martedì 2 febbraio 2016 – ore 20.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo
THE BIG NOTE
Piano Introduction to Little House I Used To Live In / Eat That Question / Blessed Relief
Dog Breath Variations / Uncle Meat
Peaches en Regalia / Let’s Make Water Turn Black / Harry, You Are a Beast
The Orange County Lumber Truck / More Trouble Every Day / Oh No
The Son of Orange County Lumber Truck (lento/veloce) / Theme from Lumpy Gravy
How Could I Be Such a Fool / Sleep Dirt / Time is Money
Duke of Prunes / Village of the Sun / Echidna’s Arf (of You)
The Idiot Bastard Son / Pygmy Twylyte / Stick It Out
The Black Page #2 / Cletus Awreetus Awrightus / Regyptian Strut
Vincenzo Vasi voce, theremin, toys, objects, drum machine
Marco Dalpane pianoforte
musiche di Frank Zappa
a cura di Marco Dalpane
Biglietti 7 €
5€ per studenti dell’Università di Bologna e Conservatorio G. B. Martini Bologna
La Biglietteria del Centro di Ricerca Musicale /Teatro San Leonardo apre 30 minuti prima dell’orario del concerto
“Frank è un genio. Una parola che non uso spesso… nel suo caso non è troppo forte. Musicalmente è estremamente colto. Non sono sicuro che il grande pubblico lo sappia”. – Kent Nagano
“Gli americani sono fortemente sospettosi verso ciò che sembra avere cervello, e Zappa non ha nascosto abbastanza bene la sua intelligenza” – Matt Groening
“È probabilmente la persona meno dotata di talento che abbia mai sentito. È un accademico pretenzioso e non sa suonare il rock’n’roll, perché è un perdente.” – Lou Reed
Zappa è un lavoro duro. Genio iconoclasta e Absolutely Free, è sicuramente uno dei protagonisti della musica del Novecento.
Un eroe americano, come Ives, Gershwin, Monk e Cage.
I suoi studi musicali dal punto di vista accademico si riducono a ben poca cosa, ma pur vivendo nella periferia americana, fin da giovane è attratto dall’intensità che sprigiona dalle pagine di Edgar Varèse, il compositore che ha definitivamente riconsiderato il timbro come parametro essenziale della composizione.
Naturalmente il giovane Frank è affascinato anche dal R&B, dal blues del Delta, dal Doo-Wop, dai City Slickers di Spike Jones; rimarranno i suoi amori fino alla fine della sua vita. Non c’è spazio per distinguere tra alto e basso, popolare e colto; Howlin’ Wolf è interessante quanto Stravinsky. Arte e intrattenimento si riflettono in un gioco di specchi geniale e spiazzante in nome in una Continuità Concettuale che lo ha guidato fin dagli esordi. Paga le sue scelte anti-commerciali con un costante conflitto con l’industria musicale; autentico self made man, solitario e orgoglioso delle infinite ore passate in studio, freak ed eccentrico per molti aspetti, metodico e scrupoloso per quanto riguarda la musica.
Anche il suo rapporto con le istituzioni accademiche e le grandi orchestre classiche è segnato da difficoltà. Zubin Metha e Pierre Boulez, Kent Nagano e la London Symphony Orchestra si sono confrontati con la sua opera, ma solo l’Ensemble Modern, proprio alla fine della sua vita, arriverà a un risultato di valore assoluto nell’esecuzione delle sue partiture.
Vincenzo Vasi, polistrumentista, compositore versatile e dallo stile surreale – suona basso elettrico, theremin, marimba, vibrafono, elettronica, giocattoli e canta – è considerato uno dei musicisti più eclettici nell’ambito delle musiche eterodosse e non. Il suo stile spazia trasversalmente toccando vari generi, dalla sperimentazione elettronica sino al pop d’autore. Attivo sin dal 1990 nell’ambito della musica di ricerca con diversi progetti tra i quali Trio Magneto, Ella Guru, Gastronauti, Switters, Orchestra Spaziale, Etherguys, OoopopoiooO, incidendo oltre 40 cd. Collabora stabilmente con Vinicio Capossela, Mike Patton, Remo Anzovino, Mauro Ottolini e Sousaphonix, Roy Paci; quest’ultimo è produttore dell’album Qy Lunch (etnagigante v2). Di recente pubblicazione il progetto di theremin solo Braccio Elettrico, e PerFavoreSing, assieme al pianista Giorgio Pacorig. Ha suonato con Chris Cutler, Tony Coe, Butch Morris, Antonello Salis, Pierre Favre, Phil Minton, Paolo Angeli, Gianluca Petrella, Cristina Zavalloni, Otomo Yoshihide, Lol Coxill, OminoStanco, Steve Piccolo, Wang Inc., Joey Baron, Ikue Mori, Lukas Ligeti, John Zorn e molti altri.
Marco Dalpane, pianista e compositore, si dedica principalmente alla musica delle avanguardie del ‘900 e del secondo dopoguerra. Ha in repertorio musiche di E. Satie, A. Schoenberg, A. Webern, H. Cowell, J. Cage, M. Feldman, J. Adams, C. Cardew, P. Castaldi, S. Bussotti, P. Glass, D. Guaccero, G. Gershwin, S. ten Holt, T. Johnson, H. Skempton, S. Reich, T. Riley, D. Lang, H. Otte, C. Vivier, N. Muhly, W. Duckworth e molti altri.
Dal 1991 si dedica all’attività di pianista accompagnatore e autore di musiche per il cinema muto. In questo ambito ha partecipato ai più importanti festival musicali e cinematografici italiani ed internazionali. Ha realizzato opere su commissione di reti televisive europee come ZDF e Arte, e ha eseguito l’accompagnamento musicale dal vivo di oltre 750 proiezioni.
E’ cofondatore con Riccardo Nanni dell’etichetta A Simple Lunch.
Dal 2014 lavora come pianista accompagnatore alla danza presso il Liceo Coreutico Bonporti di Trento.
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