giovedì 2 maggio 2024 – ore 20.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo – BOLOGNA
– – > Mariangela Gualtieri legge Non abbastanza per me – dedicato a Stefano Scodanibbio
testo di Mariangela Gualtieri tratto da Nei leoni e nei lupi – spettacolo del Teatro Valdoca
regia di Cesare Ronconi – edito da I Quaderni del Battello Ebbro (1997)
– – > Livia Rado (Italia)
– – > AT LAST prima assoluta
Stefano Scodanibbio (Macerata, 1956 – Cuernavaca, 2012)
AT LAST (2011); per voce femminile prima assoluta
Livia Rado voce
musiche di Stefano Scodanibbio
testi di Mariangela Gualtieri, Arthur Rimbaud, Jonathan Swift
musiche commissionate da AngelicA
a cura di Maresa Scodanibbio
– – > Quatuor Bozzini (Canada) X
– – > COLLIDING BUBBLES prima italiana
Niels Lyhne Løkkegaard (Danimarca, 1979)
Colliding Bubbles (surface tension and release) (2021);
per quartetto d’archi e quattro armoniche prima italiana
Ana Sokolović (Canada, 1968)
Ghost 1 (Enzo Tumkin) (2015); per quartetto d’archi prima italiana
Il Capitano (2010) da Commedia dell’arte I (2010-2013);
Isabella (2012) da Commedia dell’arte II (2010-2013);
Brighella (2013) da Commedia dell’arte III (2010-2013);
Zanni (2012) da Commedia dell’arte II (2010-2013);
Innamorati (2013) da Commedia dell’arte III (2010-2013);
per quartetto d’archi prima italiana
Stefano Scodanibbio (Macerata, 1956 – Cuernavaca, 2012)
El testament d’Amelia (Miguel Llobet) da Quattro Pezzi Spagnoli (2009);
Andante (Dionisio Aguado) da Quattro Pezzi Spagnoli (2009);
per quartetto d’archi
Besame Mucho (Consuelo Velázquez) da Canzoniere Messicano (2004-2010);
per quartetto d’archi
Alissa Cheung violino I, armonica (sol); Clemens Merkel violino II, armonica (sol);
Stéphanie Bozzini viola, armonica (do); Isabelle Bozzini violoncello, armonica (do)
musiche di Niels Lyhne Løkkegaard, Ana Sokolović, Stefano Scodanibbio
X con il sostegno del Canada Council for the Arts, Conseil des arts et des lettres du Québec
Biglietti:
10 € | ridotto 5 €
Ridotto:
– per studenti dell’Università di Bologna, del Conservatorio di Musica
“G. B. Martini” di Bologna e del Liceo Musicale Lucio Dalla
– ai possessori della Card Cultura e Carta Giovani Nazionale verrà applicato uno sconto
di 2 € sul biglietto intero
La Biglietteria apre 30 minuti prima dell’orario del concerto
prevendite
Boxerticket
si raccomanda l’acquisto dei biglietti in prevendita
Quello con il contrabbassista e compositore Stefano Scodanibbio è stato un incontro importante nella storia di AngelicA: iniziato nel 1992 e passato per tante altre occasioni (in solo e assieme a Rohan de Saram, Terry Riley, John Zorn, FontanaMix Ensemble, …), fino a un programma da lui curato (a Bologna e Lugo) nel 2011, un anno prima della scomparsa.
Livia Rado, soprano, si distingue per la sua attività rivolta al repertorio contemporaneo. Ha lavorato tra gli altri con L’arsenale Ensemble, MDI, Ensemble Prometeo, Beat Furrer, Salvatore Sciarrino, ecc.
Nel 2015, nel corso di una serata condivisa tra Ensemble Ludus Gravis (che ne eseguì l’Ottetto) e l’arsenale, Maresa Scodanibbio consegnò a Livia Rado At last: l’ultima composizione di Scodanibbio, rimasta finora inedita, e che riceve quest’anno ad AngelicA la sua prima assoluta.
