venerdì 17 maggio 2024 – ore 20.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo – BOLOGNA ///
– – > Sattvitri & Friends (Bali – Indonesia) prima apparizione europea
– – > TONES OF THE JOURNEY: TRACING THE PAST AND EXPLORING THE FUTURE
– – > Gamelan – musica tradizionale e contemporanea da Bali, Indonesia prima europea
Ni Made Ayu Dwi Sattvitri (Kapal – Bali – Indonesia, 2000)
Langit Biru ; prima europea
Ngimbang ; prima europea
Ilang Liang ; prima europea
I Made Subandi (Batubalan – Bali – Indonesia, 1966 – Batubalan – Bali – Indonesia, 2023)
AUM ; prima europea
Macan Ngerem (tradizionale); prima europea
Merak Angelo (tradizionale); prima europea
Ni Made Ayu Dwi Sattvitri (Sattvitri) gamelan gender wayang;
Putu Agus Riyanta Putra (Agus) gamelan gender wayang;
Komang Mahendra Adi Putra (Komang) gamelan gender wayang;
Kadek Dwi Segara Putra (Dekyong) gamelan gender wayang
musiche di Ni Made Ayu Dwi Sattvitri, I Made Subandi, tradizionali
a cura di Fabrizio Gilardino (dal ciclo Asia>Sud>Est)
/// con la collaborazione dell’Ambasciata della Repubblica di Indonesia a Roma
e di Insitu Recordings – Badung – Bali, Indonesia
Biglietti:
10 € | ridotto 5 €
Ridotto:
– per studenti dell’Università di Bologna, del Conservatorio di Musica
“G. B. Martini” di Bologna e del Liceo Musicale Lucio Dalla
– ai possessori della Card Cultura e Carta Giovani Nazionale verrà applicato uno sconto
di 2 € sul biglietto intero
La Biglietteria apre 30 minuti prima dell’orario del concerto
prevendite
Boxerticket
si raccomanda l’acquisto dei biglietti in prevendita
Dopo aver ospitato musicisti provenienti da Malaysia, Singapore e Vietnam, questo nuovo appuntamento del ciclo Asia>Sud>Est, che AngelicA propone dal 2018, vedrà per la prima volta in Europa (e per la prima volta al di fuori della Repubblica Indonesiana) la giovane compositrice e musicista balinese Ni Made Ayu Dwi Sattvitri.
Intitolato Tones of the Journey: Tracing the Past and Exploring the Future, il concerto si propone come un viaggio affascinante tra passato e futuro della musica gamelan gender wayang balinese.
Tutt’altro che prigioniero del proprio passato e ridotto a musica “folkloristica” o “etnica” o confinato esclusivamente all’accompagnamento di rituali religiosi e civili, il gamelan, sia a Giava e Bali che altrove nel mondo (sono ormai numerose le orchestre gamelan nate in paesi così diversi come gli Stati Uniti, il Canada, il Messico e addirittura la Federazione Russa), ha sempre dato prova di essere una musica viva e disposta a (ri)mettersi in gioco continuamente.
Sattvitri fa parte di questa nuova generazione di musicisti e compositori indonesiani capaci di rinnovare il gamelan senza perdere di vista la ricchissima tradizione musicale di cui fanno parte.
AngelicA ringrazia Jonathan Adams / In Situ Recordings e l’Ambasciata della Repubblica Indonesiana a Roma per il loro preziosissimo aiuto.
– Fabrizio Gilardino
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A proposito del gamelan
Con il termine gamelan ci si riferisce generalmente alla musica tradizionale per orchestra delle isole indonesiane di Giava e Bali.
Gli strumenti più tipici utilizzati all’interno delle orchestre di gamelan appartengono tutti alla famiglia dei metallofoni (strumenti a percussione suonati con mazzuoli o con martelletti), ma vi si ritrovano anche xylofoni, tamburi o altre percussioni suonate a mano, gong, flauti di bambù, rebab (uno strumento a corde suonato con un archetto) e siter (una sorta di cetra). Occasionalmente, voci, sia maschili che femminili, possono integrare l’orchestra.
Le orchestre di gamelan svolgono un ruolo fondamentale nella vita sociale e culturale giavanese e balinese da tempo immemoriale e accompagnano immancabilmente rituali e cerimonie religiose e civili, spettacoli di danza, teatro-danza e teatro tradizionale delle ombre.
Secondo la mitologia giavanese, il gamelan (in origine un solo gong) fu creato da Sang Hyang Guru, il dio/re che regnava a Giava intorno al 230 dopo Cristo, come strumento per comunicare con gli altri dèi del pantheon induista indonesiano. L’immagine più antica rappresentante un’orchestra di gamelan si ritrova nei bassorilievi dei templi di Borobudur, nella parte centrale dell’isola di Giava, risalenti all’ottavo secolo dopo Cristo.
