sabato 7 maggio 2022 – ore 20.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo – BOLOGNA §
– – > Christian Wolff + Joey Baron + Robyn Schulkowsky + Angelica orchestrA prima assoluta
(Francia/Stati Uniti, Stati Uniti, Italia)
Christian Wolff (Francia/Stati Uniti, 1934)
Percussionist 5 (2002); per percussioni, batteria prima italiana
Keyboard Miscellany (selezione: 2021/2022); per pianoforte prima assoluta
For 1, 2 or 3 People (1964); versione per pianoforte, percussioni, batteria
Exercise 32 (2011); versione per percussioni
Roulette (2022); per pianoforte, percussioni, batteria prima assoluta
Sveglia (2022); per 7 chitarre elettriche prima assoluta
commissione di AngelicA
Exercise 10 (1974); versione per 7 chitarre elettriche, pianoforte
Christian Wolff pianoforte; Joey Baron batteria;
Robyn Schulkowsky vibrafono, timpani, campane tubulari, percussioni
Angelica orchestrA:
Pietro Agosti chitarra elettrica; Marco Albiani chitarra elettrica;
Daniele Faraotti chitarra elettrica; Simone Grande chitarra elettrica;
Carlo Manniello chitarra elettrica; Sergio Sorrentino chitarra elettrica;
Walter Zanetti chitarra elettrica
musiche di Christian Wolff
residenza & registrazione 4, 5, 6, 7 maggio & concerto 7 maggio
progetto commissionato da AngelicA
§ una produzione di AngelicA; con la collaborazione del Conservatorio di Musica “Giovan
Battista Martini” di Bologna
Biglietti:
10 € | ridotto 5 €
Ridotto:
– per studenti dell’Università di Bologna e del Conservatorio di Musica “G. B. Martini” di Bologna
– ai possessori della Card Cultura e Carta Giovani Nazionale verrà applicato uno sconto 2 €
sul biglietto intero (eccetto concerto del 20 maggio a Modena)
La Biglietteria apre 30 minuti prima dell’orario del concerto
Prevendita:
su boxerticket.it
si raccomanda l’acquisto dei biglietti in prevendita
“Il primo incontro con la musica di Wolff ti lascia con l’impressione di avere appena ascoltato (o suonato) qualcosa di totalmente estraneo, diverso da qualsiasi altra cosa tu possa conoscere. Eppure, pensandoci sopra, capisci che si tratta allo stesso tempo di qualcosa di totalmente ordinario, familiare quanto qualsiasi azione che ripetiamo nella vita quotidiana: alzarsi da letto, andare a scuola o al lavoro, eseguire tutti i piccoli compiti quotidiani per la casa o la famiglia…
Strani piccoli motivetti, che suonano come se fossero stati irraggiati verso qualche punto remoto dell’universo e fossero poi rimbalzati indietro come una specie di musica mutante intergalattica; figure ritmiche e melodiche riconoscibili, cucite assieme in qualche modo in accoppiamenti mostruosi, che ricordano a volte i demoni di Hieronymus Bosch, ibridi di animali, pesci, fiori e oggetti domestici: c’è ordine, ma anche costanti intrusioni di una realtà irregolare sulla regolarità, e i due elementi si combinano a creare un effetto sia di familiarità che di estraneità: l’ostranenie di Shklovsky.
Si potrebbe dire che la sua musica è surrealista: non riproduce forme familiari, ma rivela, dietro queste, l’imprevedibilità della vita. Si potrebbe dire che è politica; improvvisativa; che si occupa di forme collaborative e non-gerarchiche di organizzazione sociale; ma non si può davvero dire cosa sia (anche se John Cage ci andò vicino quando affermò, dopo aver assistito a una performance degli Exercises a New York, che sembravano ‘la musica classica di una civiltà sconosciuta’).” – Frederic Rzewski
Christian Wolff, uno dei maggiori e più singolari compositori viventi (giovanissimo, nel 1950 era già membro della leggendaria New York School formata con Morton Feldman, Earle Brown e John Cage), torna all’età di 88 anni ad AngelicA dopo i concerti monografici a lui dedicati nel 2013.
Per l’apertura dell’edizione 32, presenterà un programma in esclusiva mondiale, appositamente concepito. Ad accompagnarlo dagli Stati Uniti, due collaboratori di lunga data: Robyn Schulkowsky, incontrata nel ’93 (e vista con lui a Bologna nel 2013), che lo stesso Wolff ha descritto come la sua guida e catalizzatrice primaria per i molti lavori per percussione che ha composto da allora; e Joey Baron, il funambolico batterista che abbiamo conosciuto con i Naked City e i Masada di Zorn, che con Robyn ha formato un duo da oltre 15 anni, che ha affiancato Wolff in concerti in tutto il mondo.