Aprirà la serata la poetessa e scrittrice Mariangela Gualtieri (fondatrice insieme a Cesare Ronconi del Teatro Valdoca) con una lettura di Non abbastanza per me dedicata a Stefano Scodanibbio. Il titolo di questa poesia è anche il titolo che Scodanibbio ha scelto per il suo libro edito da Quodlibet nel 2019, ma soprattutto è parte dei testi di At last.
* * *
At last, insieme a Ottetto, è stata l’ultima composizione a cui Stefano Scodanibbio ha lavorato nel 2011 fino ai suoi ultimi giorni, in Messico.
“È una voce che non ha voce”, mi ha detto affidandomi il manoscritto.
I testi utilizzati (di Mariangela Gualtieri, Arthur Rimbaud e Jonathan Swift) non sono comprensibili durante l’interpretazione del brano, ma Stefano ha previsto esplicitamente che dovessero essere letti all’inizio dell’esecuzione.
Il tema della voce è stato uno dei poli della ricerca musicale di Stefano: la voce autentica del contrabbasso, la voce del compositore in rapporto all’esecutore, allo strumento.
Qui la voce non ha più (o non ha mai avuto) voce. La voce incapace di esprimere il pensiero e la voracità di una vita.
– Maresa Scodanibbio
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La storia dell’incontro tra me e questa composizione è iniziata molti anni fa.
Nel 2010 ho conosciuto due musicisti di grande valore, con i quali è scattata subito una scintilla di profonda empatia e condivisione di tante idee, modi di vedere, modi di sentire. Parlo di Silvia Borzelli e Dario Calderone, rispettivamente compositrice e contrabbassista. Amici di Stefano Scodanibbio, mi hanno parlato ben presto di lui e del loro stretto rapporto. Mi hanno parlato anche di questo pezzo, l’ultimo scritto, per voce sola, il cui manoscritto era custodito da Maresa Scodanibbio. Passano gli anni, l’amicizia con Silvia e Dario continua, come la condivisione di concerti e musica. Stefano Scodanibbio è sempre nei loro racconti, l’aura di questo pezzo non ci abbandona.
Nel 2015, con il mio ensemble, L’arsenale, sono invitata a tenere un concerto a Bologna per Angelica. La data è il 22 maggio. La mattina stessa un gravissimo lutto colpisce come una doccia gelata la mia famiglia acquisita, quella del mio compagno Filippo Perocco, direttore de L’Arsenale. Decidiamo di non cancellare il concerto e partiamo per Bologna. Di quel concerto ho un ricordo onirico, siamo riusciti a portare a termine prove ed esibizione in una specie di trance, che ci ha permesso di non pensare per qualche ora alla realtà.
Proprio quel giorno, a quel concerto, tra il pubblico c’era Maresa: ho avuto l’onore di ricevere dalle sue mani la copia del manoscritto di AT LAST, alla presenza di Filippo e Massimo Simonini. Proprio quel giorno. Un’emozione forte, data da una coincidenza rara e inspiegabile: AT LAST ha assunto per me una doppia connotazione. Fortissima.
Porto a casa quei fogli A3 arrotolati, trattenuti da una graffetta, fogli pulsanti di significati, di messaggi, di vita e inizio a custodirli anche io, in attesa del momento giusto, chissà se arriverà…
Ogni tanto, nel corso di questi anni, li srotolo: guardo quei tratti scritti a mano, leggo quelle note che portano con sé un’energia vitale affamata, irrequieta, suoni in cerca di una via d’uscita. Ogni volta qualcosa si deposita dentro di me. Ri-arrotolo e ripongo con cura.
