mercoledì 9 maggio 2018 – ore 21.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo – BOLOGNA
> Giorgio Nottoli IL SOFFIO, IL BATTITO, L’ELETTRICO POLICROMO (Italia)
introduce concerto Nicola Sani
Giorgio Nottoli (Italia, 1945)
Ordito polifonico (2011); acusmatico, per suoni di sintesi
Traiettoria tesa (2012); per flauto in do e live electronics
Cometa (2014); per gong e live electronics
Elleniká (2013); acusmatico, per registrazioni effettuate sul campo
7Isole (2015); per flauto in do, flauto basso, percussioni e live electronics
Giorgio Nottoli elettronica; Gianni Trovalusci flauto in do, flauto basso;
Antonio Caggiano percussioni
musiche di Giorgio Nottoli
a cura di Nicola Sani
Biglietti
8 €
ridotto 5 €
per studenti dell’Università di Bologna e del Conservatorio di Musica “G. B. Martini” di Bologna
ai possessori della Card Musei Metropolitani verrà applicato uno sconto di 2 € sul biglietto intero
La biglietteria apre 30 minuti prima dell’orario del concerto
Prevendite
ZAMBONI 53
via Zamboni 53/C, Bologna
t 051 1998 0427
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Il “gesto compositivo” di Giorgio Nottoli traccia un segno luminoso ben definito nel pensiero musicale contemporaneo. Il suo è un suono costantemente pensato, interiormente costruito, architettonicamente inserito in uno spazio prospettico dove la partitura diventa concetto inclusivo spazio-temporale. Per “creare” demiurgicamente il suono, Nottoli ha da sempre utilizzato la tecnologia come mezzo per aprire nuovi campi di infinite possibilità. Mai come luogo di esotica e compiaciuta utopia, ma come amplificatore di dettagli, per entrare all’interno di una materia che è al tempo stesso ascolto e linguaggio. Nell’accostarsi al fertile e coinvolgente mondo sonoro di Giorgio Nottoli non è possibile non comprendere il significato della sua esperienza all’interno della progettazione dei sistemi e dei linguaggi per la produzione del suono, concepiti come parte integrante di quel suo “gesto compositivo” considerato nel senso più ampio.
Per questo quello della sintesi elettronica di Ordito polifonico è il luogo ideale per descrivere i colori del suono, i timbri da cui il concerto ha inizio. Una densa massa policroma, che occupa tutto lo spazio acustico, si snoda nel tempo mutando la sua armonia interna e ci accompagna subito all’interno di un’esperienza e di una prassi compositiva che attraversa la tecnologia senza mediazione. Una sorta di sguardo diretto e profondo, che si distende nel soffio del flauto, arcaico e concretamente “fisico” di Traiettoria tesa. Prendendo le mosse dal quasi inaudibile, il suono compie un lungo e complesso percorso, che dal soffio, richiamo primordiale alle origini, attraverso la costruzione di complesse strutture ritmiche e melodiche, definisce colori situati molto al di là del consueto. Ora l’elettronica, con la sua attitudine policroma, serve per definire i contorni di un nuovo orizzonte sonoro; non interviene come strumento, ma riflette ed estende i colori del flauto aprendo un dialogo interattivo con l’esecutore, che controlla l’intero processo espressivo. Al centro del concerto, il battito della percussione sul metallo di un gong riporta al centro dell’attenzione un “gesto” primitivo e apparentemente semplicissimo, dentro cui l’elettronica fonde il suono prodotto dallo strumento con quelli di un vasto insieme di strumenti a percussione. L’interprete, mediante l’uso di un ampio catalogo di battenti di vario materiale, realizza una “fusione” timbrica che caratterizza il pezzo centrale del programma.
Nella parte finale lo spazio, fisico ed evocato, torna a essere luogo e fonte del tracciato compositivo. Ellenikà è un breve “soundscape” costruito con “oggetti sonori” registrati per la maggior parte presso l’isola greca di Thassos, nell’Egeo nord-orientale. Suoni della natura e suoni dell’uomo sono costruiti compositivamente con l’elettronica, che diviene strumento della memoria, sottolineando, nascondendo e trasformando gli elementi della realtà. Dal silenzio, che appare lungo tutto il programma come “separatore di differenze”, ha inizio la composizione che conclude il concerto. 7Isole, sette miniature, dove il flauto, la percussione e l’elettronica si alternano, si sovrappongono e si intrecciano, descrivendo isole astratte, luoghi arcaici e contemporanei della navigazione migrante del suono e del pensiero.
Nicola Sani
“Ordito polifonico” (2011); acusmatico, per suoni di sintesi
Il lavoro è costituito da una fascia sonora complessa, costruita con linee e timbri diversi, che si sviluppa mutando la sua armonia interna. Da questa emergono, come trame da un ordito, eventi più dinamici e luminosi che si sviluppano nel tempo. “Ordito polifonico” è realizzato mediante uno strumento virtuale, Texture, progettato dall’autore.
“Ordito polifonico” è idealmente ispirato all’opera di Aldo Clementi, scomparso nel 2011, e a cui la composizione è dedicata.
