sabato 18 maggio 2019 – ore 21.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo – BOLOGNA
> Cheryl Ong & Vivian Wang (Singapore) “” prima apparizione europea
Cheryl Ong percussioni tradizionali cinesi, batteria; Vivian Wang sintetizzatore, elettronica
musiche di Cheryl Ong, Vivian Wang
a cura di Fabrizio Gilardino (dal ciclo ASIA–SUD–EST)
“” con il sostegno di National Arts Council, Singapore
> John White + MJ Coldiron Andrea Rocca LIVE BATTS! (Inghilterra, Italia) X
prima apparizione italiana
John White casio pt30, yamaha dx100, korg monotron, korg microkorg, giocattoli;
MJ Coldiron voce, vocoder; Andrea Rocca chitarra elettrica, campionamenti
musiche di LIVE BATTS!
a cura di Walter Rovere
X con il patrocinio del British Council
realizzato con il sostegno di “SIAE – i classici di oggi 2018/2019″
Biglietti
10 €
ridotto 5 €
per studenti dell’Università di Bologna e del Conservatorio di Musica “G. B. Martini” di Bologna
ai possessori della Card Musei Metropolitani verrà applicato uno sconto di 2 € sul biglietto intero
La biglietteria apre 30 minuti prima dell’orario del concerto
Prevendite
ZAMBONI 53
via Zamboni 53/C, Bologna
t 051 1998 0427
www.zamboni53store.com
www.boxerticket.it
Iniziata l’anno scorso nell’ambito della sua ventottesima edizione — con l’acclamata esibizione di Dharma, His Hubris e SA (仨) — continua anche quest’anno l’esplorazione da parte di AngelicA di aree geo-musicali completamente ignorate nell’ambito della cosiddetta musica “sperimentale” fino a una dozzina d’anni fa — e di cui fa parte per l’appunto il sud-est asiatico — e dalle quali provengono piccoli drappelli di musicisti che stanno infondendo nuova linfa all’interno di linguaggi che finora hanno sempre parlato quasi esclusivamente idiomi “occidentali”.
Ne fanno parte le due musiciste/improvvisatrici singaporiane — Cheryl Ong e Vivian Wang — che AngelicA propone quest’anno all’interno del ciclo di concerti Asia-Sud-Est curato da Fabrizio Gilardino.
Attive altresì come organizzatrici di festival e di concerti in seno all’associazione Playfreely, Cheryl e Vivian, oltre che a suonare regolarmente in duo dal 2013, costituiscono la sezione ritmica di The Observatory, gruppo singaporiano avant-rock che gode di un vero e proprio culto in tutta l’Asia del Sud-Est.
Il duo incorpora/scorpora/rimescola/reinterpreta noise, musica folklorica del sud-est asiatico, elettronica, gamelan indonesiano e musica classica carnatica all’interno di affascinanti strutture minimal/ripetitive capaci di indurre in uno stato di trance.
Il percorso della percussionista singaporiana Cheryl Ong si snoda dagli studi di percussione classica e tradizionale cinese al Central Conservatory of Music di Pechino fino ad approdare a The Observatory, gruppo di cui Cheryl fa parte da qualche anno. Tra i progetti più recenti della percussionista vi sono le collaborazioni con l’artista visivo Zai Tang per la sua installazione “Spectre”, presentata al Singapore International Festival of the Arts nel 2017, “Nusasonic”, in compagnia di musicisti improvvisatori del sud-est asiatico, presentato a Yogyakarta, Indonesia, nel 2018 e il più recente “Kombo”, una collaborazione con musicisti asiatici e berlinesi nell’ambito dell’edizione 2019 del CTM Festival di Berlino.
Vivian Wang ha abbandonato gli studi di pianoforte classico per fondare, insieme ad altri amici musicisti, The Observatory, gruppo singaporiano di avant-rock diventato nel corso degli anni uno dei nomi sperimentali più noti del sud-est asiatico e con i quali ha inciso otto album. Come improvvisatrice la tastierista ha, nel corso della sua carriera, suonato e collaborato con musicisti assai diversi come Mette Rasmussen, YoshimiO, Jojo Hiroshige, Crys Cole, Sachiko M, Otomo Yoshihide e il duo Senyawa, esibendosi nel sud-est asiatico, in Cina, Giappone, Europa e Stati Uniti. Il suo progetto più recente, House of Sentiments, è una collaborazione con il collettivo multimediale zurighese U5 ed è stato presentato all’interno della mostra collettiva République Géniale al Kunst Museum di Berna nell’autunno 2018.
LIVE BATTS!
