venerdì 5 maggio 2017 – ore 21.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo – BOLOGNA [ ]
> Steve Beresford + Peter Cusack + Terry Day + David Toop ALTERATIONS (Inghilterra)
Steve Beresford pianoforte, melodica, organo, elettronica, oggetti;
Peter Cusack chitarra acustica, registrazioni d’ambiente;
Terry Day batteria, percussioni, oggetti, palloncini, flauti di bambù;
David Toop chitarra elettrica, basso elettrico, flauti, oggetti, violino africano
musiche di ALTERATIONS
a cura di Walter Rovere
[ ] con il patrocinio del British Council
Biglietti
10 €
ridotto 7 €
per studenti dell’Università di Bologna e del Conservatorio di Musica “G. B. Martini” di Bologna
ai possessori della Card Musei Metropolitani verrà applicato uno sconto di 2 € sul biglietto intero
La Biglietteria apre 30 minuti prima dell’orario del concerto
Prevendite
ZAMBONI 53
via Zamboni 53/C, Bologna
t 051 1998 0427
www.zamboni53store.com
www.boxerticket.it
“Non mettevi a ridere, ma ogni tanto ritorno all’idea che gli Alterations sono stati il più grande gruppo di tutti i tempi.” Tony Herrington, The Wire, novembre 2008.
“Dopo 40 minuti in cui guardavo gli Alterations manomettere e armeggiare con un numero apparentemente illimitato di strumenti – da piccoli giocattoli a molla a pianoforti, sassofoni e chitarre – mi sono reso conto di come l’improvvisazione possa rinunciare alla rigidità e a un virtuosismo serioso senza sacrificare nessuna delle sue migliori qualità.” Richard Cook, The Wire, dicembre 1984.
Gli Alterations hanno lavorato assieme come quartetto dedicato all’ improvvisazione dal 1977 al 1986, girando in tour estensivamente Inghilterra, Francia, Belgio, Olanda, Danimarca, Italia, Germania Est e Ovest, e venendo invitati a molti importanti festival. Come la maggior parte dei gruppi, raggiunsero la fine della loro vita naturale e si sciolsero. Quando Blanca Regina cominciò a girare un documentario su Terry Day, divenne quasi inevitabile che i membri del gruppo si ritrovassero assieme per parlare di Terry, e poi a suonare su uno stesso palco allo stesso momento. Nel 2015 facemmo un concerto al Café Oto in quintetto con Max Eastley, probabilmente per cautelarci immaginando che, se le cose fossero andate terribilmente storte, avremmo potuto dare la colpa a Max. Ovviamente non andò tutto storto, essendo Max uno dei nostri più cari amici e compatrioti. L’esperienza ci fece capire che gli Alterations avevano un nuovo potenziale come gruppo in attività.
Il suonare di nuovo assieme, prima all’Iklectik di Londra nel giugno 2015 e poi al Café Oto per l’Alterations festival nel giugno 2016, amplificò questa impressione. Allo stesso tempo faceva sorgere delle domande critiche in merito alla longevità e all’improvvisazione. Come può un gruppo mantenere freschezza nelle loro improvvisazioni quando ciascuno conosce l’un l’altro così bene? Che impatto hanno i cambiamenti indotti dall’età, dall’esperienza, dalle nuove tecnologie e dalle nuove idee, sulle dinamiche precedenti del gruppo, in particolare quando il numero possibile di queste dinamiche sembrava essere stato esaurito dalla longevità del gruppo già nella sua prima fase?
Delle domande erano emerse, ma avevano anche ricevuto risposta da questi concerti. Qualcosa di misterioso aveva avuto luogo, un tipo di rinnovamento che era come sentirsi a casa. Qualsiasi fosse la loro ragione di esistenza, le condizioni di libertà che definiscono gli Alterations hanno permesso ciò che in altri gruppi sarebbe impensabile, nonostante tutte le altre eccellenti qualità che possono avere. Una scatola i cui contenuti erano rimasti sigillati per sempre era stata aperta, esposta ad un’aria nuova.
