mercoledì 13 marzo 2024 – ore 19.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo
Rib Trio + Marcello Panni
ROME OPEN MUSIC EXPERIENCE
Musica Aleatoria a Roma 1955-2023
prima assoluta
Giancarlo Schiaffini (Roma, 1942)
Rib Trio (2023)
per flauto, pianoforte e percussioni
Franco Evangelisti (Roma, 1926-Roma, 1980)
Proiezioni sonore (1955-56)
per pianoforte
Giacinto Scelsi (Arcola, 1905-Roma, 1988)
Mantram – Canto anonimo per strumento basso (1987)
versione per flauto basso
Marcello Panni (Roma, 1942)
Seiner Edlen Freundin (1985)
per pianoforte
Walter Branchi (Roma, 1941)
Looking South-West (2010)
per flauto, pianoforte e percussioni
Domenico Guaccero (Palo del Colle, 1927-Roma, 1984)
Luz (da Descrizione del corpo)(1973)
versione per flauto basso e fondo elettronico
Giacinto Scelsi (Arcola, 1905-Roma, 1988)
Krishna e Rada (1986)
per flauto e pianoforte
Marcello Panni (Roma, 1942)
Déchiffrage (1968)*
versione per flauto, tastiere e percussioni
Rib Trio:
Gianni Trovalusci flauto, flauto basso
Francesca Gemmo pianoforte, tastiere
Sergio Armaroli percussioni
+
Marcello Panni pianoforte*
(in Déchiffrage)
musiche di Walter Branchi, Franco Evangelisti, Domenico Guaccero, Marcello Panni, Giacinto Scelsi, Giancarlo Schiaffini
presentazione del disco edito da Da Vinci Classics (Giappone), novembre 2023
e prodotto da Erratum con il patrocinio di Nuova Consonanza e Fondazione Isabella Scelsi.
a cura di Walter Rovere
Biglietti
7€ intero – ridotto 5€^ e 2€^^
^ ridotto per studenti dell’Università di Bologna e possessori Carta Giovani Nazionale
^^ ridotto per studenti del Conservatorio “G. B. Martini” Bologna e del Liceo Musicale Lucio Dalla
ai possessori della Card Cultura e Carta Giovani Nazionale
verrà applicato uno sconto di 2€ sul biglietto intero
La biglietteria apre 30 minuti prima dell’inizio del concerto
Prevendite
www.boxerticket.it
Luogo
Centro di Ricerca Musicale
Teatro San Leonardo
Via San Vitale 63, Bologna
Il programma ROME OPEN MUSIC EXPERIENCE – a cura di Francesca Gemmo da un’idea di Gianni Trovalusci e con la partecipazione di Sergio Armaroli – intende presentare una rosa di autori operanti nell’ambito della Musica Aleatoria nell’area creativa romana dagli anni successivi alla seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri, come frutto di una specifica prospettiva ‘aperta’ non solo nella musica, ma nel campo delle arti in generale.
Per Musica Aleatoria si intende quel particolare modo del Fare Musica in cui vengono indicati dai compositori determinati comportamenti e/o ambiti musicali e al tempo stesso lasciate all’interprete una serie di scelte esecutive da effettuare al momento, rendendo unico e irripetibile il momento della performance dal vivo.
Questo mutamento radicale costituì, negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, una risposta diretta e contrapposta alla musica seriale e post-seriale che, al contrario, tendeva a specificare sempre più tutti i minimi dettagli dell’esecuzione – fino al paradosso, a volte, di partiture così complesse da rendere quasi impossibile rispettarne tutte le indicazioni, facendo sì, involontariamente, che l’iperdettaglio diventasse fatalmente il suo opposto, cioè il caso.
Il movimento dell’alea fu adottato da molti compositori in tutto il mondo, certamente John Cage ne è il più celebre esponente. L’Italia fu piuttosto impermeabile a questo tipo di sperimentazione – ad eccezione di due personalità originali come quelle di Bruno Maderna e Sylvano Bussotti e appunto di una serie di grandi compositori dell’area romana. La Musica Aleatoria, ha il merito di aver prodotto una prospettiva del tutto nuova e in qualche modo rivoluzionaria nella accademica configurazione autore – esecutore, rimescolando gerarchie e aprendo orizzonti nuovi nei confini della Nuova Musica.
