sabato 4 giugno – ore 20.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo – BOLOGNA ///
– – > ONCEIM (Francia) prima italiana
– – > Orchestre de Nouvelles Créations, Expérimentations et Improvisations Musicales
– – > joue Jim O’Rourke, Éliane Radigue
Jim O’Rourke (Stati Uniti, 1969)
flocking gliders, again and again i have heard (2022); per orchestra e nastro prima italiana
Éliane Radigue (Francia, 1932)
OCCAM OCEAN (2015); per orchestra
ONCEIM:
Prune Bécheau violino; Patricia Bosshard violino; Silvia Tarozzi violino;
Elodie Gaudet viola; Julia Robert viola;
Félicie Bazelaire violoncello; Deborah Walker violoncello;
Sébastien Beliah contrabbasso; Benjamin Duboc contrabbasso;
Frédéric Marty contrabbasso; Xavier Charles clarinetto; Jean Dousteyssier clarinetto;
Sam Dunscombe clarinetto; Joris Ruhl clarinetto; Stéphane Rives sax soprano;
Pierre-Antoine Badaroux sax alto; Simon Riou sax alto;
Bertrand Denzler sax tenore; Franz Hautzinger tromba; Louis Laurain tromba;
Alexis Persigan trombone; Jean Daufresne euphonium;
Vianney Desplantes euphonium; Noé Clerc fisarmonica;
Giani Caserotto chitarra elettrica; Richard Comte chitarra elettrica;
Jean-Sebastien Mariage chitarra elettrica; Cynthia Caubissens pianoforte;
Rémi Durupt percussioni; Antonin Gerbal percussioni; Julien Loutelier percussioni;
Diemo Schwarz elettronica; Frédéric Blondy direzione
musiche di Éliane Radigue, Jim O’Rourke
a cura di Frédéric Blondy
/// un certain regard… un progetto di AngelicA con il sostegno della
Fondazione Nuovi Mecenati – Fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione
contemporanea
ONCEIM ha il sostegno del Regional Office of Cultural Affairs of Ile de France –
Ministero della Cultura e Communicazione, Institut français
Biglietti:
10€ | ridotto 5€
Ridotto:
– per studenti dell’Università di Bologna e del Conservatorio di Musica “G. B. Martini” di Bologna
– ai possessori della Card Cultura e Carta Giovani Nazionale verrà applicato uno sconto 2 €
sul biglietto intero (eccetto concerto del 20 maggio a Modena)
La Biglietteria apre 30 minuti prima dell’orario del concerto
prevendita:
si raccomanda l’acquisto dei biglietti in prevendita
Fondato nel 2011, ONCEIM è un’orchestra/collettivo che si dedica alla creazione contemporanea con un approccio al suono come arte plastica, sperimentando diverse modalità di elaborazione, trasmissione e composizione musicale.
Questo concerto è presentato da ONCEIM come un’opportunità per accostare due compositori emblematici appartenenti a generazioni diverse e di diversa estrazione, ma che hanno avuto entrambi un importante legame con il GRM/Groupe de Recherches Musicales (lo studio per la musica elettroacustica fondato da Pierre Schaeffer nel ’58) durante la loro carriera: Éliane Radigue e Jim O’Rourke.
Lasciatasi alle spalle il mondo della musica elettronica, di cui era stata esponente fin dagli anni ’60, Éliane Radigue si è dedicata nel nuovo millennio a un grande ciclo di brani acustici, Occam, per i quali ha sviluppato uno straordinario metodo collaborativo con un grande numero di strumentisti (o “musicisti-complici” come scrive François Bonnet), “aggiungendo una nuova dimensione relazionale alla sua musica, che fino a quel momento era stata creata in solitudine”.
Ciascun brano del ciclo è basato su una “partitura-immagine mentale” originale, che viene costruita in stretto rapporto con i musicisti e trasmessa loro unicamente per via orale ed aurale. Occam Océan (il suo primo pezzo orchestrale) è stato quindi creato con e per i musicisti dell’ensemble parigino ONCEIM, e ha richiesto due anni di lavoro, per un’opera ai confini tra il minimalismo, l’elettronica e la musica spettrale.
Jim O’Rourke è un musicista, produttore e arrangiatore emerso all’inizio degli anni ’90, e la sua opera attraversa noise industriale, post-rock, pop, elettronica glitch, musica concreta e improvvisazione elettroacustica. Uno dei suoi ultimi lavori (Shutting Down Here) era stato registrato al GRM di Parigi nel 2020 e la sua nuova composizione flocking gliders, again and again i have heard è stata commissionata da ONCEIM e INA-GRM.