Agosto 2023. Ricevo una email, è Massimo Simonini: “Salve Livia, Filippo mi ha dato la tua mail, non so se ti ricordi di me, ci siamo conosciuti a un concerto vostro di Arsenale il 22 maggio del 2015 ad AngelicA (…) vorrei presentare dal vivo questa composizione e tu sei la persona che per prima ha ricevuto questa partitura e ti chiedo di dirmi se la cosa può interessarti”.
Ecco.
– Livia Rado
Colliding Bubbles (surface tension and release) è un quartetto d’archi e allo stesso tempo un quartetto di armoniche, il che significa che i membri del quartetto suoneranno strumenti a corde mentre suonano l’armonica.
Il titolo si riferisce ai diversi tipi di materiale spumeggiante che entreranno in collisione durante la composizione, portando a diverse fratture e ad un possibile rilascio della tensione superficiale.
La collisione delle bolle riguarderà in parte il suono, dove piccole fluttuazioni appariranno nell’incontro fra armoniche e strumenti a corde, e in parte una bolla più performativa e concettuale dove gli strumenti che rappresentano sistemi diversi, o bolle, entreranno in collisione: i celebri strumenti del quartetto d’archi classico e la forse più prosaica armonica.
– Niels Lyhne Løkkegaard
* * *
La Commedia dell’arte, fonte inesauribile di personaggi, mi ha colpito fin dall’infanzia. I personaggi, inizialmente emersi dal teatro di improvvisazione di strada in Italia, presentano veramente gli archetipi dei personaggi di ogni società del mondo.
Vivo, divertente, commovente, ridicolo, esuberante, astuto o sarcastico, ogni personaggio ha ispirato uno dei movimenti del mio lavoro.
– Ana Sokolović
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Come speciale complemento all’apertura di AngelicA 34 con una prima assoluta di Stefano Scodanibbio, il Quatuor Bozzini ha aggiunto al proprio recital tre brani dal repertorio del compositore: El testament d’Amèlia (Miguel Llobet), Andante dall’Opera 13, Libro 3 (Dionisio Aguado) e Bésame mucho (Consuelo Velázquez).
Tra il 2004 e il 2010 Scodanibbio creò una serie di suoi arrangiamenti per quartetto d’archi che presero come oggetto cinque canzoni famose messicane (Canzoniere messicano), tre Contrappunti dall’Arte della Fuga di Bach, e “Quattro Pezzi Spagnoli” originariamente per chitarra classica.
Scodanibbio battezzò questo ciclo Reinvenzioni, e lo incise con il quartetto Prometeo per la ECM nel gennaio 2011, per poi presentarlo a maggio dello stesso anno ad AngelicA.
Il suo punto di partenza, nel 2004, fu proprio la celebre Bésame mucho (1940), in omaggio al Messico, paese a cui l’autore fu legatissimo per decenni; ma un momento del suo arrangiamento sembra alludere anche all’Arte della Fuga su cui inizierà a lavorare tre anni dopo (casualmente o meno, la tonalità della canzone, Re minore, è la stessa dell’opera di Bach – come anche quella di El testament d’Amèlia).
Importante per l’autore era comunque mantenere la riconoscibilità delle canzoni: “Musicalmente” – scrisse – “non ci sono stravolgimenti armonici. È invece l’aspetto timbrico a dominare queste «reinvenzioni» (come Luciano Berio soleva chiamare le sue riscritture di autori del passato) che, con le sue rifrazioni dei suoni armonici, assumono una dimensione caleidoscopica. La lezione di Webern, con la sua orchestrazione del Ricercare dall’Offerta Musicale, rimane l’esempio insuperabile del secolo XX.”
Stefano Scodanibbio, contrabbassista e compositore (1956/2012), ha studiato contrabbasso con Fernando Grillo, composizione con Fausto Razzi e Salvatore Sciarrino, musica elettronica con Walter Branchi, e storia della musica con Michelangelo Zurletti.