In prima linea in questo movimento troviamo la figura propulsiva di Franco Evangelisti: il suo percorso dagli studi di ingegneria alle attività musicali ebbe un punto di svolta con la sua partecipazione ai Ferienkurse di Darmstadt dal 1952 al ’60, spingendolo verso la musica elettronica e l’esplorazione aleatoria. Libero dai vincoli del serialismo, Evangelisti ha poi promosso come unica musica possibile, l’improvvisazione e conferito una significazione ‘politica’ alla collaborazione tra i musicisti, sostenendo la stretta interconnessione tra compositore e interprete.
Le sue collaborazioni con autori importanti, tra cui quella con Hermann Scherchen dal ’57 nello Studio di Elettroacustica sperimentale di Gravesano, e con Karlheinz Stockhausen e Luigi Nono (assieme ai quali inaugurò lo Studio Sperimentale della Radio Polacca nel ’58), hanno evidenziato il suo impatto globale. Dopo aver cofondato nel 1959 l’Associazione Nuova Consonanza, diede vita nel ’64 al Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, gruppo che è emerso come una potente incarnazione della sinergia tra esecuzione e composizione, dal significativo impatto internazionale negli Stati Uniti, in Germania e non solo.
La prima esecuzione assoluta di Proiezioni sonore, i cui bozzetti iniziali erano stati concepiti tempo prima, venne eseguita da David Tudor nel 1958 a Darmstadt: il brano fu significativamente dedicato a Stockhausen.
Se Evangelisti può essere considerato l’esponente più lucido e radicale della Musica Aleatoria italiana, i semi da lui piantati hanno continuato a fiorire fino ai giorni nostri, come dimostra l’inserimento nel programma di un brano aleatorio di Giancarlo Schiaffini, Rib Trio, appositamente composto per gli interpreti del trio.
Schiaffini, versatile compositore, trombonista e tubista nato a Roma nel 1942, ha lasciato un impatto duraturo sulla musica contemporanea e sul jazz. Già attivo nel Gruppo Romano Free Jazz con Mario Schiano negli anni 60, come altri compositori rappresentati in questo recital nel 1970 studiò con Stockhausen e Ligeti a Darmstadt, formando nello stesso anno Nuove Forme Sonore, un ensemble da camera dedito all’esplorazione delle combinazioni strutturali tra composizione e improvvisazione. Nel 1972, da studente di musica elettronica con Franco Evangelisti all’Accademia di Santa Cecilia, divenne membro del Gruppo di Improvvisazione di Nuova Consonanza, restando con il gruppo fino all’83.
Le sue collaborazioni con Giacinto Scelsi e quella decennale con Luigi Nono hanno messo in mostra il suo talento a livello mondiale. In campo jazz, è stato inoltre co-fondatore nel 90 dell’Italian Instabile Orchestra, e i suoi eventi multimediali ispirati alla letteratura e alle arti visive, al fianco di Silvia Schiavoni, hanno espanso ulteriormente la sua gamma artistica.
Di famiglia aristocratica, Giacinto Scelsi con i suoi numerosi viaggi entrò in contatto con alcuni dei maggiori intellettuali dell’epoca, tra cui Jean Cocteau e Virginia Woolf. Nell’incessante e inquieta ricerca di una voce propria, la sua scrittura musicale, nel periodo ante seconda guerra mondiale, ha digerito ed elaborato influenze diverse come quelle di Skrjabin, Berg e la musica barocca: spesso le sue opere sono caratterizzate da un contrappunto denso e sapiente. Negli anni successivi alla guerra, Scelsi si stabilì definitivamente a Roma ed entrò in grande sodalizio umano e professionale con Franco Evangelisti. Uno dei tratti distintivi della sua vita e opera è il profondo interesse per la spiritualità, l’esoterismo e il misticismo: nel suo fare “dentro” e “con” il suono, gli aspetti spirituali e musicali sono indivisibili; secondo il suo pensiero: “la musica non può esistere senza il Suono. Il Suono esiste di per sé senza la musica. E’ il Suono ciò che conta.” Questa acquisita consapevolezza ha generato un tipo di musica diversa da quella che aveva scritto in precedenza, nella quale questi elementi emergono attraverso un particolare processo compositivo, con improvvisazioni realizzate in stato di ‘trance’ e successivamente trascritte e sistematizzate in opere compiute, anche con evidenti echi della musica e della cultura dell’Estremo Oriente e extraeuropea. In opere come il suo primo Quartetto, già dagli anni ’50, Scelsi iniziò a esplorare il suono delle singole note o altezze e dei microintervalli, ed è per questo considerato ispiratore e pioniere di quello che diventerà il movimento francese dello Spettralismo.