Definito dalla rivista The Wire “l’uomo invisibile della musica sperimentale inglese” e dal compositore Gavin Bryars “un genio di prim’ordine”, John White (1936) è il decano della generazione di minimalisti inglesi (comprendente oltre a lui e Bryars, Parsons, Hobbs, Nyman, Shrapnel, Skempton, Smith…) emersa alla pubblica attenzione solo tra ’75 e ’78, grazie alla collana Obscure di Brian Eno.
Ma già nel 1965 era uscito un Lp con le sue prime Sonate per pianoforte (concepite come una sorta di “diario sonoro”, ne ha scritte oltre 200 fino ad oggi), e tra il 1969 e il ’72 aveva fatto parte della Scratch Orchestra di Cornelius Cardew. I due eseguirono diverse volte, durante gli Event dell’Orchestra, la sua Cello and Tuba Machine (1968), un’epica performance della quale raggiunse le 5 ore di durata; proprio quel brano (inciso per la Obscure ma mai pubblicato) fu, secondo il compositore Dave Smith, l’influenza non dichiarata “da cui Brian Eno ha preso l’intera idea dell’Ambient”.
White intitolava in quel periodo tutti i suoi pezzi “Machine” (Drinking and Hooting Machine, ecc), a significare la peculiare forma di minimalismo da lui praticata, una confluenza di forma (derivata da una procedura sistemica) e indeterminazione (lasciando liberi gli interpreti su come procedere entro certi parametri), usando indifferentemente come “readymade musicali” anche materiali tonali prelevati “da musiche a cui nessuno ha mai prestato molta attenzione” (una delle sue predilezioni è per compositori poco noti a cavallo del 900 come Alkan, Medtner ecc.).
Una diversa “machine music” scaturì dalla sua passione per le mini tastiere a batteria comparse sul mercato negli anni 80. Man-Machine Interface era infatti il titolo di una partitura del 90 per balletto, pubblicata nel cd Fashion Music; un avviso (anche in italiano) in copertina recitava: “Attenzione! I brani musicali di questo disco sono degli scarti di prima qualità provenienti dal mondo del cheap sound”.
Dopo un primigenio duo con Hobbs, l’attuale incarnazione di Live Batts! come trio risale alla metà dei 90, ma (malgrado un bell’articolo già a loro dedicato su un Wire del 97) non avevano mai pubblicato un cd fino al 2018 (per l’italiana Ants), in occasione del quale sono tornati anche ad esibirsi a Londra. Per usare la descrizione che ne dà Andrea Rocca, i brani del gruppo, spesso giocosi e ironici, “riflettono più elementi: l’interesse di White per la musica basata sui “sistemi” e il suo amore per i pionieri del pop elettronico, come i Kraftwerk; il radicamento nel teatro e gli studi di antropologia di MJ Coldiron”, e il background in plunderphonics e noise rock del chitarrista (e compositore di musiche da film) Rocca. Le esecuzioni dei brani differiscono notevolmente da un concerto all’altro, essendo le composizioni di White delle basi (soprannominate “baraokes”) che “forniscono la spina dorsale per le improvvisazioni, per lo più controllate, del gruppo”. Walter Rovere
Il Background di LIVE BATTS!
La mia prima insegnante di musica fu Hélène Gipps, un’alunna di Brahms di seconda generazione. Come adolescente ribelle tentavo di forzarle la mano, proponendole pezzi di Milhaud (per la bitonalità) e Hindemith (per le sue costruzioni cromatiche geometriche). Da studente al Royal College of Music incontrai il pianista John Tilbury, che mi introdusse al concetto di “libera improvvisazione di gruppo”. Durante gli anni 60 ho lavorato a lungo con Cornelius Cardew e ho eseguito opere di John Cage e Karlheinz Stockhausen. Cominciai però a sperimentare una certa impazienza nei confronti della “free improvisation”, come dimostrato anche nel lavoro della Scratch Orchestra.
Nei primi anni 70 mi sono interessato alla “System Music” (Musica Sistemica) utilizzando tabelle di numeri casuali nelle mie composizioni, e mi sono contestualmente separato dalla Scratch Orchestra per formare la Promenade Theatre Orchestra con Christopher Hobbs, Hugh Shrapnel e Alec Hill. All’epoca suonavamo musica basata su sistemi, utilizzando organi a canne e pianoforti giocattolo.
Negli anni 80 Chris e io abbiamo formato una versione iniziale di LIVE BATTS! continuando ad eseguire pezzi basati su sistemi, ma stavolta con tastiere elettriche portatili. Mi erano state commissionate le musiche per un balletto sul tema della moda e ne venne fuori una partitura basata su stilemi jazz; la formazione comprendeva Ian Mitchell (ai clarinetti), e Jamie Crofts e me stesso alle tastiere.
