mercoledì 27 maggio 2015 – ore 17.30 – Museo della musica / Laboratorio 1 – BOLOGNA ^
> Chris Cutler – conduce Franco Fabbri
^ con la partecipazione del Museo internazionale e Biblioteca della musica di Bologna
ingresso gratuito
mercoledì 27 maggio 2015 – ore 21.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo – BOLOGNA
> Charles Curtis SOLO (Stati Uniti) prima italiana
Alvin Lucier (Stati Uniti, 1931)
Glacier (2011); per violoncello prima italiana
Morton Feldman (Stati Uniti, 1926-1987)
Intersection IV (1953); per violoncello prima italiana
Projection I (1950); per violoncello prima italiana
Alison Knowles (Stati Uniti, 1933)
Rice and Beans for Charles Curtis (2008); per violoncello prima italiana
Alvin Lucier (Stati Uniti, 1931)
Slices (2007-2011); per violoncello e orchestra pre-registrata
Charles Curtis violoncello
musiche di Alvin Lucier, Morton Feldman, Alison Knowles
a cura di Charles Curtis
Biglietti 8 €
La Biglietteria del Centro di Ricerca Musicale /Teatro San Leonardo apre 30 minuti prima dell’orario del concerto
* * *
Alvin Lucier: Glacier for Solo Cello (2011)
Alvin Lucier scrive: “Nel corso della performance, un violoncellista scivola lentamente verso il basso, dal Fa sopra al Do centrale al Do sulla corda bassa a vuoto. A causa della lentezza del movimento, si rivelano fenomeni acustici, compresi gli armonici, le risonanze simpatiche di corde adiacenti e quelle del corpo dello strumento.”
Le istruzioni per l’esecutore aggiungono: “La dinamica rimane costante. Eventuali variazioni di volume, tuttavia, dovrebbero derivare dalla risposta dello strumento, piuttosto che da qualsiasi arbitrio del musicista.”. Troviamo qui riassunto il genio di Lucier in poche parole: riconoscendo che lo strumento in sé è un ambiente dinamico, non un dispositivo neutro che fornisce una risposta standardizzata. L’altezza, accuratamente notata e temporizzata, si trasforma, attraverso il cambiamento lento e l’invito all’ascolto concentrato, in un’esperienza sonora in infinita evoluzione.
Morton Feldman: Intersection 4 (1953)
In una partitura grafica con dei quadrati equidistanti che rappresentano unità di tempo, sono inseriti dei numeri, che indicano il numero e il tipo di suoni da eseguire; ma i suoni in sé sono a scelta del performer. Dove non ci sono numeri, il musicista deve rimanere in silenzio. La maggior parte dei suoni sono pizzicati; quelli che sono sostenuti “devono venire mantenuti allo stesso livello dinamico fino alla fine della durata data,” secondo le istruzioni di Feldman. Lunghi silenzi si alternano a raffiche di suono; a un certo punto, 32 suoni devono venir prodotti in una durata inferiore a tre secondi.
Morton Feldman: Projection 1 (1950)
E’ questa è la prima delle opere di Feldman scritta nella forma grafica indeterminata tipica del suo lavoro dei primi anni ’50. Feldman viveva a quel tempo nella cosiddetta “Boza Mansion”, un edificio popolare a Manhattan occupato da John Cage, Isamu Noguchi, Richard Lippold, Ray Johnson e Sonja Sekula. Quasi allo stesso tempo Feldman stava creando la colonna sonora per il film di Hans Namuth “Jackson Pollock“, scritta per due violoncelli. In “Projection 1” la distribuzione di suoni alti, medi e bassi è sovrapposta a una griglia di modalità esecutive (pizzicato, con arco, armonici), in una sequenza dal ritmo uniforme.
Alison Knowles: Rice and Beans for Charles Curtis (2008)
Knowles ha creato una partitura grafica di carta di riso fatta a mano, su cui ha applicato delle lenticchie, pezzi di corda e di tessuto. Nella performance, esploro la risonanza naturale del violoncello lavorando attraverso l’intero corpo dello strumento, in modo analogo al processo che immagino abbia governato la realizzazione della partitura. Questo pezzo faceva parte di “Blacks Beach Shoreline” del 2008, un evento di Knowles lungo un giorno sulla spiaggia di San Diego, che comprendeva la cucitura assieme di abiti scartati, e che includeva varie partiture per performance di origini diverse.
