giovedì 23 maggio 2013 – 22.15 – Santuario del Corpus Domini di Santa Caterina – BOLOGNA Δ
> Teodoro Anzellotti (Italia/Germania)
György Kurtag (Romania/Ungheria, 1926)
Games (1990/1998); versione per fisarmonica di György Kurtag e Teodoro Anzellotti
Christian Wolff (Francia/Stati Uniti, 1934)
Balancing (2002) * prima italiana
Rebecca Saunders (Inghilterra, 1967)
…of waters making moan (2013) * prima italiana
Martin Smolka (Repubblica Ceca, 1959)
Lamento metodico (2006) * prima italiana
Hans Zender (Garmania, 1936)
Ein Wanderer …zornig (2012/ 2013) * prima italiana
Luciano Berio (Italia, 1925-2003)
Sequenza XIII [Canzone] (1995/96) *
Teodoro Anzellotti fisarmonica
musiche di György Kurtag, Christian Wolff, Rebecca Saunders, Martin Smolka,
Hans Zender, Luciano Berio
* composizioni scritte per Teodoro Anzellotti
Δ con la collaborazione del Goethe-Institut Mailand
Biglietti 5 €
La Biglietteria apre alle ore 22.00
* * *
György Kurtag: Games (1990/98) La musica di Kurtág è intrisa d’assoluto desiderio d’espressione, una perfetta fusione delle sensazioni umane espresse attraverso un canto leggiadro (e ciò vale anche per gli strumentali come Games), pura gioia per la musica, e intensità acuta e profonda. Già il sottotitolo del volume: “Tagebucheintragungen, persönliche Botschaften” (“Appunti di diario, messaggi personali”) esplicita il carattere intimo della raccolta, ribadito dalle innumerevoli dediche e “in memoriams” verso amici e persone a lui care. Kurtág iniziò la serie nel 1973 come risposta ad un blocco compositivo, e la sua risposta assunse infatti la forma di un diario su tutto ciò che lo riguardava al momento, ma anche di un’analisi e di una serie di osservazioni in merito alle questioni musicali lasciate aperte da altri compositori: già nei titoli, si possono trovare riferimenti a Beethoven, Lizst, Wolff, Scarlatti, Schnittke e Stravinsky tra gli altri. Spesso inoltre i brani di Games sono serviti da cellule germinative per opere maggiori, come per “Vorklänge zu einer Bálint-Ausstellung”, la cui esecuzione a quattro voci, profondamente dissonante, si ritrova in “Drei alten Inschriften op. 25” per canto e pianoforte.
Hans Zender: “Ein Wanderer …zornig” (2012/ 2013) “Ein Wanderer …zornig” è il numero V del mio ciclo “Hölderlin lesen” (“Leggere Hölderlin”). In questo ciclo mi confronto con la lingua di Hölderlin, senza “tradurla in musica” alla vecchia maniera; la lingua di Hölderlin affronta piuttosto, come lingua parlata, una musica concepita a tale scopo in modo contrappuntistico. Nella prima parte di “Wanderer” la lingua rimane in silenzio; il punto focale del brano è composto dal suono di una fisarmonica, prima lento e in seguito ritmato, finché verso la fine del brano la musica sprofonda sempre più nel silenzio, momento in cui la lingua risulta predominante. Il materiale linguistico si compone di due frammenti di opere del tardo Hölderlin che trovo molto attuali. In essi possiamo percepire un lamento per la mancanza di democrazia e contemporaneamente un invito a rispettare ciò che dell’arte non è disponibile e non può essere sfruttato.
Il brano è stato scritto per Teodoro Anzellotti.
Hans Zender, marzo 2013
Christian Wolff: Balancing (2002) Balancing è stata scritta per Teodoro Anzellotti. La musica si dirige in varie direzioni, con una semplice scrittura a due e tre parti in pulsazione regolare; una sezione nella quale il ritmo è modellato da frasi prolungate determinate dall’azione continua di apertura e chiusura del mantice della fisarmonica, e le altezze sono specificate solamente come note bianche o nere (sulla tastiera); e sezioni nelle quali una notazione a intavolatura indica i contrappunti ritmici e quali dita devono suonarli, ma non su quali tasti devono posarsi, cioè la scelta dell’altezza è anche qui libera.
Il titolo è nato dall’osservazione di un mio amico su quanto Anzellotti suonasse in modo rilassato (lo avevo ascoltato suonare splendidamente e con rimarchevole semplicità le “Cheap Imitations” di Cage) e che forse avrei dovuto cercare di “sbilanciarlo” un po’.