Il suo nome è legato alla rinascita del contrabbasso negli anni 80 e 90; hanno scritto appositamente per lui compositori quali Bussotti, Donatoni, Estrada, Ferneyhough, Frith, Globokar, Sciarrino, Xenakis, e John Cage lo definì in un’intervista il miglior contrabbassista che avesse mai ascoltato.
Ha collaborato a lungo con Luigi Nono e Giacinto Scelsi, e inciso cd in duo con Terry Riley, William parker, Hakon Thelin e Thollem McDonas.
Ha composto più di 50 lavori, eseguiti da Arditti String Quartet, Ludus Gravis, Prometeo…
Ha registrato per Montaigne, col legno, Mode, New Albion, Wergo, ECM, Kairos; su i dischi di angelica sono usciti Lazy Afternoon Among The Crocodiles (con Terry Riley) e Incontri & Reuniones (con Bruce Ackley, Frances-Marie Uitti, Tristan Honsinger, ecc.).
Dal 2012, il compositore danese Niels Lyhne Løkkegaard ha sperimentato la moltiplicazione degli strumenti nel tentativo di trascendere le loro norme sonore intrinseche e farne riapparire il suono in un’altra forma.
La moltiplicazione fa emergere fenomeni timbrici, interferenze di onde sonore e vibrazioni, e fa emergere quello che Løkkegaard chiama il potenziale di trasformazione del suono, che descrive come la qualità di un brano musicale, quando non si sentono più strumenti riconoscibili, ma il suono individuale, così come quello del singolo musicista, si dissolve nel suono collettivo. Una sintesi sonora quanto umana.
Il suo lavoro è stato presentato in una varietà di festival e musei quali York Art Gallery, MoMA, Overgaden – Institute of Contemporary Art, ISCM, Glasgow’s Centre for Contemporary CPH:DOX, Roskilde Festival, Dark Music Days, Göteborg Suoni dell’Arte, Giornate della Musica Nordica e Akusmata. I suoi lavori sono stati pubblicati su etichette come Topos (DK), Archive Officielle (CA) e Important Records (USA) e molte delle sue composizioni sono disponibili tramite EditionS.
È membro fondatore della piattaforma intermedia Topos, ed è professore associato alla RMC di Copenhagen. Colliding Bubbles, nell’incisione del Quatuor Bozzini, è uscito su cd per la Important Records a marzo 2024.
Figura chiave della musica contemporanea, la compositrice Ana Sokolović è nata a Belgrado (Serbia), e si è stabilita a Montreal dal 1992. Con un background nell’universo ritmico del folklore balcanico, la sua musica è ricca di immagini giocose e nella maggior parte delle sue opere un elemento extra-musicale funge da fonte di ispirazione. Questo particolare processo compositivo è intimamente legato all’importanza delle “pluralità” per Sokolović; una diversità di approcci, che mette in dialogo diverse forme d’arte.
Nel cd Short Stories dedicatole dal Quatuor Bozzini nel 2019, i brani comprendono ad esempio dediche al pittore Guido Molinari, al regista d’animazione Theodore Ushev, agli scultori Verina Baxter e Klaus Duschat (Ghost 1 e Ghost 2) e alla tradizione teatrale della Commedia dell’Arte.
Il suo vasto repertorio viene regolarmente eseguito sia in Canada che in tutta Europa e Nord America, ed è al quarto posto come compositrice d’opera femminile più eseguita nel mondo negli ultimi dieci anni, secondo Operabase.
La sua opera, Svadba, che “sembra inventare una fonetica universale del cuore umano” (Le Monde), è stata eseguita più di cinquanta volte.
La sua carriera di compositrice è stata segnata da numerosi premi e riconoscimenti, tra cui due premi Juno consecutivi nella categoria “Composizione classica dell’anno”.
Nel 2020 entra a far parte della prestigiosa casa editrice Boosey & Hawkes. Nel 2022, è stata insignita della prima cattedra di ricerca canadese sulla creazione di opere presso l’Université de Montréal, dove è anche insegnante di composizione.