Alterations
Nati nel ’77, gli Alterations di Beresford, Toop, Day e Cusack cambiarono letteralmente il concetto di free improvisation in Inghilterra, dall’ascetico approccio non-idiomatico promosso da Derek Bailey (e più vicino al puntillismo post-weberniano e alle tecniche strumentali estese apportate dalla nuova musica contemporanea che a qualsiasi retaggio jazz), ad uno che faceva invece un libero uso (talvolta beffardamente dadaista) dei generi e dei materiali più diversi: “Il profano e il banale fiorivano in mezzo al sublime. Ad ogni cosa veniva dato lo stesso status. I generi e gli stili erano lì per venire esplorati e decostruiti. Eravamo cerebrali, ma la musica era sempre aperta a elementi di gioco e divertimento“, spiegò Day. Per Toop, la caratteristica principale dei primi Alterations era quella “dello ‘scontro cooperativo’. Quasi qualsiasi intervento musicale era considerato possibile in qualsiasi momento, non importava cos’altro stava accadendo. Aggressione, distruttività, stupidità, ostinazione e perversità erano parte del processo organizzativo della musica quanto le virtù maggiormente apprezzate nell’improvvisazione di ascolto, riflessione, intelligenza e cooperazione reciproche“. Andamento e struttura delle composizioni erano naturalmente dettate da questa procedura, ma con l’effetto inaspettato che “anche se il gioco delle collisioni era premeditato, le congiunzioni risultanti spingevano la musica in nuove aree – in un nuovo vocabolario e in un’altra lingua -, sorprendendo gli stessi Alterations.” (T. Day)
Il risultato, completamente diverso da ogni altro gruppo di improvvisazione dell’epoca (anche dai post-improvvisatori downtown newyorchesi che pure anticiparono), derivava in gran parte anche dalle peculiarità dei percorsi e interessi che caratterizzavano i singoli componenti: l’amore per le canzoni di Doris Day, Charles Trenet ecc. di Beresford, e il suo uso dirompente di fonti sonore non-ortodosse in quell’ambito, dagli strumenti giocattolo alle drum machine delle tastiere Casio portatili; l’enorme quantità di flauti esotici suonati da Toop, frutto dei suoi interessi per le musiche etniche extra-occidentali (dalle tribù della nuova Guinea agli Yanomano dell’Amazzonia), che pubblicava sulla propria etichetta Quartz; i nastri portati da Cusack, con registrazioni dei canti degli uccelli o di paesaggi sonori urbani o di località remote; l’uso della voce e della poesia, e le sue leggendarie esperienze con le improvvisazioni open-form (aperte anche all’intervento del pubblico, un po’ come i coevi Musica Elettronica Viva) del Continuous Music Ensemble e della People Band da cui proveniva Terry Day.
Beresford e Toop portarono anche la loro passione per tipi di musica che, al contrario dell’improvvisazione, facevano un uso creativo delle tecniche di registrazione, come il reggae e il dub da loro sperimentati suonando in duo come General Strike, e collaborando con nomi come Flying Lizards, New Age Steppers, Slits e Prince Far-I.
Dopo i dischi incisi nella prima fase di esistenza del gruppo, pubblicati su Bead (78), Quartz (80) e Nato (84), e registrazioni live uscite su Intuitive Music e Atavistic all’inizio del 2000, sono usciti, su Unpredictable Series nel 2016 in occasione dell’Alterations Festival, un cofanetto in edizione limitata di quattro cd con registrazioni dal 79 al 2015, e, all’inizio di quest’anno, un cd che documenta uno dei concerti tenuti durante il festival.
Walter Rovere
Steve Beresford è nato a Wellington, nello Shropshire inglese, nel 1950. Nel 1974 si è trasferito a Londra, iniziando a suonare il pianoforte con improvvisatori come Derek Bailey, e la tromba con la celebre Portsmouth Sinfonia. Dalla metà degli anni 70 ha suonato con centinaia di musicisti, compresi Han Bennink, le Slits, Christine Tobin, Ivor Cutler, Prince Far-I, Vic Reeves, Alan Hacker, Ray Davies, Ilan Volkov, Najma Akhtar, Evan Parker, Adrian Sherwood, The Flying Lizards, Stewart Lee, Otomo Yoshihide e John Zorn.