Si tratta di un lungo brano per orchestra ed elettronica (nastro digitale) tutt’ora in corso di composizione, che verrà messa a punto nel corso di una settimana di residenza alla Muse en Circuit, Centre National de Recherche Musicale (Alfortville, FR) e sarà eseguita alla Maison de la Radio et de la Musique di Parigi il 29 maggio 2022, pochi giorni prima del concerto di Bologna.
OCCAM OCÉAN è il titolo generico di una serie di opere costituite da assoli, duetti, trii, eccetera… Ognuna di queste opere riporta, in allegato allo stesso titolo, qualificazioni secondo la formazione, come “DELTA, HEPTA, ecc., seguite dai numeri (in numeri romani) in ordine cronologico della loro produzione. Ad oggi ha avuto più di cinquanta realizzazioni.
La prima fonte d’ispirazione dietro a questa serie è un grande murale che mi capitò di vedere per caso nel 1973, al Museo di Storia Naturale di Los Angeles. Il murale raffigurava lo spettro di tutte le lunghezze d’onda conosciute dalla terra al sole, da quelle più grandi a quelle più infinitesimali (“micro”, “nano”…) che nello spirito risuonano all’infinito, fino alla vertigine interiore. All’interno di questo ampio spettro vi è una minuscola zona, compresa tra 50,60 Hz a più o meno 12.000 Hz, che secondo certe specie si traducono in “suoni”.
L’OCEANO, sembra, sul nostro pianeta, il fenomeno più adatto a permetterci di sentirci più vicini a questa vibrazione infinita, nella nostra sensibilità diretta.
OCCAM si riferisce invece a Guglielmo da Occam e alla sua famosa teoria, “Il Rasoio di Occam”. Semplificandola all’estremo, il modo in cui applichiamo questa teoria quando siamo di fronte a un dubbio creativo è: “Più è semplice, meglio è”.
Da un punto di vista tecnico, si tratta di far emergere alla loro massima intensità l’OCEANO delle componenti secondarie del suono, i leggeri battimenti, le pulsazioni, la ricchezza degli armonici, tutto ciò che costituisce l’essenza impalpabile di qualsiasi corpo sonoro.
Lasciando la massima libertà alle leggi naturali dell’acustica, tenendo conto della risposta acustica del luogo e dell'”umore” dello strumento musicale, sintonizzandolo sul suo maggior picco di risonanza, qualunque sia il diapason di riferimento…
Lasciando fluttuare e coesistere in un ensemble strumentale alcuni diapason diversi, dai barocchi ai classici A (il “la” anglosassone solitamente intonato a 442-443 Hertz. ndt) o “la” (diapason più usato nei paesi “latini”, solitamente a 440 Hertz, ndt), più adatti a favorire questi sottili incontri nell’infinitesimale, ogni diapason risonando comunque alla sua propria intonazione giusta.
L’ideale è di far “dimenticare” il più rapidamente possibile il o i toni fondamentali (le note “reali”, ndt), energia essenziale per la produzione di molteplici fenomeni acustici che si verificano, ovviamente, grazie a queste intonazioni impossibili da temperare!
L’abilità tecnica (il virtuosismo) sta nel cercare questi suoni “immateriali” contenuti nel suono, il più delle volte attraverso note tenute a livelli dinamici che vanno dal pianissimo al (breve) mezzo forte, per evitare il predominio dei suoni fondamentali, sempre presenti ovviamente, ma in qualche modo tenuti in secondo piano con una qualità d’ascolto che Pauline Oliveros ha qualificato come “Deep listening”. (…)
Ogni opera basa la sua struttura su una “immagine mentale” stabilita di solito insieme ai musicisti, ma sempre unica e originale, legata al suono del suo o dei suoi dedicatari, che sono i soli autorizzati, se lo desiderano, a trasmetterla a nuovi interpreti.
L’immagine-partitura è sempre necessariamente associata all’acqua: bolle leggere che emergono dalla sabbia di una minuscola sorgente nelle profondità degli oceani, molteplici percorsi attraverso cascate e fonti, fiumi e torrenti, laghi o stagni, prendono forma dall’interiorizzazione, evocazione personale di un luogo, da una contemplazione che struttura e sviluppa ogni opera. Una sorta di “spartito mentale” al quale si può sempre fare riferimento in caso di dubbio o dimenticanza. Questo è il protocollo stabilito per tutti gli OCCAM OCÉAN.
Eliane Radigue
Jim O’Rourke (1969) è stato a lungo associato alla scena sperimentale della città in cui è nato, Chicago. Si è poi trasferito a New York attorno al 2000, e da molti anni vive in Giappone, prima a Tokyo e più recentemente in collina a Yamanashi, vicino al Monte Fuji.