Alvin Lucier: Slices for Cello and Pre-recorded Orchestra (2007-2011)
53 strumenti d’orchestra sostengono un cluster di 53 note in loop preregistrati. Il violoncello solista suona melodicamente attraverso il cluster, eliminando con ogni nota suonata lo strumento orchestrale che tiene quella nota, fino a quando il cluster viene cancellato. In un nuovo ordinamento melodico, il violoncello solo riporta ciscun nuovo tono allo strumento orchestrale che lo sostiene, fino a quando il cluster viene reinscritto; questo processo alternato di cancellazione e reiscrizione del cluster viene ripetuto sette volte, ogni volta con un ordinamento melodico diverso. Il solista controlla l’andatura attivando una patch di Supercollider tramite il pedale. Gli strumenti orchestrali sono stati registrati da Tom Erbe nella Concert Hall Conrad Prebys; il programma di Supercollider è stato scritto da Scott Worthington.
(Charles Curtis, febbraio 2015)
Charles Curtis
Studente alla Juilliard, Charles Curtis è stato primo violoncellista della NDR Symphony Orchestra di Amburgo, dove ha suonato sotto per direttori come André Previn e John Eliot Gardiner. E’ stato inoltre solista ospite della San Francisco Symphony, Orchestre de la Suisse Romande, Janacek Philharmonic, e dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Ma è soprattutto noto per il sodalizio ventennale con La Monte Young, del quale è stato allievo fin dal 1989, membro del Just Alap Raga Ensemble, nonché dedicatario della composizione Just Charles & Cello in The Romantic Chord, eseguita ad AngelicA 2008. Importantissimo anche il rapporto con Alvin Lucier, che ha scritto diversi lavori per lui, così come con Eliane Radigue, che per lui ha composto Naldjorlak I(coinvolgendolo poi anche nel trio di Naldjorlak III – vedi AngelicA 2010), seguito da Occam V. Agli inizi tuttavia Curtis è stato coinvolto anche nella scena alternative-rock della downtown New York degli anni 80-90, suonando in club come CBGB’s e Knitting Factory, e collaborando con nomi come King Missile, Dogbowl e Black Heart Procession. A fine anni 90 ha inoltre fondato il suo Charles Curtis Trio e ha partecipato a incisioni di Herbie Hancock, Wayne Shorter, Dean Roberts, Michael J. Schumacher e al recente (2014) Duets di Tashi Wada.
Alvin Lucier
Alvin Lucier è nato nel 1931 a Nashua, New Hampshire. Dal 1962 al 1970 ha insegnato presso la Brandeis University, dove ha diretto il locale Coro da Camera, dedicando gran parte del suo tempo per l’esecuzione della nuova musica. Dal ’66 al ’76 ha fatto parte dei Sonic Arts Union, collettivo di compositori sperimentali creato assieme a Robert Ashley, Gordon Mumma e David Behrman. Lucier ha aperto la strada in molti settori della composizione musicale e della performance. Sebbene abbia composto opere orchestrali e da camera fin dal 1952, lui stesso considera la sua Music for Solo Performer del 1965 come il vero inizio della sua carriera compositiva. Il brano si basa sull’utilizzo delle onde alfa del cervello del performer, che trasmesse da elettrodi e amplificate fanno vibrare un set di strumenti a percussione. Egualmente innovativi sono stati i metodi compositivi usati per performance come Vespers (1968), eseguita dai Sonic Arts Union con dispositivi di eco-locazione per la percezione acustica dello spazio, e il più famoso I Am Sitting in a Room (1969), process piece che esplora i fenomeni di degradazione acustica di una registrazione e gli effetti di enfatizzazione e selezione delle risonanze nello spazio performativo. Altri famosi lavori sono stati Music On A Long Thin Wire (1977) per corda di pianoforte tesa attraverso una stanza e fatta risuonare da magneti, Clocker (1978), per orologio amplificato e sensori galvanici sulla pelle, e Nothing is Real (1990), per pianoforte e teiera amplificata. Nel 1994 la Wesleyan University gli ha dedicato il festival Collaborations, per il quale ha composto dodici nuovi lavori, inclusa Skin, Meat, Bone, un’opera in collaborazione con il regista teatrale Robert Wilson. Nel ’99 Petr Kotik ha presentato la sua Diamonds per tre orchestre al Prague Spring Festival.
