sabato 6 maggio 2023 – ore 20.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo – BOLOGNA
CREATE Festival – a cura di Wadada Leo Smith
– – > Wadada Leo Smith + Purple Kikuyu + Istantanea [4] prima assoluta
(Stati Uniti, Giappone/Stati Uniti, Svizzera/Stati Uniti, Islanda, Italia)
Wadada Leo Smith (Stati Uniti, 1941)
Gardens of Peace (2020);
per tromba, violoncello, pianoforte, batteria prima europea
Central Park in August (2007);
per tromba, violoncello, 2 pianoforti, basso elettrico, 2 batterie prima europea
String Quartet No 6 – Taif: Prayer in the Garden of the Hijaz (2007);
per quartetto d’archi e trio con tromba, pianoforte, batteria prima assoluta
Yosemite: The Glaciers, The Falls, The Wells and the Valley of GoodWill (2013);
per tromba, violoncello, 2 pianoforti, basso elettrico, 2 batterie
prima assoluta
Phoenix (1970);
per tromba, violoncello, 2 pianoforti, basso elettrico, 2 batterie prima europea
Muhammad Ali’s Spiritual Horizon / Fire Illuminations Inside the Particles of Light (2019);
per ensemble e chitarra elettrica prima assoluta
ospite Lamar Smith
Purple Kikuyu:
Wadada Leo Smith tromba; Sylvie Courvoisier pianoforte;
Erika Dohi pianoforte, elettronica; Ashley Walters violoncello;
Skúli Sverrisson basso elettrico; Pheeroan aKLaff batteria; Frank Morrison batteria
Istantanea [4]:
Alma Napolitano violino; Pietro Fabris violino;
Giulia Arnaboldi viola; Enrico Mignani violoncello
ospite: Lamar Smith chitarra elettrica
musiche di Wadada Leo Smith
residenza & registrazione 4, 5, 6 maggio & concerti 5 e 6 maggio
a cura di Wadada Leo Smith
progetto commissionato da AngelicA
Biglietti:
20 € | ridotto 10 €
Ridotto:
– per studenti dell’Università di Bologna e del Conservatorio di Musica
“G. B. Martini” di Bologna, Liceo Musicale Lucio Dalla
– ai possessori della Card Cultura e Carta Giovani Nazionale verrà applicato uno sconto
di 2 € sul biglietto intero
La Biglietteria apre 30 minuti prima dell’orario del concerto
prevendite
Boxerticket
si raccomanda l’acquisto dei biglietti in prevendita
Il compositore e trombettista Wadada Leo Smith è uno dei nomi più illustri emersi dall’incredibile fucina creativa dell’AACM di Chicago, e tra questi uno dei più radicali nella ridefinizione di nuovi approcci alla composizione e all’improvvisazione per il jazz contemporaneo.
CREATE è l’idea di un festival che Smith ha avuto l’opportunità di presentare dal 2017, per approfondire la sua musica sfaccettata e inclassificabile presentando nuove opere in anteprima e rivisitando lavori storici con l’aiuto di un grande numero di musicisti ed ensemble collaboratori di lunga data.
Dopo tre edizioni alla Firehouse12 di New Haven e quelle di San Francisco e Reykjavík, per il CREATE di AngelicA Smith ha assemblato un ensemble inedito: Purple Kikuyu, un settetto che, assieme ai membri del quartetto Istantanea, si alternerà nell’arco dei due giorni in diverse combinazioni strumentali, per presentare un eccezionale programma di brani (quasi tutti in prima assoluta o europea) che coprono 50 anni di attività compositiva del musicista: fatta eccezione per Black Church, tutte le composizioni proposte, e l’ensemble stesso, faranno il proprio debutto in Europa.
Wadada Leo Smith, compositore e trombettista, è uno degli artisti più acclamati del panorama jazz e d’avanguardia contemporanea. Nato il 18 dicembre 1941 a Leland, Mississippi, è cresciuto immerso nelle tradizioni musicali del sud degli Stati Uniti suonando Delta Blues e altri generi tradizionali, per poi spostarsi a Chicago, dove si unì al leggendario collettivo dell’AACM (Association for the Advancement of Creative Musician). Smith definisce la propria come “Musica Creativa” e la sua lunga e diversificata discografia rivela una storia di musica incentrata sull’idea di armonia spirituale e sull’unificazione delle questioni sociali e culturali del suo mondo.
Fra le sue incisioni più importanti figurano Ten Freedom Summers (Cuneiform 2012), America’s National Parks (Cuneiform 2016) e String Quartets Nos. 1-12 (TUM 2022).
