giovedì 17 maggio 2018 – ore 21.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo – BOLOGNA § [ ]
> TRIO Kimmig-Studer-Zimmerlin & John Butcher (Svizzera, Inghilterra) prima italiana
Harald Kimmig violino; Daniel Studer contrabbasso; Alfred Zimmerlin violoncello;
John Butcher sax tenore, sax soprano
musiche di Harald Kimmig, Daniel Studer, Alfred Zimmerlin, John Butcher
§ con il sostegno di Pro Helvetia – Fondazione svizzera per la cultura, Istituto Svizzero di Roma
[ ] con il patrocinio del British Council
Biglietti
8 €
ridotto 5 €
per studenti dell’Università di Bologna e del Conservatorio di Musica “G. B. Martini” di Bologna
ai possessori della Card Musei Metropolitani verrà applicato uno sconto di 2 € sul biglietto intero
La biglietteria apre 30 minuti prima dell’orario del concerto
Prevendite
ZAMBONI 53
via Zamboni 53/C, Bologna
t 051 1998 0427
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Il sassofonista John Butcher e il Trio Kimmig-Studer-Zimmerlin offrono all’ascoltatore una musica radicalmente fantasiosa. In questo concerto hanno dimostrato un’abilità e una sottigliezza francamente straordinarie, portando il pubblico a chiedersi continuamente “come siamo arrivati qui?”, per la loro capacità di manovrare e massaggiare dolcemente i materiali e i suoni musicali in maniera incredibilmente organica. Pur concentrandosi intenzionalmente su singoli eventi, momento per momento, era difficile capire esattamente dove e quando le cose iniziavano a cambiare ed evolvere. Qualunque dubbio sull’autenticità dell’improvvisazione in confronto con la musica pre-composta è stato immediatamente fugato. È stato un vero privilegio vedere quattro musicisti avere un tale completo controllo dei propri strumenti, dimostrare la massima maturità tecnica e compositiva, ma sempre con un onnipresente senso di giocosità. Simon Cummings
“… il violinista Harald Kimmig (Germania), il violoncellista Alfred Zimmerlin (Svizzera), e il contrabbassista Daniel Studer (Svizzera) estendono il suono tradizionale dei loro strumenti con tecniche di esecuzione insolite. Si tratta di un trio di archi realmente straordinario, che va ben oltre i confini dell’improvvisazione comune. Avendo lavorato a stretto contatto per molti anni, i tre musicisti hanno sviluppato gamme sonore, forme e strutture poliedriche.” Reinhard Kager
Harald Kimmig è un improvvisatore e performance artist. Nel suo lavoro esplora suoni e forme musicali e artistiche attraverso l’improvvisazione e le connessioni con le altre arti. Oltre alla militanza nel trio Kimmig-Studer-Zimmerlin, suona con varie formazioni. Con la sua “Human Factory” ha realizzato spettacoli come solista e in collaborazione con scrittori, artisti visivi e ballerini. Tra questi la scrittrice Annette Pehnt, l’artista visiva Axel Malik e i danzatori Lilo Stahl, Hideto Heshiki, Michael Schumacher ecc. A dicembre 2016 ha presentato la sua produzione Interface. Insegna improvvisazione alla Musikhochschule Trossingen’, alla TIP (Schule für Tanz, Improvisation und Performance) di Friburgo, ed è docente ospite presso le Accademie musicali di Basilea e di Berna.
Daniel Studer, bassista, ha conseguito un master in Pedagogia musicale, ed è compositore ospite presso l’Elektronisches Studio di Basilea. Il suo focus è sull’improvvisazione e su forme miste di improvvisazione e composizione. Ha partecipato a vari progetti che coinvolgono lo spazio, e progetti che impiegano l’elettronica dal vivo; altri suoi campi di interesse sono le relazioni tra musica e linguaggio, e tra musica e danza. L’esplorazione costante del suo strumento lo ha portato anche a cimentarsi in numerosi concerti in solo. Insegna improvvisazione dal 1993 in diverse scuole di musica, tra cui l’Università delle Arti di Berna. Ha ricevuto nel 2011 il Premio della città di Zurigo (Werkjahr der Stadt Zürich).