Mantram – canto anonimo per strumento basso è un brano/canto di ispirazione indiana: in quella tradizione infatti il Mantra è un pensiero – un principio spirituale – un respiro – che si compie e compie al tempo stesso colui che lo interpreta. L’opera si struttura intorno a pochi intervalli ripetuti, con trasformazioni cicliche e variazioni dinamiche e microtonali che prendono la forma di un canto ininterrotto e circolare. Come sempre in Scelsi, il nome del brano è totalmente coerente con la sua struttura e funzione profonda.
Riferendosi alla sua particolare modalità compositiva, il percorso di Scelsi ben si riassume in Krishna e Rada, brano frutto di un’improvvisazione dello stesso autore al pianoforte assieme alla flautista Carine Levine, registrato al momento e poi formalizzato in una partitura. Il flauto e il pianoforte si rincorrono ognuno incarnando un particolare carattere, nell’antico gioco dei due elementi, maschile e femminile, che si fondono in un’unica entità.
“…scrivo musica per stupire le rose“. Queste parole, poetiche quanto insolite, sono il manifesto estetico di Walter Branchi. Ma, nel caso di questo autore, si tratta anche di un’affermazione piuttosto letterale: Branchi, infatti, non è solo un musicista dalla biografia impressionante, ma anche uno dei massimi esperti mondiali di rose, che ha “individuato, salvato, diffuso e introdotto tantissime antiche varietà di rose, comprendendo l’importanza delle tradizioni storiche”, come dice uno scritto su di lui. Esperto di musica e orticoltura, ha introdotto un concetto ecologico di musica che intreccia l’arte con la coscienza ambientale. Già docente di composizione elettroacustica nei Conservatori italiani, Branchi è stato tra i cofondatori, nel ’67, del leggendario Studio R7 per la musica elettronica (assieme a Evangelisti, Guaccero, Macchi e altri) e dal ’69 ha fatto parte del Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, partecipando a numerose incisioni.
Le sue composizioni armonizzano le dimensioni spaziali e musicali, ben esemplificate dalla sua partitura grafica, Looking South-West. Le note sono integrate all’interno di forme geometriche disposte in una deliberata configurazione spaziale. Per le sue caratteristiche intrinsecamente visive, quest’opera offre un’eccellente opportunità per approfondire la copresenza di elementi sia spaziali che musicali e la loro interazione nel contesto Segno – Spazio – Tempo.
Domenico Guaccero ha studiato composizione con Barbara Giuranna e Goffredo Petrassi a Roma, esplorando le tecniche seriali prima di abbracciare lo sperimentalismo americano e la musica aleatoria. Instancabile organizzatore e operatore culturale fu, assieme a Franco Evangelisti, tra i curatori delle storiche ‘Settimane della Nuova Musica’ di Palermo, per poi co-fondare l’Associazione Nuova Consonanza. Oltre ad essere stato tra i pionieri della ricerca elettronica (con il Centro Elettronico della Accademia Filarmonica Romana e lo Studio R7) fu molto attivo in esperienze di teatro musicale e intermediale, e nell’area dell’improvvisazione, con personalità come Alvin Curran e Mario Schiano. L’eredità di Guaccero risiede nel suo approccio pionieristico alla sperimentazione musicale e nella sua visione del ruolo comunicativo della musica contemporanea.
La sua Luz si ispira ad alcune aree centrali del corpo umano, concepite come poli attorno ai quali può ruotare la nostra vita biologica, psichica e energetica. Il compositore fornisce una serie di indicazioni molto dettagliate sugli effetti che dovrà produrre lo strumento grave. L’unico elemento fisso è la sua articolazione in “battute” della durata di cinque secondi ciascuna, comprendenti sia frammenti annotati tradizionalmente che indicazioni non convenzionali; la dimensione aleatoria del brano si esprime anche nella libertà lasciata all’interprete di terminare in un dato punto e/o di riprendere il percorso canonicamente, per moto contrario o per altri modi.
