,,fu così che nacque Strummming for Harpsichord,,,poi nel 1977 John Adams allora direttore dell’orchestra del conservatorio di San Francisco,,,mi chiese se ero interessato a sviluppare un pezzo per orchestra,,basato sulle mie ricerche a quel tempo,,,e immaginai che chi suonava uno strumento ad arco fosse in grado di adattare al proprio strumento la tecnica che avevo sviluppato,,,e infatti ci riuscirono facilmente, anche se avrebbe potuto essere un esercizio arduo per loro, e nacque Strummingg for Stringss,,,poi io stesso diressi la prima a San Francisco,,con un gruppo di 16 archi ,,,il tutto fu registrato con piacere da John,,,e pubblicato un anno fa dall’etichetta SubRosa come set di 3 CD con le tre versioni di Strummingszz!!! Pianoforte/ Clavicembalo / Archi.
Uso tecniche non-notazionali per creare uno Strummmming for Stringss,,,,,,dipende tutto dal numero di diversi archi che useremo,,il loro territorio timbrico (violino,viola,violoncello,contrabbasso) e da quanti archi di ciascun tipo vi saranno,,,l’architettura in cui sarà presentato (teatro o chiesa o galleria o sala da concerti),,,l’acustica (con o senza riverbero) e il rapporto dell’ensemble con il proprio pubblico (piccolo,grande,,più in basso,allo stesso livello,più in alto dei musicisti), mischiando il tutto con Charlemagne al comando e aggiungendo un paio di batterie di Campane Tubolari e il risultato è
Strummmingg for Stringss n Thingss 2015
(Charlemagne Palestine, marzo 2015)
[Di questo testo sono state mantenute le virgole, le virgolette e l’uso delle spaziature come nell’originale, così come la grafia (che varia di volta in volta) di Strummings e altri nomi propri.
Non sono stati mantenuti invece i numerosissimi esempi di consonanti raddoppiate/quadruplicate da Palestine (per parole come: conceivedddd, instrumentszz, stuckk, encounteredddd, pianossss, eccetera) perché prive di corrispondenze traducibili in italiano – n.d.t.]
Charlemagne Palestine è un compositore, performer, video artista e scultore americano. Nato nel 1947 (o forse ’45…) a Brooklyn, ricorda come esperienze fondamentali della sua formazione musicale il cantare da bambino in sinagoga e l’incarico, affidatogli a 16 anni, di carillonista (cioè di suonatore del set di campane, che in una chiesa o municipio può arrivare a 48 campane intonate o più) della chiesa di St. Thomas a New York. Oltre a suonarvi le melodie classiche, furono infatti le campane, con la loro caratteristica produzione di ipertoni e i lunghissimi tempi di decadimento del suono, oltre allo sforzo fisico che richiedevano per suonarle (di solito le leve corrispondenti si abbassano con i pugni), il primo strumento con il quale iniziò a sviluppare lo stile intenso e performativo per il quale sarebbe divenuto noto.
Studente di musica elettroacustica alla New York School for Social Research nel 66-67, poi anche di cinema, video e multimedia alla New York University tra 67 e 69 e di installazione e happening alla CalArts di Los Angeles (1970-72, dove ha lavorato tra gli altri con la danzatrice Simone Forti e studiato con il pioniere dell’elettronica Morton Subotnick), fu durante il periodo alla Cal Arts che Palestine scoprì e sviluppò “un modo di usare il pianoforte che non solo era estremamente ripetitivo e fisico, ma era basato sulla teoria che, sottoposto ai giusti stimoli, era possibile far emergere la vera ‘voce’ di quel particolare strumento, e una intera gamma di ipertoni acuti, usciti spontaneamente come per magia. Questa musica prese il semplice nome di ‘Strumming’. L’alternanza rapida di singole note e accordi su diversi registri diventò una tecnica che sembrava possedere solo lui, e funzionare solo su quel particolare pianoforte. ‘Strumming’ era la tecnica fisica; le melodie e le armonie risultanti facevano respirare la musica rendendola viva. Dopo un po’ l’orecchio non distingue più tra le note effettivamente suonate e quelle che sono armonici, generati dalla risonanza naturale del piano e che appaiono solo a causa della situazione acustica.” (Ingram Marshall)
Affascinato dalle culture primitive di tutto il mondo, dalla ricerca del “suono primordiale” e del “gesto” primordiale, Palestine ha applicato il suo stile performativo ritualistico e intenso anche all’uso della voce (tra i suoi insegnanti ha avuto anche Pandit Pran Nath) e nelle sue anticipatrici opere di video art, studi viscerali sul rapporto corpo/voce/movimento (Body Music I/II – prodotti da ArtTapes 22 di Firenze –, Four Motion Studies eSnake, realizzati tra il ’73 e ’74. Anche i pupazzi di peluche di cui si circonda e che usa per gli assemblaggi scultorei che ha esposto in numerose gallerie d’arte, sono nati come omaggio/corrispettivo metropolitano alle credenze sullo spirito degli animali e sulle divinità delle religioni animistiche.
Oltre alle numerosissime performance in solo, Palestine ha anche collaborato dal vivo e in studio con molti altri musicisti: tra questi, i Pan Sonic, David Coulter, Michael Gira, Tony Conrad, Christoph Heemann, Z’ev, i Perlonex e Rhys Chatham.
Di Palestine, AngelicA ha appena pubblicato il cd Organo Rinascimentale Non Temperato, registrazione del concerto tenutosi nella Basilica di San Martino Maggiore durante AngelicA 2004.
Zipangu
Il Zipangu Ensemble / Ensemble Contemporaneo del Teatro Comunale di Bologna, fondato da Silvia Mandolini e Fabio Sperandio, trae il suo nome dal omonimo pezzo di Claude Vivier e si propone la diffusione di musica contemporanea per archi. Nasce all’interno del Teatro Comunale di Bologna dall’incontro di musicisti con una già intensa attività alle spalle e attratti da nuovi repertori. Oltre alle individuali esperienze in qualità di cameristi e solisti con orchestra, comprende al suo interno vincitori di premi nazionali e internazionali ai concorsi per solisti e in formazioni cameristiche, fondatori di trii e quartetti, ideatori e curatori di rassegne musicali. Il Zipangu ensemble ha esordito ufficialmente nell’edizione 2012 del Festival AngelicA, eseguendo musiche di Vivier e Gubaidulina, ed è stato invitato nello stesso anno a partecipare al Festival MITO/Settembre Musica di Milano e Torino, presentando musiche di Schoenberg, Vacchi e Vivier.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.