venerdì 24 maggio 2019 – ore 21.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo – BOLOGNA
> Sunniva Rødland (Norvegia) ∆ prima apparizione italiana
Simon Steen-Andersen (Danimarca, 1976)
History of My Instrument (2011); per arpa preparata e video prima italiana
Raymond Murray Schafer (Canada, 1933)
The Crown of Ariadne (1979); per arpa e percussioni
I. Ariadne Awakens – II. Ariadne’s Dance – III. Dance of the Bull –
IV. Dance of the Night Insects – V. Sun Dance – VI. Labyrinth Dance
Sunniva Rødland arpa, percussioni
musiche di Simon Steen-Andersen, Raymond Murray Schafer
a cura di Luca Vitali
∆ con il sostegno della Reale Ambasciata di Norvegia, Norsk kulturråd – Arts Council Norway
> Daniela Cattivelli GARRULUS GLANDARIUS (Italia)
Daniela Cattivelli live electronics, richiami per uccelli; Camillo Prosdocimo chioccolatore
musiche di Daniela Cattivelli
a cura di Daniela Cattivelli
realizzato con il sostegno di “SIAE – i classici di oggi 2018/2019″
Biglietti
8 €
ridotto 5 €
per studenti dell’Università di Bologna e del Conservatorio di Musica “G. B. Martini” di Bologna
ai possessori della Card Musei Metropolitani verrà applicato uno sconto di 2 € sul biglietto intero
La biglietteria apre 30 minuti prima dell’orario del concerto
Prevendite
ZAMBONI 53
via Zamboni 53/C, Bologna
t 051 1998 0427
www.zamboni53store.com
www.boxerticket.it
Per molti anni ho cercato di ampliare il ruolo dell’arpa nella musica contemporanea. L’ho fatto per mezzo di performance del repertorio moderno, collaborazioni con i compositori, e nuove opere commissionate specificamente per il mio progetto. Il mio scopo è quello di mettere in discussione i preconcetti sull’arpa, promuovendo un nuovo approccio allo strumento.
Credo che sia possibile ripensare l’uso del suono dell’arpa nella maggior parte delle forme contemporanee di estetica musicale. Anche per mezzo di stili di composizione tradizionali è possibile esplorare l’uso espressivo dell’arpa e mettere in discussione le assunzioni che informano il suo carattere. I compositori basano i loro approcci a ciascuno strumento sulle loro conoscenze, le esperienze passate e vari punti di riferimento che hanno accumulato nel corso delle loro carriere. Metterne da parte mia in discussione le aspettative, permette loro di avere una visuale più ampia delle possibilità a disposizione. Sunniva Rødland
Simon Steen-Andersen: History of My Instrument (2011), per arpa preparata e video
History of My Instrument è il risultato di una collaborazione di questo tipo. Il brano è pieno di informazioni e dettagli che, tra le altre cose, riflettono sulla tradizione, la fisicalità della musica e il ruolo del musicista. Io e Simon abbiamo iniziato a confrontarci nel 2009, scoprendo di avere un interesse comune per la potenza dell’arpa; la forza e l’energia dell’esecuzione, qualcosa che spesso non è percepito dal pubblico, che lo ritiene uno strumento fragile o delicato. In History of My Instrument, Simon silenzia l’arpa inserendo pezzi di carta tra le corde. La carta impedisce al suono reale dell’arpa di farsi sentire: in questo modo mi ritrovo a suonare un brano virtuosistico senza poterlo comunicare completamente ai miei ascoltatori. Alla fine il suono dell’arpa scompare del tutto, e il pubblico può solo vedere i miei movimenti mentre suono, che mettono in primo piano lo sforzo fisico dell’esecuzione.
Io e Simon abbiamo discusso su come le tradizioni influenzino le scelte artistiche e le aspettative che sia i compositori che il pubblico possono avere sull’arpa. Per esempio, ci sono aspettative sul suono dello strumento, che sono slegate dall’estetica della composizione. L’arpista porta inoltre con sé una più ampia tradizione, che le è stata trasmessa da chi le ha insegnato a suonare. In History of My Instrument, il maestro è rappresentato da Mildred Dilling, una famosa arpista e insegnante. Un video della signora Dilling del 1940 è proiettato sull’arpa e su di me. Mentre io sono l’arpista della performance di oggi, allo stesso tempo comunico al pubblico la tradizione di cui faccio parte. Mildred Dilling spesso iniziava le sue performance dicendo: “Prima di suonare, vorrei farvi una breve panoramica della storia del mio strumento”. Tuttavia, operava in modo diverso rispetto a quello che faccio in questo brano.
Come riferimento umoristico alla credenza che gli angeli suonino l’arpa, o che gli arpisti siano angeli, l’arpa diventa un’ala di angelo attaccata alla mia schiena, mentre suono su un’arpa giocattolo da principessa Disney. Poi, mi inginocchio e aziono i pedali dell’arpa con le mani (pedali che sono spesso visti come un ostacolo per i compositori contemporanei), creando una melodia che dà poi il passo a una registrazione di voci che cantano, indicando un futuro potenziale sia per l’arpa che l’arpista.