Il programma della serata del 7 maggio ruota attorno a Sveglia, un nuovo lavoro per sette chitarre elettriche commissionato in prima assoluta, per il quale è stata formata una speciale Angelica orchestrA, attorno a studenti e docenti del Conservatorio G.B. Martini di Bologna guidati da Walter Zanetti.
Un altro brano composto appositamente per Bologna sarà quello conclusivo, Roulette, che verrà eseguito dal trio di Wolff con Baron e Schulkowsky.
Il resto del programma, dal solo al tentetto, copre un arco di ben 58 anni della produzione del compositore: For 1, 2 or 3 People (1964) appartiene al periodo in cui Wolff iniziò ad abbandonare la scrittura altamente complessa che lo caratterizzava negli anni 50, sviluppando invece diversi tipi di notazioni “aperte” come forma di “dialogo”, nel tempo reale della performance, tra il compositore e i suoi musicisti. For 1, 2 or 3 People specifica 22 tipi diversi di suoni richiesti (“suoni di frizione”, “suoni lievemente alterati” ecc), ma la strumentazione è libera, e la notazione consiste essenzialmente in regole di coordinamento e di interazione con i suoni prodotti dall’altro (o dagli altri) musicisti. L’idea, spiegò il compositore, era di “rendere percepibile all’ascoltatore il suono di un musicista che prende delle decisioni, o che è costretto a cambiarle.”
Le linee melodiche in precario unisono degli Exercises fecero parlare di “risposta di Wolff al Minimalismo”. Si tratta di un corpus di opere iniziato nel 1973, formate spesso da brevi frasi melodiche o da semplici materiali accordali. La strumentazione non è indicata, e le note possono venir lette in due modi, solitamente in chiave di violino o di basso, producendo armonie diverse.
I musicisti non devono necessariamente eseguire tutte le note: cosa suonare e quando (ciascun performer può scegliere se suonare le sue frasi in anticipo o in ritardo rispetto agli altri), come anche il movimento e l’articolazione della musica, sono liberi e vengono decisi al momento della performance. Il risultato è un’eterofonia che viene improvvisata a partire dalle note specificatamente date.
Per il programma di Bologna, l’Exercise 10 (74) sarà eseguito da tutti e dieci i musicisti presenti, mentre il più recente (2011) Exercise 32, dalla sola Schulkowsky. Anche se la strumentazione è libera, la notazione del brano suggerisce, sia pure non esclusivamente, la performance da parte delle percussioni. Si compone di 22 parti, ciascuna come un microesercizio, che sono suonabili in qualsiasi ordine, eccetto l’ultima.
Percussionist 5 risale al 2002, e verrà eseguita dal duo Schulkowsky-Baron, come già la versione incisa nel doppio cd 8 Duos (New World 2013), che vede la percussionista americana alternarsi con partner diversi (Rzewski, Wolff, Kashkashian, ecc).
Infine, Keyboard Miscellany è il titolo generico che Wolff dà alle sue selezioni dal vivo da una raccolta di brevi brani occasionali, la maggior parte per pianoforte e alcuni per melodica (uno strumento che già da sé esempla la “semplicità ingannevole” che caratterizza molte sue composizioni) – pezzi perlopiù scritti come doni ad amici o come composizioni alla memoria; per AngelicA si tratterà di brani recentissimi (2021/2022), proposti dall’autore in prima assoluta.
Walter Rovere
Joey Baron è nato a Richmond, in Virginia, ha studiato alla Berklee School of Music di Boston e si è poi trasferito a Los Angeles per lavorare con il suo idolo Carmen McRae. Durante questo periodo, ha suonato anche regolarmente con Chet Baker, Blue Mitchell, Eugene Wright, Hampton Hawes, Lou Rawls e Al Jarreau.
Trasferitosi a New York nel 1983, si è rapidamente affermato come uno dei caposaldi della scena musicale creativa di New York dove è stato accolto da musicisti/artisti del tutto diversi come Toots Thielemans, Red Rodney-Ira Sullivan, David Bowie, Jay McShann, Big Joe Turner, Al Hirt, Laurie Anderson, Pat Martino, Dr. John, Allen Ginsberg e Lou Reed.
Il suo approccio unico alla batteria gli ha fruttato anche duraturi sodalizi musicali con personalità come John Zorn, Jim Hall, Steve Kuhn e John Abercrombie.
Da oltre 15 anni ha formato inoltre un duo con Robyn Schulkowsky, assieme alla quale ha inciso i cd Dinosaur Dances (2010) e Now You Hear Me (Intakt 2018) e lavorato a stretto contatto con il compositore Christian Wolff, per performance in tutte le Americhe, Europa e Cina (eseguendo tra l’altro la prima di Old Shoe, New Shoe per due percussionisti e orchestra, al Tectonics di Glasgow del 2019).