Christian Wolff, marzo 2013
Martin Smolka: Lamento metodico (2006) Se devo essere onesto, per molti anni non mi è piaciuto per niente il suono della fisarmonica. Nella chanson francese andava bene, ma sui palchi della musica classica?
Questo è stato un punto di partenza per il mio brano. L’altro è la mia citazione preferita di Arvo Pärt: “Il compositore deve provare un forte amore per ognuno dei suoi suoni.” Come potevo conciliare questi aspetti contrastanti?
Per fortuna Anzellotti con il suo strumento sa portare alla luce come per magia suoni meravigliosi, non si deve far altro che ascoltare la sua raffinata incisione di Scarlatti. E l’Arte migliore, il modo per imparare ad amare un suono, è ascoltarlo più e più volte. Questo è stato il metodo che ho seguito per le mie composizioni. Il suono doveva essere morbido e triste. Un suono piccolo e delicato come il battito d’ali di una cinciarella.
Perché “Lamento metodico”? Mi piaceva semplicemente il sorprendente incontro di emozioni essenziali e il relativo opposto razionale. Mi sforzo di sviluppare in modo metodico il motivo triste, interrompendo tuttavia la logica seguendo le mie sensazioni. Come ha detto Morton Feldman (cito nuovamente a memoria): “L’unica cosa che chiedo ai miei studenti è quello di pulirsi le orecchie, se vogliono scrivere musica.”
Martin Smolka
Rebecca Saunders: …of waters making moan (2013) L’esplorazione di uno specifico gesto fisico e frammento sonoro.
Nella sua forma più pura, questo gesto musicale elementare segna l’aprirsi e il chiudersi del mantice, estraendo un filo di suono da una superficie di silenzio; frammenti, respiri, continuità, infinito, che appare in superficie per poi scomparire.
Sentire il peso del suono è parte integrante del processo compositivo. L’essenziale materialità del suono è per me di primaria importanza – essere consapevole dei rumori prodotti dai meccanismi di uno strumento, tracciare l’essenza di frammenti di colore entro i confini di una ridotta tavolozza di timbri, ed esplorare i gesti fisici che creano un frammento sonoro.
È anche una melodia, sebbene prolungata e velata.
Di recente mi sono imbattuta in una registrazione di James Joyce che leggeva una delle sue prime poesie. Bellissima e semplice, quasi cantata, la voce che assapora ogni inflessione onomatopeica. Questa poesia, “All day I hear the noise of waters / making moan” [Tutto il giorno sento il rumore di acque / che gemono] ha in parte accompagnato il processo compositivo e suggerito idee che hanno accompagnato lo sviluppo del solo.
Scritto per Teo Anzellotti, con un grazie per le sessioni che sono servite a esplorare questa tavolozza di suoni.
Rebecca Saunders, marzo 2013
Luciano Berio: Sequenza XIII (canzone) Avevo già usato la fisarmonica in diverse occasioni, “nascosta” in gruppi strumentali e come tramite timbrico tra diverse famiglie strumentali. L’incontro con Teodoro Anzellotti mi ha convinto ad avvicinarmi alla fisarmonica come strumento solista e a fare i conti, quindi, con le esperienze popolari che la abitano e che si riconoscono nella sua stessa fattura: penso alle melodie accompagnate delle gite in campagna e ai canti della classe operaia, ai night club, ai tanghi argentini e al jazz – che ha contribuito, più di ogni altra esperienza, a una ridefinizione dello strumento durante gli ultimi decceni. Con Sequenza XIII non mi sono certamente posto il problema di rendere omaggi, unificandoli, a tutti quegli antefatti. “Chanson” vuole essere solo l´espressione spontanea (non improvvisazione, un rondò?) del mio rapporto con la fisarmonica: “una memoria al futuro” (come direbbe Italo Calvino), di questo strumento in continua crescita.
Sequenza XIII è stata scritta 1995/96 per Teodoro Anzellotti.
Luciano Berio
Teodoro Anzellotti è nato a Candela (FG) ma cresciuto nei pressi di Baden-Baden, Teodoro Anzelotti è divenuto a partire dagli anni 80 una figura di riferimento per il suo contributo all’ampliamento delle possibilità sonore della fisarmonica nella scena contemporanea. Ha eseguito in prima assoluta oltre 300 brani espressamente composti per lui da compositori come Aperghis, Berio, Holliger, Hosakawa, Kagel, Pintscher, Sciarrino, Stroppa, Widmann, e ha inciso opere di Scarlatti, Janacek, Satie, Kagel, Cage, ecc. per etichette come DGG, Winter & Winter ed ECM.
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