Morton Feldman
Nato a New York nel 1926, Feldman ha studiato composizione con Wallingford Riegger e con Stefan Wolpe, ma il suo incontro più significativo avvenne nel 1949 con John Cage. Da qui nacque la cosiddetta New York School, un sodalizio artistico di importanza cruciale per la musica in America negli anni 50, che comprendeva Cage, Feldman, Earle Brown e Christian Wolff, ma anche loro amici pittori come Rothko, Guston, Kline, Pollock e De Kooning, le cui ricerche formali (assieme alle variazioni geometriche e coloristiche dei tessuti copti) influenzarono fortemente l’opera di Feldman, che dedicò loro importanti composizioni.
Figura pressoché unica nella storia della musica, estraneo a influenze storiche e a sistemi compositivi riconoscibili, Feldman è passato da sperimentazioni con notazioni grafiche o “aperte” con gradi variabili di libertà, a opere notate precisamente ma che “sfidano l’analisi con forme sonore ‘pittoriche’ che non servono nessuna struttura o precetto tonale” (Frank Sani). Nel 1977 ha composto l’opera in un atto per soprano e orchestra Neither, su testo di Beckett. Dalla fine degli anni settanta le sue composizioni si estesero a tal punto che For Philip Guston (1984) dura 4 ore, e lo String Quartet no. 2 (1983, eseguito ad Angelica 2014) arriva a toccare le 6 ore di durata. Dal 1973 ha insegnato all’Università di Buffalo, e nel 1984 e ’86 è stato docente di composizione ai Ferienkurse für Neue Musik di Darmstadt. Tra le sue ultime opere, For Christian Wolff (86), Palais de Mari (1986), e For Samuel Beckett (1987).
Alison Knowles
Nata nel 1933, è una delle esponenti originali di Fluxus, il radicale movimento di ridefinizione delle nozioni e dei confini del fare artistico fondato da George Maciunas nel 1962. Laureatasi in Belle Arti al Pratt Institute di New York, ha sposato l’artista e teorico dell’Intermedia Dick Higgins nel 1960. In questo periodo ha iniziato a sviluppare le sue partiture che trasformano attività della vita quotidiana in performance. Uno dei più famosi event scores, Make a Salad, fu presentato per la prima volta all’ICA di Londra. Per questo evento, Knowles preparava teatralmente una insalata per il pubblico, accompagnata da della musica. Make a Salad è stata successivamente eseguita in molte città del mondo, tra cui il Baltimore Museum of Art nel 2003, la Tate Modern nel 2008, e sulla High Line di Chelsea, New York nel 2012. Celebre anche la performance Nivea Cream Piece, nella quale lei e Ingrid Dinter si spalmavano (amplificate) l’omonima crema. Dopo aver partecipato ai primi Fluxus Festivals in Europa nel 1962-1963, Knowles ha iniziato a produrre oggetti e multipli spesso basati su diversi tipi di fagioli, che divennero per lei un corrispettivo dell’uso di oggetti trovati, readymades e sculture di assemblaggio da parte di altri artisti Fluxus. Knowles ha usato i fagioli per una grande varietà di lavori, inclusi libri d’artista, sculture sonore e la serie “From Seed to Sheet”, con carte fatte a mano che includono materiali e oggetti trovati, inclusi i fagioli. Nel 74 ha pubblicato la serie di cartoline Postcard Theatre assieme a Pauline Oliveros. Suoi lavori su cd sono usciti per ¿What Next?, Wergo, ? Records e Rossbin.
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