mercoledì 6 aprile 2016 – ore 20.30
Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo
Daniele Lombardi
BAD BOYS OF PIANO
Daniele Lombardi (Firenze 1946)
Mitologie 5 (2003) per pianoforte e video
Alexandr Mossolov (Ukraina, 1900 –1973)
Deux Nocturnes (1925/26)
– Elegiaco, poco slentato
– Adagio
Arthur Vincent Lourié (Russia, 1892 – Stati Uniti 1966)
Formes en l’air – à Pablo Picasso (1915)
Henry Dixon Cowell (Stati Uniti, 1897 – 1965 )
The tides of Manaunaun (1912)
Aeolian harp (1923)
Antinomy (1914)
The Banshee (1925)
George Antheil (Stati Uniti, 1900 –1959)
Little Shimmy (1923)
Sonata Sauvage (1922-23)
– Nigger
– Snakes
– Ivory
Daniele Lombardi (Firenze 1946)
Non finito (2013) per pianoforte e video
– Schiavo che si ridesta
– Schiavo barbuto
– Schiavo detto Atlante
– Schiavo giovane
Daniele Lombardi pianoforte
Vincenzo Capalbo e Marilena Bertozzi video
Realizzazione Art Media Studio, Firenze -18’/DVD
musiche di Daniele Lombardi, Alexandr Mossolov, Arthur Vincent Lourié, Henry Dixon Cowell, George Antheil
a cura di Daniele Lombardi
Ingresso 7€
5€ per studenti dell’Università di Bologna e Conservatorio G. B. Martini Bologna
La biglietteria del Centro di Ricerca Musicale aprirà 30 minuti prima dell’inizio del concerto
Questo concerto apre e chiude con due mie composizioni, e dal titolo risulta evidente il mio allinearsi con i “bad boys”, un’allusione al titolo dell’autobiografia dei George Antheil (“The bad boy of music”,1945); una interessante e divertente descrizione del clima incandescente della Parigi degli anni venti.
Mitologie 5 per pianoforte e video è il quinto brano di un vasto ciclo dedicato a Silvia Asso, una sorta di grande sonata della durata di un’ora.
Per la prima volta una decina di anni fa tentavo, insieme a Vincenzo Capalbo, di animare le mie visualizzazioni, le mie notazioni di un fatto sonoro attraverso sistemi digitali, un panorama nel compiere un volo all’interno, mentre queste forme e colori, coaguli di rappresentazioni sonore, mutano e vivono tempi diversi. Idealmente mi ricollegavo al “Teatro del Colore” (1920) di Achille Ricciardi e a tante esperienze di astrazione che hanno attraversato il Novecento prima che i sistemi digitali permettessero gli attuali risultati.
Non Finito è un recente lavoro per pianoforte e video dedicato a Franca Falletti, ed è riferito ai quattro Prigioni di Michelangelo (Schiavo che si ridesta / Schiavo barbuto / Schiavo detto Atlante / Schiavo giovane). Ho potuto eseguirlo in prima esecuzione assoluta a Firenze, nella Galleria dell’Accademia, Tribuna del David, dove sono collocate queste sculture. Per introdurre a questa composizione mi piace citare questi quattro versi di Michelangelo:
“Non ha l’ottimo artista alcun concetto
C’un marmo solo in sé non circoscriva
Col suo soverchio e solo a quello arriva
La mano ch’obbedisce all’intelletto”
Il Novecento, “il secolo scorso”: la proiezione storica ci consente di avere uno sguardo più distanziato su cosa è stata la sperimentazione del Futurismo, movimento artistico che Filippo Tommaso Marinetti lanciò nel febbraio del 1909 a Parigi sul Figaro con un Manifesto di Fondazione. Questo Manifesto ha dato il via alla prima delle avanguardie storiche mettendo in moto quell’enorme fenomeno di sperimentazioni, di –ismi, che poi ha avuto un diffuso sviluppo in Europa. Era un fatto nuovo che apparissero, tra il 1910 e il 1914, dei manifesti programmatici nei quali si sviluppavano teorie e utopie che riguardavano tutti gli aspetti delle arti e della musica, dalla indagine grammaticale e sintattica dei tre manifesti di Francesco Balilla Pratella a quello fortemente rivoluzionario di Russolo, L’Arte dei Rumori.
L’interesse attuale per il futurismo musicale è dettato anche dalla consapevolezza che i musicisti che hanno scritto sotto l’influsso delle idee futuriste di Marinetti ebbero un forte ostracismo allora, ed oggi sono semisconosciuti ai più. Il panorama di opere ed autori rivela all’ascolto un humus di notevole entità e riapre la possibilità di una lettura della compresenza tra linee di novecentismo e futurismo, nonché le altre avanguardie storiche varie, allora fortemente attutite dalla autarchia e da uno spirito restaurativo.
La parte centrale del concerto comincia con i Due Notturni di Alexandr Mossolov, rimasto famoso per la pagina orchestrale Zavod, Fonderia d’acciaio, di forte ispirazione futurista, ma anche importante anello di congiunzione tra i mondi di Scriabin e Prokofiev, come si può evincere dall’ascolto di questi brevi brani e delle sue quattro Sonate per pianoforte.
