
Akio Suzuki e Aki Onda (photo by Brian Whar)
mercoledì 8 maggio 2019 – ore 21.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo – BOLOGNA §
> Akio Suzuki + Aki Onda mo no no ne (Giappone) prima italiana
Akio Suzuki analapos, flauto di pietra, metallo, legno, miscelatori per cocktail,
scatola di cartone, specchio portatile con spugna, acqua;
Aki Onda walkmans a cassette, radio, sintetizzatore giocattolo, amplificatori, piatti,
flauti di bambù, campane, coperte d’emergenza
musiche di Akio Suzuki, Aki Onda
a cura di Julia Eckhardt
§ AngelicA in collaborazione con Oscillation Festival | Q-O2 workspace for experimental music and sound art, Brussels; con il sostegno di Creative Europe
realizzato con il sostegno di “SIAE – i classici di oggi 2018/2019″
Biglietti
8 €
ridotto 5 €
per studenti dell’Università di Bologna e del Conservatorio di Musica “G. B. Martini” di Bologna
ai possessori della Card Musei Metropolitani verrà applicato uno sconto di 2 € sul biglietto intero
La biglietteria apre 30 minuti prima dell’orario del concerto
Prevendite
ZAMBONI 53
via Zamboni 53/C, Bologna
t 051 1998 0427
www.zamboni53store.com
www.boxerticket.it
mo no no ne
Anche se diversi per generazione di appartenenza e pratica esecutiva, Aki Onda (nato nel 1967 e residente a New York) e Akio Suzuki (nato nel 1941 e residente a Kyotango) condividono un approccio sorprendentemente inventivo, aperto e spontaneo alle infinite e variegate possibilità del suono. Fin dall’inizio della loro collaborazione nel 2005, il duo si è esibito in una serie di tour in Europa e Asia, con performance site-specific in luoghi che vanno da una fabbrica abbandonata alla periferia di Bruxelles a un parcheggio sotterraneo a Glasgow. Suzuki e Onda hanno pubblicato il loro primo album “ma ta ta bi” con l’etichetta Oral records nel 2014. Sono stati invitati a esibirsi a Documenta 14 ad Atene nel 2017. Nel 2018 hanno pubblicato il loro secondo album “ke i te ki” con l’etichetta Room 40.
Onda e Suzuki si esibiscono utilizzando strumenti non convenzionali o realizzati da loro, come vecchi walkman con relative cassette analogiche, radio, pezzi di legno di recupero, chiodi, martelli, secchi, biglie e barattoli di vetro, permettendo all’architettura e all’acustica uniche dei vari luoghi in cui si esibiscono, di guidare il flusso e lo sviluppo di ogni performance. Le loro performance iniziano con i due artisti al centro, circondati dal pubblico, prima di muoversi gradualmente attraverso lo spazio nel corso della performance.

Akio Suzuki (photo by Brian Whar)
Akio Suzuki
Sin dai primi anni 60, il pioniere della sound art Akio Suzuki indaga la qualità acustica delle location selezionate e crea topografie corrispondenti. Il suo intenso interesse per i fenomeni dell’impulso e dell’eco lo ha condotto a creare una serie di strumenti negli anni 70. Uno di questi è l’Analapos, uno strumento a spirale che consiste in una molla elicoidale e due cilindri di ferro che funzionano come camere di risonanza per l’eco, e che si suona con la voce o le mani.
Le performance di Suzuki sono state ospitate in contesti prestigiosi come il Festival d’Automne (Parigi, 1978) e Documenta 8 (Kassel, 1987), con grande interesse di pubblico e critica. A partire dagli anni 90, ha presentato in città come Berlino, Enghien-les-Bains, Strasburgo, e Saarbrucken il suo progetto oto-date (parole che in giapponese significano, rispettivamente, “suono” e “punto”) che individua punti di ascolto nella città invitando il pubblico a fermarsi e ad ascoltare con attenzione le location indicate sulla mappa.
Suzuki è stato inoltre attivo sulla scena della musica d’improvvisazione in diversi continenti, e ha suonato e inciso con Takehisa Kosugi, nell’edizione 1982 della Company (con Derek Bailey, George Lewis, Fred Frith, Anne LeBaron e altri), Steve Lacy, David Toop, John Butcher e Lawrence English.

Aki Onda (photo by Brian Whar)
Aki Onda è un artista e compositore giapponese di stanza a New York. È particolarmente conosciuto per le sue Cassette Memories – opere create a partire da un “diario sonoro” di registrazioni su cassetta, realizzate per mezzo di un Walkman nel corso dell’ultimo quarto di secolo. È a partire da quei ricordi sonori che Onda crea composizioni, performance e opere d’arte visiva.
Oltre che in solo si esibisce spesso in campi interdisciplinari, e ha collaborato con filmmakers, musicisti, artisti visivi e coreografi, tra cui Ken Jacobs, Michael Snow, Raha Raissnia, Akio Suzuki, Takao Kawaguchi, Oren Ambarchi, Alan Licht, Loren Mazzacane Connors, Jac Berrocal e Gert-jan Prins. Le sue performance sono state presentate presso istituzioni come il MoMA e The Kitchen di New York, Documenta 14 a Kassel, il Centre Pompidou, il Museo del Louvre, il Palais de Tokyo a Parigi, il Bozar di Bruxelles e molte altre.
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