Ha esordito nel 1989, come solista e come membro degli Illusion of Safety. Ha poi fatto parte di gruppi come Gastr Del Sol, Brise-Glace, Red Krayola, Sonic Youth (dal 1999 al 2005), inciso in solo, in duetti con Günter Müller, Eddie Prevost, Henry Kaiser, K.K. Null, Mats Gustaffson, Nurse with Wound, John Duncan, formato trii di lunga data con Christian Fennesz e Peter Rehberg e con Keiji Haino e Oren Ambarchi, e prodotto album per Faust, Stereolab, John Fahey, Smog, Superchunk, Beth Orton o Wilco (A Ghost is Born, per il quale ha vinto un Grammy nel 2005), KTL ed Eiko Ishibashi.
Ha collaborato con la Merce Cunningham Dance Company, e composto musiche per film per Werner Herzog e Olivier Assayas.
Dal 2013 pubblica sulla sua pagina Steamroom su Bandcamp materiali rari d’archivio e molti dei più recenti lavori inediti della sua produzione.
Negli ultimi due anni ha intrecciato anche una collaborazione con Anton Lukoszevieze e il suo ensemble Apartment House, per cui ha composto brani per violoncello solo, sestetto e nastro, e la Best That You Do This for Me “per trio d’archi vocalizzante” eseguita dall’ensemble al Centro di Ricerca Musicale lo scorso 4 dicembre in prima italiana, assieme alla prima di String Quartet and Oscillators 1 & 2 (1990).
Per l’edizione 2011 del festival, AngelicA ha commissionato a O’Rourke IT’S NOT WHAT IT USED TO BE (2011), una prima assoluta per nastro a 4 canali.
Éliane Radigue, nata a Parigi nel 1932, ha studiato pianoforte, ed è stata allieva di Pierre Schaeffer allo Studio d’Essai di Parigi, e poi assistente di Pierre Henry. Intorno al 1969-70 ha creato le sue prime composizioni, in uno studio condiviso con Laurie Spiegel, con un Buchla installato da Morton Subotnick alla New York University, prima di trovare nel sintetizzatore ARP 2500 il veicolo che avrebbe usato per i successivi 25 anni per forgiare il suo suono caratteristico, a partire dalla trilogia Adnos (1974/79/80), seguita da quella dedicata a Milarepa (83-86) e dalla Trilogie de la Mort (85-93).
Nel 2001, su richiesta di Kasper T. Toeplitz, ha creato il suo primo lavoro strumentale, Elemental II per basso elettrico. Dal 2004 si dedica a musiche per strumenti acustici. La trilogia di lavori Naldjorlak (2004-2009) creata per Charles Curtis, Carol Robinson e Bruno Martinez, è stata presentata a Bordeaux nel gennaio 2009 e la prima italiana della stessa si è tenuta ad AngelicA 2010 alla presenza della compositrice. Il ciclo Occam è stato inaugurato nel giugno 2011 a Londra con Occam I, scritto per l’arpista Rhodri Davies, e comprende ad oggi più di cinquanta opere.
Le prime mondiali di Occam II, Occam III, Occam IV e Occam Delta I per quartetto sono state eseguite, alla presenza dell’autrice, da Silvia Tarozzi, Carol Robinson, Julia Eckhardt e Rhodri Davies ad AngelicA 2012.
ONCEIM
Fondata nel 2011 sotto la spinta di Frédéric Blondy, ONCEIM è un’orchestra di 30-35 elementi dedicata alla composizione e all’improvvisazione nell’ambito della musica elettroacustica e contemporanea. ONCEIM riunisce musicisti di altissimo livello che sviluppano una pratica strumentale e uno stile musicale completamente individuali. Si tratta di musicisti e/o improvvisatori e/o compositori, e spesso tutte e tre le cose contemporaneamente, il che permette loro di comprendere fino in fondo le complessità e le sottigliezze della musica d’oggi.
L’orchestra riunisce musicisti provenienti dagli orizzonti musicali più eterocliti: gruppi di musica improvvisata (Hubbub, Zoor, Watt), jazz (Orchestre National de Jazz, Umlaut Big Band), free jazz (The Fish, Die Hochstapler, Peeping Tom), ensemble di musica classica e contemporanea (IRCAM, Orchestre National de France, Ensemble Intercontemporain, Le Balcon, Hodos, Dedalus, 2E2M, Links), musiche nuove (Makhno, Zombie Zombie-Lune d’argent), musica sperimentale (Arnaud Rivière).
Il loro repertorio si compone di opere scritte da membri dell’orchestra (Badarou, Blondy, Bosshard, Charles, Mariage) e di commissioni a compositori come John Tilbury, Stephen O’Malley, Jerome Noetinger, Peter Ablinger, Bertrand Denzler, Eliane Radigue, e (per il 2002) Jim O’Rourke ed Ellen Akbro.
La loro incisione di Occam Océan è uscita su Shiin nel 2019, e Occam XXV per organo da chiesa, eseguita da Blondy, è stata pubblicata a cura del festival Organ Reframed nel 2022.
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