Ray Murray Schafer: The Crown of Ariadne (1979), per arpa solista con percussioni
Patria 5: The Crown of Ariadne racconta la storia di Teseo e Arianna, del Minotauro e del Labirinto. Si tratta di un dramma danzato, e lo strumento di Arianna è l’arpa. I vari titoli dei movimenti indicano il coinvolgimento di Arianna nella storia:
- Ariadne Awakens (Arianna si sveglia)
- Ariadne’s Dance (La danza di Arianna)
- Dance of the Bull (La danza del toro)
- Dance of the Night Insects (La danza degli insetti notturni)
- Sun Dance (La danza del sole)
- Labyrinth Dance (La danza del labirinto)
The Crown of Ariadne è stata una grande fonte di ispirazione per me, in particolare per l’ampia gamma di dinamiche, suoni ed espressioni musicali. Schafer fa ricorso a molte diverse tecniche di esecuzione sull’arpa ed esplora ulteriormente le possibilità dello strumento in senso percussivo. Nell’opera, l’arpa ha molti ruoli; nella Danza del toro (il terzo movimento), per esempio, il suono è forte e solido, mentre nella Danza degli insetti notturni (il quarto) è delicato e fragile. Schafer dimostra un’abilità unica nel potenziare il suono nell’arpa, rendendolo orchestrale e ricco nel timbro. Inoltre, è stato interessante approfondire la sua lunga collaborazione con l’arpista Judy Loman, che ha compreso tutte le sue composizioni per arpa, per scoprire di più su una collaborazione apparentemente così di successo. Ho potuto approfondire questi aspetti andando a trovare Loman a Toronto nel febbraio del 2009. Nel 2012, The Crown of Ariadne è stato incluso nel programma della semifinale del concorso International Harp Contest in Israele, ed è destinato a diventare uno standard nel repertorio dell’arpa. Sunniva Rødland

Simon Steen Andersen (Photo by Lars Svankjër)
Simon Steen-Andersen (1976) è un compositore, performer e artista dell’installazione residente a Berlino, che opera tra la musica strumentale, l’elettronica, il video e la performance in contesti che vanno dall’orchestra sinfonica alla musica da camera (con e senza multimedia) a performance soliste e installazioni. Le sue opere dell’ultimo decennio si concentrano sull’integrazione di elementi concreti nella musica e l’enfatizzazione degli aspetti fisici e coreografici della performance strumentale. Spesso includono strumenti acustici amplificati in combinazione con campionatori, video, semplici oggetti d’uso quotidiano o costruzioni artigianali.
Steen-Andersen ha ricevuto numerosi premi e finanziamenti, tra i più recenti il Mauricio Kagel Music Prize e il Siemens Composers’ Prize 2017, il Nordic Council Music Prize e l’SWR Orchestra Prize 2014. Le sue composizioni sono state commissionate da ensemble, orchestre e festival quali: Ensemble Recherche, Neue Vocalsolisten Stuttgart, SWR Orchestra, Orchestre Philharmonique de Radio France, Ensemble Ascolta, JACK Quartet, Ensemble Modern, Oslo Sinfonietta, 2e2m, Donaueschinger Musiktage, Ultraschall, Wittener Days of New Chamber Music ed ECLAT.
Raymond Murray Schafer è il più importante compositore canadese, conosciuto in tutto il mondo non solo per i traguardi raggiunti come compositore, ma anche come educatore, ambientalista, studioso di letteratura, artista visivo e provocatore.
Le sue opere includono composizioni per orchestra, musica corale, musica per il teatro e per esperienze multimediali. L’eterogeneità dei suoi interessi si riflette nella grande varietà di brani come Loving (1965), Lustro (1972), Music for Wilderness Lake (1979), Flute Concerto (1984), e il World Soundscape Project, oltre al ciclo di musica teatrale in 12 parti intitolato Patria. Il suo libro più famoso, The Tuning of the World (1977), documenta i risultati del suo World Soundscape Project, che unisce aspetti sociali, scientifici e artistici del suono e ha introdotto il concetto di ecologia acustica. Il concetto di “soundscape” è alla base di gran parte delle sue opere musicali e drammatiche, oltre che delle sue teorie sull’educazione e la cultura.
La sua più recente opera, Patria 8 – The Palace of the Cinnabar Phoenix, è stata eseguita con grande successo nel 2001. Otto serate sono state poi presentate nell’estate 2006 nella riserva naturale Haliburton Forest and Wildlife Reserve nell’Ontario, in un contesto dalla bellezza unica e magica.