Alfred Zimmerlin è nato nel 1955 e ha studiato musicologia ed etnomusicologia all’Università di Zurigo, e teoria musicale e composizione con Hans Wüthrich e Hans Ulrich Lehmann. La sua ampia opera di compositore comprende brani per pianoforte, musica da camera, musica vocale e orchestrale, musica elettronica, teatro musicale e opere per la radio e il cinema. Come violoncellista e improvvisatore, ha suonato con King Übü Örchestrü, Radu Malfatti’s Ohrkiste, Tony Oxley’s Celebration Orchestra, John Wolf Brennan ecc. E’ membro dei KARL ein KARL, assieme a Peter K Frey e Michel Seigner, di Kimmig-Studer-Zimmerlin, e di varie altre “working band” di free improvisation. Un cd di sue musiche da camera, Euridice, è stato pubblicato su ECM. Insegna free improvisation presso l’Università di Musica – FHNW di Basilea. Il Trio Kimmig-Studer-Zimmerlin ha pubblicato i cd Erzählend nah (Unit 2012), Raw (con John Butcher, Leo Records 2016) e Im Hellen (Hart Art 2017).
John Butcher è un sassofonista inglese conosciuto per il suo approccio all’unicità del tempo e dello spazio. La sua musica spazia dall’improvvisazione alla composizione, a brani in multitraccia, a sperimentazioni con il feedback e acustiche insolite.
Dalla prima metà degli anni ’80 ha collaborato con centinaia di musicisti, tra cui: Derek Bailey, Rhodri Davies, Andy Moor (EX), Phil Minton, AMM, Christian Marclay, Eddie Prevost, lo Spontaneous Music Ensemble (SME) di John Stevens, Gino Robair, Polwechsel, Mark Sanders, John Tilbury, Okkyung Lee, Georg Graewe, Thomas Lehn, RED Trio e Steve Beresford.
Tra le sue composizioni più recenti vi sono due commissioni dell’Huddersfield Contemporary Music Festival per i suoi gruppi; Good Liquor Caused my Heart for to Sing per la London Sinfonietta, eseguita nell’ambito della mostra di Christian Marclay alla White Cube nel 2015; Tarab Cuts, una risposta alle registrazioni di musica classica araba candidata al British Composer’s Award nel 2014; e Penny Wands & Native String per l’Orchestra degli Intonarumori Futuristi ricostruita da Luciano Chessa.
Oltre ai progetti a lungo termine, apprezza gli incontri occasionali, collaborando con grandi gruppi come la EX Orkest, il “London Skyscraper” di Butch Morris, la London Improvisers Orchestra, il Chris Burn Ensemble, o in concerti in duo con artisti come Fred Frith, Vanessa Mackness, Akio Suzuki, Paal Nilssen-Love, Keiji Haino, David Toop, Otomo Yoshihide, Toshimaru Nakamura, Gerry Hemingway, Sophie Agnel e Matthew Shipp.
“John Butcher si è posto fin dai suoi esordi all’avanguardia della pratica improvvisativa, e può essere considerato uno dei musicisti più importanti al mondo. Ogni volta che un musicista acustico inizia a suonare come un banco di oscillatori, una foresta tropicale, un torrente o una fabbrica di insetti, l’influenza di Butcher è probabilmente vicina“.
(New York City Jazz Record).
“È stata una delle performance più scioccanti che abbia mai visto nella mia vita. C’è questo assoluto equilibrio tra la totale dedizione al suono che sta creando e l’apertura a qualsiasi cosa possa succedere. Prende questo strumento, che ha dei limiti, e lo forza fino ad arrivare nei luoghi dove si trova in diretta negoziazione con quei limiti. È stato uno dei migliori concerti che io abbia mai visto. Un’esperienza davvero sconvolgente.”
(The Wire – John Dietrich al All Tomorrow’s Parties.)
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