Per molti indonesiani, il gamelan, al di là del suo aspetto musicale e del suo ruolo socio-culturale, simbolizza – proprio a causa delle caratteristiche stesse di questa musica straordinariamente complessa – lo spirito di quella coesione e mutua cooperazione sociale così tipici della società tradizionale indonesiana.
Il fascino esercitato dal gamelan su compositori e musicisti occidentali è ben noto sin da quando Louis-Albert Bourgault-Ducoudray (compositore francese vissuto a cavallo tra fine ottocento e primo novecento) presentò la sua Rhapsodie Cambodgienne all’Esposizione universale di Parigi del 1889. Eseguita da musicisti giavanesi (e non cambogiani, a dispetto del titolo della composizione), la “rapsodia” colpì in modo particolare Claude Debussy e, soprattutto, Erik Satie, che presenziarono all’esecuzione. Echi, anche se piuttosto fievoli, dell’effetto ipnotico indotto dalla ripetitività tipica del gamelan si possono ritrovare nelle Gnossiennes per pianoforte di quest’ultimo.
In tempi più recenti, moltissimi compositori occidentali hanno fatto riferimento, più o meno diretto, al gamelan indonesiano, sia in termini di pura sonorità (si pensi a certi brani per pianoforte preparato di John Cage) che in termini più esplicitamente compositivi.
Da Steve Reich (che studiò gamelan a Seattle tra il 1973 e il 1974), Philip Glass e Don Cherry (in tutt’altro ambito rispetto ai due compositori cui ci si riferisce spesso – e riduttivamente – come “minimalisti”, e in particolare sul suo disco Eternal Rhythm) fino allo statunitense Lou Harrison e al canadese Claude Vivier, che trascorsero periodi di studio in Indonesia, sono innumerevoli i compositori che ne hanno subito il fascino.
Vivier, in particolare, dopo aver frequentato i corsi di Karlheinz Stockhausen a Colonia nei primi anni ’70, si recò a Bali tra il 1976 e 1977 per studiare gamelan e cambiare radicalmente la propria scrittura musicale per liberarsi definitivamente dalle pastoie del serialismo e della dodecafonia. Una delle sue composizioni più note, Pulau Dewata (“Isola degli dei”, in basâ bali), è, per l’appunto, un omaggio a Bali, luogo che, nelle parole del compositore stesso, gli ha insegnato un’indimenticabile “lezione d’amore, tenerezza, poesia e rispetto per la vita”.
Anche nella musica rock e pop si possono spesso ritrovare elementi riconducibili al gamelan indonesiano, dalle strabilianti linee di chitarra di Robert Fripp e Adrian Belew che si intersecano nella trilogia di dischi apparsi sotto la sigla King Crimson tra il 1981 e il 1984, ai timbri sintetici che richiamano i metallofoni indonesiani delle tastiere della Yellow Magic Orchestra di Ryuichi Sakamoto, passando per echi e risonanze più o meno espliciti che affiorano qua e là in dischi dei Residents, 23 Skidoo (un loro albo del 1984 porta addirittura il titolo Urban Gamelan), The Raincoats, Sun City Girls, Mouse on Mars e tanti altri gruppi.
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A proposito del gamelan gender wayang e degli strumenti
Il gamelan gender wayang è uno dei generi musicali tipici dell’isola indonesiana di Bali. Accompagna spettacoli di wayang (il tradizionale teatro delle ombre) e la maggior parte dei rituali tradizionali indù (Bali è una sorta d’anomalia religiosa all’interno dell’Indonesia, il più popoloso paese a maggioranza musulmana del mondo).
Sattvitri e i suoi accompagnatori suoneranno quattro strumenti, denominati anch’essi gender wayang, costituiti d’una struttura in legno e 10 lamelle rettangolari in bronzo che sono sospese su camere di risonanza cilindriche in bambù.
Un’orchestra di gamelan gender wayang è composta da due coppie di strumenti, di cui una accordata un’ottava più alta. Ciascuna coppia di strumenti è a sua volta costituita da uno strumento maschile e da uno strumento femminile, quest’ultimo leggermente più grande e leggermente più basso in termini d’altezza del suono.
I mazzuoli (gamel, in giavanese, da cui deriva il termine gamelan, “percuotere con un mazzuolo”) con cui vengono suonati gli strumenti presentano teste circolari di legno e possono essere ornati di sonagli; vengono inseriti tra l’indice e il medio di ciascuna mano in modo che i musicisti, oltre che percuotere con il mazzuolo stesso le lamelle di bronzo, possano colpirle anche con il dorso della mano, smorzando così il suono appena prodotto.