Finalista del Premio Pulitzer per la Musica del 2013 per Ten Freedom Summers, Smith ha ricevuto numerosi premi e onorificenze fra cui il Doris Duke Artist Award nel 2016, la Borsa di Ricerca del Guggenheim, il Premio Mohn Award dello Hammer Museum nel 2016 “in onore a una carriera di genialità e resilienza”, la Medaglia della UCLA, il riconoscimento più prestigioso dell’Università, e il Premio alla Carriera del Vision Festival nel 2022, fra gli altri.
Smith è il creatore dell’Ankhrasmation, un linguaggio simbolico di notazione basato su immagini che ha giocato un ruolo importante nella sua crescita come artista, direttore di ensemble e docente.
Le sue partiture evitano quasi sempre la notazione tradizionale a favore di composizioni simboliche di colore, linea e forma, che forniscono indicazioni ai musicisti consentendo al contempo loro di apportare la propria speciale esperienza e i propri punti di forza di improvvisatori in ogni performance. Queste partiture sono state esposte nei principali musei americani come il Renaissance Society di Chicago, l’Hammer Museum e il Kalamazoo Institute of Arts.
Nell’arco di 55 anni di attività professionale, la sua produzione si è espressa da progetti in solo (a partire da Creative Music 1, 1971), in duo (Creative Improvisation Ensemble con Marion Brown), in gruppi da lui formati come New Dalta Ahkri (con Anthony Davis, Oliver Lake e Pheeroan akLaff), il Golden Quintet, Leo Smith’s Organic, Yo Miles! (con Henry Kaiser e il ROVA), partecipazione a collettivi (Creative Construction Company con Abrams, Braxton, Jenkins, Davis, McCall), grandi ensemble come Leo Smith’s Creative Orchestra (con Braxton, Lewis, Mitchell, Wheeler…) e Leo Smith’s Silver Orchestra (con Zorn, Taborn, Choi, Ibarra…) tra gli altri. Da oltre vent’anni compone inoltre musiche per formazioni che vanno da quartetti d’archi a opere la cui esecuzione richiede più giorni.
Ritorna ad AngelicA dopo il memorabile concerto dell’edizione 2011 che ha riunito assieme per la prima volta Pauline Oliveros, Roscoe Mitchell, John Tilbury e Leo Smith.
La pianista e compositrice Sylvie Courvoisier, nata in Svizzera, gode di meritata fama per la sua abilità nel bilanciare due mondi distinti: la musica da camera meticolosamente dettagliata delle sue origini europee, e i suoni ricchi di groove della scena jazz della downtown di New York, sua casa da oltre vent’anni. Pochi sono in grado di farlo, ma Sylvie Courvoisier – “una pianista composta in parti uguali da audacia e compostezza” secondo il New York Times – è egualmente convincente nell’eseguire La Sagra della Primavera di Stravinsky in duo con il pianista Cory Smythe, che nell’improvvisare con il suo acclamato trio jazz assieme al bassista Drew Gress e al batterista Kenny Wollesen. Poi ci sono le sue collaborazioni innovative con luminari della musica d’avanguardia come John Zorn, Wadada Leo Smith, Evan Parker, Ellery Eskelin, Fred Frith, Andrew Cyrille, Mark Feldman, Ken Vandermark, Nate Wooley, Jacques Demierre e Mary Halvorson. Ha suonato ad AngelicA 2003 con Mephista, il suo trio con Ikue Mori e Susie Ibarra.
Pianista e tastierista giapponese capace di passare dal rigore della musica classica all’improvvisazione più audace, Erika Dohi si è fatta notare nei circoli dell’avanguardia newyorchese per il suo stile e tecnica non idiomatica del tutto particolari.
Il suo cd come RighteousGIRLS, in duo con la flautista Gina Izzo, è stato definito da DownBeat come “uno dei dischi di debutto più avventurosi degli ultimi anni”, mentre I, Castorpollux, il primo a suo nome per l’etichetta 37d03d (fondata da Bon Iver e Aaron e Bryce Dessner dei The National), dipinge un paesaggio emotivo composto in parti uguali da nostalgia indistinta, colonna sonora da fantascienza e sperimentazione elettroacustica, che ha ricevuto la menzione di “Best Ambient Album” su Bandcamp.
Come improvvisatrice, lavora nel Wadada Leo Smith’s Golden Quintet, e si è esibita al SFJazz come parte del 50° anniversario della ECM.
La violoncellista e direttrice d’orchestra Ashley Walters è conosciuta per l’esecuzione di impegnativi pezzi di musica contemporanea e per le numerose prime assolute da lei presentate. La sua pratica strumentale spazia dal microtonalismo a tecniche estese, accordature alternative e improvvisazione. Ha pubblicato in solo il cd Sweet Anxiety (che include composizioni di Berio, Deyoe e Smith), è co-fondatrice del Formalist Quartet, ha partecipato a incisioni di lavori di Julius Eastman (con l’ensemble Wild Up), George Lewis, Harold Budd, Nicholas Deyoe, David Rosenboom, Katharina Rosenberger, e a numerose tournée e registrazioni a fianco di Wadada Leo Smith.