Un connubio tra attività compositiva e direzione d’orchestra caratterizza l’attività di Marcello Panni, che si è diplomato in entrambe le discipline (oltre al pianoforte) presso il Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, per poi proseguire gli studi di composizione con Petrassi e di direzione d’orchestra con Rosenthal (a Parigi).
Come direttore d’orchestra il suo interesse principale si è rivolto al campo della musica contemporanea; il suo debutto avvenne alla Biennale di Venezia nel 1969 con un concerto dedicato a musiche di Petrassi. Il nucleo della sua produzione è rappresentato invece da opere sinfoniche e vocali/sinfoniche, assieme a numerose opere liriche. Nel 1971 ha fondato l’Ensemble ‘Teatro-Musica’, con il quale ha presentato concerti in tutta Europa su composizioni di Berio, Bussotti, Cage, Clementi, Donatoni, Feldman, Schnebel e molti altri. Dalla fine degli anni ’70 è stato ospite delle maggiori istituzioni musicali italiane e dei più importanti teatri lirici internazionali; tra le prime esecuzioni assolute da lui dirette si ricordano Neither di M. Feldman e Civil Wars di P. Glass/B. Wilson all’Opera di Roma, e il BergKristall di S. Bussotti alla Scala di Milano.
Il suo talento per il palcoscenico e la scena concertistica è evidente in opere come Déchiffrage, un divertissement surreale. La parola francese déchiffrage significa “lettura a prima vista”; il brano è composto da 12 pannelli, variamente orchestrabili, contenenti diversi estratti dal repertorio tastieristico di esercizi per la cosiddetta “prima vista”, che vanno suonati volutamente con l’approssimazione di una lettura a prima vista. In occasione dell’esecuzione per AngelicA il trio sarà affiancato eccezionalmente dallo stesso Panni.
La partitura di Seiner edlen Freundin riporta con precisione solo le altezze che si trovano isolate o variamente raggruppate all’interno delle misure. La versione registrata e presentata nel concerto corrisponde a una versione per pianoforte realizzata e registrata dal compositore, dando vita così a un affascinante schema di improvvisazione/composizione/esecuzione.
(scheda realizzata da Walter Rovere, Gianni Trovalusci e Francesca Gemmo a partire dalle note di Chiara Bertoglio per il cd Rome Open Music Experience, Da Vinci 2023)
Diplomato in Flauto Traverso presso il Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma, Gianni Trovalusci si è specializzato in Repertorio Contemporaneo a Parigi e in Musica Antica presso la Schola Cantorum Basileensis. Ha lavorato con artisti come Roscoe Mitchell, Thomas Buckner, Hubert Howe, Hamid Drake, Ken Vandemark, Walter Prati, Alvin Curran, Luigi Ceccarelli, Ilan Volkov, Steed Cowart, Marcello Panni, Giorgio Battistelli, Nicola Sani, Martin Daske, Antonio Caggiano, Rodolfo Rossi e Gianluca Ruggeri (Ars Ludi), Francesca Gemmo, Sergio Armaroli e tanti altri. Solista in composizioni di Nuova Musica con: BBC Scottish Symphony Orchestra, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, Roscoe Mitchell Orchestra, Nancy Opera, Flanders Opera, Strasburgo Opera, ecc. Nel 2015 e 2018 è stato ‘Featured Performer’ al New York City Electroacoustic Music Festival, e si è esibito in rassegne come Musicoustica, Pechino; Tectonics, Glasgow; AngelicA, Bologna; Museo De Young, San Francisco; Giornate della musica Estone, Tallinn; Biennale di Monaco; Centro Tempo Reale, Firenze; Nuova Consonanza, Roma; Area Sismica, Forlì; Stockholm New Music, Stoccolma; Festival GAS, Göteborg; Cafè Oto, Londra; Ars Electronica, Linz; Centro Reina Sofia, Madrid; Fondazione Nits de Musica Mirò, Barcellona; eccetera. Ha insegnato in diversi Conservatori italiani e ha tenuto masterclass in Europa, Usa e Cina. Ha inciso, tra le altre, per Wide Hive Records, BBC 3, Da Vinci Classics, Folderol Records, Auditorium Edizioni, Rai Radio 3, Radio Nazionale Svedese, West Deutscher Rundfunk, Sud West Rundfunk.
