giovedì 9 maggio 2013 – ore 21.00 – Teatro Rossini – LUGO °
> Terry Riley The 3 Generations Trio PART 1 prima italiana
Terry Riley (Stati uniti, 1935)
Missi Gono (1999); per pianoforte, chitarra acustica, violino
Simply M… (2008); per pianoforte prima italiana
Negro Hall (1990); per pianoforte, chitarra elettrica, violino elettrico
Piedad (1993); per chitarra acustica prima italiana
Barabas (1994); per chitarra acustica
Las Puertas (2003); per pianoforte, chitarra acustica prima italiana
Mongolian Winds (1987); per pianoforte, chitarra elettrica, violino elettrico
Turning (1987); per pianoforte
The 3 Generations Trio:
Terry Riley pianoforte, tastiere, voce, harmonizer, looper; Gyan Riley chitarra acustica, chitarra elettrica;
Tracy Silverman violino elettrico a 6 corde, violino
musiche di Terry Riley
° nell’ambito di Terry Riley & friends … Music in Curved Air, 6>10 maggio 2013 – Bologna, Lugo, Modena; un progetto di AngelicA; una coproduzione di AngelicA, Fondazione Teatro Rossini – Lugo Opera Festival, Fondazione Teatro Comunale di Modena – Festival L’Altro Suono; con il sostegno di Regione Emilia-Romagna – Assessorato alla Cultura, Comune di Bologna
Biglietti Lugo da 12 a 20 €
Teatro Rossini – t 0545.38542 – info@teatrorossini.it
prevendita online: www.teatrorossini.it
* * *
The 3 Generations Trio. Nel corso degli anni ho accumulato molte composizioni che non sono mai state trascritte sotto forma di partitura, o che esistono semplicemente sotto forma di schemi con alcune indicazioni per l’esecuzione. Sentivo il bisogno di lavorare con forme aperte, per lasciare ai musicisti con cui collaboro la massima libertà di espressione artistica. Questi musicisti devono avere la capacità di improvvisare in diversi modi, spaziando tra l’estetica Orientale, Africana, Classica, Jazz e altre ancora, e devono avere una consapevolezza che permetta loro di passare da un genere all’altro individualmente o come gruppo.
Il mio trio attuale (Gyan Riley, Tracy Silverman ed io) è uno dei miei ensemble preferiti per la particolare trasparenza degli strati sonori di base, violino, chitarra e piano. Composto interamente da strumenti a corda, è caratterizzato da una meravigliosa risonanza composita che, da un lato, lascia che filoni individuali emergano, e dall’altro fa sì che suoni compositi creino, misteriosamente, un tessuto unico.
Ho il privilegio di essere il padre di Gyan Riley, che fin da tenera età ha mostrato di possedere abilità musicali prodigiose, e ha iniziato a suonare nei miei gruppi quando era ancora adolescente. Gyan è non solo un chitarrista e improvvisatore di livello mondiale, ma anche un compositore degno di nota che, grazie alle sue esibizioni e dischi, ha ottenuto un seguito incredibilmente numeroso. Gyan possiede un inspiegabile intuito che gli permette di sapere sempre che direzione sta prendendo la musica, anche durante i momenti più concitati di una performance dal vivo, e per questo riesce sempre ad aggiungere idee musicali caratteristiche al flusso musicale.
Ho lavorato con il compositore e violinista Tracy Silverman per circa 20 anni. Tracy è un talento prodigioso e ha ideato per sé un violino elettrico a 6 corde che è uno strumento di straordinaria bellezza e originalità. Il suo suono ha un calore personale e inconfondibile, che è in grado di trasportare l’ascoltatore in uno stato di profonda emozione, mentre scopre idee melodiche di un’estrema sottigliezza.
Tracy dispone di un arsenale di suoni ed effetti unico, che danno vita a qualsiasi realtà, da tessiture orchestrali a pungenti nuvole di suono dalla ruvidezza grunge. E lui sa come e dove usarli. Il mio concerto per violino elettrico, The Palmian Chord Ryddle, è stato scritto per lui ed eseguito in anteprima alla Carnegie Hall nel maggio del 2012.
Nel concerto di Lugo, verranno eseguiti tre brani dal Book of Abbeyozzud (Libro di Abbeyozzud), la mia suite di 26 brani (quando sarà completata) per chitarra sola o in ensemble. I due brani solistici sono stati scritti specialmente per Gyan. Piedad, composta come regalo per il suo diciottesimo compleanno, rappresenta un omaggio al compositore e virtuoso di bandoneón Astor Piazzola. Il brano è simile, per forma, ad una passacaglia, nel contenere molte sezioni che variano da rapide e ritmiche, a lente e liriche. Il duetto Las Puertasè una composizione parzialmente “scritta”, che sfrutta le abilità improvvisative di Terry e Gyan.
Mongolian Winds e Turning sono estratti dal mio quartetto di due ore Salome Dances for Peace, composto per il Kronos Quartet nel 1985/87. Missi Gono è stato ispirato da mia nipote, Simone Riley, che era solita inventare storie su un amico immaginario in grado di morire e ritornare in vita.