Attualmente ricopre il ruolo di direttore d’orchestra della Ventura College Symphony Orchestra, di Direttore Musicale e d’Orchestra della Schwab Academy of Music, e di direttore d’orchestra e docente di violoncello al Nief-Norf Summer Festival di Knoxville, Tennessee.
Compositore e bassista islandese di stanza a New York, Skúli Sverrisson si è costruito una carriera unica come compositore, produttore e improvvisatore con gli artisti più diversi. Come strumentista ha lavorato con Wadada Leo Smith, Arto Lindsay, Blonde Redhead e Allan Holdsworth per citarne solo alcuni, ed è stato musical director per le performance di Laurie Anderson per più di dieci anni. Skúli ha composto musica per Víkingur Ólafsson, la Iceland Symphony Orchestra ed Erna Ómarsdóttir. Ha all’attivo 19 album a suo nome o condivisi con Óskar Guðjónsson, Bill Frisell e Arve Henriksen tra gli altri. In ambito cinematografico Skúli ha contribuito alle colonne sonore di Hildur Guðnadóttir, Jóhann Jóhannsson e Ryuichi Sakamoto.
Il decano della batteria americano Pheeroan akLaff crede che l’arte sia un modo per rendere grazie e di lavorare per creare un cambiamento. Attivo dalla seconda metà degli anni 70, la sua carriera di batterista a fianco di compositori avventurosi comprende tournée in Africa, Asia, ed Europa e oltre 150 incisioni con luminari della musica come Wadada Leo Smith, Oliver Lake, Anthony Davis, Amina Claudine Myers, Henry Threadgill, Sonny Sharrock, Yamashita Yosuke, Liu Sola, Andrew Hill, Mike Nock, James Newton, Anthony Braxton, Tom Pierson, Don Byron, Kalaparusha Maurice McIntyre, David Murray, Ned Rothenberg, Steve Lehman ecc, oltre a sette album a proprio nome.
https://pheeroanaklaff.com
Frank Morrison, originario di Chicago, ha studiato e lavorato con molti degli artisti più importanti della città e ha imparato che la musica ci unisce e guarisce tutti. Morrison ha partecipato ad alcuni dei maggiori programmi di jazz per giovani a Chicago come la Chicago Youth Jazz Orchestra e il Ravinia Jazz Scholars. Morrison ha iniziato a diffondere positività nella sua comunità condividendo la sua passione per la musica con persone di tutte le età.
Più di ogni altra cosa, spera che la sua musica continui a ispirare le persone a condividere la musica che amano con le persone che amano.
Istantanea, collettivo artistico formatosi nel 2018, nasce come spazio d’incontro tra un gruppo di musicisti, Istantanea Ensemble, nato in seno alle esperienze che fanno capo al Mercato Sonato di Bologna, e alla Tower Jazz Composers Orchestra, residente al Torrione Jazz Club Ferrara, e negli anni è diventato un importante spazio di incontro e di fusione tra musicisti e compositori professionisti di diversa estrazione artistica.
La sinergia creativa tra musicisti attenti alle intersezioni tra il mondo delle musiche contemporanee di ricerca, l’improvvisazione e la tradizione in movimento di matrice jazzistica, è il motore di una profonda indagine sulle possibilità espressive del repertorio contemporaneo.
Istantanea, con l’intento di promuovere l’arte contemporanea e le sue forme di espressione, mette in primo piano la diffusione e la produzione di opere originali, inedite e rielaborazioni di opere del passato all’insegna dello stretto dialogo tra musica scritta e improvvisazione, dialogo amplificato attraverso la multidisciplinarietà con altri linguaggi come le arti visive, poetiche e coreutiche, utilizzando strumenti multimediali per la diffusione delle proprie opere.
Istantanea [4] è il quartetto d’archi nato in seno all’ensemble Istantanea, che negli ultimi anni ha avuto la possibilità di affinare le proprie qualità attraverso preziose residenze con importanti compositori e interpreti, come Salvatore Sciarrino e Francesco Dillon.
Nel gennaio 2022 hanno presentato, all’interno della rassegna “Risveglio della Città” a cura di Fabrizio Puglisi presso il Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo, la produzione originale “SeedS – concerto for String 4et and improvising composers”, un dialogo in forma concertante tra quartetto d’archi ed ensemble di improvvisatori/compositori (Piero Bittolo Bon, Dimitri Sillato, Domenico Caliri, ecc).
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