“Traiettoria tesa” (2012); per flauto in do e live electronics
La composizione è costituita da un lungo percorso o traiettoria che si dipana attraverso un vasto sottoinsieme dei suoni producibili dallo strumento. La traiettoria è fatta di molte salite verso picchi d’intensità, altezze e densità d’eventi e di discese a volte dolci o brusche da cui ripartire con rinnovata tensione. Ciascuna tipologia sonora è trattata all’interno di più sezioni del lavoro e, in almeno una di queste, è specificatamente sviluppata. L’elettronica utilizza i suoni di flauto prodotti dal vivo costruendo colorature timbriche, stratificazioni e risposte immediate ai gesti strumentali. I suoni eolici, che rappresentano l’energia prima del suono del flauto, sono largamente presenti nella composizione e aprono e chiudono il lavoro con intensità ai limiti dell’udibile.
La composizione “Traiettoria tesa” è dedicata al flautista Gianni Trovalusci.
“Cometa” (2014); per gong e live electronics
Il titolo “Cometa” vuole richiamare innanzitutto l’idea di ciclicità su cui è costruita la forma del lavoro, diviso in tre cicli principali dove si focalizza l’attenzione sulle caratteristiche morfologiche fondamentali dell’evento sonoro: la fase d’attacco, quella stazionaria e quella di decadimento. Anche queste caratteristiche ci ricordano la morfologia della cometa: la testa, il corpo e la coda di quest’ultima. Ancora, il movimento del suono nello spazio di ascolto è concepito come una sequenza variata di orbite che avvicinano e allontanano ciclicamente il suono dagli ascoltatori oppure li immergono nel materiale sonoro rendendo così percepibile la sua trama interna. Per realizzare tutti gli aspetti dell’idea musicale, le possibilità dello strumento sono state aumentate per mezzo di un sistema elettronico capace di reagire in tempo reale agli stimoli sonori prodotti dall’esecutore. Le possibilità di elaborazione risultanti ampliano sensibilmente le possibilità dello strumento e lo rendono capace di realizzare tessiture sonore complesse.
Il lavoro è dedicato al percussionista Antonio Caggiano.
“Ellenikà” (2013); acusmatico, per registrazioni effettuate sul campo
Il lavoro è costruito a partire da registrazioni effettuate in Grecia durante due soggiorni nell’isola di Thassos, dal 2012 al 2013. Le registrazioni comprendono sia suoni della natura, che, pur provenendo effettivamente dalla Grecia, potrebbero provenire da qualsiasi luogo del Mediterraneo, sia eventi parlati in lingua greca. Alcuni di questi ultimi sono stati ripresi in luoghi affollati come mercati di paese e, in particolare, dove i richiami dei venditori prevalgono sul brusio della gente, altri dalla lettura di poesie della classicità come quelle di Saffo e Alceo. Il materiale vocale è stato analizzato allo scopo di estrarne gli andamenti elementari, in termini di durate e intonazione, che costituiscono l’articolazione di base del pezzo. Le altezze sono utilizzate per filtrare il materiale concreto ottenendo trasformazioni timbriche complesse. Per esempio, il suono del mare filtrato con risuonatori accordati sulle altezze di un canone, nella prima parte del pezzo, si muta progressivamente in un timbro chiaro e variegato. La forma di Ellenikà è divisa in due parti: nella prima dominano i suoni della natura; nella seconda le voci umane, via via più riconoscibili. Il risultato musicale gioca quindi tra l’astrazione e la rivelazione, lenta e graduale, degli elementi del paesaggio sonoro.
“7Isole” (2015); per flauto in do, flauto basso, percussioni e live electronics
Quella dell’isola è per me una metafora affascinante, in quanto mi accorgo di pensare a molte cose importanti come fossero costituite, appunto, da isole, che contengono ciascuna un mondo diverso e quindi un diverso sentire, ma, insieme, costituiscono un contesto unitario. In 7Isole, ciascuna “isola” è caratterizzata da una particolare combinazione di movimento, altezze e colori del suono. Si tratta di piccoli pezzi fra loro separati, che si possono eseguire in un qualsiasi ordine, tuttavia fortemente legati dal modo di formare il materiale sonoro e da un pensiero costruttivo unitario.
Gli strumenti sono utilizzati sia con tecniche estese che tradizionali, consentendo diverse sfumature sia per il suono continuo che per quello impulsivo, sia per quello ad altezza determinata che per quello simile al rumore. L’elettronica sostiene ed estende il suono degli strumenti e, dove necessario, diviene strumento essa stessa, completando la costruzione del campo sonoro. La distribuzione dinamica delle sorgenti sonore nello spazio di ascolto è anche un aspetto importante della composizione.
Alcune delle elaborazioni e sintesi del suono utilizzate sono state sviluppate dal compositore.
Giorgio Nottoli Compositore, nato a Cesena nel 1945, è stato docente di Musica Elettronica al Conservatorio di Roma “S. Cecilia” sino al 2013. Attualmente è docente di Storia, Analisi e Composizione Elettroacustica all’Università di Roma “Tor Vergata”.
