domenica 24 maggio 2015 – ore 21.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo – BOLOGNA ∆
> Kim Myhr All your limbs singing (Norvegia) prima italiana
Kim Myhr chitarra acustica a 12 corde
musiche di Kim Myhr
> Sidsel Endresen & Stian Westerhus BONITA (Norvegia) prima italiana
Sidsel Endresen voce; Stian Westerhus chitarra elettrica, elettronica;
Asle Karstad suono
musiche di Sidsel Endresen, Stian Westerhus
a cura di Luca Vitali
∆ con la collaborazione della Reale Ambasciata di Norvegia, Norsk Jazzforum
Biglietti 8 €
La Biglietteria del Centro di Ricerca Musicale /Teatro San Leonardo apre 30 minuti prima dell’orario del concerto
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Kim Myhr All your limbs singing (Norvegia) PRIMA ITALIANA
“Una delirante lettera d’amore per la chitarra acustica a 12 corde“
WIRE Magazine, Clive Bell
“Uno dei migliori attributi di Myhr è il suo coraggio di lasciare svolgere la sua musica con innocente semplicità, così da farci concentrare unicamente sul suono. Ma in altri momenti, sfodera invece a pieno effetto la sua diabolica padronanza della chitarra.”
Sydney Morning Herald, John Shand
“La sua liquida 12 corde scintilla prendendo il volo come uno stormo di uccelli, poi riscende a capofitto come gettandosi giù per delle rapide. Un bellissimo album. “
TheArtsDesk, Kieron Tyler
Ci sono voluti due anni e molti concerti in tutto il mondo per riuscire a sviluppare il materiale di “All your limbs singing“, un’autentica esplorazione orchestrale della chitarra acustica a 12 corde. La musica di Kim Myhr può ricordare quella del Ligeti degli inizi o di Morton Feldman, ma contiene anche un’energia e semplicità più vicine alla musica folk americana. Il calore e l’intimità della chitarra acustica – spogliata, nuda – si ode nella sua vastità sinfonica. Allo stesso tempo eterea e corporea, la musica danza e si muove attraverso gli spazi immensi che riesce a creare. Compositore e strumentista, Kim Myhr è una delle voci più interessanti e creative della scena musicale di ricerca dell’ultimo decennio in Norvegia. Dopo tanti progetti corali e collettivi, “All your limbs singing” è suo il primo ambizioso progetto in solo.
Kim Myhr (Norvegia 1981) è una delle figure più attive della scena musicale di ricerca in Norvegia, e si è esibito in tutta Europa, Australia, Asia, Nord e Sud America. Nel 2009 ha composto la suite “Stems and Cages” per la Trondheim Jazz Orchestra – un grande ensemble con artisti come Sidsel Endresen, Christian Wallumrød, Ingar Zach e Jim Denley. La registrazione omonima è uscita su cd MNJ Records nel 2010 ricevendo un ampio consenso di critica. L’altro lavoro per orchestra risale al 2012: “In the end his voice will be the sound of paper“, composto per Ultima Festival, con la giovane e promettente voce di Jenny Hval.
Il 2015 si sta rivelando quanto mai attivo e ricco di fermenti per Kim, che da tempo frequenta anche il mondo della danza: ha composto musica per le produzioni del coreografo italiano Francesco Scavetta (di stanza a Oslo da diversi anni), e ha recentemente iniziato una nuova collaborazione con il ballerino Orfee Schuijt. Kim è inoltre membro del trio MURAL, con i fiati dell’australiano Jim Denley e le percussioni di Ingar Zach. Molto attiva dal 2007, la formazione ha pubblicato due CD, l’ultimo dei quali, “Live at the Rothko Chapel”, è frutto di un rapporto continuativo con la Rothko Chapel di Houston. Nell’aprile del 2013 i MURAL si sono esibiti in una performance di quattro ore proprio a Houston, che confluirà in un cofanetto in uscita nel 2015 per l’etichetta sperimentale SOFA dal titolo “Tempo”.
Sidsel Endresen & Stian Westerhus BONITA (Norvegia) PRIMA ITALIANA
“Endresen e Westerhus condividono chiaramente un’etica del lavoro dedicata alla ricerca di nuovi modi di usare i loro rispettivi strumenti per nuovi paesaggi auditivi; ma paradossalmente uno si dedica interamente alla purezza incontaminata di uno strumento acustico (la voce di Endresen), mentre l’altro è impegnato a usare un massiccio arsenale di effetti elettronici e di amplificazione (il suo set up ideale impiega quattro amplificatori e abbastanza effetti da riempire lo spazio che potrebbe accogliere una big band). Insieme, creano suoni che, se non fosse possibile vederli realmente produrre dal vivo, sarebbero semplicemente incredibili ai più.”