LIVE BATTS! nella sua forma attuale è composto da Andrea Rocca, Jiggs Coldiron, e me stesso a sintetizzatori e campionatori (il tutto alimentato a batteria), con l’aggiunta della chitarra elettrica di Andrea e della voce di Jiggs. Tutti i pezzi sono costituiti da “karaoke” pre-registrati su cui si innestano improvvisazioni abbastanza “controllate”. LIVE BATTS! ha occasionalmente collaborato con artisti importanti come Nancy Ruffer, Thomas Kumlehn e John Butcher, e ci siamo esibiti in Europa, Stati Uniti e Regno Unito in un’ampia gamma di situazioni, dal Gaudeamus Festival di Amsterdam, alla Festspielhaus Hellerau, alla Galerie St. Barbara a Hall in Austria, al Greenwich Village a New York, al Chapter Arts di Cardiff, alla Krishnamurti School, e alla South London Gallery. John White, Londra 2018

John White (photo by Salvatore Scarpa)
John White (Berlino 1936), ha studiato pianoforte e composizione al London Royal College of Music, ed è stato successivamente insegnante allo stesso college.
È autore di numerose sinfonie e partiture per balletto e di oltre 200 Sonate per pianoforte. Le sue esperienze includono quella di direttore musicale per compagnie teatrali e di danza (per il Western Theatre Ballet nel 1958-60, e successivamente per famosi musical messi in scena nel West End come Canterbury Tales, Hair, Tarantara-Tarantara, The Unknown Soldier and His Wife); improvvisatore con C. Cardew (1967-69) e Musical Advisor della Scratch Orchestra (1969–72); membro fondatore (con C. Hobbs, H. Shrapnel e A. Hill, tutti all’epoca membri anche della Scratch) della Promenade Theatre Orchestra (1969-72), poi diventata un duo con Hobbs; fondatore del Garden Furniture Music Ensemble (dal 1977), e di altre formazioni più o meno estemporanee, come la Farewell Symphony Orchestra , la Instant Dismissal Symphony Orchestra, il Nordic Reverie Trio (con G. Bryars e D. Smith, fornirono le musiche per il party di lancio della compilation Miniatures del musicista Morgan-Fisher nel 1980), e altri. Oltre al trio LIVE BATTS! con MJ Coldiron e Andrea Rocca, attivo dagli anni 90, sta recentemente lavorando a un duo con il solo Rocca, denominato BAD DOG!

MJ Coldiron (photo by Salvatore Scarpa)
MJ (Margaret) Coldiron
La dottoressa Margaret Coldiron, è una regista teatrale, performer, docente universitaria e studiosa dell’uso delle maschere nel teatro e nella danza asiatici.
Oltre a fare parte dei LIVE BATTS!, esegue musica e danze balinesi con il Gamelan Lila Cita e con l’indonesiana Lila Bhawa Dance Company, ed è Associate Director di Thiasos, una compagnia teatrale specializzata in produzioni interculturali di antiche opere greche. Le sue pubblicazioni includono Trance and Transformation of the Masked Actor in Japanese Noh and Balinese Dance Drama (Edwin Mellen Press), e saggi inseriti nei compendi Women in Asian Performance Aesthetics and Politics (Routledge), e The Routledge Handbook of Asian Theatre, oltre a numerosi articoli e recensioni per riviste come Asian Theatre Journal, New Theatre Quarterly, Indonesia and the Malay World, SPAFA Journal e Women & Performance. È attualmente vicepresidente per il Baccellierato in World Performance presso la East 15 Acting School / University of Essex.
Andrea Rocca
Nato a Roma, si è trasferito a Londra nell’88, dove ha approfondito l’interesse nella composizione elettroacustica studiando con John White. Si è laureato presso la Scuola di Studi Orientali e Africani con un Master in Etnomusicologia nel 1997. Come chitarrista con l’ensemble di elettronica e objets trouvés di White, si è esibito in luoghi come la Hayward Gallery, il Musée de l’Art di Parigi e la Knitting Factory di New York.
Ha iniziato a scrivere musica per il cinema nel 1997 con L’Ultimo Capodanno di Risi; sue altre colonne sonore comprendono The Hurting di Kea, Branchie di Martinotti, Tre Mogli di Risi, Liberi di Tavarelli, e La città ideale di Lo Cascio.
Ha composto inoltre numerosi lavori per la tv inglese, per il teatro, tra cui le acclamate produzioni di Lo Cascio La Caccia e Otello, e per la danza, in particolare per la compagnia Zata Omm (8 Ways from Mara, Traces, Crepuscular, e l’innovativo Vox: Lumen del 2015, uno spettacolo completamente autoalimentato dall’energia creata dai ballerini, dal pubblico e da fonti rinnovabili, per il quale ha basato il commento sonoro orchestrando oggetti trovati, strumenti acustici, elettronica e rumori generati dall’ambiente della performance.
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