La maggior parte delle sue opere utilizza mezzi elettronici sia per la sintesi che per l’elaborazione del suono. Il centro della sua ricerca di musicista riguarda il timbro concepito quale parametro principale e “unità costruttiva” delle sue opere attraverso la composizione della microstruttura del suono. Nei suoi lavori per strumenti ed elettronica, punta a estendere la sonorità degli strumenti acustici mediante complesse elaborazioni del suono. Ha partecipato a molti festival ed eventi di livello internazionale e tenuto master class e workshop in istituti specializzati di molte diverse nazioni. Ha inoltre progettato vari sistemi elettronici per la musica utilizzando sia tecnologie analogiche che digitali in collaborazione con varie università e centri di ricerca. Nel 2008 ha fondato EMUfest (Festival internazionale di musica elettroacustica del Conservatorio S. Cecilia di Roma) di cui ha coordinato le prime sei edizioni.
Gianni Trovalusci Flautista e performer, ha indirizzato la sua ricerca musicale verso molteplici territori e tracce parallele dell’Arte, come sound art, teatro musicale, poesia, danza, utilizzando un amplissimo strumentario: strumenti d’invenzione, la gamma dei flauti moderni, flauti storici, etnici e il live electronics.
Collabora con moltissimi artisti, tra i quali Roscoe Mitchell, che lo ha invitato come solista per la prima mondiale di Frenzy House per improvvisatore e grande orchestra a Glasgow con BBC Scottish Symphony Orchestra nel maggio 2017 e gli ha dedicato un brano per flauto solo, Cards in Faces of Roses nello stesso anno; nonché con Giorgio Battistelli, Peppe Servillo, Michele Rabbia, Walter Prati, Giancarlo Schiaffini, Rodolfo Rossi, Gianluca Ruggeri, Bruno Battisti D’Amario, Simone Pappalardo, Gabriella Bartolomei, Silvia Schiavoni, Anna Clementi, Evan Parker, John Tilbury, David Ryan, Ian Mitchell, Simon Allen, Tania Chen, etc. Ha recentemente fondato ALMA – Arte Laboratorio Musica Aleatoria, gruppo dedicato all’interpretazione della musica aleatoria, con Fabrizio Ottaviucci al pianoforte e Antonio Caggiano alle percussioni. Ha interpretato un centinaio di opere di autori contemporanei, tra i quali Sylvano Bussotti, Luigi Ceccarelli, Alvin Curran, Hubert Howe, Michelangelo Lupone, Nicola Sani, Kilian Schwoon, Lidia Zielenska. Particolarmente significativa la collaborazione con Giorgio Nottoli nella creazione di nuovi brani musicali dedicati al suo strumento e di strategie creative per la diffusione della Musica Elettroacustica. Si è esibito come solista con importanti direttori come Ilan Volkov, Marcello Panni, Luca Pfaff, Tonino Battista, Marco Angius, Steed Cowart. Prenderà parte, invitato per la seconda volta, come Featured Performer nel prossimo luglio 2018 al NYCEMF New York City Electroacoustic Music Festival.
Antonio Caggiano intraprende la sua formazione di percussionista e di compositore al Conservatorio dell’Aquila con il M° Striano e successivamente a S. Cecilia in Roma con i Maestri Bianchini e Nottoli, perfezionandosi in seguito con G. Burton e D. Friedman.
Attento alle esperienze più innovative della scena musicale internazionale, nel 1987 dà vita con Ruggeri all’Ensemble Ars Ludi con cui partecipa a importanti festival e rassegne nazionali e internazionali, intrecciando rapporti di collaborazione con alcuni fra i maggiori compositori contemporanei.
Attivo per molti anni nelle maggiori istituzioni lirico-sinfoniche italiane, dal 1998 al 2003 è stato timpanista dell’O.C.I. diretta da Salvatore Accardo. Lavora inoltre in qualità di solista con diversi gruppi da camera (PMCE, Contempoartensemble, Solisti della Filarmonica, Algoritmo, Roma Sinfonietta, Dissonanzen).
Docente di strumenti a percussione presso il Conservatorio di S. Cecilia di Roma, si interessa da sempre alla commistione di linguaggi artistici diversi. Scrive musiche per il teatro, la danza e collabora con artisti visivi quali B. Diodato, I. Ducrot, B. Bassiri, C. Accardi e F. Mauri. Ha partecipato alla mostra “Le opere e i giorni” presso la Certosa di Padula su invito di A. Bonito Oliva con il quale ha collaborato inoltre in qualità di performer al ciclo di trasmissioni “A.B.O.RDO DELLE ARTI” trasmesso su SKY , e al progetto: “Il Ribelle imminente” presentato alla X edizione del “Festivaletteratura di Mantova”.
Dal 2015 è docente del Corso di perfezionamento per percussioni presso l’Accademia Chigiana di Siena.
Ha registrato per emittenti radiotelevisive di molti paesi e ha inciso per la RCA, per la EMI, per la Edipan, per la Lovely Music (USA), Stradivarius, e per la D.G.G. con l’Accademia di S. Cecilia.
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