Questa particolare tecnica strumentale e la fattura stessa di composizioni – caratterizzate da grande dinamicità e sincopazione – che richiedono una straordinaria precisione esecutiva in termini di sincronicità, fanno del gamelan gender wayang uno dei generi più complessi della musica balinese.
– Fabrizio Gilardino
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Note sulle composizioni
Langit Biru
Langit Biru (“Cielo blu”), composto nel 2017 e rivisto nel 2024, canta le lodi del cielo che pur nell’alternarsi del giorno e della notte, della stagione delle piogge e di quella secca, ritorna sempre al suo colore blu intenso. Il brano presenta modelli ritmici unici che accentuano le diverse accordature degli strumenti gender wayang.
Ngimbang
Puan same tuan, tuan same puan
(Io sono uguale a te, tu sei uguale a me)
Ngimbang deriva dal termine imbang (in bahasa indonesia, equilibrato).
“Questa composizione viene suonata utilizzando i quattro strumenti gender wayang disposti a forma di lettera X. Ciò consente a ciascuno dei musicisti, ruotando su se stesso di 90 gradi, di suonare gli strumenti da ambo i lati e ottenere così due melodie distinte. Il brano presenta due sezioni principali, ciascuna suonata percuotendo la parte anteriore o posteriore di ciascuno strumento, ed è perciò che l’ho intitolata Ngimbang. Ngimbang implica che uomini e donne abbiano gli stessi obblighi e diritti.” (Sattvitri)
Ilang Liang
“Ilang significa perduto, mentre liang significa felice. Insieme, questi termini alludono a come il fatto di scomparire per un momento possa aiutarci a trovare la felicità. Scomparire potrebbe significare uscire di casa e separarsi dai propri cari per permetterci di vedere sia la casa che i nostri cari da lontano. Questo brano utilizza tecniche strumentali semplici e modelli ritmici che si ripetono all’inizio e alla fine del pezzo. Quando partiamo per un viaggio, usciamo e rientriamo in casa nostra dalla stessa porta, iniziamo il viaggio e lo terminiamo molto semplicemente, ponendoci domande sia all’inizio del viaggio che alla sua conclusione. La mia casa può anche esser modesta, ma è piena di calore. È un punto fermo nel corso del mio viaggio, cui posso sempre tornare. Chi mi aspetterà a casa?” (Sattvitri)
AUM
“AUM è la sacra scrittura di Dio in tutti i suoi aspetti, che dona la salvezza a coloro che la onorano”. AUM (Ang Ung Mang) è una composizione di I Made Subandi, con cui Sattvitri ha studiato e che è stato una delle sue principali fonti d’ispirazione. L’esecuzione di questo brano è un omaggio della compositrice al suo maestro e mentore, scomparso improvvisamente nell’ottobre dell’anno scorso.
Macan Ngerem
Merak Angelo
Macan Ngerem e Merak Angelo sono due composizioni tradizionali del repertorio di gamelan gender wayang. La data e il compositore di Macan Ngerem (“Tigre che ruggisce”) sono sconosciuti. Merak Angelo è una delle composizioni tradizionali di gamelan gener wayang più eseguite, in particolare dagli anni ’80 del secolo scorso. Questo brano raffigura musicalmente pavoni (merak) che danzano.
I Made Subandi (nato a Batubalan, Bali, Indonesia nel 1966 e ivi scomparso nel 2023) ha studiato gamelan con suo padre, il percussionista e suonatore di gender wayang I Made Dig e ha insegnato in seguito all’Institut Seni Indonesia (Accademia delle arti e dello spettacolo) di Denpasar, Bali. Nel corso della sua purtroppo breve carriera ha collaborato con il compositore statunitense Richard Marriott e la sua Club Foot Orchestra (con il quale ha composto una nuova colonna sonora in occasione del restauro del film muto Legong: Dance of the Virgins di Gaston Glass e Henry de la Falaise, girato interamente a Bali nel 1935) e con il trio olandese Boi Akih, la cui cantante Monica Akihary è originaria dell’arcipelago indonesiano delle Molucche.
Ni Made Ayu Dwi Sattvitri (conosciuta come Sattvitri) è nata a Kapal, Bali (Indonesia) nel 2000. Ha iniziato gli studi di gamelan all’età di 8 anni, lo insegna dal 2014 e compone musica originale per orchestre gamelan dal 2017, anno in cui ha fondato il Palwaswari Art Studio. Sue composizioni sono state eseguite nell’ambito del Bali Jani Arts Festival, del Bukan Musik Biasa di Surakarta (Giava) e della Settimana Nazionale della Cultura di Bandung (Giava).
I musicisti che accompagnano Sattvitri, Putu Agus Riyanta Putra (conosciuto come Agus), Komang Mahendra Adi Putra (conosciuto come Komang) e Kadek Dwi Segara Putra (conosciuto come Dekyong) studiano gamelan gender wayang sotto la sua guida dal 2015.
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