domenica 5 maggio 2013 – ore 21.30 – Sala Farnese di Palazzo D’Accursio – BOLOGNA Ω //
> Percussionisti del Conservatorio di Parigi-Palermo-Bologna + Marta Burgay (Francia, Italia)
Gérard Grisey (Francia, 1946-1998)
Le Noir de l’Etoile [Il nero della stella] (1989/1990); per un astrofisico, sei percussionisti
spazializzati, nastro magnetico, trasmissione di segnali astronomici
Marta Burgay astrofisica (Osservatorio Astronomico di Cagliari);
Sylvain Borredon percussioni (Conservatoire National supérieur de musique et de danse de Paris);
Sergio Calì percussioni (Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo);
Luigi Cordaro percussioni (Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo);
Vito Amato percussioni (Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo);
Federico Lolli percussioni (Conservatorio Giovan Battista Martini di Bologna);
Roberto Marra percussioni (Conservatorio Giovan Battista Martini di Bologna)
musiche di Gérard Grisey
Ω // un certain regard… un progetto di AngelicA; una coproduzione di AngelicA, Conservatoire National supérieur de musique et de danse de Paris, Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo, Conservatorio Giovan Battista Martini di Bologna; con la collaborazione di INAF – Istituto di Radioastronomia di Bologna, INAF – Osservatorio astronomico di Cagliari, CNR – Area della Ricerca di Bologna; concerto nell’ambito del Festival di musica “Suona francese”, organizzato dall’Ambasciata di Francia in Italia e dall’Institut français Italia, con il sostegno dell‘Institut français, della Fondazione Nuovi Mecenati, della SACEM e del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca – Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica
Biglietti 5 €
La Biglietteria apre 30 minuti prima dell’orario del concerto
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Allievo di Messiaen e Dutilleux, poi borsista presso Villa Medici a Roma e l’IRCAM di Parigi, e fondatore nel 1973 dell’Ensemble L’Itinéraire con Tristan Murail e Hugues Dufourt, Gérard Grisey è considerato uno dei fondatori dello Spettralismo, un linguaggio musicale basato sull’analisi scientifica dei fenomeni fisico-acustici del suono. Le sue ricerche si sono concentrate soprattutto sull’esplorazione degli spettri timbrici, dagli armonici più semplici al rumore bianco, e sulla fenomenologia della percezione, in particolare per quanto riguarda la dimensione temporale.
La sua Le noir de l’étoile è una partitura che presenta caratteristiche uniche. Composto nel 1989-90 per l’ensemble Les Percussions de Strasbourg, il brano prevede l’interazione fra sei percussionisti, nastro magnetico e segnali astronomici, in particolar modo quelli di due stelle Pulsar. Una Pulsar è una stella composta da neutroni, nata dall’implosione di una supernova di tipo II in seguito al collasso della sua energia nucleare, che genera un fascio di onde radio a impulsi regolari, causati dall’azione combinata del campo magnetico e della rotazione. L’idea del compositore fu quella di utilizzare i segnali emessi da due pulsar, denominate 0359-54 e Vela, che per la prima del concerto vennero captati e radiotrasmessi in diretta da un radiotelescopio, per convertirli in impulsi ritmici, diffusi con effetti di spazializzazione sonora mediante altoparlanti disposti intorno al pubblico. La partitura prevede un percorso che si snoda lungo diversi momenti, il primo dei quali è rappresentato dall’introduzione affidata a un astrofisico (nel nostro caso l’italiana Marta Burgay, premio Descartes Prize per la scoperta della prima pulsar doppia), cui segue la creazione progressiva di pulsazioni sonore su cui si inseriscono gli interventi dei musicisti.
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