venerdì 11 dicembre 2020 – ore 21 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo – BOLOGNA
A causa delle vigenti disposizioni governative e per misure precauzionali finalizzate a contrastare la diffusione del Covid-19, comunichiamo che il concerto previsto per venerdì 11 dicembre 2020, è rinviato a data da definirsi nel 2021.
Per chi volesse ricevere il rimborso del biglietto acquistato:
– per acquisti su Boxerticket.it inviare una mail a info@boxerticket.it
con la scansione del biglietto entro e non oltre l’11 gennaio 2021.
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entro e non oltre l’11 gennaio 2021.
——> Roberto Dani SOLO (Italia)
Roberto Dani batteria preparata
musiche di Roberto Dani
a cura di Roberto Dani
——> Julien Desprez Acapulco Redux (Francia) X
Julien Desprez chitarra elettrica, luci, effetti
musiche di Julien Desprez
a cura di Julien Desprez
X con la collaborazione di La Francia in Scena, stagione artistica dell’Institut français Italia /
Ambasciata di Francia in Italia, con il sostegno della Fondazione Nuovi Mecenati
Biglietti
8 €
ridotto 5 €
per studenti dell’Università di Bologna e del Conservatorio di Musica “G. B. Martini” di Bologna
ai possessori della Card Cultura verrà applicato uno sconto di 2 € sul biglietto intero
La biglietteria apre 30 minuti prima dell’orario del concerto
Prevendite
su www.boxerticket.it, www.ticketone.it
e punti vendita Ticketone
ATTENZIONE posti limitati – secondo le normative attuali
si raccomanda l’acquisto dei biglietti in prevendita
Corpo/spazio/suono
Una riflessione a partire dal silenzio
“A cavallo tra composizione pura ed improvvisazione, Dani si è da tempo distinto nel panorama internazionale come uno dei più straordinari musicisti in attività, autore di performance che coinvolgono mente, corpo e suono in un tutt’uno di grande potenza espressiva”.
Carlo Boccadoro
“Musicista indefinibile, Dani ha creato uno spazio che va oltre i dualismi fino all’ambito dell’immanenza: uno spazio che proprio per questa ragione è indefinibile. È difficile pensare l’immanenza: il modo per avvicinarsi ad essa è vivere l’esperienza. Non bisogna ridurre questo concetto alle etichette: ciò che conta è quanto la precisione del dettaglio sonoro e dell’azione scenica abbia trovato la sintesi tra naturale e soprannaturale”.
Elia Moretti
Roberto Dani
Musicista autodidatta, la sua ricerca è incentrata sull’improvvisazione e i confini tra la musica improvvisata e la musica scritta, indagando le relazioni tra suono/corpo/spazio.
Oltre a collaborazioni con nomi quali Stefano Battaglia Trio (pubblicate dalla prestigiosa ECM Records), con Annette Peacock (in duo nel 2007, in un tour documentato su un cd allegato alla rivista Musica Jazz, e in un esclusivo trio con Roger Turner per AngelicA 2017), al progetto STAGON in duo con l’artista Gianandrea Gazzola per la sua installazione a caduta di gocce d’acqua “Nomos II”, dal 2003 Roberto Dani privilegia la performance solitaria per batteria preparata, contesto a lui particolarmente congeniale.
Dopo l’iniziale debutto con la band rock progressive Devil Doll, affermatasi presto in tutto il mondo, e le incisioni e i concerti con numerosi altri musicisti (Glauco Venier, Enzo Pietropaoli, Roberto Ottaviano, Erik Friedlander, Giorgio Gaslini, Samo Šalamon ecc), il suo inusuale stile lo ha portato a confrontarsi frequentemente con il teatro contemporaneo e la sound-performance: come percussionista/performer nel progetto Klangmobil con l’Ensemble Interface, nello spettacolo multimediale Duell(O) di Michele Tadini, nell’Opera Il Sogno di Una Cosa di M. Baliani, con l’Ensemble Sentieri Selvaggi e le musiche di Mauro Montalbetti; nei progetti Luce Nera e Non Ricominciamo la guerra di Troia per sei batterie e la voce recitante di Patricia Zanco.
Ha collaborato con l’Ensemble Sentieri Selvaggi nell’esecuzione di musiche di Carlo Boccadoro, e successivamente, sempre con il compositore, incidendo musiche per balletti commissionate dal Teatro La Scala di Milano. Numerose sono state le sue interazioni con la danza contemporanea.
Ha all’attivo un’intesa attività concertistica in tutto il mondo e didattica nel campo dell’improvvisazione attraverso la conduzione di laboratori musicali interdisciplinari chiamati Forme Sonore.