Ad AngelicA ha suonato nel 2017 (con Roscoe Mitchell e l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna), nel 2018, in un programma di musiche di Giorgio Nottoli, e nel 2019, in duo con Thomas Buckner.
Francesca Gemmo è una pianista e compositrice italiana. La sua attenzione alla sperimentazione e all’improvvisazione ha incoraggiato collaborazioni con artisti di rilievo come Andrea Centazzo, Alvin Curran, Fritz Hauser, Brunhild Meyer-Ferrari, Steve Piccolo, Walter Prati, Elliott Sharp e Giancarlo Schiaffini. Si è esibita in Italia e in Europa (Sale Apollinee, Venezia, Centre Le Phenix, Friburgo, Konzerthaus, Weimar, Fondazione Mudima, Milano, Museo del Novecento, Milano, Teatro Arsenale, Milano, Area Sismica, Forlì, Teatro Out Off, Milano). Le sue composizioni sono state eseguite da Divertimento Ensemble, Irvine Arditti, Trio Matisse, Luca Avanzi, Sergio Armaroli e Sergio Scappini; inoltre, lavori sono stati commissionati da prestigiosi strumentisti come il chitarrista Magnus Andersson e il sassofonista Daniel Kientzy. Nel 2017 ha inciso l’inedito (prima esecuzione assoluta) Grandi Numeri di Sylvano Bussotti, con ImprovvisoFantasia diretto da Giuseppe Giuliano.
Oltre alle quattro incisioni pubblicate finora nell’ambito del progetto “About Cage” per Da Vinci Classics (di cui l’ultima, Socrate & Cheap Imitation di Satie/Cage, in duo con la pianista Maria Isabella de Carli), a suo nome o come cotitolare sono usciti i cd Ad libitum (2019) – per improvvisazione al pianoforte solo -, Contours (2020), un progetto per sassofoni ed ensemble concepito assieme a Daniel Kientzy, il duo Binary Souls con Andrea Centazzo, e infine il trio Rome Open Music Experience. Ha pubblicato numerose partiture (Edizioni Da Vinci, Salatino Edizioni, Berbèn) e scritto numerosi saggi di argomento musicale e didattico (Tangram Edizioni Scientifiche, Padus Edizioni). www.francescagemmo.com
Vibrafonista, percussionista, pittore e poeta, Sergio Armaroli ha studiato pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, e musica elettronica, jazz e strumenti a percussione al Conservatorio G. Verdi di Milano. Si è esibito in numerosi teatri, stagioni concertistiche, ensemble e orchestre, tra cui Teatro Alla Scala, La Società del Quartetto, Accademia Filarmonica Romana, Biennale di Venezia, Exit. 09 Festival, Huddersfield (Regno Unito).
Importanti per la sua carriera sono stati gli incontri con il compositore Sylvano Bussotti – del quale ha curato due mostre personali e l’incisione dell’inedito Grandi Numeri, e con la musica di Alvin Curran, assieme al quale ha inciso il suo Fakebook. Allo stesso modo, è stato fondamentale l’incontro con Brunhild Ferrari Meyer e con l’opera e il pensiero di Luc Ferrari, così come quelle di John Cage e Marcel Duchamp. Molti dei suoi lavori sono realizzati per elettronica e nastro informatico, e altrettanto numerosi sono i progetti multimediali e performativi: tra questi Le souffle corporel per pianoforte, nastro informatico e una ballerina, e AfterSilence per batteria e nastro per computer.
Lavora in stretta collaborazione con il trombonista e compositore Giancarlo Schiaffini con il quale condivide un atteggiamento sperimentale e teorico nella pratica dell’improvvisazione e del jazz, inteso come “estensione del concetto d’arte”, e con il percussionista e compositore svizzero Fritz Hauser con il quale ha sviluppato una tecnica compositiva derivata da Cage, e ha inciso Structuring the Silence e Angelica (quest’ultimo registrato dal vivo al Teatro San Leonardo nel 2019). A Parigi nel 2006, ha debuttato alla Citè de la Musique con la cantante Ingrid Caven. Da questo concerto il regista Bertrand Bonello ha girato il documentario Ingrid Caven: Musique et voix. Per Da Vinci Classics cura aboutCAGE, una serie di CD dedicati al compositore americano, e le sue composizioni sono pubblicate con Da Vinci Edition.
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