Mariangela Gualtieri è nata a Cesena. Nel 1983 ha fondato, insieme al regista Cesare Ronconi, il Teatro Valdoca, di cui è drammaturga. Fin dall’inizio ha curato la consegna orale della poesia, dedicando piena attenzione all’apparato di amplificazione della voce e al sodalizio fra verso poetico e musica dal vivo. Ha collaborato come autrice dei testi e voce recitante con la compositrice Silvia Colasanti (Dal paese dei rami, Requiem, Terrestre materna luce), con Stefano Battaglia in duo (Porpora), con Uri Caine e Paolo Fresu in trio (Selvatico sacro e Bello mondo), con Mario Brunello e l’artista Gianandrea Gazzola per Acqua Rotta, concerto per voce recitante, violoncello e gocce d’acqua (Arte Sella 2023), e con Lamberto Curtoni e Simone Rubino per Il ritmo della terra (2020, per voce, vibrafono, percussioni, archi e clavicembalo).
I suoi testi sono stati pubblicati da Crocetti, Einaudi, Galleria Emilio Mazzoli, Sossella, Perda Sonadora Imprentas, Chelsea Editions New York e Quodlibet.
Livia Rado, soprano, ha fatto parte dell’Ensemble L’Arsenale diretto da Filippo Perocco, per poi collaborare con gli ensemble Algoritmo, Prometeo, MDI, Contempoartensemble, Ex Novo, RepertorioZero, Fontana Mix, Eutopia, Ensemble U, Hyoid, Aton et Armide.
Tra i suoi impegni recenti ci sono la prima esecuzione assoluta di Doppio Sogno di Guarnieri per il Chigiana International Festival, Una lettera e 6 canti di Sciarrino con Ensemble MDI a Colonia (Festival Acht Brücken) e Montréal (La Société de Musique Contemporaine du Québec), Lo stridere luttuoso degli acciai di Guarnieri con Fontanamix per Exitime (Bologna), e il ruolo di 1° soprano solista nel Prometeo di Nono, edizione del 40ennale alla Biennale di Venezia con l’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Marco Angius.
Ha al suo attivo numerose incisioni per le case discografiche Stradivarius, EMA Vinci, Decca, Kairos. L’ultima di queste, Dieci versi di Emily Dickinson di Giacomo Manzoni, è contenuta nel disco Parole da Beckett (Stradivarius), vincitore del Premio Speciale Abbiati 2023.
Lodato per la sua “intensa musicalità e immensa sensibilità” (Musicworks), il Quatuor Bozzini è una voce originale della musica nuova, sperimentale e classica dal 1999. Partendo dalla scena ipercreativa di Montréal, il quartetto ha coltivato un’etica di assunzione di rischi, sperimentazione e collaborazione, avventurandosi coraggiosamente fuori dai sentieri battuti e costruendosi un repertorio ricco e diversificato, che li ha portati a oltre 400 pezzi commissionati e all’esecuzione di circa 500 opere in prima assoluta, incluse produzioni originali interdisciplinari comprendenti video, teatro e danza.
Per garantire lo sviluppo di queste musiche di ricerca, hanno fondato dei “laboratori” musicali (Composers’ Kitchen, Performers’ Kitchen e Bozzini Lab), allo scopo di guidare e supportare le nuove generazioni di compositori e artisti.
Il quartetto gestisce la propria etichetta Collection QB, e ha inciso per Wergo, Another Timbre, Hubro, Elsewhere, New World, Important e Black Truffle, pubblicando album monografici dedicati, tra gli altri, a compositori come James Tenney, Jürg Frey, Martin Arnold, Linda Carlin Smith, Jean Derome, Kim Myhr, Phill Niblock, Alvin Lucier, Aldo Clementi, Eliane Radigue, Cassandra Miller, Christian Wolff e Sarah Davachi.
Hanno partecipato ad AngelicA 2015 con brani di Cassandra Miller e Laurence Crane.
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