Se lo si ascolta senza vederlo, non è facile capire che Julien Desprez suona la chitarra elettrica. Il giovane musicista francese suona con una salutare spontaneità molteplici modificazioni del suono, sia interne che esterne al proprio strumento. Mentre gioca con i microfoni e trasforma il suono con i pedali, sembra che le sue mani ballino il tip-tap sugli accordi. I suoi brani dal vivo suonano come dei cut-up, simili alla cosiddetta musica glitch, e ci ricordano Akufen, alias Marc Leclair, produttore quebecchese di musica techno, con cui condivide la passione per il jolting: il corpo esegue quasi una danza mentre suona, e il suo rapporto con la chitarra evoca l’immagine di un mago capace di ipnotizzare un domatore di tigri.
‘Acapulco’ è frutto di un concetto: sviluppare una forma musicale in grado di ricevere e dare vita ad ogni tipo di suono, proveniente da qualsiasi campo o estetica musicale. L’idea ha portato a creare un approccio anticonvenzionale alla chitarra, attraverso un mix di azioni manuali sullo strumento in concomitanza con il lavoro dei piedi sui pedali. Il corpo è divenuto così un elemento centrale nella ricerca artistica di ‘Acapulco’.
Con l’obiettivo di sviluppare ulteriormente questa peculiarità, l’estetica della performance è stata ampliata tramite un sistema di luci, tre barre di LED molto potenti e reattive che vanno a sostenere il significato musicale. Julien aziona le luci con i pedali, controllando direttamente dal palco questi effetti luminosi semplici, taglienti e incisivi, proprio come fa con la musica.
Tutti i pedali – delle luci e musicali – sono distribuiti sul palco in modo da creare spazi, profondità e prospettive diverse, e costringere l’artista a muoversi. Questo semplice sistema spezza il flusso del suono, del tempo e dello spazio, e permette a nuove densità musicali di emergere. La musica diviene inconcepibile senza prendere in considerazione lo spazio. Tutto è connesso.
Ma, allo stesso tempo, tutto può essere anche indipendente. Ogni spazio sonoro, spaziale, luminoso e visuale può anche, contemporaneamente, separarsi dal resto in un’esistenza propria e raccontare la sua storia. Qui Julien attinge a ciò che appare essere, ma anche a ciò che nasconde, a ciò che sentiamo, e da dove lo sentiamo. La performance è vivida, ed espone la sua fragilità.
Nato dalle esplorazioni sonore, corporee e formali degli ultimi anni, ‘Acapulco Redux’ fa parte del progetto ‘Acapulco’ creato nel 2013. Trascendendo i confini della chitarra, creando un nuovo strumento che pare fondersi con una batteria o un organo umano, ‘Acapulco Redux’ va oltre la pratica strumentale per evocare una danza, mettendo in discussione la relazione fisica e gestuale intrinseca alla chitarra.
In questa nuova fase del progetto, che mette suono, spazio e luce sullo stesso piano, il fulcro della performance è leggermente dislocato e le prospettive si moltiplicano. Tensioni, rotture, shock – di qualsiasi natura – creano uno spazio-tempo singolare.
Julien Desprez è musicista e performer di base a Parigi. Il jazz e il rock furono i suoi primi amori musicali ma, man mano che la sua pratica è progredita, anche il suo approccio al suo strumento, alla musica e allo spazio sono cambiati. Ora considera la chitarra più come una batteria, un organo, uno strumento modificabile a volontà. Evolvendosi tra sound art, performance e musica improvvisata contemporanea, il suo lavoro è incentrato su tutte le domande che scaturiscono da uno spazio scenico, attraverso il corpo, lo spazio, la vista e la luce, ma dove il suono rimane il pilastro centrale.
Julien è co-fondatore dal 2008 della cooperativa musicale Collectif Coax. Con il suo trio ‘power rock’ Abacaxi si è esibito in festival prestigiosi come Jazz em Agosto, Saalfelden, Moers Festival e Fimav (Victoriaville).
Ha anche suonato con Charlie Haden, Mats Gustafsson, Jeanne Added, Edward Perraud, François Jeanneau, Louis Sclavis, Stephane Payen, Guillaume Orti, Benoit Delbecq, Tortoise, Han Bennink, Hubert Dupont, Rob Mazurek, Jeff Parker, Beniat Achary, Noël Ackchoté, David Grubbs, Doug Wamble, Marc Ducret, Sylvain Darrifourcq ed Eve Risser.
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