Negro Hall viene dalla mia opera, The Saint Adolf Ring, basata sull’autobiografia e i disegni del grande artista svizzero art brut Adolf Woelfli. Simply M… per piano solo è un omaggio alla scomparsa Dottoressa Margaret Lyon del Mills College a Oakland, California, con cui ho lavorato per 10 anni. La dottoressa Lyon fu colei che portò grandi compositori come Luciano Berio e Darius Milhaud al Mills, ed era una grande sostenitrice della musica contemporanea.
Il concerto a Modena ospiterà una prima mondiale, Camargue Voices, un brano che prende ispirazione dalle recenti performance del trio ad Arles (Francia), in occasione dell’installazione multimediale di Doug Aitken “Altered Earth”, dove abbiamo sviluppato per la prima volta i sistemi di live electronics e le tecniche di loop del gruppo.
Ho inizialmente scritto The Bull per il grande organo a canne della Disney Hall di Los Angeles, dove l’ho eseguito per la prima volta nel 2009. Faceva parte della suite Universal Bridge. Anche la suite di 5 brani Cantos Desiertos è tratta dal Book of Abbeyozzud, ed è stata scritta durante una vacanza nella località di mare di Puerto Vallarta, in Messico. Ebony Horns è tratta dall’ultimo movimento del mio concerto per quartetto d’archi scritto per il Kronos Quartet. Anche G Song fu scritta per il Kronos Quartet, ma la versione che sarà eseguita a Modena prenderà la forma di un rondò. Havana Man fu abbozzata a Stoccolma nel 1967, ma l’ho completata solo nel 1990.
Terry Riley, febbraio 2013
* * *
Suonare assieme a mio padre è stata una grande sfida, senza dubbio l’esperienza musicale che più mi ha arricchito e ispirato. Credo di aver avuto circa 16 anni quando mio padre mi chiese per la prima volta di unirmi alla sua band durante una prova. Dato che ascoltavo la sua musica già da molti anni, per me partecipare fu come raccontare una storia a me familiare per la prima volta. Dato il mio background musicale, principalmente classico, suonare con lui è stato per me un incredibile studio dell’espansione nell’improvvisazione. La sua musica è colma di ricche armonie e delicate inflessioni d’intonazione (derivate dalla sua lunga devozione per la tradizione Kirana del nord dell’India) inserite in strutture dalla caratteristica lunghezza, spesso rapsodiche, che “entrano ed escono” dall’improvvisazione. Credo che la qualità musicale più unica di mio padre sia la sua capacità di entrare sempre più a fondo nel mood di un brano, abbandonando qualsiasi altra preoccupazione. Ha una spontaneità incredibile, e anche se un brano ha una propria forma inerente, sembra sempre che lo stia ricomponendo in tempo reale, sul palco!
L’atteggiamento mentale che serve per accostarsi ai suoi brani composti da cima a fondo per chitarra è ovviamente molto diverso. Poiché non è un chitarrista, ha la tendenza ad disattendere le aspettative del musicista con una musica che si espande oltre i linguaggi tipici dello strumento. Ed è proprio questa, a livello tecnico, la più grande sfida posta dalle sue composizioni per chitarra, e anche la radice del loro potere espressivo. Un aspetto assai positivo del suo approccio alla composizione è che lascia moltissima libertà interpretativa al musicista che esegue il brano. Non avere indicazioni tecniche o espressive per ogni singola nota è molto liberatorio!
Gyan Riley, febbraio 2013
* * *
Una volta odiavo questa espressione, ma ora che ho 53 anni sono sempre più felice di fare ancora parte della generazione “di mezz’età”. La nostra musica come trio, è il prodotto della nostra amicizia. È come un pasto consumato in compagnia di buoni amici – c’è l’entusiasmo per gli ingredienti freschi, preparati insieme, conditi a seconda dei nostri gusti personali, assaporati e accompagnati da una conversazione piacevole, del buon vino e delle risate.
Durante gli ultimi 15 anni, suonando in un piccolo ensemble con Terry, ho imparato molto. Terry è diventato un vero e proprio guru per un numero sempre più grande di seguaci in tutto il mondo, che riconoscono in lui il raro spirito dell’autentica libertà artistica – il coraggio di fidarsi della propria immaginazione e di creare attingendo ad un vasto vocabolario di influenze stilistiche, mantenendo però una voce autentica. Sul palco, Terry emana sempre un senso di generosità e di apertura, per come ascolta e accoglie sempre con entusiasmo nuove idee che possano portare a stabilire un dialogo spontaneo tramite l’improvvisazione, invece di cercare di ricreare qualcosa di già provato. In qualsiasi momento, ogni brano può prendere una deviazione e dirigersi verso territori inesplorati, a volte senza mai fare ritorno.
La musica di Terry emana tutto il suo karma positivo, la sua giocosità e gioia, e sono grato di avere l’opportunità di trasmettere quel karma a qualcun altro. Anche con Gyan ho una lunga storia di collaborazioni, sia nelle sale da concerto che nei locali rock. Assieme abbiamo travalicato in molte occasioni i confini della sicurezza, sia musicale che personale, della sobrietà e del gusto. La sua musica ha tutta l’intrepidità di suo padre ma con una personalità “chitarro-centrica” che è tutta sua.
Tracy Silverman, febbraio 2013
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.