La free improvisation resta centrale nella sua pratica, generalmente impiegando il pianoforte e/o l’elettronica. Ma compone anche canzoni, musica da film e per la televisione, dirige ensemble e occasionalmente canta e scrive. E’ stato membro dell’innovativo gruppo Alterations (1977 -1986) con Toop, Day e Cusack, recentemente riformati. Tra i musicisti con cui collabora regolarmente ci sono Blanca Regina (con la quale programma il calendario di performance ‘Strange Umbrellas’), Elaine Mitchener, Satoko Fukuda, Max Eastley, Mark Sanders, John Edwards, Orphy Robinson, Sarah Gail Brand, Mandhira De Saram e la London Improvisers Orchestra. Ha avuto anche una lunga collaborazione musicale con l’artista/musicista svizzero/americano Christian Marclay.
Peter Cusack è un musicista, sound artist e raccoglitore di registrazioni sul campo con un interesse di lunga data per gli ambienti sonori, di stanza a Berlino e Londra. E’ ricercatore in Sound Arts & Design e membro del CRiSAP (Ricerca Creativa nella pratica delle Arti Sonore) presso l’University of the Arts di Londra. Nel 1998 ha iniziato il Favourite Sounds Project, progetto di ricerca che esplora ciò che la gente trova positivo circa i paesaggi sonori delle città – Londra, Pechino, Chicago, Praga, Manchester e Berlino – in cui vivono. Il suo progetto Sounds From Dangerous Places (suoni da luoghi pericolosi), descritto come una forma di giornalismo sonoro, indaga i paesaggi sonori in siti che hanno subito gravi danni ambientali, tra cui la zona vietata di Chernobyl, i campi petroliferi del Mar Caspio, e, attualmente, il lago d’Aral. Durante il periodo 2011/12 è stato artist-in-residence del DAAD di Berlino, dove ha avviato il progetto Berlin Sonic Places che esamina il rapporto tra paesaggio sonoro e sviluppo urbano. E’ attivo nella musica improvvisata dal 1970.
favouritesounds.org
sounds-from-dangerous-places.org
Terry Day ha studiato pittura presso il Royal College of Art. Nei primi anni 60 venne coinvolto nella musica sperimentale ed improvvisata con il Russell Hardy Trio, il Continuous Music Ensemble, e come membro fondatore della People Band. Ha fatto parte dei Kilburn and the High Roads di Ian Dury nei primi anni 1970, suonando anche in gruppi capitanati da George Kahn e Peter Lemer. Dall’emergere di una nuova scena per la musica improvvisata a metà degli anni 70, ha lavorato con lo Spontaneous Music Ensemble di John Stevens, la Amazing Band e i Four Pullovers (con Nigel Coombes, Roger Smith e Steve Beresford). Dopo di allora ha suonato con molti gruppi e musicisti, tra cui l’Annette Peacock Trio, i K’Ploeng con Derek Bailey e Maarten Altena, la Company, Mummy (con Davey Payne e altri membri della People Band), The Promenaders (con Lol Coxhill), la London Improvisers Orchestra, Max Eastley e altri. Nel 2012 ha girato il Giappone in un tour con improvvisatori giapponesi, e nel 2013 ha tenuto workshop e si è esibito come solista in Brasile. Nel 2015 è stato il soggetto di un film biografico di Blanca Regina, Unpredictable.
David Toop è un compositore/musicista, scrittore e curatore di base a Londra, che ha lavorato in molti campi della sound art, della musica e della scrittura. Ha registrato gli sciamani Yanomami nell’Amazzonia, è apparso a Top of the Pops assieme ai Flying Lizards, presenta installazioni sonore a livello internazionale, e ha lavorato con molti musicisti e artisti tra cui John Zorn, Evan Parker, Bob Cobbing, Ivor Cutler, Akio Suzuki e Rie Nakajima. I libri da lui pubblicati comprendono Ocean of Sound, Haunted Weather, Sinister Resonance e Into the Maelstrom. Ha pubblicato dodici album come solista, tra cui Screen Ceremonies, Black Chamber, Sound Body e Entities Inertias Faint Beings, e come teorico e critico ha scritto per numerose pubblicazioni. Tra le mostre che ha curato, Sonic Boom alla Hayward Gallery di Londra e Playing John Cage alla Arnolfini di Bristol. La sua opera Star-shaped Biscuit è stata eseguita ad Aldeburgh nel 2012. La sua autobiografia Flutter Echo verrà pubblicata in Giappone nel 2017.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.