Robyn Schulkowsky è nata nel Sud Dakota, si è trasferita in Germania durante uno dei periodi d’oro della composizione classica sperimentale. Ha eseguito in prima assoluta e inciso alcune delle più importanti opere per percussione del 20° e 21° secolo, lavorando con Karlheinz Stockhausen, Iannis Xenakis e Morton Feldman, e presentando i loro lavori in tournée in Africa, India, Asia, Stati Uniti, Sud America e Messico. Le sue esibizioni come solista e in ensemble, con musiche di Cage, Lachenmann e Neuwirth, sono state presentate in festival come The Proms, Salzburger Festspiel, Musikfest Berlin, solo per citarne alcuni. Ha inciso inoltre lavori di Riehm, Scelsi, Joachim Krebs, Stiebler, Gubaidulina, fatto parte del gruppo Sahara Dust di Lindsay Cooper, e registrato duetti con Fredy Studer, Derek Bailey e Nils Petter Molvaer. Ha collaborato con il leggendario batterista africano Kofi Ghanaba, l’artista visivo Guenther Uecker, l’attrice Edith Clever, e i coreografi Merce Cunningham e Sasha Waltz. La sua opera, “Child of the Sea Otter” è stata presentata per la prima volta a Oldenburg, in Germania, nel 2008.
Particolarmente importante è anche il sodalizio che ha stabilito con Christian Wolff, che a partire dal 1993 ha composto per lei diversi lavori, tra cui le Percussionist Songs (1994-5), e nel 2013 è stata ospite di AngelicA per un concerto in duo con lui, documentato nel cd Angelica Music uscito per l’etichetta del festival.
Da oltre 15 anni ha formato inoltre un duo con Joey Baron, assieme al quale ha inciso due cd, intrapreso un progetto in progress con lo scienziato sociale Nilam Ram, suonato in molte occasioni con Christian Wolff, e tenuto concerti e workshop in Sud America, Stati Uniti, Europa e Cina.
Christian Wolff, nato nel 1934 a Nizza, Francia, vive negli Stati Uniti dal 1941. È compositore, insegnante e talvolta interprete. Ha studiato pianoforte con Grete Sultan e composizione, brevemente, con John Cage, nella cui compagnia insieme a Morton Feldman, David Tudor e Earle Brown trovò incoraggiamento e ispirazione, come avvenne successivamente in compagnia di Frederic Rzewski e Cornelius Cardew. Ha anche avuto una lunga collaborazione con Merce Cunningham e la sua compagnia di ballo. Come improvvisatore ha suonato con Christian Marclay, Eddie Prevost, Takehisa Kosugi, Keith Rowe, Ikue Mori, Steve Lacy, Larry Polansky e Kui Dong, tra gli altri. Classicista di formazione accademica (greco e latino), ha insegnato a Harvard e, dal 1971 al 1999, al Dartmouth College. (c.w.)
Angelica orchestrA – L’idea di un’orchestra “stabile” del festival, ma con organico flessibile a seconda delle necessità e dei progetti, nasce nel 2015, per il 25esimo anniversario di AngelicA. Per quell’edizione, si costituì un ensemble di docenti e studenti del Conservatorio di Bologna per l’esecuzione di un’impresa “impossibile”: Transitive Axis da Grayfolded di John Oswald, un’esecuzione dal vivo della composizione costruita da Oswald al computer attingendo da 25 anni di registrazioni live di una sola canzone dei Grateful Dead, ‘Dark Star’, trascritta e diretta da Domenico Caliri.
L’anno successivo, una Angelica orchestrA per metà rinnovata eseguì FFF – For Fred Frith, un progetto di trascrizioni delle musiche costruite da solo in studio da Frith, che non avevano mai avuto delle partiture formali, e rivisitazioni dei suoi brani, sempre a cura di Caliri.
Ma le collaborazioni tra Festival e Conservatorio si sono svolte anche in molte altre occasioni, ad esempio nel 2014, con i cinque chitarristi ospiti (tra cui Walter Zanetti e Caterina Barbieri) che parteciparono al Guitar Trio in versione per ottetto di e con Rhys Chatham; o nel 2018 e 2019, con le due grandi INCROCIorchestra di sessanta elementi, formate da studenti e docenti di più dipartimenti, per concerti diretti da Alvin Curran e Giorgio Magnanensi.
Questa edizione 2022 dell’orchestrA vede, oltre a suoi membri fissi fin dal 2015 come Walter Zanetti (docente di chitarra classica e membro di Fontana/MIX) e il chitarrista e compositore (e docente al liceo L. Dalla) Daniele Faraotti, anche la partecipazione di Sergio Sorrentino, chitarrista già ospite del Centro di Ricerca in solo e con Gavin Bryars ed Elliott Sharp, che ha inciso due composizioni di Wolff per chitarra nel suo cd Dream per l’americana New World.
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