Arthur Vincent Lourié scrisse tra il 1908 e il 1917, alcuni brani che ben evidenziano le sue linee di ricerca di questo autore che fu in stretto contatto con Vladimir Majakovsky, Anna Achmatova, Alexander Blok, Nikolaij Kulbin e tanti altri importanti artisti di quegli anni.
Tra Primitivismo e Futurismo, alla scoperta delle più avanzate realizzazioni sonore negli ambienti di avanguardia parigini e viennesi, Lourié (cognome francesizzato dal russo Lur’é, Vincent in onore di Van Gogh, Arthur di Schopenhauer, Sergejevich nome russo), riveste un ruolo di principale importanza nella musica pianistica russa degli anni Dieci. Sviluppò un personalissimo processo, la cui cifra essenziale venne via via a definirsi nella frammentazione, isolando patterns entro silenzi intesi come vuoti sonori, portando agli estremi confini quella dilatazione della risonanza che già possiamo trovare nelle ultime opere di Franz Liszt. Formes en l’air – à Pablo Picasso (1915) è un brano scritto con una notazione innovativa su molti pentagrammi separati a blocchi e prevede l’estemporanea scelta delle durate dei silenzi tra un frammento e l’altro da parte dell’esecutore. Può essere considerato un esempio di composizione cubista, con una stesura che anticipa l’impatto sonoro dei primi Klavierstücke di Karlheinz Stockhausen.
George Antheil, eccentrico musicista, ma anche inventore ed endocrinologo, tenne molti concerti in Europa, facendo stampare sui manifesti: “pianista-futurista”. Era fortemente attratto dal mito della macchina e realizzò Ballet Méchanique, scritto per l’omonimo film di Ferdinand Léger, opera che prevedeva sedici pianole sincronizzate, un’orchestra di percussioni e un motore d’aeroplano. Agli inizi degli anni venti Antheil viveva in Europa e compose molti pezzi “futuristi” per pianoforte, vicino al mondo di Stravinsky, ma con un “esprit noveau” più provocatorio. Mechanisms e Sonata Sauvage sono tra le composizioni più importanti di questo periodo. The bad boy of music, la sua autobiografia, è una interessante e divertente descrizione del clima incandescente della Parigi di quel periodo.
Forse l’autore più vicino al bruitismo di una Arte dei Rumori può essere considerato Cowell nei suoi brani pianistici. Cowell coniò il termine “stringpiano” per indicare una interazione tra esecuzione sulla tastiera ed una serie di azioni da compiere nella cordiera. Non sappiamo se sia mai stato in contatto con Russolo e Marinetti, ma la sua musica sperimentale delinea un suo inaudito linguaggio di effetti rumoristici: un “rumore in bianco e nero”.
Daniele Lombardi
Compositore, pianista e artista visivo, di grande notorietà internazionale per il suo particolarissimo repertorio, Daniele Lombardi ha compiuto un vasto lavoro sulla musica delle avanguardie storiche degli inizi del Novecento, eseguendo in prima esecuzione moderna un grande numero di composizioni di musica futurista italiana e russa di autori come George Antheil, Leo Ornstein, Alberto Savinio, Alexandr Mossolov, Arthur Vincent Lourié, Alfredo Casella, Franco Casavola, tenendo recitals in sedi importanti come Stanford University, Los Angeles, Museo Glinka a Mosca e Guggenheim Museum a New York.
Lombardi ha inoltre pubblicato a partire dal 1978 ad oggi numerosi album di proprie composizioni. La doppia formazione di studi musicali e visuali lo ha posto in una dimensione che ingloba segno, gesto e suono in una sola idea di percezione molteplice, tra analogie, contrasti, stratificazioni e associazioni. Ha prodotto disegni, dipinti, computer graphics, video ecc. che sono frutto della transcodifica in immagini di un pensiero musicale, come una visualizzazione di energie che stanno a monte del suono stesso, come potenziale divenire. Tra i suoi molti lavori, tre Sinfonie per un’orchestra di 21 pianoforti, che hanno già avuto sedici esecuzioni (Firenze, Milano, Roma, Parigi, Berlino, New York…).
Ha inoltre eseguito e inciso opere di numerosi contemporanei, tra i quali John Cage, Giuseppe Chiari, La Monte Young, William Hellerman e Sylvano Bussotti. Ha diretto per alcuni anni a Roma il festival Nuova Musica Italiana e Nuova Musica Internazionale (Coop. La Musica, RAI); ha fondato e diretto con Bruno Nicolai la rivista di musica contemporanea “1985 La Musica” e si è occupato anche delle linee di programmazione artistica della Casa Editrice Musicale Edipan. Ha curato numerose collezioni di musica futurista (per Cramps, Multhipla, Mudima, Arte Nova, Col Legno, LTM), ed è direttore artistico della collana di compact disc “Atopos Music”. È stato docente di pianoforte Principale al Conservatorio “G.Verdi” di Milano, e recentemente è stato nominato Accademico delle Arti e del Disegno a Firenze.
www.danielelombardi.com
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.