Sunniva Rødland è un’arpista norvegese residente a Oslo. Ha eseguito in anteprima mondiale 16 opere per arpa solista e ha collaborato strettamente con molti compositori, rivestendo spesso un ruolo attivo nel processo di composizione. Per molti anni ha collaborato con il NOTAM (Centro Norvegese per la Tecnologia nella Musica e nelle Arti), dando vita a numerose opere e progetti per arpa ed elettronica. Il suo progetto “Let the Harp Sound!” ha esplorato il ruolo dell’arpa nella musica contemporanea norvegese, incoraggiando nuovi approcci allo strumento. Rødland ha inoltre partecipato come solista a festival come il World Harp Congress, Ultima Oslo, Ilios Contemporary Festival e Oslo Screen Festival. Si è inoltre esibita in tour europei con Lars Horntveth (di Jaga Jazzist) e con ensemble come Bit20 Ensemble ed Ensemble Ernst. Ha pubblicato due album da solista: All plans last only until the first shot (LabLabel 2016) e Postures – Norwegian harp music 1970-2010 (LAWO Classics 2019). È di prossima pubblicazione la sua registrazione di History of My Instrument con Deutsche Musikrat.
GARRULUS GLANDARIUS
Garrulus Glandarius è un evento sonoro generato attraverso richiami per uccelli, impiegati come dispositivi in grado d’attivare un processo di trasfigurazione sonora.
L’intenzione compositiva di questo brano si costruisce attorno ad un meccanismo d’inganno, a uno spostamento d’uso, a un ripensamento delle tecniche e modalità con cui questi strumenti sono abitualmente adoperati. Nel birdwatching (la nuova frontiera del divertimento bucolico) e nella caccia, i richiami sono a tutti gli effetti delle “esche sonore”, finalizzate alla simulazione, la più fedele possibile, del canto degli uccelli. Garrulus Glandarius, prendendo le distanze dall’ipotesi imitativa e perseguendo l’idea della “trappola sonora”, apparecchia un tavolino con birdcalls, e gioca sul piano della massima contraffazione e mimetizzazione sonora.
L’uso di questi richiami non ha pretese o fini descrittivi con il suono della natura; l’identificazione con essa passa piuttosto attraverso il tentativo di ricostruire un ambiente sonoro che riproduca l’esperienza acusmatica di una passeggiata in un bosco, lo spaesamento dovuto alla percezione di suoni a cui non si è in grado d’attribuire una sorgente concreta, un’immagine fisica precisa.
Garrulus Glandarius è l’evoluzione sonora di una sezione di UIT, progetto modulare del 2013 prodotto da Xing/Live Arts Week e da Tempo Reale, qui sviluppata e ampliata perseguendo la strada dell’esplorazione acustica di pratiche legate all’imitazione del linguaggio degli uccelli.

Daniela Cattivelli(photo by Fabiana Terenzi)
Daniela Cattivelli studia sassofono al Conservatorio di Adria, si diploma in composizione al Conservatorio di Firenze nel corso di Musica e Nuove Tecnologie, e consegue una laurea al Dams di Bologna.
Il focus del suo percorso artistico è orientato alla realizzazione di progetti interdisciplinari e all’esplorazione di “contesti sonori”, ovvero di ambiti in cui il “fatto musicale” è fortemente allacciato ad una pratica, ad una funzione, ad un ambiente culturale. Dal punto di vista formale, ciò si esplica, nei suoi lavori, attraverso una molteplicità di formati: sound performance, live electronics, live set audio-video, installazioni multimediali, sculture sonore.
Oltre a progetti in solo, ha sviluppato negli anni collaborazioni con altri artisti e/o musicisti: Mylicon/en assieme al video artista Lino Greco, Sigourney Weaver con il performer e danzatore Biagio Caravano, CANE con l’attrice Federica Santoro, e il duo con la cantante berlinese Margareth Kammerer. In qualità di musicista elettronica ha suonato sotto la direzione di noti musicisti della scena sperimentale internazionale: Fred Frith, Barry Guy, Zeena Parkins, Charles Hayward, Butch Morris, Jon Rose, John Oswald, ecc.
I suoi progetti hanno trovato ospitalità in prestigiosi contesti nazionali e internazionali, quali Transmediale (Berlino), Biennale Arte di Venezia, Musée d’Art Moderne et Contemporain (Saint Etienne), Météo Festival (Mulhouse), Roma Europa Festival, Théâtre National de la Danse Chaillot, (Parigi), European Media Art Festival (Osnabrueck), Muséum d’Histoire Naturelle (Tolosa), Netmage Live Media Festival (Bologna), ecc.

Camillo Prosdocimo (photo by Luca Ghedini)
Camillo Prosdocimo, chioccolatore veneto, vive e lavora in provincia di Venezia. È un esperto conoscitore del linguaggio degli uccelli ed è conosciuto, negli ambienti di riferimento, come uno dei più abili e virtuosi imitatori del canto di svariate specie di volatili. È stato per più edizioni vincitore del Campionato Europeo di Chioccolo, manifestazione che dal 1998 si svolge ogni anno tra Francia, Italia e Spagna.
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