giovedì 25 maggio 2023 – ore 20.30 – Basilica di Santa Maria dei Servi – BOLOGNA
– – > Sarah Davachi (Canada)
– – > Special Performance for the Pipe Organ at Basilica di Santa Maria dei Servi
prima assoluta
Sarah Davachi organo a canne
musiche di Sarah Davachi
a cura di Giorgio Magnanensi
Biglietti:
10 € | ridotto 5 €
Ridotto:
– per studenti dell’Università di Bologna e del Conservatorio di Musica
“G. B. Martini” di Bologna, Liceo Musicale Lucio Dalla
– ai possessori della Card Cultura e Carta Giovani Nazionale verrà applicato uno sconto
di 2 € sul biglietto intero
La Biglietteria apre 30 minuti prima dell’orario del concerto
prevendite
Boxerticket
si raccomanda l’acquisto dei biglietti in prevendita
Sarah Davachi è una compositrice e interprete che, spaziando dalla strumentazione acustica all’elettronica, si occupa delle complessità dello spazio timbrico e temporale, utilizzando durate estese e semplici strutture armoniche che enfatizzano sottili variazioni di consistenza, complessità armonica, fenomeni psicoacustici, temperamento e intonazione.
Come per tutte le sue esibizioni soliste per organo a canne, anche quella di AngelicA sarà una presentazione unica, che esplorerà le complessità dello storico strumento della Basilica di Santa Maria dei Servi, combinandole con rielaborazioni dai recenti lavori per organo dei suoi ultimi album, Two Sisters e Antiphonals.
Cantus, Discantus, Risonanze
C’è un continuum tra il lavoro di Sarah Davachi con sintetizzatori analogici e le sue composizioni e performances con organi a canne: un’esplorazione continua di risonanze e spazi, sia intima che respirante. Se pensiamo all’organo come a un proto-sintetizzatore in grado di manipolare le onde sonore attraverso una varietà di combinazioni di registri e materiali risonanti, allora possiamo vedere come l’approccio di Sarah si armonizzi all’interno di questa apparente opposizione tecnologica in cui il suono si manifesta attraverso le orecchie sensibili di una artista di comprovata musicalitá. Il mondo sonoro di Sarah suggerisce un ascolto profondo, quello che lei descrive come “divulgazione emotiva o estetica“. E qui, tra “cantus” e “discantus“, le voci emergono, si stratificano e dialogano nella nostra percezione. L’indagine di queste forme di composizione e pensiero sonoro favorisce la creazione di ambienti in cui immergersi in flussi percettivi in continua evoluzione. Questo è ciò che ho sempre amato nel lavoro di Sarah: le creazione di ambienti sonori che sostengono e suscitano il flusso e l’emergere di nuove e meravigliose sfumature affettive. In qualche modo qui anche noi diventiamo risonanza, non solo metaforicamente, ma anche come il vero potere, la forza, l’intensità e il divenire in cui componiamo le nostre percezioni e interazioni.
– Giorgio Magnanensi
Nata nel 1987 in Canada, Sarah Davachi vive e lavora a Los Angeles. Le sue composizioni spaziano da lavori per strumento solo a ensemble da camera, incorporando un’ampia gamma di strumenti acustici ed elettronici di diverse epoche. Ispirata sia da principi minimalisti e di espansioni temporali, che dai concetti della musica nonché dalle pratiche di produzione sperimentale nello studio di registrazione, nel suo suono si manifesta un’esperienza intima e paziente che riduce la percezione del familiare e del lontano.
A partire dal 2013 ha inciso 29 album, in solo o in collaborazione con Ariel Kalma, Sean McCann e Biliana Voutchkova, con strumentazioni che vanno dai sintetizzatori vintage (Arp, Buchla, Serge ecc) dell’esordio di The Untuning Of The Sky, alle composizioni cameristiche del recente Two Sisters (con Jessica Kenney, Apartment House, Judith Hamann ecc).
Oltre alla sua acclamata produzione discografica, Davachi si è esibita in tutto il mondo insieme ad artisti come Grouper, Quatuor Bozzini, William Basinski, la London Contemporary Orchestra, Oren Ambarchi, Suzanne Ciani, la BBC Scottish Symphony Orchestra, Apartment House, Catherine Lamb, Aaron Dilloway, Robert Aiki Aubrey Lowe, Ellen Arkbro, Michael Pisaro, Loren Connors e il regista Paul Clipson.
Il suo lavoro è stato presentato al Southbank Centre (Londra), Kontraklang (Berlino), Radio France (Parigi), Issue Project Room (New York), Elbphilharmonie (Amburgo), Organ Reframed (Londra), The Getty Center (Los Angeles), Orgelpark (Amsterdam), Le Guess Who? (Utrecht), Suoni Per Il Popolo (Montréal) Open Frame (Sydney), Tusk Festival (Newcastle), Mazeum Festival (Kyoto), Unsound (Cracovia), Museo Reina Sofia (Madrid), e Western Front (Vancouver).
Ha pubblicato per etichette come Cassauna, Important Records, Recital, Boomkat, Black Sweat, Another Timbre, e ha fondato la sua Late Music nel 2020, con la divisione etichette partner di Warp Records.
www.sarahdavachi.com
L’Organo Tamburini opus 544 della Basilica di Santa Maria dei Servi è stato costruito nel 1968 su progetto di Luigi Ferdinando Tagliavini e inaugurato l’1 aprile dello stesso anno. Possiede tre tastiere di 61 note ciascuna (Do1-Do6), e una pedaliera concavo-radiale di 32 (Do1-Sol3), per un totale di circa 5000 canne suddivise in 60 registri.
È stato suonato per diverse edizioni del festival a partire dal 2013: da Olivier Latry, Terry Riley, Francesco Filidei (in duo con Roscoe Mitchell), ed Hermann Nitsch.
Tre di questi concerti sono stati pubblicati da i dischi di angelica.
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