musiche di scena
Giovanna Marini & Corale Arcanto
Oresteiade, (musica composta nel 1997), di Eschilo
Troiane, (musica composta nel 1989), di Euripide
I Turcs tal Frioul, (musica composta nel 1997), di Pier Paolo Pasolini
musiche di Giovanna Marini
Corale Arcanto
SOPRANI: Maria Antonietta Alestra, Marisa Anconelli, Angiola Andina, Barbara Bassoli, Elisa Bonazzi, Pina Carbone, Valeria Caruana, Monica Caruso, Patrizia De Luca, Barbara Giorgi, Gloria Giovannini, Maria Grazia Maffia, Valentina Perna, Roberta Pizzi, Maria Chiara Prodi, Roc’o Rico Romero, Wally Sega, Irene Tedeschi
CONTRALTI: Francesca Bruni, Michela Calizzi, Anna Campagnini, Chiara Carnevali, Silvia Carturan, Claudia Ferrari, Simonetta Gamberini, Patrizia Giovannini,
Maria Ielli, Giusy Mazzini, Marinella Natali, Rosanna Odorisio, Silvia Salfi, Chiara Stanghellini, Angela Troilo
TENORI: Claudio Amato, Massimo Emiro, Fabio Galliani, Filippo Mattina, Lorenzo Tedeschi
BARITONI / BASSI: Alessandro Dall’Olio, Gaetano Iacolino, Simone Marcheselli, Massimo Manservisi, Nicol˜ Masi, Roberto Pasini, Marco Sabbioni
SOLISTI: Maria Ielli, Mara Grazia Maffia, Rosanna Odorisio, Roc’o Rico Romero, Chiara Stanghellini, Angela Troilo, Giovanna Zanafredi
assistente alla direzione Gloria Giovannini; preparazione di sezione Claudio Amato
direzione Giovanna Giovannini
venerdì 4 giugno ore 21.15 2004
e sabato 5 giugno ore 18.45 2004
Chiesa San Girolamo della Certosa, Via Certosa 18 – Bologna
Il concerto è presentato dal Comune di Bologna – Progetto Nuove Istituzioni per Comunicare la Città,
nel quadro delle giornate europee dei cimiteri monumentali, in collaborazione con Angelica
ingresso gratuito
Orestiade (1997) di Eschilo; messa in scena da Franz Marejnen al teatro Reale Fiammingo di Bruxelles.
C’è una profonda differenza nel modo in cui ho scritto le tre partiture: Orestiade è stata scritta fuori scena, ho fatto provini , scelto attori-cantanti che sapessero leggere, in tutto otto, dato loro le partiture, li ho rivisti dopo due mesi, avevano studiato, abbiamo messo insieme le musiche, organizzato anche l’ordine in cui secondo noi andavano cantate, sovrapponendo a volte i cori al recitativo,o intervallandolo, sperando che così andasse bene al regista, il quale non ha trovato nulla da ridire, e in un mese lo spettacolo era pronto, asetticamente preparato, i cantori molto bravi, ma non ci fu alcuna partecipazione al lavoro di scena che si svolgeva altrove, per esplicita richiesta del regista il quale ammetteva di non capire nulla di musica e lasciava completamente carta bianca a me. Questo ha reso il tutto decisamente indolore, ma forse quella mancanza di collaborazione in scena non giovava allo spettacolo, non so, quando sono dentro uno spettacolo non ho lucidità necessaria per il giudizio. La musica l’ho scritta secondo uno schema sillabico, come avevo già fatto con Troiane , oramai non era la prima volta e non vedevo altro modo per scrivere su un testo ritmicamente così stimolante come quello in greco antico.
Troiane (1989) di Euripide; regia di Thierry Salmon; produzione del festival “Orestiadi di Gibellina”, co-produttori il Frauen Festival di Amburgo, il Festival di Avignone, il Teatro di Napoli di Mario Martone.
Per Troiane fu tutto il contrario: Thierry Salmon capiva di musica, cantava lui stesso volentieri, era di quel tipo di registi dall’immaginario scatenato che ci ha portato tutte (43 donne) a vivere una convivenza bella, avventurosa e anche difficile, per molti mesi a Gibellina e, in totale per un anno, insieme. Quindi ho scritto la musica mentre si svolgevano le prove, la sera studiavamo il canto, tanto non c’era altro da fare, a Gibellina non c’erano negozi, cinema, nulla, si poteva solo studiare avvoltolate in coperte militari per il freddo che faceva, approfittai anche di prendermela comoda, costruire una serie di canti comuni, al di fuori dal tema Troiane, sempre su quei modi che avevo scelto per le Troiane, in modo da far avere alle troiane una memoria comune, a pranzo a cena, quando riuscivamo ad andare al mare si cantavano quei canti, sui pulman e al bar. Avevo scelto una scala per ogni pezzo, e insegnavo prima la scala, poi il pezzo, avevo portato tutte le voci al “neutr”, come Thierry portava gli attori al neutro, cioè togliendo tutte le inflessioni personali, i birignao, ecc… tirando fuori alla fine una voce sui toni gravi che desse una sonorità densa, a fascialarga, c’era qualcuna delle attrici non molto intonata che però aveva una bella voce sui toni bassi e che si inseriva meglio su quelle tonalità comuni. Fu un lavoro lunghissimo, ma alla fine quando le troiane cantavano sembrava veramente che quei canti li avessero cantati da una vita, come le matrone delle processioni di Pasqua. Fu un lavoro lunghissimo , ma di soddisfazione.
I Turcs tal Frioul (1996) di Pier Paolo Pasolini; regia di Elio De’ Capitani; produzione del teatro dell’Elfo e della biennale di Venezia.
Per i Turcs tal Frioul fu ancora diverso: Elio De’ Capitani ha una notevole sensibilità musicale, chiede cambiamenti, chiede emozioni, chiede che si esageri magari, ma che non si sia mai prevedibili, quindi anche per lui il lavoro andava scritto in scena e spesso cambiato, ipso facto, lui chiedeva e si cambiava, molto interessante, ma anche molto stressante, anche per i Turcs ho pensato di agire come per un classico, perché è un classico, sembra un’antica tragedia greca; lì c’era una complicazione: nessuno sapeva la musica, la mia amica Breschi ha dovuto inchiodare le note una ad una nella testa dei poveri attori, era gente del paese, ignara, ma il risultato è stato stupefacente. Un coro di uomini pieno, bellissimo in sonorità, c’erano cinque tenori con voci magnifiche che coloravano tutto il coro, ma il tutto era assolutamente casuale e incontrollabile, e irriproponibile una seconda volta, era una magìa di quel momento, ma questo è il fascino del teatro!
Giovanna Marini