John Kelman (Allaboutjazz)
“Didymoi Dreams“, debutto discografico del 2012, è stato premiato con il meritato Spellemannprisen (Grammy norvegese) riscuotendo grande successo anche all’estero: “un ascolto avvincente” (BBC), magistralmente capace di “potenza, originalità e coraggio” (The Guardian).
Se quello era il frutto di una registrazione colta dal vivo al Nattjazz di Bergen, il nuovo album, “Bonita” (Rune Grammofon) è un’incisione realizzata in studio – ma anche qui, come sempre, sembra che Sidsel Endresen & Stian Westerhus suonino dal vivo e si basino su materiale interamente improvvisato. Non è facile, d’altronde, individuare reali differenze tra il lavoro in studio e quello sul palco, e chiunque ha assistito a una loro performance dal vivo è testimone di un dialogo musicale unico, telepatico, tra due artisti che per intendersi non hanno nemmeno il bisogno di scambiarsi lo sguardo. Come che sia, in studio o dal vivo, il loro universo sonoro è fatto di magia e mistero, bellezza e inquietudine: spazi estatici all’interno dei quali Sidsel e Stian volteggiano come acrobati sospesi nel vuoto, senza rete.
Sidsel Endresen (Norvegia, 1952)
Da tre decenni in prima linea nella scena musicale norvegese, Sidsel Endresen ha attraversato negli anni i più diversi generi musicali: “fusion” e “jazz-rock” negli anni ’80, “jazz da camera” nei ’90, libera improvvisazione, elettronica e ” new music”, per arrivare ai giorni nostri.
Ha diretto numerosi progetti a proprio nome e per ensemble, collaborando con un gran numero di musicisti jazz e di area contemporanea colta, norvegesi e non, tra cui Nils Petter Molvær, Bugge Wesseltoft, Django Bates, Jon Christensen, Christian Wallumrød, Christof Lauer, Jens Thomas, Stian Westerhus, Trondheim Jazz Orchestra & Kim Myhr, Jan Bang, John Tilbury, David Sylvian ecc.
Si è esibita come solista con bigbands, cori e orchestre sinfoniche, norvegesi e internazionali, e si è dedicata a teatro, danza e multimedia – impiegando la voce come un autentico strumento solista. Oggi è considerata una delle voci più incisive e originali dell’improvvisazione libera e della tecnica vocale estesa, e amplissimo è il riconoscimento internazionale e di critica che dal 1990 ad oggi le è stato tributato.
Venti gli album pubblicati, oltre quaranta i progetti cui ha partecipato, e numerose, infine, le colonne sonore composte o alle quali ha prestato la propria voce. Ha ricevuto 5 Grammy norvegesi, il Buddy Award nel 2000 (riconoscimento più alto per il jazz in Norvegia), l’Oslo City Artist Award nel 2002, e per ben due volte è stata nominata per il Nordic Council Music Award, nel 2001 e nel 2011.
Stian Westerhus (Norvegia, 1979)
Gli ultimi anni hanno dimostrato come Stian Westerhus sia un chitarrista dalla tecnica invidiabile, la forte presenza scenica e una vasta immaginazione creativa. Tutte caratteristiche che ne fanno uno dei più importanti improvvisatori e compositori emergenti, dentro e fuori il suo paese.
Cresciuto a nord di Trondheim, una zona remota della Norvegia, Stian ha scoperto la musica grazie alla famiglia, all’insegnante di musica a scuola e all’incontro con un nastro di Mike Oldfield, mentre a influenzare il suo stile musicale sono stati i suoni dei King Crimson e Jimi Hendrix. Ha studiato a Londra, dove ha frequentato il corso di jazz della Middlesex University, e ha poi completato gli studi in Norvegia al conservatorio jazz di Trondheim. Ha fatto parte del trio di noise/rock sperimentale Puma e del duo Monolithic, e ha inciso progetti con Lasse Marhaug, Jaga Jazzist, gli Ulver e la band di Nils Petter Molvaer tra gl altri. Il suo primo album “Galore”, per la prestigiosa e sperimentale Rune Grammofon, risale al 2009, ed è stato seguito un anno dopo dall’acclamato “Pitch Black Star Spangled”, preludio di una serie di dischi sempre più intriganti e sorprendenti. Nel 2011, la commissione di una sua composizione per la Trondheim Jazz Orchestra è stata eseguita al Molde Jazz Festival. I paesaggi sonori di questo performer abitano il mondo della sperimentazione e del jazz, ma anche della scena classica contemporanea, e lo hanno portato a registrare per la BBC di Londra e a suonare fino in Giappone.
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